Normalmente
Elena non gradiva ricevere visite 'antiche', ma se ti piombava in
casa un ex vampiro sul calar della sera con un racconto da brivido,
eri costretta ad ascoltare e ordinare una pizza extra per cena.
Perché gli ospiti inattesi, in fondo, erano ospiti.
***
“Non
mangi?”
“Ho
lo stomaco chiuso...”
Klaus
addentò l'ultima fetta di pizza e lasciò ricadere la
crosta nel piatto. “Ti verrà.”
“La
mia migliore amica sta cercando di resuscitare mio fratello...
l'ultima cosa a cui penso è mangiare!” esclamò
agitata, schizzando verso la porta quando Damon arrivò con i
rinforzi, ovvero
una seconda pizza calda di forno.
“Non
credere alle bugie dell'uomo con il naso rotto” l'avvisò
passandole un braccio dietro le spalle e baciandola sulla fronte.
Klaus
ingoiò un sorso di birra e li guardò. “Stucchevoli.”
“Sei
tu, l'intruso. Mi dicono che la strega ha svappato.”
“Sta
cercando di resuscitare Jeremy...” biascicò Elena
agitata. “Hanno stretto un patto...”
“Ma
non la mano. Non vale senza stretta di mano” chiarì l'ex
vampiro con un sorrisetto. “Se scende a compromessi con me, è
disperata.”
Damon
lo guardò appena, mentre tagliava a fette la pizza. “E
cosa ti ha promesso?”
Klaus
sorrise, il ragazzo lo guardò apertamente e mollò la
rondella nel cartone. “Ti promette l'immortalità e corri
a dircelo?! Il lupetto ti ha pestato un po' troppo, deve aver toccato
il cervello!”
“Prima
cosa, non sono corso...” iniziò, allegro. “Ho
dormito fino a mezzogiorno e tagliato l'erba del prato.”
“Ma
che bravo” soffiò Damon scaraventando un piatto in mano
ad Elena che addentò timidamente la punta della fetta.
“Credevo
foste stanchi di funerali e veglie” mormorò guardandosi
intorno ed individuando la fotografia di Elena e Jeremy insieme.
“Trovatele un ragazzo.”
Elena
scambiò uno sguardo con Damon, quando vide come osservava la
cornice.
“La
smetterebbe di stronzeggiare con formule magiche e pozioni, se avesse
un minimo di distrazione...” borbottò con la bocca
affondata nel palmo della mano. “E' un patto idiota, una strega
morta non serve a niente e non mi rifornisce di curaferite
miracolose.”
“Bonnie
fa questo per te?” azzardò Elena, cauta. “Non ci
ha detto niente...”
“E'
la strega più cara del mercato ma vale ogni singolo centesimo
che ho sborsato” ammise. “Sapeva l'avreste giudicata...”
Klaus fissò Elena dritta in viso e la indicò con
l'indice “... con quello sguardo lì, cuoricino.”
La
ragazza batté le ciglia e fissò Damon, perplessa.
“Scusa... ma Bonnie ti detesta...”
“Ha
pena di me, è differente. Trovatele un giocatore di football
arrapato, le passeranno tutte le paturnie!” esclamò
abbandonando lo sgabello. “Grazie per la cena.”
“Un
attimo!” Elena lo aggirò ponendosi fra lui e la porta.
“Bonnie non esce con i ragazzi della squadra di football.”
“Visto
il quoziente intellettivo, non me ne stupisco. La conversazione non
deve essere delle migliori.”
La
ragazza lo fissò con un sorrisetto appena accennato e l'ex
vampiro scosse drammaticamente la testa. “Ragazza, quel che
chiedi è follia...” ridacchiò immaginando le
reazioni sconsiderate di Caroline e l'orrore sul viso di Bonnie ad un
falso corteggiamento. “No.”
“A
scuola posso tenerla d'occhio io...”
“E
cosa dovrei fare, sentiamo? Appostarmi dietro le sue finestre e
spiarla mentre è in casa da sola?”
“L'hai
fatto un mucchio di volte!” esclamò Damon con la bocca
piena. “Sei un guardone!”
Klaus
lo linciò con un'occhiata e non lo degnò di risposta.
“Bonnie
è interessata alla storia antica e sappiamo che nessuno ti
batte, nel campo...” tentò di nuovo Elena. “Parla
con lei, per favore...”
