CAP.1
Love
will keep us alive. ~
Ed eccomi qua... con una nuova fic. Ahem, non ho resistito!
L'ispirazione mi è venuta leggendo Episode G. Sì,
continuo a pensare che sia disegnato un po'... come dire... con i
piedi... però la storia è meravigliosa e mi ha
fatto
scoprire un lato di Saint Seiya tutto nuovo, fatto di
quotidianità e di caratteri più... "umani". L'ho
amato
fin dal capitolo uno... ma bando alle ciance!
Il titolo, "Love will keep us alive" si riferisce all'amore sotto tutte
le sue forme, l'amore fraterno, l'amore inteso come la più
pura
delle amicizie, l'amore per qualcosa di grande come la giustizia o
l'avvenire.
Perchè quando tutte le tue certezze crollano, l'unica cosa
che
riesce davvero a tenerti in vita... è l'amore!
Cap.1
Urania.
<<
Prossima fermata: Aharnes Railway. Ripeto, prossima fermata: Aharnes
Railway
>>
Urania sospirò. Ormai era quasi arrivata, quel viaggio era
stato decisamente
straziante. Sbuffò, guardando fuori dal finestrino del
treno: si trattava di
una linea suburbana, perciò non poteva nemmeno godere di un
po' del panorama
della città di Atene. Tutto ciò che vedeva erano
muri di cemento dall'aria
sciupata, e tanto, tanto buio.
Era partita il giorno precedente dall'aeroporto di Yangon, in Birmania,
per
raggiungere la capitale greca. Ventisei ore di volo: il viaggio
più lungo della
sua vita. L'unico pensiero che la rallegrò, era che non
avrebbe mai più dovuto
farlo, per il resto della sua esistenza.
Nella sua mente ormai galoppavano pensieri di ogni tipo, misti ad un
profondo
senso di inquietudine che le stava attanagliando la bocca dello
stomaco... Non
tornava ad Atene da dieci lunghi anni, e la cosa la stava agitando non
poco.
Chissà quante cose erano cambiate, in tutto quel periodo.
Chissà se avrebbe
rivisto i suoi amici d'un tempo, se erano tornati anche loro dagli
allenamenti...
chissà se erano ancora vivi.
Si scostò una ciocca dei lunghi capelli castani ribelli dal
viso, sbuffando.
Era seduta da troppo tempo, e ormai le gambe le si erano indolenzite e
le
facevano male: aveva bisogno di camminare, e il prima possibile.
<< Prossima fermata: Larissis. Ripeto, prossima fermata:
Larissis
>>
Ci siamo... pensò alzandosi. Dopo una
quarantina di minuti di treno,
aveva finalmente lasciato alle sue spalle l'aeroporto e raggiunto il
centro di
Atene. Lì, le avevano detto, avrebbe trovato una sorta di
scorta che l'avrebbe
accompagnata al Santuario della Dea Athena.
Notò che il treno stava cominciando a rallentare, segno che
era ormai giunta a
destinazione, così si stiracchiò gli arti
indolenziti e si caricò in spalla la
sua borsa a tracolla con i pochi averi che era riuscita a portarsi
dietro e
un'enorme scrigno color argento, dall'aria decisamente pesante. Non
appena il
convoglio fu totalmente fermo, inspirò profondamente e si
frugò nella borsa.
Quello sarebbe stato un momento di "rottura" per lei: si era concluso
il periodo del suo apprendistato, e da quel momento sarebbe diventata
una
Sacerdotessa Guerriera a tutti gli effetti. Avrebbe consacrato la sua
esistenza
alla Dea Athena, avrebbe rinunciato alla sua femminilità
nascondendo i tratti
del suo volto dietro una maschera e, forse, sarebbe morta in battaglia,
lottando aspramente per gli ideali di giustizia e verità.
Era ancora in tempo.
Poteva decidere di non scendere da quel treno, di non incontrare mai la
scorta
che la attendeva, di liberarsi una volta per tutte dall'opprimente
fardello che
ormai da tredici lunghi anni si era ritrovata a dover sostenere sulle
proprie
spalle, quando alla tenera età di quattro anni era stata
abbandonata davanti al
Santuario, senza conoscerne ancora la ragione. L'aveva trovata il
Gran
Sacerdote del Tempio, Shion, che piangeva disperatamente cercando la
sua mamma. In
tasca,
teneva una lettera che le era stata infilata in fretta e furia dai
genitori
prima di fuggire via... Così piccola com'era, non aveva
potuto leggerla,
ma Shion aveva notato subito quel pezzetto di carta
stracciata che faceva
capolino dal cappotto della bambina. Il biglietto, recitava
più o meno così:
"Questa bambina si chiama Urania. Noi, i suoi genitori, non possiamo
più
tenerla. Vi prego di accettarla al Santuario sotto la vostra
protezione, affinché
possa crescere sana e felice. Potrà essere una brava
ancella, o quello che
vorrete voi."
Non una firma, non una spiegazione, niente. Lo sguardo di
Shion si era
posato sui grandi occhi turchesi della bambina, allora arrossati dal
pianto
sgomento, e le aveva sorriso dolcemente, porgendole con gentilezza una
mano.
