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Autore: annies    24/02/2013    4 recensioni
«Vaffanculo, tu e i tuoi messaggi telefonici, tu e le tue parole inutili»
«Ti amo» ringhiò lui, imprigionandola in un bacio forzato.
«Ti odio»
«Non è vero, e io lo so»
«Ti am.., ti odio»
«Ecco, vedi? L'hai ammesso anche tu»
«Senti, vaffanculo»
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I knew you were trouble when you walked in, so shame on me.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Broken bones '
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And I realize the blame is on me!
'Cause I knew you were trouble when you
 walked in, so shame on me




Roxanne fissava la finestra annoiata, con una tazza di thé fumante in mano: una pioggia leggera picchiettava contro il vetro, e quel fastidioso rumore - che poi di solito non faceva che rilassare le persone - contribuiva al suo crescente nervosismo e al suo cattivo umore.
A New York il tempo non era mai né bello né brutto, insomma, un tempo neutro, anche se la pioggia - la maledettissima pioggia - come al solito prevaleva su tutto; era addirittura da un paio di giorni che pioveva senza sosta, come se Dio volesse infilare il coltello nella sua piaga sanguinante.
«Cazzo, io odio questa città di merda» imprecò Rox alzandosi dal divano e scostando i vari plaid sotto i quali era sotterrata: non aveva voglia di fare nulla, quella casa le sembrava più vuota che mai senza Louis e l'unica alternativa alla noia dilagante era lavorare. Prendere quel dannato computer e mettersi a rispondere alle email incasinate del suo capo e a quelle delle aspiranti infermiere desiderose di lavorare nel suo nuovo studio.
Certo, lavorare nello studio dentistico di uno dei dottori meno considerati della città non le procurava poi tutto questo entusiasmo, ma tutto in quel momento era meglio che pensare a Louis Tomlinson e ai suoi occhi così tanto azzurri.
Poggiò la tazza di thé sul tavolo in vetro al centro della stanza ed al volo afferrò una mela, mordendola con gusto, dopo aver fissato lo schermo bianco del suo pc: no, non aveva assolutamente voglia di dar retta a tutte quelle persone frettolose, forse aveva soltanto bisogno di un bagno caldo e di guardare American Horror Story.
Si lasciò cadere nuovamente sul divano, prendendo a guardarsi il ridicolo pigiama che indossava: capre, delle orribili capre rosa e verdi la osservavano dai suoi pantaloni. Che stesse diventando completamente pazza?
Per disperazione, mangiando un altro pezzo di mela, decise di svuotare la memoria del telefono e eliminare tutti i messaggi che da giorni si rifiutava di ascoltare: lo sapeva che tutti i quarantasette messaggi in memoria sarebbero stati di Louis.
«Sei la persona più stupida sulla faccia della Terra - cominciò la voce metallica del suo ex ragazzo, con un tono fastidiosamente tranquillo - se ti degnassi a rispondere a questo cazzo di telefono magari potremmo risolvere tutto, ma siccome sei solo una stupida orgogliosa, resta pure nelle tue convinzioni di merda, non ho intenzione di rincorrerti per sempre»
Un fastidioso "bip" interruppe i pensieri vagheggianti di Roxanne, che guardava la lucette rossa sul telefono con sguardo omicida: sembrava che quella lucetta le dicesse "sono Louis, uccidimi".
«Adesso sarei io la stupida? - sbuffò a ridere - Faccia di merda»
Rox prese una sigaretta dal tavolino di fronte alla televisione e se l'accese, una volta tra le sue labbra; quando era nervosa, le uniche che potevano risolvere tutti i  suoi problemi erano quelle stupide Vogue Ultraslim che aveva preso a fumare da quando aveva quattordici anni. Brutto vizio il suo, che era andato sempre a peggiorare nel periodo in cui aveva preso a frequentare Louis.
Louis, Louis Tomlinson. Quel perfettino del cazzo, con quell'accento inglese da Lord, lo stesso Louis che aveva incontrato all'Università di Medicina, quando ancora aveva i denti stori e degli occhiali orribili in faccia; lo stesso Louis che ogni qualvolta le sorridesse le mandava a fanculo lo stomaco, il cuore, la testa; lo stesso rincoglionito che viveva insieme a lei da quasi due anni, ma anche lo stesso che aveva trovato nel loro letto con un'altra ragazza. Bionda, più grande, bella, molto familiare. Diciamo la sua migliore amica, ecco.
Eh si, ecco, quella di Roxanne Dickens poteva sembrare una storia ordinaria, come quelle che tutti i giorni si vedevano in stupidi telefillm dalla trama sempre uguale, purtroppo però la trama banale Rox se l'era trovata nel suo letto, non sulla televisione.
