Florence
and the Drabble.
5. No
Light, No Light
You
are the hole in
my head
You are the space in my bed
You are the silence in between what I thought
And what I said
Minerva
si
svegliò con un leggero sorriso sulle labbra e,
istintivamente, cercò la persona
dall’altra parte del letto, per non trovarla.
Si mise a
sedere di scatto, i suoi occhi verdi scrutarono la stanza nella
penombra;
nessuna traccia di lui. Una lacrima di rabbia e impotenza le
solcò la guancia;
aveva promesso che non sarebbe partito e aveva mentito.
You
are the night
time fear
You are the morning
When it’s clear
When, it’s over you’ll start
You’re my head
You’re my heart
«Albus,
ti prego».
«Devo
andare, mi dispiace,
Minerva».
«Grindelwald
è potente,
ha seguaci ovunque e
tu…».
«Dubiti
delle mie
capacità?».
Ignorò
la provocazione.
«Albus, ti prego.
Guarda come mi sono ridotta; ti sto implorando».
Lui non rispose.
«Suppongo
che ti piaccia vedermi
soffrire,
allora, non è così?».
Era una mossa
astuta, molto astuta, non da
lei; non era qualcosa che avrebbe detto Minerva McGranitt, ragazza
quasi
diciottenne, neodiplomata a Hogwarts con il massimo dei voti,
studentessa
modello.
Stava facendo
leva sulle sue debolezze,
sull’affetto che Albus Silente, suo ex-professore, provava
per lei.
Come previsto, il
pesce abboccò
all’amo:
Albus si girò, un’espressione indecifrabile sul
viso, e le
afferrò le spalle con forza. «Certo che
non ti voglio vedere soffrire, Minerva, cosa vai dicendo?».
Le parve
opportuno sembrare sincera:
«Non lo
so, è solo che…», deglutì,
cercando di trovare le parole.
Non poteva
confessargli che l’amava,
avrebbe
rovinato il loro bel rapporto.
«E’
solo che sono
preoccupata per te»,
concluse in fretta.
«Lo so,
ma questo è il
mio dovere».
Avrebbe voluto
urlare, battere i piedi,
dirgli di non andare… ma lo stile da bambina capricciosa non
le si addiceva,
per niente. Albus glielo aveva sempre detto.
«Beh»,
cominciò, tentando di trattenere i
singulti, «allora va’. Fa’ il tuo
dovere».
Lui la
guardò con durezza, con
circospezione.
«C’è
qualcosa
che devi dirmi, Minerva?».
No
light, no light in
your bright blue eyes
I never knew daylight could be so violent
A revelation in the light of day
You can’t choose what stays and what fades away
And I’d do anything to make you stay
Come
se non fosse stato abbastanza
chiaro dai suoi occhi lucidi, dal tremolio delle sue mani, come se non
fosse
stato abbastanza chiaro che voleva abbracciarlo, baciarlo, stringerlo a
sé e
non lasciarlo andare mai più.
Albus
asciugò una lacrima che le
rigava il
viso, facendo indugiare la mano più del necessario. Minerva
s’avvicinò a lui
con le guance
arrossate e i capelli
scarmigliati.
Riusciva a
sentire il suo respiro caldo a
stento, sembrava che l’ossigeno indugiasse fin troppo nella
sua trachea, si
rifiutasse di uscire.
Lentamente,
Minerva avvicinò le
labbra alle
sue e lo baciò. Lui rimase impietrito per qualche secondo,
per poi risponderle
con uguale dolcezza.
La ragazza si
staccò poco dopo, gli
occhi
lucidi. «Ecco cosa dovevo dirti»,
mormorò, fissandolo negli occhi azzurri.
Senza preavviso,
Albus la baciò di
nuovo,
con trasporto. Lei avvolse le braccia intorno al suo collo,
stringendolo di più
a sé.
Avevano passato
la serata sdraiati sul suo
letto, abbracciati l’uno all’altra, a parlare a
lungo.
Dopo avergli
strappato la promessa di non
partire, Minerva si era rilassata notevolmente, per poi addormentarsi
beatamente tra le sue braccia.
Eppure
quella mattina Albus era partito comunque.
Nonostante
le lacrime le offuscassero la vista, la ragazza notò un
biglietto sul guanciale
accanto al suo.
No light, no light in your
bright blue
eyes
I never knew daylight could be so violent
A revelation in the light of day,
You can’t choose what stays and what fades away
And I’d do anything to make you stay
“Mia
carissima Minerva,
non
sai quanto mi duole lasciarti qui da sola, mentre dormi così
beatamente.
Purtroppo,
lo sai bene, il nostro mondo non può sopravvivere
ancora molto sotto la minaccia di Grindelwald; ecco perché
devo andare là
fuori, a cercare di sconfiggerlo.
So che, in fondo,
capisci
l’importanza di
questa missione.
Mi dispiace
enormemente di averti mentito e
spero che, una volta tornato, mi concederai
l’opportunità di farmi perdonare.
Tornerò,
lo prometto. Sul serio.
Sempre tuo
Albus ”
Minerva
asciugò le lacrime e sorrise lievemente. Sarebbe tornato,
glielo aveva
promesso. E questa volta la promessa sarebbe stata mantenuta. Sul serio.
You
want a revelation.
You
want a revelation,
You
want to get it right.
But,
it’s a conversation,
I
just can’t help tonight.
You
want a revelation, some kind of resolution
Tell
me what you want me to say
Okay
gente, scusate il ritardo,
avevo questo capitolo pronto da secoli ma ero troppo pigra per postarlo.
Credo
che sia tutto, la
fine della raccolta.
Spero vi sia piaciuta,
spero di non aver esagerato con l'amount di feelings, nonostante
l'evidente "sfumatura" malinconica/angst/tagliatemi le vene
vi prego.
Attendo
recensioni entusiaste.
Saluti e baci
tessoVi
Jo
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