<< Vieni con me >> le aveva detto
amabilmente << Non avere
paura... ti porterò al sicuro da ogni male >>
Benché titubante per lo shock dell'abbandono, Urania aveva
comunque allungato
la piccola mano esile verso quell'uomo così gentile,
lasciandosi accompagnare
verso la sua nuova vita.
Sì, avrebbe dovuto essere un'ancella inizialmente: ma strane
circostanze
l'avevano portata ad acquisire la capacità di generare un
Cosmo dentro di sé, e
ciò l'aveva portata a scegliere la strada che l'avrebbe
condotta verso un
futuro come Saint al servizio di Athena.
Il ricordo di Shion, quell'uomo così gentile che l'aveva
accettata al Santuario
come una figlia, le generò un immenso calore nel cuore.
Estrasse la sua
maschera argentata dalla borsa e la indossò, facendola
aderire perfettamente al
suo volto, dopo di ché scese in fretta dal treno, sotto gli
sguardi sorpresi
delle persone che la fissavano dubbiosi.
Non appena scese alla stazione di Larissis, situata al centro di Atene,
Urania
si guardò intorno preoccupata. Lei non avrebbe mai potuto
riconoscere la sua
scorta fra la folla di gente che assediava l'area, quindi la sua unica
speranza
era che fosse la persona che l'aspettava a riconoscerla, visto che
indossava la
maschera, segno imprescindibile del suo legame col Santuario.
Uscì fuori dalla
stazione, sempre guardandosi accuratamente in giro nella speranza di
essere
individuata nel minor tempo possibile. Ma, notando che nessuno le
faceva cenni
o provava a chiamarla, iniziò a scoraggiarsi.
Forse la sua scorta era in
ritardo? O, più semplicemente, si erano totalmente
dimenticati del suo arrivo,
al Santuario, e non le avevano mandato nessuno?
Si lasciò andare su una panchina vuota, sospirando. Non ne
poteva più di stare
sola... i dieci anni di isolamento sull'Isola Ramree, in Birmania,
l'avevano
temprata nel corpo e nello spirito, ma non erano riusciti a mutare il
suo
carattere socievole e amante della compagnia. Aveva sofferto
così tanto su
quell'isola maledetta, che adesso avrebbe dato qualsiasi cosa per poter
parlare
con qualcuno.
<< Mi avevano detto che sarei rimasto particolarmente
stupito, quando
avrei incontrato il Saint da scortare al Santuario... ma non pensavo
che il mio
stupore sarebbe stato generato dal trovarmi davanti... una donna!
>>
Una voce alle sue spalle la fece sobbalzare. Si voltò di
scatto, trovandosi
davanti un ragazzo di circa la sua età, biondo e con due
grandissimi occhi
verde smeraldo. Indossava un paio di jeans neri e una semplice t-shirt
bianca,
con stampate davanti delle scritte il lettering gotico. Rimase per
qualche
secondo a fissarlo, felice che il ragazzo non potesse leggere
l'espressione di
estrema sorpresa dipinta sul suo volto, celata dalla maschera
argentata.
<< Tu... devi essere... >>
<< ...la tua scorta >> concluse lui
sbrigativamente << Direi
di partire immediatamente, il viaggio non è breve.
>>
Ancora non riusciva a capacitarsi di come un ragazzo apparentemente
così
normale potesse essere in realtà un inviato del Santuario.
Si era aspettata un
distinto uomo vestito con una tunica, o al limite un anziano in abiti
borghesi,
ma mai e poi mai un suo coetaneo vestito in jeans e t-shirt. Per di
più, aveva
un'aria tremendamente familiare, ma non riusciva davvero a ricordarsi
dove
l'aveva già incontrato.
<< Allora, vogliamo andare o continui a restartene
lì impalata? >>
borbottò il biondo incrociando le braccia al petto con aria
spazientita.
<< N... No, arrivo! >> esclamò
lei alzandosi di scatto dalla
panchina.
<< Ti dispiace se andiamo a piedi? Sai... questo mese
sono un po' a corto
di soldi, e vorrei risparmiare un po' sulle piccole spese.
>>
<< Ehm... no, va benissimo. Avevo proprio bisogno di
sgranchirmi un po'
le gambe, dopo ventisei ore di aereo >> rispose
sospirando.
<< Bene. >>
Camminarono in silenzio per alcuni minuti, nei quali Urania continuava
a
domandarsi cosa diavolo era passato per la testa del Grande Sacerdote
di
spedirle un tipo così strano a recuperarla. D'un tratto
però, le venne in mente
che non si erano neppure detti i loro nomi, così
esclamò:
<< Che sbadata! Non mi sono nemmeno
presentata... io sono...
>>
<< Un Saint d'argento, lo vedo. E' incredibile quante
Sacerdotesse
Guerriero stiano arrivando al Santuario, di questi tempi...
>> mormorò il
ragazzo scuotendo la testa.
