Set
Fire To The Rain
27.
Quando capisci che... “You
and me together, nothing is better!”
Mi
accoccolo letteralmente
addosso a
Sesshomaru e sospiro.
-Certo
che tuo fratello non ci capisce proprio una mazza.- dico
semplicemente.
Lui
si attorciglia una ciocca dei miei capelli al dito. -E' anche tuo
fratello.-
-Si,
infatti!- dico io, alzando la testa -E me lo sono sorbito io, gli
ultimi anni, con tutti le sue pippe mentali con Kagome. Ma anche con
l'altra Kagome era così?-
-Non
ne ho idea.- dice, prima di baciarmi.
Santo
cielo, questo demone mi manda in brodo di giuggiole ogni volta.
-Ehi.
E' un modo carino per dirmi di tenere la bocca chiusa?-
Sesshomaru
fa un mezzo sorriso e mi bacia nuovamente. Quindi, deduco che la
risposta sia si.
Kamisama,
a volte mi dimentico che Sesshomaru sa
sorridere.
E' scioccante quando lo fa, credetemi!
-Maru,
insomma! Io cerco di parlare seriamente e tu mi zittisci!-
Lui
alza gli occhi al cielo. -Non mi interessa parlare dei problemi
amorosi di Inuyasha.- sospira.
-Vuoi
che parliamo dei nostri?- gli sussurrò maliziosa, iniziando a
passare le dita tra i suoi capelli argentei.
Sesshomaru
alza un sopracciglio. -Di quali problemi stai parlando?-
Io
non gli rispondo e rido di cuore, poi mi avvicino alle sue labbra,
insaziabile.
Passerei
ore e ore abbracciata a Sesshomaru, perché con lui mi sento al
sicuro, mi sento a casa.
Mi
accoccolo sul suo petto e, cullata dalle sue carezze ritmiche sulla
schiena, mi abbandono al sonno.
La
mattina dopo, appena mi sveglio, faccio un salto giù dal letto
e mi posiziono davanti al calendario, fissando la data scritta sul
fondo bianco.
-E'
il 24 Dicembre, Maru! Che bello!!!- esclamo, saltando nuovamente
sopra al letto e sorridendo al mio... ragazzo?
Lui
inarca un sopracciglio, perfettamente sveglio -cavoli, io la mattina
sembro Frankestain col pigiama!- e sbuffa leggermente. -Cosa ci trovi
di tanto speciale, nel Natale?-
Lo
guardo come se avesse detto un'eresia.
-Come,
cosa c'è di bello nel Natale? Il Natale è... un giorno
con cui stare con la propria famiglia, scambiarsi i regali, fare il
pranzo. E' un giorno magico.-
-Si
sta tutti i giorni con la propria famiglia.-
-Si,
ma a Natale... beh, assume un significato diverso. A Natale ci si
ferma a pensare e si apprezza di più tutto quello che si ha
intorno: per le strade ci sono le luci colorate che illuminano la
notte, dalle finestre si intravedono gli alberi decorati e... è
un po' difficile da spiegare. E' un giorno significativo.-
Sesshomaru
annuisce.
Mi
rattrista parecchio che non sappia il significato del Natale. Beh,
dopotutto quando Rin era viva, la festa non esisteva ancora.
-Vedrai
che domani capirai cosa intendo.- gli dico, sorridendo e alzandomi
dal letto. Mi avvio alla porta della sua camera, intenzionata ad
andare nella mia a lavarmi e vestirmi.
Spalanco
la porta e vedo un esserino verde che si fionda dentro urlando.
Tuttavia, basta un’occhiataccia di Maru a zittirlo.
-Mi
scusi, Padron Sesshomaru.- dice, facendo un piccolo inchino. In
quell’attimo, si accorge di me -che sono ancora sulla soglia
della porta, indecisa se ridere o no- e mi guarda con gli occhi
spalancati.