«Roxanne, devi rispondermi al telefono, l'hai capito? - perché stava continuando a leggere quegli stupidi messaggi? Che volesse farsi male da sola? Povera masochista - Devi rispondere cretina, devi risponderti perché sennò vengo in quella cazzo di casa e ti rompo la faccia, okay? E non mi importa niente se hai cambiato la serratura. La spacco quella porta, va bene?»
Quando aveva registrato quel messaggio, Louis doveva essere ubriaco, dato il suo tono di voce titubante e la violenza che aveva messo nell'insultare la donna che probabilmente ancora amava. Dio solo sapeva cosa passasse nella testa di Louis Tomlinson: era incredibile come la sua personalità potesse cambiare nel giro di pochi minuti. Era stato così anche quella volta in cui aveva trovato Macy a letto con lui: aveva avuto la faccia tosta di rialzarsi, tirarsi su i pantaloni e sorridere a Roxanne come se non ci fosse stata un'altra donna sotto di lui.
«Perché?» si chiese Rox, sdriandosi sul divano lasciando i piedi sopra il bracciolo dell'altro lato: con le mani dietro la nuca si chiese perché si fosse innamorata proprio di Louis. Insomma, all'Università non era poi così bello, e nel corso del tempo si era soltanto trasformato in un super stronzo capace di creare solo del male attorno a sé. Okay, anche lei aveva sbagliato varie volte; l'aveva mandato a quel paese per le cose più stupide, l'aveva fatto dormire sul pavimento solo perché era rientrato di un secondo più tardi, gli aveva fatto scenate di gelosia pazzesche davanti a tutta Central Park, insomma, gliene aveva combinate di tutti i colori, ma purtroppo, ogni volta che lo guardava non riusciva a nascondere il suo amore per lui.
«Ti amo, Roxanne - quelle parole le arrivarono al petto, dritte come un proiettile sparato alla nuca, mortale, fatale - E mi chiedo perché tu non voglia rispondermi. L'altro giorno sono stato sotto casa per tre ore, ti rendi conto? Ho aspettato che la scia del tuo profumo dolce si palesasse e sono corso via, mi sono rifugiato in ascensore e ti ho guardata passare. Sei sempre così bella, con quei capelli neri e quelle gambe slanciate.. sei proprio la donna più bella del mondo, ha proprio ragione Zayn» per un attimo il ragazzo si interruppe, sospirando «Sto da lui adesso, non mi va di andare da nessun'altra parte. Ho solo voglia di dormire nel nostro letto e aspettare che tu ti addormenti, cullarti quando gli incubi ti colgono nel cuore della notte. Mi maledico da un mese intero pensando che probabilmente non potrò più baciare la tua pelle, che poi Macy Grey neanche mi piace, come ho potuto farti una cosa del genere?»
Louis Tomlinson stava vaneggiando. Cosa aveva detto? Aveva impiegato dieci minuti del suo tempo per tessere inutili lodi di Roxanne, che ascoltava con il volto rigato dalle lacrime le sue parole; era sicura che fosse sincero, non perché fosse sicura delle sue belle gambe, ma perché aveva imparato a conoscere il suo cuore fin troppo bene.
«Lo sapevo che mi sarei messa nei guai, perché diavolo ho dovuto scegliere Harvard?»
«Sono sicuro che tu stia ascoltando i miei messaggi e mi stia maledicendo con le tue solite battutine acide. Te le ricordi le nostre battutine davanti al divano?»  cominciò Louis, di nuovo, stavolta affannato, come se avesse appena fatto la maratona di New York per due volte «Ti ricordi il gelato delle dieci di sera? E le vacanze in Inghilterra? Oh, andiamo, Roxy, mia madre ti adora, Lottie non fa altro che parlare di te, ventiquattro ore su ventiquattro, e Fizzy si è anche messa a piangere quando ha saputo che mi avevi lasciato» quante personalità aveva quel ragazzo? Una volta faceva l'incazzato, un'altra volta il violento, un'altra il romantico e adesso faceva l'insistente. L'orgoglio di Roxanne sarebbe stato abbastanza forte da vincere tutte quelle parole? Lei lo sapeva che Louis faceva in quel modo, diceva quelle cose soltanto per tornare a casa loro, per tornare alla routine di tutti i giorni.
«Stupido» Roxanne lanciò il torsolo della mela e la cicca spenta nel posacenere che le stava accanto e accese un'altra sigaretta, continuando a sentire i vaneggiamenti di Louis.
«Se solo tu sapessi quanto ti amo.. Ahia, cazzo! Non puoi stare più attento?» la voce squillante di Louis appariva stranamente vicina: che Rox soffrisse di allucinazioni?
«Sei uno stalker? Che stai facendo, ragazzo?» urlò il suo vicino ultracinquantenne.
«Non sono uno stalker, ma faccia silenzo, cazzo!»
«Sono sicuro che tu voglia rapire la signorina Dickens!»
«Ma per favore, la smetta!»
«Guardi che chiamo la polizia!»
Roxanne si alzò dal divano con il cuore partito per la tangente e le mani che le sudavano tremendamente: era sicuro che quella voce appartenesse a Louis «Insomma, ma che diavolo succede fuori da questa casa?!» esclamò, aprendo di scatto la porta e ritrovandosi il suo ex ragazzo addosso, facendola cadere rovinosamente per terra.