<< N... Non volevo dirti il mio rango! Ma il mio nome! Mi
chiamo Urania
e... >>
Ma non proseguì, perché il ragazzo si
bloccò di colpo, sgranando gli occhi
smeraldini e fissandola con enorme meraviglia.
<< Urania?! >> ripeté, convinto
di non aver capito bene.
<< S... sì. Ci conosciamo? >>
balbettò lei, confusa.
<< Sciocca, come hai osato dimenticarti di me? Io sono
Aiolia! >>
il tono della sua voce si fece sempre più concitato
<< I... Il fratello
minore di Aiolos del Sagittario... >>
A quelle parole, Urania si lasciò sfuggire un gridolino per
la sorpresa.
Conosceva bene Aiolia: i due avevano vissuto per tre anni al Santuario
insieme,
quando Urania vi era stata condotta e prima che partisse per l'Isola di
Ramree.
All'epoca erano solo dei bambini; Urania era partita per
l'addestramento quando
aveva appena compiuto sette anni, per questo non era riuscita a
riconoscerlo
fin da subito. Ma adesso che aveva capito chi era, non poteva non
distinguere
la cascata di capelli biondicci e i grandi occhi verdi come
prati
incontaminati di Aiolia: avevano trascorso parte della loro infanzia
insieme e
rivedersi lì, a distanza di ben dieci anni, li aveva gettati
in un turbinio di
emozioni indicibili. Avrebbe voluto corrergli incontro e abbracciarlo,
come
avrebbero fatto due amici di vecchia data, ma sapeva bene che il codice
dei
Cavalieri le imponeva di mantenere un certo decoro.
<< E' bello vederti sano e salvo... e Aiolos, come sta?
Lo incontrerò al
Santuario? >> domandò eccitata.
Aiolia non rispose, e un silenzio gelido calò fra i due.
Urania vide
perfettamente gli occhi del ragazzo riempirsi per un istante di
lacrime,
leggendo poi sul suo volto uno sforzo incredibile per ricacciarle
dentro,
troppo orgoglioso per mostrare così apertamente il suo
dolore.
<< Sono... cambiate molte cose, da quando te ne sei
andata. >> disse
con la voce che gli tremava per i singhiozzi.
Urania voleva dire qualcosa, ma le parole le si spezzarono in gola e
non riuscì
a spiccicare neppure una sillaba.
Aspettò che Aiolia recuperasse il contegno perduto,
poi sussurrò con voce
flebile:
<< Cosa è successo? Vuoi... vuoi
raccontarmelo? >>
Malgrado il sole fosse alto nel cielo e la giornata particolarmente
afosa,
Aiolia rabbrividì come se fosse stato scosso da un freddo
glaciale.
<< Vorrei non farlo, a dire il vero >>
mormorò evitando
accuratamente il suo sguardo << Ma è giusto
che tu sappia... mio fratello
Aiolos, è morto poco dopo che tu hai lasciato il Santuario.
>>
Urania aveva pregato dentro di sè di non sentirgli
pronunciare quelle parole.
Le arrivarono dritte al cuore, come un dardo invisibile, ferendola nel
più
profondo dell'anima. Non poteva credere alle sue orecchie:
ricordava
Aiolos come un ragazzo dalla potenza smisurata... com'era possibile che
fosse
morto? Chi l'aveva ucciso, e soprattutto, perché? Avrebbe
voluto fargli queste
e altre mille domande, ma l'idea di far tornare a galla dolorosi
ricordi per
Aiolia non le piaceva per niente. Decise così di tacere,
ingoiando quella
notizia così difficile da digerire. Avrebbe conosciuto la
storia della morte di
Aiolos con calma; infondo era giunta al Santuario per restarvi: di
tempo ne
avrebbe avuto a sufficienza.
La cosa però, l'aveva profondamente traumatizzata.
Quando si trovava al Santuario da bambina, solo due Saint erano stati
insigniti
di una delle Sacre Gold Cloth: Aiolos del Sagittario e Saga dei
Gemelli. Li
ricordava come due ragazzi avvolti da un'aura mistica a dir
poco
incredibile, quasi più simili a degli dei che a due umani,
adorati per la loro
infinità bontà d'animo e per la loro
cieca fedeltà alla Dea Athena.
Soprattutto Saga dei Gemelli, che, oltre ad avere una forza
straordinaria,
possedeva un cuore così puro da sembrare la reincarnazione
di un dio: era
sempre gentile con chiunque, tanto che la gente aveva preso ad adorarlo
come
una vera e propria divinità...
Con Saga però, non aveva mai instaurato un rapporto troppo
intimo, a differenza
di Aiolos che invece era sempre gentile e premuroso con lei, proprio
come un
fratello maggiore. L'idea che adesso quel ragazzo dall'animo
così nobile
non fosse più vivo, le aveva spezzato completamente il
cuore. Gli occhi le si
erano riempiti di calde lacrime, mentre la maschera sul suo viso
mostrava un
volto impassibile e freddo. Quanto la odiò, in quel momento.