-Tu.-
mi dice, indicandomi con il dito. -Cosa ci facevi nella camera di
Padron Sesshomaru?-
Io
mi blocco e guardo alternativamente Sesshomaru e Jaken, indecisa su
cosa rispondergli. Insomma, mica potevo semplicemente dirgli che
abbiamo passato la notte insieme. Che poi, c’è da dire,
dipende anche come avrebbe inteso la risposta.
Alzo
le mani verso l'alto. -Sono sicura che Sesshomaru saprà essere
molto più esauriente di me. Io vado a farmi la doccia, ciao,
ciao!- dico, prima di fiondarmi in camera mia e chiudermi dentro.
Fiuuuuu,
ci è mancato un pelo!
Faccio
spallucce. Beh, alla fine non sarebbe stato nulla di così
grave, no?
… Ehm,
non vi sento...
No?
D'accordo,
ho capito, lasciamo perdere.
Alzo
gli occhi al cielo e mi avvio verso la mia bella, bellissima,
stupenda doccia.
Insomma,
c'è da dire che dopo essersi improfumati e scaldati per benino
sotto il getto dell'acqua calda, si sta proprio da Kami.
Ridacchio
e scendo a colazione.
Visto
che è la Vigilia, i miei genitori sono usciti e Inuyasha,
probabilmente, è ancora a letto. Aspetto Sesshomaru qualche
minuto, per vedere se scende a fare colazione con me, ma quando vedo
che non arriva decido di mangiare.
Non
posso mica morire di fame, no?
…
Ok,
ci rinuncio subito. Siete proprio una delusione, oggi, ma vi perdono
perché domani è Natale!
Spalmo
su una fetta biscottata una dose abbondante di Nutella e la mangio
con gusto. Aaaah, che mondo sarebbe senza Nutella?
Sono
alla metà della terza fetta, che sento mamma e papà
rientrare.
-Ayame,
ben svegliata.- mi sussurra mamma, prima di venirmi a dare un bacio
sulla guancia. -Preparati: tra un po’ dobbiamo andare a fare
compere!- mi dice, iniziando a smanettare con carta e penna.
E’
una piccola tradizione Natalizia: il giorno della Vigilia, mamma ed
io, ci alziamo presto e, da brave donne di casa, andiamo a fare una
mega-spesa per il giorno dopo.
Solitamente,
andiamo in un centro commerciale poco fuori Tokyo che, come potete
immaginare, è stra pieno; così ci armiamo di una
pazienza infinita e ci avventuriamo tra code oblunghe per frutta e
verdura e casalinghe impazzite che cercano di accaparrarsi i pezzi
migliori di carne.
Alla
fine, passiamo nel reparto abbigliamento -e lì si, che
perdiamo ore e ore!- e scegliamo che cosa metterci il giorno di
Natale.
Quest’anno,
tra l’altro, dobbiamo anche prendere un vestito per la festa
che si terrà in centro questa sera. Inuyasha ed io abbiamo
deciso di trovarci con i nostri amici, giusto per passare una parte
la Vigilia insieme, anche perché Sango e Kagome sarebbero
partite per le vacanze proprio il giorno dopo Natale.
Scuoto
la testa, felice, e mi fiondo in camera mia. Cerco di darmi un
contegno -insomma, non posso mica andare per i centri commerciali
vestita come una pazza e con i capelli per aria- e poi metto tutto
l’occorrente in una borsa.
E’
fantastico che, qualunque cosa ci metta dentro, nella mia borsa ci
stia qualsiasi cosa. Beh, ovviamente parlo di cose che stanno
normalmente in una borsa.
Certo
è che se provo a metterci dentro un attaccapanni, non ci sta.
A meno che la borsa in questione non sia quella di Mary Poppins.
-Aaaah,
ma che pensieri faccio…- sussurro, prima di uscire dalla
stanza.
-Ehi,
Maru.- lo saluto, vedendolo uscire dalla sua stanza. -Io e la mamma
andiamo al centro commerciale.-
-E
ci vai vestita così?- asserisce, guardandomi dall’alto
in basso, contrariato.
