Venerdì
“Posso
distruggere te e tutta la tua linea di sangue, se non smetti di
ridere all'istante.”
La
notizia era arrivata alle orecchie di Stefan in modo incompleto.
Aveva compreso che c'era una novità nell'aria... non una bomba
a neutroni pronta ad esplodere nel salotto di Bex! “Non sto
ridendo.”
“Stai
giudicando.”
Stefan
grattò la testa del micino e piegò le gambe,
sdraiandosi sul divano. L'affarino traballante restò adagiato
sul suo petto, chiuso su se stesso, per nulla curioso o
intraprendente. “Come si chiama?”
“Spuntino.”
Klaus trascinò il dito sul tablet e mugolò
internamente, percependo lo sguardo ironico del suo ex 'amico'
addosso. “Mi stai giudicando un'altra volta.”
Stefan
si rimangiò la presa in giro ma gli regalò un ampio
sorriso sarcastico. “Non è da te.”
“Non
è da me cosa?” mormorò vago, concentrato su un
modello di vestito da donna che Rebekah aveva indicato come la prima
scelta di Bonnie. Quel colore?! Con la sua pelle e i suoi capelli,
sarebbe stato come imbrattare la Gioconda di vernice spray
fluorescente!
“Due
settimane di umanità ti hanno distrutto.”
Il
vampiro girò distrattamente la testa e tornò a scorrere
le pagine del sito. “Si devono fare scelte impopolari, amico
mio.”
“Accompagnare
Bonnie al ballo è... educato da parte tua.”
“Sono
stato costretto.”
Stefan
non ebbe dubbi sul ruolo giocato da Elena e Rebekah. Klaus mugolò
un assenso, smorzando una piccola smorfia. Sarebbe stato più
semplice uccidere i Cinque che convincerla a ballare con lui. Forse
l'avrebbe fatto... ma solo per dimostrare di essere superiore –
e migliore – di Caroline, pensò scrocchiando le
dita.
“Le
streghe vanno pazze per i gatti, non puoi chiedere alla tua ragazza
di fare una magia buona e tirarlo su di morale?”
Era
capace di trasformarlo in un gatto zombie, altroché! “Non
credo di essere adatto a crescere un animale. Il mio cuore non batte,
come fa a sentirsi rassicurato?” domandò strappando a
Stefan un'occhiata improvvisa. “Su Internet trovi tutto, c'è
anche la voce 'Pensi un cattivo genitore? Scoprilo con il test.”
“Che
scemenza...” soffiò grattandolo sotto il musetto. Però
aveva ragione, quel gatto era rotto. Era triste e da quando
era entrato, non aveva fatto altro che dormire. “Forse gli
manca la mamma”
“L'ho
sottratto alla cucciolata perché non riusciva a nutrirsi.
Credevo che nutrimento e cura fossero le basi di un'infanzia felice
ma è evidente che non sono capace di aggiustare le cose, o di
prendermi cura degli altri.”
Stefan
fermò la carezza sul corpicino del micetto e non riuscì
ad impedire al collo di girarsi e allo sguardo di fissarsi sul
vampiro. Aveva detto ciò che aveva udito?!
“Sono
pronta, andiamo?!”
Era
pronta dopo solo quarantacinque minuti di attesa? Migliorava,
pensò Stefan alzandosi con mille precauzioni. Rebekah mugolò
in direzione dell'animaletto e tutto il suo viso si compose in
un'espressione che fece rabbrividire Klaus. “Scopri la taglia
della tua amica” ordinò con voce funebre “e non
fare quei versi. E' un gatto, non un dolcetto al cioccolato.”
“Che
ne vuoi sapere tu dei sentimenti? Hai mollato la lotta”
dichiarò, altezzosa. “Se le invii un vestito, non lo
indosserà mai.”
“Lo
dice il tuo istinto femminile?”
“Ti
ho mai detto quando sei insopportabilmente maschilista e stronzo?!
Hai fatto la stessa cosa con Caroline!” gli ricordò e
Klaus alzò la testa dallo schermo e la guardò,
colpevole.
“Penso
io, al vestito. Tu mandami una mail col modello e continua a
comportarti come al solito.”