Now I'm lying on the cold hard ground,
oh, oh, trouble, trouble

«Toglimi immediatamente le tue manacce sporche di dosso» strillò Roxanne, provando ad aggiustardi la maglia del piggiama, che le aveva lasciato scoperto l'addome, cadendo a terra. Si sentiva tremendamente in imbarazzo a trovarsi improvvisamente Louis di fronte, dopo quasi un mese d'astinenza dai suoi occhi, e purtroppo ci si ritrovò nuovamente persa.
«Ti sono mancato?» domandò Louis, alzandosi e porgendo la mano alla sua donna, permettendole di rialzarsi da terra, una volta che l'avrebbe afferrata.
«No, se te ne andassi sarebbe anche meglio» rispose acida Rox, arricciando le labbra.
«Quanto cazzo sei bella..»
«Non cominciare con le tue stronzate, non ci casco» lo bloccò.
«Ti amo»
«Louis, smettila, porca troia! - sbottò lei, richiudendo la porta alle spalle del ragazzo, dato che tutti i suoi vicini s'erano affacciati sul pianerottolo per assistere alla scena - Devi lasciarmi in pace, smettila di lasciarmi messaggi sulla segreteria telefonica e smettila di guardarmi! Odio i tuoi occhi, vuoi capirlo? Li odio, ecco, dovresti metterti un fottuto paio di occhiali da sole, così che io possa schifarti una volta per tutte, ma se tu mi guardi con quel mare che hai dentro gli occhi non posso far altro che caderti ai piedi ogni volta che provi a parlarmi»
Louis la guardava inerme, con le labbra schiuse e un'espressione interdetta in volto 
«Ecco, adesso non parli, vero? Perché non sai cosa cavolo dire! Sei solo uno stupido, come tutti i tuoi simili, anzi.. sai cosa sei? Un animale, un animale di quelli fastidiosi, una pulce .. insomma, un insetto! E lo sai che io odio gli insetti! Cazzo!» Roxanne stava delirando, aveva cominciato ad urlare e a lanciare pugni e calci contro Louis, con le guance rigate dalle lacrime e con la voce rotta dai singhiozzi.
«Perché non riesci a capire che ti amo? - urlò improvvisamente il ragazzo, strattonandola e facendola appoggiare al muro con violenza, stringendo la presa sui suoi gomiti - Che sei la mia vita, e che io sono solo uno stupido? Lo so che non ti merito, però, Roxanne, io non riesco più ad andare avanti. Ogni sera posteggio qui sotto credendo che sia qui il posto in cui debba tornare a casa. Volevo sposarti, stupida, volevo sposarti e io ho rovinato tutto»
La donna abbassò lo sguardo, piangendo silenziosamente: odiava quando diventava così violento, odiava quando gli occhi gli si iniettavano di cattiveria; i suoi erano occhi puri, limpidi, non potevano essere capaci di tanta cattiveria.
«Vaffanculo, tu e i tuoi messaggi telefonici, tu e le tue parole inutili»
«Ti amo» ringhiò lui, imprigionandola in un bacio forzato.
«Ti odio»
«Non è vero, e io lo so»
«Ti am.., ti odio»
«Ecco, vedi? L'hai ammesso anche tu»
«Senti, vaffanculo»
Roxanne si fiondò di nuovo sulle labbra di Louis, chiudendo gli occhi e infilandogli le mani tra i capelli corti, che aveva tagliato di recente e che non facevano altro che renderlo più bello.
«Allora mi ami»
«No, muori».


______

Perdonatemi, vi prego. Perdonatemi perché è una delle OS più brutte che io abbia mai scritto e la cosa peggiore è che, cazzo, ne sono anche consapevole. Mi scuso innanzitutto per il linguaggio poco carino che io ho usato, ma purtroppo la storia lo richiedeva. Mi sono immaginata un Louis poco coccoloso e poco romantico, cioè per me lui è così: tremendamente lunatico, a tratti distaccato, ma poi .. se ti ama veramente, è capace di darti il mondo; siccome non ho la fortuna - mannaggia! - di conoscerlo di persona, ovviamente non prendete come oro colato quello che vi ho detto :) è una mia immagine di Louis, non è il vero Louis Tomlinson. Comunque, Megan è lì, bella bella sul banner per due ragioni: a) perché la AMO da morire da un sacco di tempo, è la mia attrice/modella (anche se posa solo per servizi fotografici non di altissima moda)  preferita in assoluto e per me è davvero la più bella donna del mondo; b) perché mi piace l'idea di Louis e Megan insieme, non so perché .. li vedo entrambi molto maturi e mi piacciono insieme, se voi considererete "infantile" la scelta di mettere una "troppo perfetta" .. beh .. scusate ma cavoli vostri AHAHAHAH immaginatevi qualcun'altra, che vi devo dire.
Spero che non sia troppo brutta (la OS) e che vi sia piaciuto leggerla, a me è piaciuto scriverla perché questo per me non è un periodo bellissimo e .. mi vengono in mente cose deprimenti.
Vi mando un bacione, fatemi sapere,
Ari

s
                  



  
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