Parlando
si scoprivano un sacco di cose. “Ora ragioniamo, donna”
mormorò allungando la mano che Elena strinse repentinamente.
“Ma scordati che la porti al ballo.”
“E'
fra un sacco di mesi!”
“Hai
capito quel che intendo.”
Il
giorno dopo
“Uno
screzio con l'innamorata?”
Quella
donna voleva accasarlo a tutti i costi. “Non ho la ragazza.”
“Arriverà.”
E
dieci! Klaus mise in infusione la bustina da tè nella
ceramica da quattro soldi della vecchia signora Smith e attese,
osservando la donna lavorare a maglia una coperta. “Mia nonna
ricamava” mormorò, certo che la vecchietta, sorda come
una campana, non l'avesse udito. “Mi nascondevo nel suo letto
quando pioveva e avevo paura dei tuoni...”
La
donna contò le maglie e andò avanti con una velocità
consistente per le dita rattrappite dall'artrosi.
“Mi
voleva bene... poi è morta e non c'è stato più
nessuno che mi dicesse 'ti voglio bene'” concluse preparando le
due tazze. “Il suo tè, signora Smith!”
La
vecchietta uscì dal trance in cui era caduta e si sbarazzò
del lavoro a maglia, posandolo nella cesta piena di gomitoli. “Sei
un bravo ragazzo, un bravo ragazzo” ripeté e Klaus si
chiese se lo dicesse per abitudine o per convincerlo che, in fondo in
fondo, lo fosse davvero.
***
“Strappalacrime.”
Caroline,
bravissima nel rovinare il suo momento di relax pre-serale. Klaus si
fermò, prendendo un respiro. “Mi segui?”
Lo
vedeva uscire da casa di Bonnie in piena notte, vedeva la macchina
ferma nel vialetto dei Gilbert e lo scopriva a prendere il tè
al circolo degli anziani. Chi non l'avrebbe pedinato?
“Tyler
non ti soddisfa e hai bisogno di importunare sconosciuti per strada?”
“Non
sei gentile con me.”
“Non
voglio esserlo.”
La
biondina gli mostrò la punta della lingua e imboccò la
sua direzione. “Dove vai?”
A
spiare una certa strega, pensò fermandosi di nuovo. Non aveva
la scusa per presentarsi a casa di Bonnie di punto in bianco e non
gli veniva in mente nulla. Guardò Caroline e inclinò la
testa, malizioso. “Vuoi passare un po' di tempo insieme,
dolcezza?”
La
vampira aggrottò la fronte, priva di ilarità. “Non
mi piace vederti girare attorno alle mie amiche.”
Non
si trattava di gelosia, pensò smettendo di sorridere.
“Afferrato.”
“Tu
stai cercando un modo per tornare indietro” mormorò
avvicinandosi e conficcando lo sguardo nel suo. “Non mentirmi.”
“Sono
pieno di verbena” sussurrò con un gran sorriso e
Caroline si staccò da lui, irritata. “Non puoi
soggiogarmi.”
“Posso
pestarti fino a farti sputare la verità” dichiarò,
soave.
“Ma
così sarò costretto a correre da Bonnie per una delle
sue pozioni miracolose...” sussurrò accarezzandole la
guancia con il dorso delle dita. “Queste uscite di denaro
stanno finanziando il suo college.”
Caroline
batté le palpebre e gli scacciò la mano, sorpresa.
“Lei...”
“Affari,
mia cara. Semplici affari.”
Caroline
ci credette perché voleva crederci.
“Sei
più tranquilla, ora?”
“Mh,
no” mormorò con una smorfietta dubbiosa “Ti tengo
d'occhio.”
Klaus
sorrise, l'afferrò per il braccio e la tirò verso di
se. “Mi avanzano cinque minuti.”
“Mi
sono annoiata abbastanza a scuola” rispose, liberandosi della
stretta. “Ci vediamo in giro.”
“So
essere molto fantasioso, se mi si lascia campo libero.”
Caroline
sogghignò e tornò a voltarsi con una piroetta. “Non
è per il sesso, tesoro...”
“...
è la sensazione di potere che ne ricavi, a darti l'orgasmo.”
“Non
diciamolo a nessuno” sussurrò con aria cospiratrice.
Caroline gli strizzò l'occhio e schizzò via.
Klaus
grattò la nuca e lasciò ricadere il braccio. Il suo
fascino aveva subito un drammatico tracollo verticale.
“Ora
che ci penso...”