“Bonnie
non conosce l'identità del suo cavaliere?!” Stefan
lasciò andare una mezza risatina che fu seppellita
dall'occhiata malevole del vampiro, venne trascinato fuori casa dalla
ragazza e solo quando furono soli, scoppiò a ridere di gusto.
“Non
fa così ridere” borbottò Rebekah
agganciandosi al suo braccio e spingendolo verso la macchina. “Credo
ci sia qualcosa fra quei due.”
“Un
paletto di quercia bianca!”
“Non
dirlo a Damon! E' perfido... ecco... scommetto che l'ha già
saputo anche lui” sospirò quando Stefan rispose
ridacchiando al cellulare che vibrava impazzito nella tasca del
giubbotto. Udì vagamente uno scroscio di risa dall'altra parte
e inclinò il collo, rimirando il cielo terso. Sarebbe stata la
prima e l'ultima volta che si sarebbe intromessa nelle faccende del
fratello. Bonnie e Klaus erano simili su tanti aspetti. Solitari,
cocciuti ed bisognosi di prendersi cura di qualcuno. Ognuno a modo
suo.
Liceo
di Mystic Falls, Ballo dell'Ultimo Anno
“Entriamo
tutte insieme.”
“Ma
i vostri cavalieri...”
“Tutte
insieme!”
Rebekah
lisciò le pieghe dell'abito rosso fuoco, mentre Elena la
circondava a destra, superba nel suo nero profondo. Bonnie si chiese
perché l'avessero costretta che prendere quell'abito assurdo e
senza spalline. Non assomigliava a nessun altro indossato prima di
allora: era lungo, aderente sul busto e scivolava lungo i fianchi
come una carezza. Aveva una sfumatura gialla con inserti di pizzo
bianco e quando Rebekah l'aveva indicato sul catalogo, aveva
rabbrividito al prezzo.
“Caroline?”
“Sta
effettuando gli ultimi controlli.”
“Entriamo
senza di lei?”
Che
domanda! Nessuna rubava la scena a Caroline. Bonnie si fermò
al centro della porta, sentendo mille sguardi addosso. Si sentiva
bellissima. A disagio, ma bellissima. Il vestito svolazzava leggero
fra le gambe e i capelli sciolti sulle spalle le sfioravano la
schiena. Li portava così, la modella su internet che indossava
un abito simile al suo. Le scarpe 'gioiello'
le aveva comprate
in un raptus spendereccio e non le aveva mai indossate. Bonnie sperò
in un intervento divino che le garantisse solidità sui tacchi
di dieci centimetri. Sarebbe stato come cadere dal primo piano, pensò
con un risolino che le illuminò gli occhi.
“I
ragazzi sono già dentro?”
“Settore
rinfresco. Laggiù.”
Bonnie
respirò a pieni polmoni e cercò gli amici fra la folla,
seguendo Rebekah a piccoli passi. Li vide tutti insieme, fermi a
guardare nella loro direzione. Ingoiò e mosse un passo avanti,
finché non fu sotto le luci della sala da ballo, intimidita
fino alla spina dorsale.
“Abbagliante.”
Bonnie
si voltò, ammutolita.
Lo
sguardo d'ammirazione di Klaus la rivestì completamente,
facendola fremere. Gli occhi azzurri del vampiro si fermarono sulle
scarpe e risalirono veloci alla scollatura del corpetto per fermarsi,
infine, sulle labbra. “Un ballo?”
“Non
ballo con te” farfugliò, imbarazzata. “Sono troppo
scoperta per i miei gusti...”
“Sei
fin troppo vestita, per i miei gusti” mormorò
allacciandole al polso un bracciale lavorato e piuttosto largo, al
posto dei fiori. “I corsage sono per le ragazze
qualunque” mormorò quando vide il punto interrogativo
nei suoi occhi. “Tu sei la mia costosissima strega personale.”
Klaus
le prese le mani e le braccia di Bonnie si ripiegarono in fretta,
portandola a stretto contatto col vampiro. Avrebbe abbreviato la sua
vita, se Caroline l'avesse scoperto, pensò. “Lasciami...”
“Dillo
un'altra e la mia reazione sarà violenta e immotivata”
l'avvertì, sfiorandole l'orecchio con le labbra. “Non ho
voglia di litigare con te, stasera.”