Avrebbe voluto
mostrare ad Aiolia tutto il dolore che stava provando alla notizia
della morte
di suo fratello, e invece era costretta a celare così la sua
femminilità e, con
lei, i suoi più intimi sentimenti. Le parole non avrebbero
mai potuto descrivere
la sofferenza che le attanagliava il cuore in quel momento...
<< Siamo arrivati... >> sussurrò
Aiolia d'un tratto.
Avendo la testa completamente immersa in altri pensieri, Urania non si
era resa
conto che si trovavano ormai già al cospetto dell'imponente
complesso di Templi
che formavano il grande Santuario della Dea Athena. Alzò lo
sguardo, scrutando
ogni edificio con attenzione, indugiando su tutti i particolari con
minuziosità, e finalmente si sentì felice. Non
era cambiato niente... tutto era
al suo posto, tutto era rimasto immacolato come lo ricordava dieci anni
prima.
<< I... Il Santuario... >>
balbettò << E'... proprio come lo
ricordavo... >>
<< Non esserne così sicura... >>
sussurrò piano Aiolia.
Avrebbe voluto domandargli cosa intendesse, ma una piccola vocetta
femminile e
acuta la interruppe.
<< Nobile Aiolia! Nobile Aiolia! >>
Una bambina stava correndo loro incontro con aria preoccupata. Era
vestita con
abiti tipicamente greci, così come infondo Urania si sarebbe
aspettata di veder
vestito anche Aiolia, e stringeva in mano una pergamena accartocciata.
Non
appena li raggiunse si fermò a riprendere fiato, appoggiando
le mani sulle
ginocchia e chinandosi in avanti, respirando affannosamente.
<< Nobile Aiolia, che significa questo?! >>
gridò poi lanciando la
pergamena direttamente sul naso del ragazzo.
<< E' un bigliettino che ti ho lasciato questa mattina,
no? >>
borbottò lui con fare annoiato.
<< Mi... mi sono svegliata e voi non c'eravate! E poi che
razza di avviso
sarebbe "Ciao torno fra un po', non cercarmi"? Mi...
mi sono
preoccupata tantissimo! Non lo fate mai più!
>> sbraitò la ragazzina
sempre più infuriata. Sul volto di Aiolia si dipinse un
piccolo tenero sorriso,
mentre le scompigliava i capelli lisci.
<< Sono dovuto partire presto per una missione affidatami
dal Santuario
all'ultimo momento. Ma niente di grave... dovevo solo andare alla
stazione e
scortare questa nuova Sacerdotessa fino al Tempio. Va tutto bene,
Lythos.
>>
La sua voce era così tenera e fraterna, mentre cercava di
consolare quella
bambina arrabbiata, che Urania si sentì stringere un po' il
cuore al ricordo
della solitudine provata all'Isola di Ramree.
<< Ah, giusto. Forse dovrei fare le presentazioni...
>> borbottò
Aiolia imbarazzato << Lythos... lei è Urania.
Urania... questa è Lythos,
la mia sorellina. >>
<< Sorellina? >> domandò Urania
stupita << Ma non ricordo che
tu... >>
<< In realtà non sono sua sorella
>> spiegò Lythos stringendosi
nelle spalle << Il nobile Aiolia ha salvato l'anima di
mio padre, dopo di
ché essendo rimasta io orfana ho deciso di diventare la sua
ancella. >>
Ancora Urania non capiva. Perché mai Aiolia avrebbe avuto
bisogno di
un'ancella? E perché mai quella bambina si ostinava a dargli
del voi?
<< Temo... di essermi persa qualcosa. >>
mormorò poi.
Un altro individuo si era intanto avvicinato al gruppo: era un uomo
alto e
magro, con i capelli corti biondi e un amichevole sorriso stampato sul
volto.
Quando Aiolia lo vide, sbuffò subito, fissandolo in cagnesco.
<< Galan! Mi hai dato troppi pochi soldi! Siamo dovuti
tornare a piedi
dal centro di Atene! Hai idea di quanto ci abbiamo impiegato?
>>
<< Nobile Aiolia, sono desolato. Gestire le finanze della
Quinta Casa non
è facile... >> rispose l'uomo ossequioso, ma
nascondendo in realtà fra le
labbra un sorriso divertito.
<< G... Galan?! >> balbettò
Urania << Siete proprio voi?
>>
Galan la squadrò da capo a piedi ma, complice la maschera
che le nascondeva il
volto, non riuscì a riconoscerla, e continuò a
fissarla con aria interrogativa,
in cerca di una risposta sensata.
<< Urania... ti ricordi di lei, Galan? Abitava qui al
Santuario, dieci
anni fa. >>
<< Urania! Ma certo! >> esclamò
lui dandosi una pacca sulla fronte
<< Eri una delle giovani reclute. Sei tornata dal tuo
viaggio? Con quella
maschera non ti avrei mai riconosciuta, chiedo perdono... ma
noto con
immenso piacere che siete riuscita a conquistare una Sacra Cloth. I
miei più
vivi complimenti e... un caro bentornato. >>
C'era qualcosa in quell'incontro di completamente surreale, per Urania.