Faccio
un veloce check-up di ciò che ho indossato: dei jeans
invernali aderenti e un maglioncino aderente azzurro…
Uhm,
penso che sia la parte aderente
che non
gli va molto a genio.
-E’
un modo carino per dirmi che sono vestita bene?-
Sesshomaru
rotea gli occhi e mi da le spalle, diretto al piano inferiore.
-Ehi!
E un bacino non me lo dai?- esclamo, correndogli dietro. Insomma,
capisco tutto, ma non ci vedremo per una giornata intera: io ho
bisogno
almeno
del bacino dell’arrivederci!
Sesshomaru
si blocca e si volta verso di me. -No.-
Io
mi imbroncio. -Uffa.- dico, incrociando le braccia sotto il petto.
Lui
scende le scale senza dirmi altro.
Ridacchio,
pensando a quanto testardo e orgoglioso sia il mio demone. Chissà
se riuscirà mai ad aprirsi veramente con me…
*
* *
-Mamma,
dici che ce la facciamo per stasera? Lo sai che Inucchan e io abbiamo
da fare!-
Mia
madre ridacchia e scuote la testa, ma continua imperterrita a
rigirarsi tra le mani dei grossi pezzi di carne rossa. A me, a dirla
tutta, tenere in mano quelle cose fa parecchio schifo.
-Ayame,
prendi questa. Vado a prendere gli affettati.-
Prendo
dalle mani di Izayoi il pezzo di carne e lo mollo schifata dentro il
carrello.
-Bleah.-
sussurrò, pulendomi le mani sui pantaloni.
Che
schifo, schifissimo!
Spingo
il carrello tra le corsie, cercando di arrivare viva al banco degli
affettati e preparandomi psicologicamente ad aspettare almeno venti
minuti. Sto per girare l’angolo quando vedo che mia madre sta
parlando con un uomo alto, muscoloso e attraente.
Lascio
il carrello in balia di sé stesso e mi avvicino lentamente,
cercando di non farmi notare.
-Ma
davvero? La trovo così fuori posto in un supermercato del
genere… sicuramente solitamente sono i suoi subordinati che
fanno la spesa per lei…-
Ci
sta provando con mia madre?
Digrigno
i denti e, in un attimo, mi faccio comparire le orecchie, poi mi
avvicino ai due, con un sorriso che può benissimo essere
scambiato per quello dello Stregatto.
-Ehi,
mamma!- esclamò alzando un braccio.
Mia
madre si gira e mi sorride dolce come al solito, mentre il tipo mi
guarda spalancando gli occhi, che si soffermano sulle mie orecchie
nere.
-Salve.-
dico, rivolgendomi a lui e mettendo bene in mostra i miei denti
appuntiti.
Lui
balbetta un “ciao” e, con una scusa, si defila in mezzo
secondo netto. Wow, che record!
Sogghigno
e faccio scomparire orecchie e denti appuntiti: mi fa piacere che
questi uomini abbiano un minimo di buonsenso, ogni tanto.
-Mamma,
quello, quello, quello!- grido, indicando un kimono bianco e azzurro.
-Tesoro,
sei sicura di non avere freddo?-
Mi
avvicino e ci passo le dita sopra. -Mamma, è invernale…-
-Allora
provalo!- esclama, mettendomelo tra le mani con foga. -Aspetta,
prendi anche questo obi viola: trovo che sia un amore.-
Annuisco
ed entro nel camerino.
Quando
esco, per poco ad Izayoi non viene un infarto. Si porta le mani sulle
guancie e si mette a volteggiarmi attorno, guardandomi da ogni
angolazione possibile.
-Amore,
sei splendida! Sesshomaru rimarrà incantato!-
Io
arrossisco di botto. -Mamma, che c’entra Sesshomaru, adesso?-
Lei
non mi risponde e continua a farmi complimenti, incurante del mio
viso rossissimo che fa un contrasto pazzesco con la stoffa del
kimono.
Per
quanto mi piaccia indossare questo kimono, apprezzo moltissimo quando
mamma mi permette di andare a cambiarmi.