“Che
ha di diverso dalle altre?” miagolò, sperando che un
problema tecnico/organizzativo – o un'unghia rotta –
trattenesse Caroline il più possibile, evitandole la visione
del loro abbraccio. “Che cosa devo fare per liberarmi della tua
presenza?”
“Balla
con me.”
Ballare?
Bonnie guardò in basso, cercando di capire perché le
gambe rifiutassero qualsiasi sollecitazione. Era immobilizzata,
tutt'uno col pavimento, nel suo stupido, bellissimo abito senza
spalline. “No” soffiò premendo per farsi lasciare.
Le braccia del vampiro si aprirono di scatto e Bonnie fece un
passetto indietro, perdendo un po' di equilibrio.
“L'hai
voluto tu.”
Quando
Klaus sorrideva in quel modo, il tuo parente più stretto
moriva. Bonnie inspirò, messa alle strette. “Te ne
pentirai...”
“Non
mi pento mai di niente.”
***
Bonnie
aveva più curve, ma Caroline vinceva in altezza e sembrava una
dea asgardiana, nel suo abito blu cobalto. Accompagnata da Matt,
facevano una figura niente male e, come al solito, la vampira non
passava inosservata. Klaus abbassò lo sguardo sulla strega e
la strinse leggermente. “Sorridi, è una festa.”
“Sto
elencando mentalmente le spiegazioni che dovrò dare alle mie
amiche ed escogitando piani di fuga da Caroline” borbottò
tenendo lo sguardo fisso oltre le sue spalle e cercando di
intercettare le ragazze che sembravano scomparse. Bonnie si preparò
al peggio, quando Caroline abbandonò repentina le braccia di
Matt. Strinse le dita attorno alle sue spalle, tanto che Klaus la
guardò incuriosito e qualcosa gli suggerì di
volteggiare via. Bonnie frenò col tacco per fermarne il
movimento, gli inciampò addosso e bastò un secondo per
cambiare il ritmo del suo cuore che risvegliò il predatore
sopito. Prima era solo eccitato, ora bramoso di possederla.
“Allontanati
da lei!”
Klaus
batté le palpebre una volta sola, muovendo appena la mascella.
“Mia cara, sei uno splendore” mormorò seducente e
Caroline smise di essere cortese e gentile e lo fissò con
l'intento di ucciderlo.
“Fa
il tuo dovere di cavaliere ma fermati dove si tocca”
sussurrò, sibillina.
“Si
da il caso che la tua amica mi piaccia molto. Ha qualcosa che manca a
molte donne, in questa città: la dolcezza. Ora togliti dalla
mia vista o questo vestito diventerà il tuo sudario.”
Caroline
divenne livida e se era possibile, ancora più gelida e
altezzosa.
“E'
un servizio a pagamento.”
Caroline
guardò Bonnie, sospettosa. “Hai pagato per farti
pagare al ballo? Sei impazzita?”
“La
strega mi ha noleggiato per la serata” affermò il
vampiro, intrigato dalla sua bugia. “Servizio base, niente
extra.”
“L'extra
ce l'ha addosso” mormorò indicando il vestito di Bonnie.
“Sei ripetitivo e privo di fantasia. Riprenditi i soldi, ti
trovo io un cavaliere decente, onesto, carino e adatto a te. Mi basta
fare una telefonata e sarà qui in un lampo.” Caroline
aprì la borsetta e il cellulare schizzò fuori dalla
minuscola pochette. “Quanto hai sborsato per il servizio?
Ciao, Clyde!”
“Carol
non ho bisogno che un ragazzo qualsiasi mi accompagni al ballo...”
cominciò tentando di fermarla. “Care, attacca quel
telefono... Care!”
“Che
c'è?” esclamò posando la mano sul microfono. “E'
carino, ti piacerà!”
“Non
è Jeremy!”
Caroline
la fissò in silenzio, salutò l'interlocutore e richiuse
la pochette. “Uscire con costui ti aiuta a
dimenticarlo?”
“Mi
ricorda quant'era speciale e buono.”
“E
hai bisogno di uscire con Klaus per ricordarlo?”
“Qualcuno
mi vede o sono diventato trasparente?”
