And
I realize the blame is on me!
'Cause
I knew you were trouble when you
walked
in, so shame on me
Roxanne fissava la finestra annoiata, con una tazza di thé
fumante in mano: una pioggia leggera picchiettava contro il vetro, e
quel fastidioso rumore - che poi di solito non faceva che rilassare le
persone - contribuiva al suo crescente nervosismo e al suo cattivo
umore.
A New York il tempo non era mai né bello né
brutto, insomma, un tempo neutro, anche se la pioggia - la
maledettissima pioggia - come al solito prevaleva su tutto; era
addirittura da un paio di giorni che pioveva senza sosta, come se Dio
volesse infilare il coltello nella sua piaga sanguinante.
«Cazzo,
io odio questa città di merda» imprecò
Rox alzandosi dal divano e scostando i vari plaid sotto i quali era
sotterrata: non aveva voglia di fare nulla, quella casa le sembrava
più vuota che mai senza Louis e l'unica alternativa alla
noia dilagante era lavorare. Prendere quel dannato computer e mettersi
a rispondere alle email incasinate del suo capo e a quelle delle
aspiranti infermiere desiderose di lavorare nel suo nuovo studio.
Certo, lavorare nello studio dentistico di uno dei dottori meno
considerati della città non le procurava poi tutto questo
entusiasmo, ma tutto in quel momento era meglio che pensare a Louis
Tomlinson e ai suoi occhi così tanto azzurri.
Poggiò la tazza di thé sul tavolo in vetro al
centro della stanza ed al volo afferrò una mela, mordendola
con gusto, dopo aver fissato lo schermo bianco del suo pc: no, non
aveva assolutamente voglia di dar retta a tutte quelle persone
frettolose, forse aveva soltanto bisogno di un bagno caldo e di
guardare American
Horror Story.
Si lasciò cadere nuovamente sul divano, prendendo a
guardarsi il ridicolo pigiama che indossava: capre, delle orribili
capre rosa e verdi la osservavano dai suoi pantaloni. Che stesse
diventando completamente pazza?
Per disperazione, mangiando un altro pezzo di mela, decise di svuotare
la memoria del telefono e eliminare tutti i messaggi che da giorni si
rifiutava di ascoltare: lo sapeva che tutti i quarantasette messaggi in
memoria sarebbero stati di Louis.
«Sei la persona più
stupida sulla faccia della Terra - cominciò la
voce metallica del suo ex ragazzo, con un tono fastidiosamente
tranquillo - se ti
degnassi a rispondere a questo cazzo di telefono magari potremmo
risolvere tutto, ma siccome sei solo una stupida orgogliosa, resta pure
nelle tue convinzioni di merda, non ho intenzione di rincorrerti per
sempre»
Un fastidioso "bip" interruppe i pensieri vagheggianti di Roxanne, che
guardava la lucette rossa sul telefono con sguardo omicida: sembrava
che quella lucetta le dicesse "sono Louis, uccidimi".
«Adesso
sarei io la stupida? - sbuffò a ridere - Faccia di
merda»
Rox prese una sigaretta dal tavolino di fronte alla televisione e se
l'accese, una volta tra le sue labbra; quando era nervosa, le uniche
che potevano risolvere tutti i suoi problemi erano quelle
stupide Vogue Ultraslim che aveva preso a fumare da quando aveva
quattordici anni. Brutto vizio il suo, che era andato sempre a
peggiorare nel periodo in cui aveva preso a frequentare Louis.
Louis, Louis Tomlinson. Quel perfettino del cazzo, con quell'accento
inglese da Lord, lo stesso Louis che aveva incontrato
all'Università di Medicina, quando ancora aveva i denti
stori e degli occhiali orribili in faccia; lo stesso Louis che ogni
qualvolta le sorridesse le mandava a fanculo lo stomaco, il cuore, la
testa; lo stesso rincoglionito che viveva insieme a lei da quasi due
anni, ma anche lo stesso che aveva trovato nel loro letto con un'altra
ragazza. Bionda, più grande, bella, molto familiare. Diciamo
la sua migliore amica, ecco.
Eh si, ecco, quella di Roxanne Dickens poteva sembrare una storia
ordinaria, come quelle che tutti i giorni si vedevano in stupidi
telefillm dalla trama sempre uguale, purtroppo però la trama
banale Rox se l'era trovata nel suo
letto, non sulla televisione.
«Roxanne, devi rispondermi al
telefono, l'hai capito? - perché stava
continuando a leggere quegli stupidi messaggi? Che volesse farsi male
da sola? Povera masochista - Devi
rispondere cretina, devi risponderti perché sennò
vengo in quella cazzo di casa e ti rompo la faccia, okay? E non mi
importa niente se hai cambiato la serratura. La spacco quella porta, va
bene?»