Prima
di andare a pagare, cerchiamo un vestito anche per lei che non visto
qui a descrivere perché non vorrei che Inu fosse anche capace
di leggere nel pensiero e deve essere una sorpresa.
In
ogni caso, non abbiamo più avuto pseudo-scocciatori-rompiballe
fino alla fine del nostro giro nel centro commerciale.
Eheh,
Ayame Taisho colpisce ancora!!!
*
* *
-Inuyasha,
dove caspita hai messo il mio cellulare?-
-E
io che cavolo ne so?-
-Si
da il caso che te l’abbia dato a te per mandare un messaggio a
Kacchan, dato che TU hai finito i soldi.-
Inuyasha,
dall’altra parte della porta, rimane in silenzio per qualche
secondo, poi sbuffa sonoramente, spalancando la porta della mia
stanza e aprendo la bocca per dirmi qualcosa. Poi la richiude e mi
fissa.
-Dov’è
Ayame?- chiede, con gli occhi fuori dalle orbite.
Io
mi guardo intorno e poi mi indico. -Qui…-
-No,
no, no.- dice mio fratello, scuotendo il dito davanti al mio naso.
-Tu sei troppo carina per essere mia sorella Ayame.-
A
quel punto, prendo l’orecchietta pelosa di Inuyasha e lo
trascino fuori dalla mia stanza, chiudendogli la porta in faccia.
Mi
giro verso lo specchio e mi guardo attentamente. Devo ammettere che
il kimono mi sta bene e il bianco risalta con i miei capelli neri e
sciolti. Mi sono anche truccata un pochettino -ombretto, mascara e
lucidalabbra- ma credo che sia più il kimono ad essere bello
piuttosto che colei che lo porta. Ovvero io, per chi non lo avesse
capito.
Faccio
spallucce ed esco dalla mia camera, prendendo la borsa dove avrei
messo il cellulare. Sempre se Inuyasha si fosse ricordato dove lo
aveva cacciato.
Scendo
le scale, seguendo il chiacchiericcio dei miei parenti e sbircio giù
dalle scale. Fortunatamente, nessuno mi sta aspettando in stile
principessa, così scendo velocemente le scale prima che mamma
decida di farmi qualche foto inappropriata.
-Allora,
parenti, andiamo? Kacchan ci starà sicuramente aspettando a
casa sua.-
Tutti
i miei parenti si girano verso di me e, santo cielo, mi guardano con
gli occhi spalancati, anche mia madre e Inuyasha.
Arrossisco
e guardo con la coda dell’occhio Sesshomaru. Ha un’espressione
strana, che mi fa venire decisamente i brividi sulla schiena.
Unisco
le mani e guardo Inuyasha, sperando di distogliere l’attenzione
dalla sottoscritta.
-Inucchan,
il mio telefono.- dico, mettendogli la mano aperta sotto il naso. Lui
rotea gli occhi e me lo sbatte sulla mano.
Usciamo
dalla villa e, con piacere, noto che Sesshomaru mi cammina a fianco e
-addirittura!- si siede di fianco a me durante il tragitto in
macchina. Wow, quasi non mi sembra vero!
Passiamo
a prendere Kagome -decisamente splendida anche lei, con il suo kimono
rosa pesca- e Inuyasha inizia subito a sussurrarle cose dolci
all’orecchio che, tutti noi, ci sforziamo di non ascoltare.
Sono
davvero carini quei due. Davvero carini. Se qualche volta Maru mi
sussurrasse paroline dolci all’orecchio, mi farebbe davvero
piacere.
Capito,
Sesshomaru? Cerca di captare i miei pensieri con quella mente da
demone millenario che ti ritrovi…!
Qualche
minuto dopo arriviamo a destinazione. La festa è splendida: ci
sono un sacco di stand con le cose più impensabili, come
centinaia di caramelle gommose, pesciolini rossi da pescare, collane
e braccialetti di ogni tipo e tantissime altre cose, che mi attirano
da morire.