“Zitto
tu. Sto parlando con la mia migliore amica!” Caroline inclinò
la testa e incrociò le braccia, guardandola negli occhi.
“Allora?
“L'ho
aiutato quando aveva un problema e lui ha ricambiato il favore”
soffiò, seccata dalla sua insistenza, voltandosi verso il
vampiro. “Che vuol dire che sei ripetitivo?”
Rebekah era così curiosa di conoscere la sua taglia e quanto
aveva insistito, affinché prendesse quell'abito... “l'hai
scelto tu?! Nik, sto indossando un vestito che hai scelto per me?!”
Perché
lo chiamavano tutti Nik, quando dovevano sgridarlo? “Il
precedente era pessimo, e la tua carnagione non meritava un tale
insulto.”
Bonnie
illividì di rabbia e lo fissò dritto negli occhi. “Ora
la mia reazione ora sarà violenta e immotivata!”
“Qual
è il problema? Se non ti fosse piaciuto, non ti saresti mai
lasciata convincere da Rebekah.”
“Non
potevo permettermi di comprarlo!” esclamò focalizzandosi
su un particolare: Rebekah non aveva la carta di credito, si limitava
ad usare quella dei fratelli. “L'hai pagato tu!”
Klaus
scosse la testa, perplesso. “E allora? Ho pagato le tue pozioni
fino all'ultimo centesimo.”
“Quelli
erano affari! Hai comprato un servizio, non me!”
Che
razza di giro mentale aveva fatto?
Bonnie
tirò giù la zip nascosta dell'abito e lo sfilò,
lasciandolo sul pavimento. “Puoi gettarlo nel cassonetto, il
tuo vestito!” sibilò talmente arrabbiata da ignorare i
fischi dei compagni di classe e marciare via in mutandine e reggiseno
coordinati.
Un
misto di incredulità, ammirazione e divertimento lo dominò.
Non la ricorda così delineata... e non aveva dovuto
farla bere per convincerla a spogliarsi!
***
“B,
esci dal bagno...”
“Non
posso, sono nuda.”
Elena
contò fino a dieci, paziente. “Ti sei spogliata di
fronte a tutti.”
Oh,
dio! Si era spogliata di fronte a tutti! Quella scena sarebbe entrata
negli annali! Bonnie picchiò la nuca contro le maioliche del
bagno e mugolò sconsolata, desiderando scomparire dalla
faccia della terra.
“Mi
dici che ti è preso?”
“Il
vestito l'ha pagato Klaus...”
“Il
vestito è un regalo di Rebekah per tutte le ripetizioni
di chi...” Elena si spostò in fretta dalla porta, quando
Bonnie la spalancò, furente. “E' stata una vostra idea!”
La
brunetta risucchiò le labbra, sorvolando l'accusa finché
poté. “Sei mia amica ed io devo dirti quel che sto per
dirti...”
Bonnie
sbiancò. Lo sapeva?! Elena sapeva...
“Litigare
con Klaus ti fa un gran bene” disse, invece, attirando tutta la
sua attenzione. “Sei più attiva mentalmente.”
Rebekah
entrò nel bagno, di punto in bianco, trafelata. “Ho
recuperato il vestito! Ehi, siamo appena arrivate e sei già
ubriaca? Caroline mi ha raccontato una scenetta niente male...”
“Traditrice!”
soffiò Bonnie, rifiutando di prendere l'abito. “Tu
sapevi!”
“Sapevo
cosa?”
“Calma...”
sussurrò Elena ponendosi fra le due. “B, se non vuoi
indossarlo, torniamo a casa e frughiamo nell'armadio.”
“Non
ho un vestito di riserva!” esclamò, arrabbiata con se
stessa. Quando Caroline le diceva di pensare alle emergenze,
lei guardava le farfalle svolazzare.
“Frughiamo
in tutti i nostri armadi...”
“Sta
solo facendo i capricci.”
Bonnie
trasalì e si nascose dietro Elena, arrossendo. “Non sai
leggere?! Questo è il bagno delle donne!”
Klaus
sorrise, placido. Aveva notato la sagoma in gonnella sulla porta...
per quello che era entrato. “Signore, ci lascereste soli?”
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