Klaus
smorzò un sorriso e si voltò verso la bionda vampira.
“Avanzano cinque minuti anche a te?”
***
Due
foglie... no... una foglia... uff!
Bonnie
scosse la testa per schiarirsela e l'emicrania lancinante la fece
mugolare. Quando bussarono alla porta, fu lieta di avere la scusa per
mollare l'incantesimo che non le stava riuscendo. Il problema era il
sangue mancante ma non poteva dissanguare l'eventuale venditore di
scope elettriche... o sì?, si domandò con un
sorrisetto interno. “Ciao. Avevamo un appuntamento e l'ho
dimenticato?”
Elena
strinse le labbra e quando Bonnie vide Damon dietro di lei, pensò
al peggio. “Sei incinta?!”
“Sei
scema?!” esclamò oltrepassando la soglia. “Che
stai facendo?!”
Merda,
le candele in terra!
“B...”
Bonnie
le gettò uno sguardo dimesso “dobbiamo parlare, lo
so...”
*/*
“Non
stiamo uscendo...”
“Scopate
e basta?”
“Damon,
non sei d'aiuto!”
Il
ragazzo sorrise allegramente ad Elena. “Non volevo dare una
mano, infatti!”
“Stavo
facendo un incantesimo e mi serviva un vincolo.”
“Traduzione?”
“Ho
usato l'energia di Klaus per mantenere il contatto fra questo mondo e
l'altro” bisbigliò guardando Elena. “Ho
visto Jeremy... Klaus te l'avrà detto.”
La
brunetta annuì, triste. “Come sta?”
Bonnie
alzò debolmente le spalle, mordendosi le labbra. “E' nel
limbo insieme a tutti gli altri...” bisbigliò sentendo
gli occhi inumidirsi. “Mi spiace, non sono riuscita a fare di
meglio...”
Elena
scosse la testa, adombrata. “Non cercarlo più. Se il
legame si fosse rotto...”
“E'
per questo che ho usato Klaus. Ha troppo bisogno di me per lasciarmi
andare... sono la rifornitrice ufficiale di pozioni magiche della
famiglia Mikealson.”
“Spero
tu ti faccia pagare per questo” borbottò Damon alzando
gli occhi dai vasetti colorati della cucina.
“Profumatamente.
Premendo un po', posso estendere l'incantesimo a due
persone...” azzardò guardando Elena che restò
imbambolata a fissarla. “Vuoi vederlo?”
La
ragazza fece un cenno positivo senza pensarci e Damon la guardò.
“No, Elena.”
“E'
mio fratello. Voglio vedere mio fratello!” esclamò con
voce rotta. “Non puoi impedirmelo.”
“E
se lei muore durante l'incantesimo? Se il vincolo si spezza?
Resteresti per sempre un po' di qua e un po' di là.”
Elena
lo fissò, combattuta.
“I
morti devono restare morti” insistette.
“Voi
non potete dirci cosa fare!” esclamò Bonnie indignata e
in difesa dell'amica. “Come vi permettete di decidere per noi?”
Damon
girò lo sguardo sulla strega e strinse gli occhi, irritato.
“Klaus ha ragione. Hai bisogno di farti una bella scopata,
tesoro.”
Mystic
Grill, sera
Caroline
sospirò e strinse la radice del naso. Aveva esagerato. Aveva
perso il controllo e l'aveva quasi dissanguato. Il sangue non era
edulcorato dalla verbena e scendeva in gola troppo facilmente.
L'aveva guarito, facendogli bere il proprio, e gli aveva imposto di
dimenticare e tornare a casa. Nervosa, guardò l'orologio.
Avrebbe dovuto assicurarsi di legarlo ed imbavagliarlo, invece...
“Tutto
bene?”
“Sì,
perché?”
Tyler
le posò davanti una birra appena aperta. “Continui a
guardarti intorno.”
“Le
ragazze sono in ritardo” mentì. “Vado in bagno.”
Ma
c'era appena stata, in bagno. Tyler le afferrò il polso e
Caroline lo tirò via, ferendolo con un'occhiata mortale che lo
spaventò.
***
"Solo,
il povero negretto in un bosco se ne andò...” Klaus
girò la corda su se stessa a mo di nodo scorsoio, la lanciò
oltre il ramo dell'albero e vi passò la testa attorno. “Ad
un pino s'impiccò..." sussurrò sogghignando
come un matto. “E nessuno ne restò!"
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