Credo
che più di una volta i miei amici abbiano dovuto trascinarmi
via dagli stand di dolciumi. Eh, beh, sono golosa, che ci volete
fare?
Dopo
un paio di ore -devo ammettere che mi stavo stancando parecchio a
camminare avanti e indietro- vedo Maru che guarda uno spettacolo di
mangiafuoco. Mi avvicino silenziosamente -anche se sono certa al
cento per cento che mi abbia sentito lo stesso- e mi giro a osservare
il fuoco che rotea nel cielo. L’uomo è bravissimo, per
essere solo un umano: riesce a far roteare i bastoni infuocati con
estrema precisione e li afferra senza bruciarsi.
-Ayame.-
mi chiama Sesshomaru, ad un certo punto.
Io
mi giro verso di lui e gli sorrido. -Dimmi.-
-Seguimi.-
mi sussurra, prima di dare le spalle allo spettacolo e avviarsi verso
un grumo
non ben identificato di
alberi lì vicino.
-Maru?-
domando quando, ormai, siamo lontani dalla folla. Lui volta
leggermente la testa e io capisco che posso porgergli la mia domanda.
-Dicevi
spesso a Rin “seguimi”?-
Sesshomaru
si ferma e si gira verso di me. -Come lo sai?-
Io
mi porto una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Forse non
avrei dovuto fargli questa domanda.
-Beh,
ogni volta che lo dici sento una sensazione strana, che non mi so
spiegare. Ho pensato…- non termino la frase, non sapendo più
che dire.
Lo
vedo chiudere gli occhi, e mi si stringe il cuore. Sto per chiedergli
scusa, quando lui mi precede.
-Voglio
mostrarti una cosa.-
Io
richiudo la bocca e lo guardo interrogativa, poi spalanco gli occhi
quando sento la sua forza demoniaca aumentare e vibrare nell’aria.
-Non
ti spaventare.- mi dice con voce roca, ghignando alla vista della mia
faccia sorpresa.
Faccio
in tempo a sbattere un paio di volte le palpebre che, al posto del
demone con i capelli argento, compare un grosso demone cane bianco,
con due voglie rosse sul muso e una mezzaluna blu in mezzo alla
fronte.
Rimango
allibita per parecchi secondi, respirando a mala pena, fino a che il
grosso cane non muove un passo verso di me. Io arretro
involontariamente, forse a causa del brivido che mi percorre la
schiena alla sua vista: dopotutto sono sempre in parte felino.
Sesshomaru
si ferma e mi osserva con quegli occhi che hanno la capacità
di farmi arrossire anche se sono così diversi dal solito;
faccio un sospiro profondo e abbozzo un sorriso, poi mi riavvicino a
lui e, titubante, allungo una mano e gli accarezzo il muso.
Ridacchio
quando Sesshomaru si siede sulle zampe e si avvicina di più a
me, così continuo ad accarezzarlo.
-Che
bel cagnolone che sei, Maru! A Kagome piaceresti un sacco!- esclamo,
ricevendo un basso ringhio per risposta. Rido e continuo a passare la
mia mano sul suo morbido pelo.
-Sei
stato carino, sai? Mi fa tanto piacere che… che mi ritenga
così importante.- sussurro, sorridendo intenerita.
Lui
si alza e si posiziona con il dorso di fianco a me. Ci metto qualche
secondo a capire che vuole che gli monti in groppa.
-Stai
scherzando?- chiedo, sgomenta. Lui mi fa un cenno spazientito, e a
quel punto ne approfitto prima che cambi idea.
Mi
accoccolo sulla sua schiena e mi attacco al pelo del suo collo,
stringendo per bene la presa quando il grosso cane si alza da terra e
si libra nel cielo.
-Wow…-
sussurrò godendomi la sensazione dell’aria tra i capelli
e del corpo caldo di Maru vicino a me. -E’ bellissimo!- gli
comunico, ridendo e accarezzandogli la testa.