Galan
era un caro amico di Aiolos, ed era considerato il possibile futuro
Saint della
costellazione del Leone... ma adesso, aveva sentito chiaramente
affermargli che
gestire le finanze della Quinta Casa non era facile.
In più, continuava
anche lui a dare del voi ad Aiolia, proprio come
Lythos.
Un'idea le balenò nella mente, facendola sobbalzare.
<< Aiolia! Vuoi... vuoi spiegarmi cosa sta succedendo?
>> esclamò
infine, afferrandolo per un polso << Un'ancella... Galan
tuo
servitore... Cosa significa tutto questo?! >>
<< Oh, sì. Me ne stavo dimenticando. Io sono
Aiolia di Leo, Gold Saint
della Costellazione del Leone... >>
Per un attimo, Urania pensò che la stesse prendendo in giro.
Però, pensandoci
bene, la cosa non era poi così strana: Aiolia era sempre
stato un piccolo
genio, sin da bambino. Già alla tenera età di
cinque anni, quando ancora in lei
non si era manifestato alcun tipo di Cosmo, lui era già
capace di lanciare
attacchi di straordinaria potenza.
Buon sangue non mente... si disse sorridendo,
mentre il suo pensiero
volava verso Aiolos.
Entrarono dentro la prima Casa, e Urania si sorprese di non percepirvi
nessun
Cosmo all'interno. Chieste spiegazioni ai suoi accompagnatori, venne a
conoscenza del fatto che il Saint dell'Ariete era sì stato
scelto, ma viveva
nel lontano Jamir e tornava raramente ad occupare il suo posto al
Santuario.
<< Jamir? >> esclamò sorpresa
<< Sbaglio o è una regione fra
l'India e la Cina? >>
Aiolia, palesemente in difficoltà, cercò l'aiuto
di Galan con lo sguardo, il
quale ridacchiando mormorò:
<< Sì, esattamente, Nobile Urania.
>>
<< Non troppo lontana da dove mi sono allenata io,
quindi.
>> notò
lei, pensierosa << La Birmania si trova al confine con la
Cina. >>
Galan annuì, mentre continuavano la loro scalata verso la
Seconda Casa, la Casa
del Toro d'Oro. A presiederla, trovarono un uomo gigantesco, alto
più di due
metri e dall'aria decisamente massiccia.
<< Buongiorno, Aldebaran. >> lo
salutò Aiolia calorosamente.
<< Buongiorno a te, Leone. Qual buon vento ti porta nella
mia Casa?
>> domandò il gigantesco Toro.
<< Sto scortando questa ragazza dal Gran Sacerdote
>> spiegò il
ragazzo stringendosi nelle spalle << Dovresti ricordarti
di lei, era al
Santuario con noi dieci anni fa. >>
I piccoli occhi di Aldebaran indugiarono sul corpo della donna,
cercando
qualche particolare che gli facesse tornare la memoria.
<< Mi dispiace, ma non riesco davvero a rammentarmi di
lei. >>
mormorò poi massaggiandosi la mascella.
Urania storse la bocca in una smorfia.
Poco male... pensò Nemmeno io
mi ricordo di te!
Abbandonata la seconda casa, fu il turno della Terza, quella
dei Gemelli.
Urania si preparò ad aspettarsi di incontrare Saga, curiosa
di scoprire come il
tempo avesse cambiato anche lui. Chissà se aveva ancora quel
dolce sorriso
capace di calmare anche l'animo della più tormentata delle
persone?
Non appena misero piede nella sala principale del Tempio
però, tutta l'emozione
di Urania svanì istantaneamente. Non vi era traccia di alcun
Cosmo al suo
interno... Saga non era forse al Santuario?
<< Ma... Saga? Cosa gli è successo? Non era
forse lui, il Saint dei
Gemelli? >> domandò, non riuscendo a tener a
freno la lingua.
Aiolia borbottò qualcosa sottovoce, in segno di
disapprovazione.
<< Saga è scomparso dieci anni fa... la stessa
notte che mio fratello è
morto. >> spiegò poi.
Urania non poteva crederci: Aiolos morto e Saga scomparso?! Le due
pietre
miliari della sua infanzia, i due modelli che l'avevano guidata nella
sua
scelta di diventare una Sacerdotessa Guerriera... non erano
più Saint del Santuario?
La cosa la gettò nuovamente in uno stato di profondo shock.
Era tutto così cambiato... tutto così diverso.
Quei dieci anni lontana da Atene
avevano davvero stravolto ogni sua certezza...
Ancora scossa per la quantità di rivelazioni che aveva avuto
quel giorno, si
avviò strascicando il passo verso la quarta casa, quella del
Cancro. La
trovarono vuota, poiché il suo inquilino si trovava
momentaneamente in
missione.
<< Molte delle Case sono vuote, in questo periodo
>> le spiegò
Aiolia << Sono quasi tutti in missione, non incontrerai
molti Saint, oggi.
>>
Alla Quinta Casa, salutarono Galan e Lythos, che decisero di fermarsi
poiché
non era loro concesso di recarsi fino alle stanze del Gran Sacerdote
senza una
motivazione importante.
