Personaggi: Stefan, Vladimir
Parola: 096.Acqua
Avvertimenti: missing moment,
introspettivo.
Note: rumeni, nothing else. Finalmente ho
riscritto dopo un bel po'.
Credits: augustfalcon
Bel
Danubio Blu
Un. Du’. Tre.
Un. Du’. Tre.
Tutta la sala sembrava muoversi allo stesso ritmo, un allungo, poi la
punta di piedi, e poi di nuovo si rilassava, come un’onda,
all’unisono, scivolava sotto gli enormi lampadari, la cui
luce risplendeva sugli specchi e sull’oro che adornava tutte
le pareti.
Stefan fissava in silenzio la scena, accanto all’enorme
vetrata che era stata lasciata aperta per far entrare un po’
di aria in quella stranamente afosa serata viennese.
Vladimir si era lanciato nelle danze, corteggiando con sorrisi
melliflui la sua futura vittima, una bella dama dal lungo e sottile
collo bianco.
Stefan lasciò scorrere il suo sguardo languidamente su tutti
gli ospiti della corte, sembravano non essere minimamente toccati dalle
evoluzioni politiche che imperversavano in quegli anni, persi nella
frivolezza di quel ritmo allegro e spensierato.
Un. Du’. Tre.
Un. Du’. Tre.
Sembrava quasi un passo di marcia più aggraziato,
alleggerito dagli svolazzi degli enormi vestiti delle donne, dallo
sfavillare dei loro gioielli, smacchiato dai bei panciotti abbottonati
degli uomini.
Il sangue era ovunque,
il veleno che bruciava la pelle, gli occhi, la bocca. Era scappato dal
campo di battaglia strisciando e nascondendosi tra i resti dei
cadaveri, teneva in una mano il braccio che gli era stato staccato, lo
stringeva così forte che gli parve quasi di provare dolore
lì dove ormai non c’era più nulla.
Ma ovunque non
c’era più nulla.
Non c’era il
villaggio, non c’era il suo clan, solo disperazione e
sconfitta.
«Gradisce del vino?» un cameriere si era avvicinato
e con un sorriso smagliante gli indicava uno dei bicchieri che portava
su un vassoio. Sorrisi smaglianti, li odiava, gli ricordavano quel
buffone di Aro, quell’assassino.
Non disse nulla e ne prese uno, scacciando con un gesto veloce il
pover’uomo.
Bevve tutto d’un sorso. Avrebbe vomitato. Ma poco importava.
Sentiva lo scrosciare
del fiume poco distante, istintivamente si mosse verso il rumore,
attirato da una forza più forte di lui. Aveva paura del
fuoco, e il fuoco lo stava per raggiungere. L’acqua non era
più acqua, sostituita dal sangue e dal veleno; il bel blu
del suo Danubio era uno scuro e inquietante rossastro.
Morte, ovunque.
Si chinò
sulle rive e si guardò intorno disperato: ovunque brandelli
di corpi, cavalli morti, resti di una battaglia che era stata persa
perché sottovalutata.
In mezzo a quel caos
dissezionato, vide ondeggiare un corpo integro, stranamente integro.
Temendo si trattasse di uno dei Volturi rimase in disparte, nascosto
nel fogliame più basso ma quei capelli… quei
capelli così chiari non potevano appartenere che a Vladimir.
«Fratello! Dove eri finito?» il vampiro emergeva
dal caos della folla danzante, tenendo per mano la sua compagna, che
rideva per una qualche battuta sciocca appena fatta.
Stefan non rispose, strinse le labbra e dopo aver fatto un cenno rapido
con il capo grugnì un: “ci vediamo dopo”
e sparì dal salone.
«Fratello!»
non aveva urlato, troppa paura, troppa ansia. Si era tuffato in acqua e
nuotando rapidamente lo aveva raggiunto.
Si era poi mosso
sott’acqua, scappando il più possibile lontano da
quel luogo nefasto.
Era riemerso solo quando
aveva visto il sole sorgere, penetrare sotto quelle acque che si
facevano via via più chiare. Aveva trascinato il suo
compagno nel bosco, nascondendosi in una piccola cavità di
una roccia più grande e lì aveva atteso.
Aveva atteso che il suo
braccio ritornasse al suo posto, che Vladimir si riprendesse, che
qualcuno passasse così da potersi nutrire, aveva aspettato
che il suo impero si ricostruisse e che i suoi nemici cadessero,
costretti anche loro ad affogare nel sangue e nel veleno.
Un. Du’. Tre.
Odiava quel numero. Erano bastati tre di loro per distruggere anni di
piani politici, di grandezza.
Stefan aveva atteso e stava ancora attendendo.
Angolo Autrice:
mamma mia quanto tempo è passato dall'ultimo aggiornamento,
mamma ma'! :D Mi fa piacere aver ripreso a scrivere almeno un po',
anche se mi rendo conto che questa flash! è proprio una
cagarella cagarella >.< Spero vi piaccia e spero ci sia
ancora qualcuno a leggere questa raccolta :3
Vorrei ringraziare veramente molto vannagio, che l'ha letta e mi ha
tranquillizzato (sì, avevo di nuovo un po' di ansia di
prestazione). E... non ho molto da dire :) spero che a voi il bel
valzer sia piaciuto più che a Stefan :D
Ulissae a.k.a. Laura
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