Sesshomaru
si alza di quota fino a superare le nuvole nel cielo e io trattengo
il respiro: non mi ero mai sognata di volare così in alto da
sola.
Passo
le mani attraverso le nuvole soffici e ridacchio, notando che
sembrano schiuma. Dopo qualche minuto ci abbassiamo e riconosco,
finalmente, il paesaggio sotto di noi: Sesshomaru si sta dirigendo
verso la nostra casa.
Si
ferma sul tetto e io scendo dalla sua groppa tutta infreddolita,
anche se la sensazione non mi da molto fastidio; guardo il grosso
cane bianco che viene avvolto da una luce bianca e che ritorna il
demone che tanto amo.
Gli
sorrido e lo seguo nella sua camera, entrando, alternativamente,
dalla finestra.
-Grazie,
Maru.- sussurro, felice. E’ stato bellissimo, da parte sua, che
mi abbia mostrato la sua vera forma, che abbia voluto condividere una
cosa del genere con me.
Lui
mi fissa qualche secondo con il suo sguardo ambra e io, come al
solito, mi sciolgo sul posto.
-Prego.-
dice, prima di darmi le spalle e prendere dal comodino un pacchettino
che, prima, non avevo notato. Me lo porge e io lo prendo sorpresa.
Sciolgo
il fiocchetto e apro la scatolina, scoprendo un piccolo ciondolo a
forma di mezza luna.
Spalanco
gli occhi e guardo Sesshomaru che, per tutta risposta, mi dice -Buon
Natale-, prima di prendermi dalle mani il ciondolo e allacciarmelo
attorno al collo.
Lo
sfioro con una mano e sorrido.
-E’
splendido. E’ come se ti avessi sempre accanto, anche quando
non ci sei.- dico, sedendomi sul suo letto e tendendogli la mano.
Sesshomaru
la afferra e si siede a fianco a me, mentre io mi accoccolo a lui.
-Grazie.-
mi sussurra tra i capelli.
-Di
cosa?-
-Di
essere qui con me.-
Sento
il cuore che mi batte fortissimo e la felicità che mi riempie
a ondate. Allora è questo che si prova a stare con la persona
che si ama.
Alzo
la testa e lo bacio, stringendolo il più possibile a me.
Siamo
solo io e lui. E non c’è nient’altro che, in
questo momento, possa desiderare.
Angolino
dell'autrice:
Ciao
a tutti! Cavolo,
non mi sembra vero che questo sia l’ultimo capitolo.
Insomma,
non sono molto brava con gli “arrivederci”, non trovo mai
le parole giuste.
Voglio
ringraziarvi tutti, uno a uno. Non mi metto a citarvi tutti perché
sarebbe una cosa infinita (la mia pigrizia… xD ) ma sappiate
che mi ricordo di ognuno di voi, perché mi avete emozionata
con le vostre recensioni, mi avete fatta divertite, mi avete fatta
sentire apprezzata. Mi avete dato cose diverse eppure tutte
ugualmente importanti. Spero che potremmo tenerci in contatto anche
se non più attraverso questa storia.
Per
questo non posso fare altro che dirvi: Grazie, dal profondo del
cuore. Grazie di esserci sempre, grazie di avermi dato la forza di
continuare e di scrivere, grazie di tutto.
Ok,
prima che mi dimentichi: l’ho ripetuto mille volte, ma lo
scrivo anche qui, visto che è l’ultimo capitolo. Dunque:
ho in mente un sequel, ma purtroppo questo non è periodo per
fic comiche, quindi rimando tutto a quest’estate, sperando in
bene. Nel caso dovessi pubblicare, metterò un avviso qui, così
se avete la storia in una delle vostre liste lo saprete
automaticamente.
Spero
che questo ultimo capitolo vi sia piaciuto e che sia una degna
conclusione della storia. Sinceramente sono un po’ titubante,
quindi aspetto i vostri commenti e… mi direte =)
Vi
ringrazio ancora tanto, tanto e tanto!
°°Samirina°°
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