Capitolo
3: Hard to say Goodbye
Mentre
la donna la faceva strada nella piccola casa , Christine prese coraggio
e disse : “Madame dobbiamo parlare!”
Madame Giry
sobbalzò, come colta in flagrante : “Di cosa mia
cara?” temeva la risposta che le avrebbe dato la giovane
soprano, ma sapeva che quel giorno sarebbe arrivato.
Christine fu
lapidaria,laconica, un solo nome uscì dalle sue labbra :
“Erik…”
Madame la
fissò con occhi sbarrati, con il cuore che le batteva a
mille, come una preda messa all’angolo dal cacciatore. La
determinazione di Christine la spaventava e non le faceva presagire
nulla di buono. Non rispose e cercò un modo per liquidarla,
ma la giovane la fissava intensamente in attesa di una sua replica.
-“
Non c’è nulla da dire … il povero Erik
è morto come ben sai. Il suo necrologio è apparso
sul Figaro’ non più di due mesi fa; tutta
Parigi sa che il Fantasma dell’opera è
passato a miglior vita! Mi meraviglio che tu venga qui a chiedermi sue
notizie, pensavo che …” cominciò a dire
la donna, che si torturava le mani nervosamente.
-“Madame
…”-la interruppe bruscamente Christine
–“sono cresciuta oramai, non credo più
alle vostre bugie! So per certo che lui non è morto, ma che
è ancora tra noi e calpesta la terra dei vivi! Ditemi dove
si trova!”-prese fiato, forse aveva alzato troppo la voce,
perché madame Giry era diventata bianca come un cencio.
La donna
abbassò il capo e poi con un riso cinico rispose :
“Perché?”- sussurrò, poi
alzò la voce colta da uno spasmo d’isteria :
“Perché continui a cercarlo? È comico e
allo stesso tempo egoistico da parte tua ,mia cara: l’hai
abbandonato di fretta e furia,l’hai tacciato dei
più terribili misfatti,l’hai condannato
all’inferno più buio ed ora vuoi sapere da me dove
si trova, forse per cercarlo, per chiedere il suo perdono?! Non ha
sofferto abbastanza a causa tua? Quanto ancora dovrà patire
per i tuoi capricci?”
Christine
ammutolì, non aveva mai pensato alla sofferenza che gli
aveva arrecato con la sua fuga, ma egoisticamente aveva sempre
rimuginato sempre e solo sul suo di dolore. Quelle parole dure gridate
con così tanta rabbia, ridussero il suo cuore,
già incrinato, in mille pezzi.
Madame
continuò con toni più pacati :
“Lascialo andare … perché ti ostini a
volerlo rivedere! Digli addio una volta per tutte, sarà
più facile per te e vivrai felice, sapendo che gli hai dato
l’opportunità di disintossicarsi dal tuo costante
pensiero …”
-“
Io… Io non riesco a lasciarlo andare, è
più forte di me. Quando sono fuggita via non pensavo sarebbe
finita così, con me che lo cerco e lui che si finge morto e
si da alla macchia. Non riesco a non pensarci,è come avere
una ferita che si rimargina e poi si riapre in un infinito ciclo
sadico. Tutto in me grida che lo rivoglio nella mia vita! Ho provato a
soffocare tutto questo, come si fa con la cenere ed il fuoco, ma ho
sortito l’effetto contrario, il fuoco
s’è ravvivato invece di spegnersi. E brucia,
brucia ogni qualvolta penso a lui e a quello che sarebbe potuto
accadere se non l’avessi lasciato!”- si
fermò, aveva esaurito tutto il fiato che aveva in
corpo. Aveva guardato madame Giry negli occhi e le aveva
aperto il suo cuore e la sua mente, aveva fatto straripare il flusso
dei suoi pensieri e li aveva riversati in quel discorso accorato. Si
rese conto che forse potevano sembrare quasi ridicole certe
affermazioni, dette da una ragazza di vent’anni che non aveva
mai conosciuto l’amore, quello vero, ne tantomeno la passione
che infiamma le membra di un uomo e una donna. Così
abbassò il capo e con voce flebile aggiunse : “ Mi
piacerebbe trovare un modo per cancellare tutto quello che è
stato, per cancellare la sua presenza ossessiva dalla mia mente, ma
è troppo difficile, anzi è impossibile. Non
è così facile come sembra per me dirgli addio
…”.