Quando
aveva registrato quel messaggio, Louis doveva essere ubriaco, dato il
suo tono di voce titubante e la violenza che aveva messo nell'insultare
la donna che probabilmente ancora amava. Dio solo sapeva cosa passasse
nella testa di Louis Tomlinson: era incredibile come la sua
personalità potesse cambiare nel giro di pochi minuti. Era
stato così anche quella volta in cui aveva trovato Macy a
letto con lui: aveva avuto la faccia tosta di rialzarsi, tirarsi su i
pantaloni e sorridere a Roxanne come se non ci fosse stata un'altra
donna sotto di lui.
«Perché?»
si chiese Rox, sdriandosi sul divano lasciando i piedi sopra il
bracciolo dell'altro lato: con le mani dietro la nuca si chiese
perché si fosse innamorata proprio di Louis. Insomma,
all'Università non era poi così bello, e nel
corso del tempo si era soltanto trasformato in un super stronzo capace
di creare solo del male attorno a sé. Okay, anche lei aveva
sbagliato varie volte; l'aveva mandato a quel paese per le cose
più stupide, l'aveva fatto dormire sul pavimento solo
perché era rientrato di un secondo più tardi, gli
aveva fatto scenate di gelosia pazzesche davanti a tutta Central Park,
insomma, gliene aveva combinate di tutti i colori, ma purtroppo, ogni
volta che lo guardava non riusciva a nascondere il suo amore per lui.
«Ti amo, Roxanne -
quelle parole le arrivarono al petto, dritte come un proiettile sparato
alla nuca, mortale, fatale - E
mi chiedo perché tu non voglia rispondermi. L'altro giorno
sono stato sotto casa per tre ore, ti rendi conto? Ho aspettato che la
scia del tuo profumo dolce si palesasse e sono corso via, mi sono
rifugiato in ascensore e ti ho guardata passare. Sei sempre
così bella, con quei capelli neri e quelle gambe slanciate..
sei proprio la donna più bella del mondo, ha proprio ragione
Zayn»
per un attimo il ragazzo si
interruppe, sospirando «Sto
da lui adesso, non mi va di andare da nessun'altra parte. Ho solo
voglia di dormire nel nostro
letto e aspettare che tu ti addormenti, cullarti quando gli incubi ti
colgono nel cuore della notte. Mi maledico da un mese intero pensando
che probabilmente non potrò più baciare la tua
pelle, che poi Macy Grey neanche mi piace, come ho potuto farti una
cosa del genere?»
Louis Tomlinson stava vaneggiando. Cosa aveva detto? Aveva impiegato
dieci minuti del suo tempo per tessere inutili lodi di Roxanne, che
ascoltava con il volto rigato dalle lacrime le sue parole; era sicura
che fosse sincero, non perché fosse sicura delle sue belle
gambe, ma perché aveva imparato a conoscere il suo cuore fin
troppo bene.
«Lo
sapevo che mi sarei messa nei guai, perché diavolo ho dovuto
scegliere Harvard?»
«Sono sicuro che tu stia
ascoltando i miei messaggi e mi stia maledicendo con le tue solite
battutine acide. Te le ricordi le nostre battutine davanti al divano?» cominciò Louis, di
nuovo, stavolta affannato, come se avesse appena fatto la maratona di
New York per due volte «Ti ricordi il gelato delle dieci
di sera? E le vacanze in Inghilterra? Oh, andiamo, Roxy, mia madre ti
adora, Lottie non fa altro che parlare di te, ventiquattro ore su
ventiquattro, e Fizzy si è anche messa a piangere quando ha
saputo che mi avevi lasciato» quante personalità
aveva quel ragazzo? Una volta faceva l'incazzato, un'altra volta il
violento, un'altra il romantico e adesso faceva l'insistente.
L'orgoglio di Roxanne sarebbe stato abbastanza forte da vincere tutte
quelle parole? Lei lo sapeva che Louis faceva in quel modo, diceva
quelle cose soltanto per tornare a casa loro, per tornare alla routine
di tutti i giorni.
«Stupido»
Roxanne lanciò il torsolo della mela e la cicca spenta nel
posacenere che le stava accanto
e accese un'altra sigaretta, continuando a sentire i vaneggiamenti di
Louis.
«Se solo tu sapessi quanto ti
amo.. Ahia, cazzo! Non puoi stare più
attento?» la
voce squillante di Louis appariva stranamente vicina: che Rox soffrisse
di allucinazioni?
«Sei
uno stalker? Che stai facendo, ragazzo?» urlò il
suo vicino ultracinquantenne.
«Non
sono uno stalker, ma faccia silenzo, cazzo!»
«Sono
sicuro che tu voglia rapire la signorina Dickens!»
«Ma
per favore, la smetta!»
«Guardi
che chiamo la polizia!»
Roxanne
si alzò dal divano con il cuore partito per la tangente e le
mani che le sudavano tremendamente: era sicuro che quella voce
appartenesse a Louis «Insomma, ma che diavolo succede fuori
da questa casa?!» esclamò, aprendo di scatto la
porta e ritrovandosi il suo ex ragazzo addosso, facendola cadere
rovinosamente per terra.