Trovarono la Sesta Casa vuota perché, a detta di Aiolia, il
suo proprietario si
trovava a meditare profondamente in una delle sue stanze, ma che era
sicuramente al corrente del loro passaggio e lo approvava.
Pure la Settima Casa era vuota, così come l'Ottava e la
Nona. Non si sorprese
per la prima e l'ultima: conosceva Dohko di Libra, il Saint della
Bilancia, e
sapeva che si trovava sul Monte Goro Ho, in Cina, a vegliare sul
Sigillo che
teneva rinchiuse le Centootto Stelle Malefiche e l'anima di Hades da
oltre
duecento anni; mentre la Nona doveva essere presieduta da Aiolos...
<< Che ne è stato del Saint dello Scorpione?
>> domandò.
<< Si trova in missione assieme a quello dell'Acquario
>> spiegò
Aiolia sbrigativamente << Hai così tanta
fretta di conoscere tutti i Gold
Saint? >> aggiunse poi, alzando un sopracciglio. Urania
arrossì
vistosamente, ed ebbe l'istinto di portarsi una mano al viso per
coprirsi
malgrado ci fosse già la maschera ad adempiere a tale
compito.
<< B... Beh... >> balbettò
imbarazzata << Sono solo... curiosa
di sapere quali saranno i Saint che dovrò servire, tutto
qua.
>>
Aiolia storse il naso in segno di disapprovazione, mentre entravano
nella
Decima Casa.
<< Aiolia del Leone, custode della Quinta Casa... quale
motivazione ti
spinge a raggiungere il mio territorio, la Casa del Capricorno?
>>
domandò un uomo avvicinandosi. La sua armatura dorata
splendeva come un raggio
di sole, tanto che Urania rimase senza fiato. Non era più
abituata alla
maestosità delle Gold Cloth...
<< Ciao, Shura >> borbottò
sbrigativamente il ragazzo << Sto
scortando questa ragazza dal Gran Sacerdote, è una nuova
Silver Saint. >>
Lo sguardo impassibile del Cavaliere del Capricorno si posò
su di lei,
guardandola dritta negli occhi, come se avesse voluto penetrare la sua
maschera
e, forse, anche la sua anima.
<< Potete passare. >> disse infine,
facendole lanciare un enorme
sospiro di sollievo.
<< Questo Shura... mi mette una soggezione terribile.
>> mormorò
quando si furono allontanati.
<< Effettivamente, sembrava volesse farti una
radiografia. >>
scherzò Aiolia, portandosi una mano alla bocca per
nascondere un riso leggero.
Come già annunciato, trovarono l'Undicesima Casa vuota, in
quanto il Saint
dell'Acquario si trovava in missione con quello dello Scorpione.
Finalmente, dopo una scarpinata che sembrava non dover finire
più, arrivarono
ala Dodicesima e ultima Casa, quella dei Pesci.
Il suo inquilino, un giovane dalla bellezza alquanto femminea e
delicata, era
seduto ad un tavolo, sorseggiando quello che apparentemente sembrava
Tè verde. Non
appena li vide, staccò leggermente le labbra rosate dalla
tazza, sgranando gli
occhioni azzurri.
<< Aiolia? Qual buon vento ti porta fin
quassù? >> domandò poi,
sorridendo gentilmente.
Il Saint del Leone, evidentemente scocciato di dover spiegare per
l'ennesima
volta le sue motivazioni, sbuffò, massaggiandosi la fronte
con la mano destra.
<< Mi permetta di rispondere, Sommo Saint della
costellazione dei Pesci
>> s'intromise Urania, inchinandosi leggermente
<< Il mio nome è
Urania. Vengo dall'Isola di Ramree, nella lontana Birmania, a seguito
del
completamento del mio addestramento come Sacerdotessa Guerriero. Giungo
al
vostro cospetto insieme al Sommo Aiolia per chiedervi di poter
attraversare la
vostra Casa, in quanto diretta alle stanze del Grande Sacerdote che mi
ha
chiesto udienza. >>
L'uomo la guardò, sorpreso, e posò la sua tazza
sul tavolino di mogano,
ravviandosi una ciocca di capelli biondi dietro le spalle.
<< Conosci le buone maniere, Cavaliere. >>
notò compiaciuto.
<< Vi ringrazio. >> rispose lei, ossequiosa.
<< Aphrodite >> disse poi, indicandosi il
petto con un gesto
elegante della mano << Mi chiamo Aphrodite.
>>
Urania annuì.
<< Sommo Aphrodite. >> aggiunse poi.
Il ragazzo si alzò dal suo tavolo, facendo ondeggiare il
mantello bianco dietro
di lui.
<< Volete seguirmi? Vorrei fare in fretta,
perché il mio Tè potrebbe
freddarsi. Odio bere il Tè freddo. >>
Ma se fuori ci saranno trenta gradi all'ombra... avrebbe
voluto dirgli
Aiolia, ma si morse la lingua ed evitò.