Madame Giry la
fissò per alcuni secondi senza sapere cosa dire, poi si
addolcì e indossò il sorriso materno che le si
addiceva di più. Poggiò la sua vecchia mano su
quelle lisce e giovani di Christine, che fino a quel momento le aveva
strette in grembo e le aveva torturate fino a farle arrossare :
“So che è difficile ma dovresti provarci, se non
per il suo bene, almeno fallo per te stessa. Ti autodistruggerai se non
smetterai di pensarci. Provaci …”
Christine si
fece rossa in viso e sfilò furiosamente le mani dalla calda
e rassicurante presa della donna : “ Ma vi ascoltate quando
parlate? Volete dar pace alla mia anima ma non vi accorgete che volete
solo porre rimedio a ciò che avete fatto … Si,
è colpa vostra se adesso mi trovo in queste condizioni; se a
suo tempo mi aveste tenuta lontana dall’angelo della musica
ora non sarei qui a chiedervi convulsamente sue notizie. E’
tardi ormai per trovare una panacea a questo male, a questa
intossicazione.”-si alzò di scatto dalla sedia
dove s’era accomodata all’inizio di quella
discussione e sovrastò con la sua statura la donna ancora
seduta, che ormai non sapeva più come dissuadere la giovane
dalla sua ricerca. Madame rimase immobile aspettandosi il peggio.
-“Vi
conviene dirmi dove si trova, altrimenti
…”-“Altrimenti cosa Christine?! Ti
recherai alla gendarmeria e chiederai aiuto a loro? Io sono
l’unica persona con cui puoi parlare di Erik, tutti gli altri
ti crederebbero pazza!”
-“
Tanto meglio, così quando mi toglierò la vita
gettandomi nella Senna, tutti crederanno che fossi pazza, ma
l’unica che saprà la verità sarete voi.
Il rimorso vi tormenterà finché
vivrete!”- la fissò per un istante :
“Certo questo accadrà solo se lascerete senza
risposta la mia richiesta.” Restò in attesa di una
reazione da parte della sua vecchia tutrice.
-“
Non oseresti tanto, sei giovane, impulsiva e impavida, ma non stupida
fino a tal punto … almeno spero!”
-“Lo
farò se non acconsentirete alle mie
richieste!”urlò esasperata, con le lacrime che
premevano per uscire. Un groppo le serrò la gola, era
sull’orlo di precipizio, non vedeva via d’uscita da
quella situazione : se madame non avesse parlato, se non le avesse
indicato il luogo in cui si nascondeva il suo adorato maestro,
l’avrebbe perso per sempre.
Madame Giry
sospirò rassegnata, capendo il terribile sconforto che
attanagliava l’animo della sua giovane figlioccia :
“ Dopo che sei fuggita dall’operà , Erik
era distrutto e anche lui per la verità voleva porre fine
alla sua miserevole vita. Venne a dirmi addio ed io lo persuasi a
lasciar perdere il suo folle intento. Dopo un’accesa
discussione circa i pro e i contro di una vita senza di te, senza la
tua voce a fargli compagnia, accantonò l’idea di
togliersi la vita. Ma indubbiamente qualcosa dentro di lui
s’era spezzato: non era più l’uomo
subdolo e furbo che avevo imparato a conoscere, non era più
l’oscura presenza che terrorizzava il teatro. Il signore
delle botole, il figlio del diavolo, il fantasma dell’opera
era morto lasciando spazio ad un uomo fiaccato nel corpo e
nello spirito. I suoi occhi, un tempo due tizzoni ardenti, erano
spenti, lontani, persi nel vuoto. Mi disse che avrebbe vissuto
nell’attesa perenne del tuo ritorno.”
Sospirò ripensando alla pena che aveva mosso in lei la vista
di quell’uomo diabolico messo al tappeto da una giovinetta
inesperta.