Now I'm lying on the
cold hard
ground,
oh, oh, trouble,
trouble
«Toglimi
immediatamente le tue manacce sporche di dosso»
strillò Roxanne, provando ad aggiustardi la maglia del
piggiama, che le aveva lasciato scoperto l'addome, cadendo a terra. Si
sentiva tremendamente in imbarazzo a trovarsi improvvisamente Louis di
fronte, dopo quasi un mese d'astinenza dai suoi occhi, e purtroppo ci
si ritrovò nuovamente persa.
«Ti
sono mancato?» domandò Louis, alzandosi e porgendo
la mano alla sua
donna, permettendole di rialzarsi da terra, una volta che l'avrebbe
afferrata.
«No,
se te ne andassi sarebbe anche meglio» rispose acida Rox,
arricciando le labbra.
«Quanto
cazzo sei bella..»
«Non
cominciare con le tue stronzate, non ci casco» lo
bloccò.
«Ti
amo»
«Louis,
smettila, porca troia! - sbottò lei, richiudendo la porta
alle spalle del ragazzo, dato che tutti i suoi vicini s'erano
affacciati sul pianerottolo per assistere alla scena - Devi lasciarmi
in pace, smettila di lasciarmi messaggi sulla segreteria telefonica e
smettila di guardarmi! Odio i tuoi occhi, vuoi capirlo? Li odio, ecco,
dovresti metterti un fottuto paio di occhiali da sole, così
che io possa schifarti una volta per tutte, ma se tu mi guardi con quel
mare che hai dentro gli occhi non posso far altro che caderti ai piedi
ogni volta che provi a parlarmi»
Louis la guardava inerme, con le labbra schiuse e un'espressione
interdetta in volto «Ecco,
adesso non parli, vero? Perché non sai cosa cavolo dire! Sei
solo uno stupido, come tutti i tuoi simili, anzi.. sai cosa sei? Un
animale, un animale di quelli fastidiosi, una pulce .. insomma, un
insetto! E lo sai che io odio gli insetti! Cazzo!» Roxanne
stava delirando, aveva cominciato ad urlare e a lanciare pugni e calci
contro Louis, con le guance rigate dalle lacrime e con la voce rotta
dai singhiozzi.
«Perché
non riesci a capire che ti amo? - urlò improvvisamente il
ragazzo, strattonandola e facendola appoggiare al muro con violenza,
stringendo la presa sui suoi gomiti - Che sei la mia vita, e che io
sono solo uno stupido? Lo so che non ti merito, però,
Roxanne, io non riesco più ad andare avanti. Ogni sera
posteggio qui sotto credendo che sia qui il posto in cui debba tornare
a casa. Volevo sposarti, stupida, volevo sposarti e io ho rovinato
tutto»
La donna abbassò lo sguardo, piangendo silenziosamente:
odiava quando diventava così violento, odiava quando gli
occhi gli si iniettavano di cattiveria; i suoi erano occhi puri,
limpidi, non potevano essere capaci di tanta cattiveria.
«Vaffanculo,
tu e i tuoi messaggi telefonici, tu e le tue parole inutili»
«Ti
amo» ringhiò lui, imprigionandola in un bacio
forzato.
«Ti
odio»
«Non
è vero, e io lo so»
«Ti
am.., ti odio»
«Ecco,
vedi? L'hai ammesso anche tu»
«Senti,
vaffanculo»
Roxanne si fiondò di nuovo sulle labbra di Louis, chiudendo
gli occhi e infilandogli le mani tra i capelli corti, che aveva
tagliato di recente e che non facevano altro che renderlo
più bello.
«Allora
mi ami»
«No,
muori».
______
Perdonatemi,
vi prego. Perdonatemi perché è una delle OS
più brutte che io abbia mai scritto e la cosa peggiore
è che, cazzo, ne sono anche consapevole. Mi scuso
innanzitutto per il linguaggio poco carino che io ho usato, ma
purtroppo la storia lo richiedeva. Mi sono immaginata un Louis poco
coccoloso e poco romantico, cioè per me lui è
così: tremendamente lunatico, a tratti distaccato, ma poi ..
se ti ama veramente, è capace di darti il mondo; siccome non
ho la fortuna - mannaggia! - di conoscerlo di persona, ovviamente non
prendete come oro colato quello che vi ho detto :) è una mia
immagine di Louis, non è il vero Louis Tomlinson. Comunque,
Megan è lì, bella bella sul banner per due
ragioni: a) perché la AMO da morire da un sacco di tempo,
è la mia attrice/modella (anche se posa solo per servizi
fotografici non di altissima moda) preferita in assoluto e
per me è davvero la più bella donna del mondo; b)
perché mi piace l'idea di Louis e Megan insieme, non so
perché .. li vedo entrambi molto maturi e mi piacciono
insieme, se voi considererete "infantile" la scelta di mettere una
"troppo perfetta" .. beh .. scusate ma cavoli vostri AHAHAHAH
immaginatevi qualcun'altra, che vi devo dire.
Spero che non sia troppo brutta (la OS) e che vi sia piaciuto leggerla,
a me è piaciuto scriverla perché questo per me
non è un periodo bellissimo e .. mi vengono in mente cose
deprimenti.
Vi mando un bacione, fatemi sapere,
Ari
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