I tre uscirono fuori dalla Dodicesima Casa, con grande
curiosità di Urania che
non capiva perché il Cavaliere dei Pesci li stesse
accompagnando. Non appena
mise piede all'esterno però, rimase completamente senza
fiato: una grandissima
distesa di rose, di vari colori e dal profumo intenso e avvolgente,
copriva
completamente la scalinata diretta alle stanze del Gran Sacerdote.
<< Ma... è meraviglioso! >>
esclamò avvicinandosi.
<< Ferma lì, dove pensi di andare?
>> esclamò Aiolia afferrandola
per un braccio << Ci tieni davvero a morire giovane?
>>
<< Ehm... eh?! >> balbettò lei,
senza capire. Il suo sguardo si
posò allora su Aphrodite, che rideva leggermente tappandosi
la bocca con due
dita.
<< Quelle sono le mie Rose Demoniache >>
spiegò poi tranquillamente
<< Sono altamente velenose... chiunque venga esposto
troppo a lungo al
loro veleno, è destinato a morte certa. >>
Urania trasalì, cercando conforto nello sguardo di Aiolia
che, per tutta
risposta, si strinse nelle spalle.
Nel frattempo il Cavaliere dei Pesci si era avvicinato ad una
gigantesca
roccia, e ne stava tastando la superficie con la mano guantata.
<< Oh! Eccolo qua. >> esclamò
poi d'un tratto, inserendo un dito in
una fessura.
Ci fu un rumore assordante, che fece tremare la terra attorno a loro,
tanto che
Urania dovette impuntare i piedi per non rotolare via. Il masso si
spostò,
mostrando una sottospecie di galleria scavata nella montagna, provvista
di una
lunga scalinata.
<< Che... che diavoleria è mai questa?!
>> balbettò lei sorpresa,
sbirciandovi all'interno.
<< Il mio giardino di Rose Demoniache è
l'ultima difesa per la
Tredicesima Casa >> sorrise Aphrodite <<
Ricoprono interamente la
scalinata che conduce alle stanze del Gran Sacerdote. Di conseguenza,
è stato
creato questo espediente per poter raggiungere tali alloggi...
>>
<< Un passaggio segreto, insomma... >>
mormorò Aiolia sbrigativo.
<< Scusatemi, ma come vi ho già spiegato,
sarei di fretta >> lo
interruppe Aphrodite << Se volete entrare...
>>
Aiolia afferrò una titubante Urania per il polso,
trascinandola dentro la
galleria. Il masso che prima copriva l'entrata tornò al suo
posto, con il suo
solito rumore assordante e lasciandoli nell'oscurità
più totale.
<< Maledetto Aphrodite! >>
sbottò Aiolia inferocito << Almeno
un fiammifero poteva anche darcelo! Attenta a dove metti i piedi,
Urania... qui
è tutto così scivoloso... >>
Camminarono per alcuni minuti, quando finalmente intravidero la luce
dell'uscita.
Non appena Urania si rese conto di essere ormai giunta al cospetto del
Gran
Sacerdote, il suo cuore prese a battere all'impazzata: avrebbe rivisto
Shion,
colui che l'aveva accolta come una figlia e le aveva dato una speranza
di vita
e di amore quando ormai tutto le sembrava perduto. Era stato, per i tre
anni in
cui aveva vissuto al Santuario, come un padre, per lei.
Adesso non era più una bambina; era diventata una
Sacerdotessa Guerriero, un
Saint, un Cavaliere: avrebbe dovuto resistere alla forte tentazione di
saltargli addosso ed abbracciarlo, quando avrebbe rivisto il suo
sguardo dolce
e comprensivo.
Fremendo dall'eccitazione, Urania irruppe nella stanza principale del
Tredicesimo Tempio, travolgendo quasi un'ancella che stava portando via
una
cesta di panni sporchi. Ma, non appena si trovò di fronte al
trono sacerdotale,
il suo cuore smise di battere per qualche secondo.
Seduto sul suo seggio, stava un uomo il cui volto era coperto da una
pesante
maschera nera. Indossava gli abiti papali; era dunque sicuramente il
Gran
Sacerdote del Santuario, ma...
Qualcosa, infondo al suo cuore, le diceva che quello seduto davanti a
lei non
era Shion.
Eppure doveva essere lui, non c'erano altre spiegazioni...
S'inginocchiò, titubante, mentre un senso di profonda
angoscia le inibiva i
movimenti, rendendola legnosa e innaturale.
<< Tu devi essere Urania, non è
così? >> disse l'uomo infine, con
una voce gutturale che la fece trasalire.
<< Sì, vostra Eccellenza. >>
rispose lei, gettando un'occhiata
interrogativa a Aiolia, che non si era inchinato e sbuffava guardando
fuori da
una finestra con fare annoiato.
<< Ho ricevuto la lettera di Nikol dell'Altare, il tuo
maestro.
Complimenti per la tua investitura a Silver Saint. >>
gracchiò.
<< L... La ringrazio, vostra Eccellenza. >>
<< E bentornata ad Atene. Suppongo che l'addestramento in
Birmania sia
stato molto duro. >> aggiunse l'uomo, alzandosi.
<< Non direi duro... direi... giusto. >>
rispose lei, chinando il
capo.