-“Disse
che sarebbe andato via dalla dimora sul lago, perché ogni
cosa lì gli ricordava i momenti passati con te …
mi informò di aver trovato un luogo poco fuori Parigi, dove
passare il resto della sua misera vita. Se non vado errato disse che si
trattava di una vecchia casetta di campagna abbandonata o del capanno
di un guardiacaccia. Il vecchio Erik però non era
definitivamente andato, perché spiegò la sua
scelta con il fatto che lì affianco ci fosse un cespuglio di
rose rosse. Questo è tutto quello che so. Da quella volta
non l’ho più rivisto e francamente non credo che
lo troverai nel luogo che ti ho indicato.”
-“Le
campagne che circondano Parigi sono immense, si estendono per decine di
chilometri! Deve darmi qualche altro indizio; non posso errare per
campi alla ricerca di un cespuglio di rose! Quale direzione devo
prendere, quanto tempo impiegherò a cercarlo, è
vicino a qualche provincia …”
Madame Giry la
interruppe nel bel mezzo di quella lista di domande :
“è sulla strada per Villemomble*, non puoi
sbagliarti, il paesino è piccolo e la sua dimora
è dimessa e in cattive condizioni. Lo troverai di
sicuro.”
In quel
momento, il silenzio che era calato tra le due donne, venne interrotto
da un lieve bussare alla porta. Madame si alzò per andare ad
aprire; Christine non le tolse un attimo gli occhi di dosso e si rese
conto che l’accesa discussione che avevano appena avuto,
aveva fiaccato la sua vecchia tutrice, che si mantenne per alcuni
secondi allo stipite della porta. Dopo nemmeno un minuto che era
scomparsa dalla sua vista, la donna tornò rinvigorita :
“è la tua carrozza. Devi andare!”
Christine si
affrettò verso la porta e si fermò sulla soglia :
“So che vi ho arrecato solo disturbo con la mia visita, ma
grazie infinite lo stesso.”e fece una piccola riverenza.
Madame Giry la fermò per una mano, prima che potesse uscire
dalla piccola casa,e l’attirò in un abbraccio
materno che commosse la giovane. Poi l’allontanò
da se quel poco che le permetteva di guardarla bene negli occhi,e la
tenne per le spalle : “Mi raccomando presta attenzione lungo
la strada. Il cammino che hai scelto non è certo facile da
percorrere, ma è ricco di insidie e turbamenti. Ricordati
che io ci sarò sempre per te, finché il buon Dio
mi darà la forza.”disse con tono grave, poi
l’accompagnò alla carrozza e restò
lì a fissare la vettura mentre girava l’angolo.
Poi mentre rientrava in casa, sperò con tutta se stessa di
aver fatto la cosa giusta.
Farah’s
corner : allooora ecco qui un nuovo capitolo! Per la verità
questo è un piccolo ma fondamentale capitolo di transizione
… Grazie a MARUSK ed _aris_ che, grazie alle loro
recensioni, mi hanno dato l’energia e
l’ispirazione per scriverlo! Cmq chissà
se Christine troverà Erik dove le ha indicato madame Giry
….mah! Il prossimo capitolo arriverà entro il
fine settimana o chissà, se gli impegni universitari me lo
consentiranno anche prima,e ci saranno rivelazioni e colpi di scena
quindi vi invito a seguire! Ci si vede al prossimo capitolo XOXO
PS: mi rendo conto
che forse qui Christine ha un carattere diverso rispetto al libro e al
film, ma l’ho inteso come un cambiamento dovuto a quello che
ha vissuto, quindi una crescita e una maturazione.
*Villemomble
è un piccolo comune alla periferia di Parigi, e dista circa
10-15 km. Non ha un significato particolare, ma l’ho scelto
semplicemente perché mi piaceva il nome e poi su google
maps, quando ho chiesto le indicazioni stradali, mi partiva da rue de
Rivoli (strada adiacente all’operà), quindi mi
è sembrato un segno e da qui questa scelta! So che non ve ne
può fregare di meno, ma io lo scrivo lo stesso XD
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