Lo sguardo dell'uomo sembrò saettare fra la ragazza e lo
scrigno del suo Cloth,
che nel frattempo aveva poggiato accanto a sé.
<< Molto bene, avevamo bisogno di più forza
militare qui al Santuario...
in questi giorni, per mancanza di guerrieri, siamo stati costretti a
mandare in
missione più Gold Saint del dovuto... Ti assegno quindi la
Via che dovrai
proteggere, alloggerai in una delle abitazioni destinate ai Silver
Saint, quale
tuo rango. >> spiegò iniziando a camminare
avanti e indietro fra il trono
e la ragazza.
<< Accetterò ogni vostra decisione con gioia,
vostra Eccellenza. >>
<< Si è da qualche anno liberato un alloggio
sulla Via dei Pesci, sotto
la giurisdizione della Dodicesima Casa >>
mormorò poi tornando a sedersi
<< Apparteneva a un Silver Saint deceduto durante una
missione, Noesis
del Triangolo. Abiterai là; così è
deciso. Da oggi risponderai solo ai miei
ordini e a quelli di Aphrodite dei Pesci. >>
Urania annuì. Attese poi il congedo del Gran Sacerdote e
uscì dalla Tredicesima
Casa, con il cuore in gola e le gambe che le tremavano. Non sapeva se
essere
felice perché non le era capitato un tipo come Shura come
guida, o dispiacersi
di non aver avuto la fortuna di essere a difesa della Via del Leone,
con
Aiolia. Inoltre, il dolore di aver trovato un Shion così
cambiato e così freddo
nei suoi confronti, l'aveva disturbata non poco.
<< Ehi... va tutto bene? >> le chiese
Aiolia, notando che la
ragazza camminava a testa bassa.
<< Accidenti a te, Aiolia >>
sbuffò lei << Perfino con la
maschera in viso riesci a capire come mi sento? >>
Il Leone si strinse nelle spalle.
<< Piuttosto Aiolia... ma non è una grave
mancanza di rispetto,
presentarsi al cospetto del Gran Sacerdote senza indossare le proprie
sacre
vestigia? >> gli fece notare Urania, sviando il discorso.
<< Nemmeno tu le indossi. >>
<< Io sono appena arrivata! Dammi il tempo di...
ambientarmi! >>
sbottò lei incrociando le braccia al petto.
<< La verità è che non m'importa di
mancare di rispetto al Gran Sacerdote
>> disse poi Aiolia, sospirando <<
Quell'uomo è... cambiato. Non mi
fido più di lui. >>
Urania trasalì.
Allora non era stata solo una sua impressione.... davvero qualcosa era
cambiato, in Shion! Cosa mai poteva aver provocato una tale metamorfosi
in un
uomo così colmo di bontà, tanto da trasformarlo
in un essere freddo e
impassibile? Guardò a lungo il volto di Aiolia,
così sereno e tranquillo anche
in un momento del genere, e sospirò. Il suo ritorno al
Santuario non era stato
proprio come se lo aspettava...
Cap.1 -
The End.
To
Be Continued...
Ok,
qualche spiegazioncina di rito! Come avrete visto sono presenti alcuni
personaggi di Episode G (come avevo un po' anche preannunciato
nell'intro) ovvero Galan e Lythos (e ne vedremo altri!).
Urania...
è la mia amata OC! E' già presente in altre
storie, vedi: Clash
of the Gods
(mia long-fic, in cui compare come Sacerdotessa di Artemide), I
Cancelli d'Oro
(long fic di JaneJ) e Liceali
(fic AU demenziale di Gemini_No_Sabriel). Diciamo che l'Urania che
abbiamo in questa fic è nella sua "versione ufficiale"...
Un'altra cosa che ci tengo a precisare, è il discorso delle
"Vie". Per ideare questa cosa, ho preso spunto dal gioco per la PS3 in
cui prima di affrontare ogni Casa ci si trova a dover attraversare la
"Via" della Casa a cui si aspira ad arrivare, pullulata da alcuni
soldati semplici... così mi sono chiesta, ma tutti gli
abitanti
del Santuario, dove piffero stanno? Ed ecco la mia idea di creare come
degli eserciti, ognuno con a capo un Gold Saint, che poi abiterebbero
in delle baracche (insomma delle piccole abitazioni!) poste ai lati di
ogni "Via"... ecco come avrei voluto spiegare l'affluenza di
ancelle/servitori/soldati semplici/Saint vari al Santuario u_u Insomma,
così avrebbe un po' di senso... vero? Vero???
Ultima
cosa... il passaggio segreto di Aphrodite! Questo è
totalmente
frutto della mia immaginazione! Anche perchè, scusatemi,
come
facevano a recarsi al cospetto del Gran Sacerdote senza calpestare il
suolo di Rose Demoniache del Saint dei Pesci? Un'altra strada adiacente
sarebbe stata facilmente vista anche dai nemici... così ho
optato per questa idea, che mi pareva la più sensata (o
almeno
spero!).
Detto
ciò... grazie a chiunque abbia letto e... al prossimo
capitolo!
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