Il sorriso di Sakura fu quello che vide Sasuke,
dopo aver aperto la porta di casa. La donna, ormai adulta agli occhi
del moro, alzò una mano e l’agitò
lentamente nell’aria, salutandolo.
-Ciao Sasuke-kun… Naruto?
Domandò, sbirciando oltre la sua spalla.
Il moro rimase in silenzio, assottigliò appena le palpebre e
si spostò di lato facendo entrare la ragazza.
Sakura era alta quasi quanto lui, con un fisico longilineo e sodo.
Doveva ammettere che quella ragazzina petulante che si ricordava era
diventata una donna veramente affascinante.
I capelli rosa, lunghi e legati in una coda di cavallo gli svolazzarono
davanti agli occhi.
-Sakura- chan!
Salutò Naruto calorosamente.
La ragazza sorrise ancora di più e lo raggiunse,
abbracciandolo.
Sasuke non riuscì a sentire quello che si dissero i due, ma
li vide allontanarsi e chiudersi in camera da letto.
Rimase stralunato sulla porta di casa.
-Non ti sei ancora abituato?
Gli domandò divertito il fratello maggiore entrando in casa.
Sasuke sobbalzò perché proprio non lo aveva
percepito, e lo fisso di rimando.
-Devo parlarti.
Disse assente, con la mente persa in pensieri troppo contorti anche per
lui.
Itachi sbuffò dalle narici, sollevò appena lo
sguardo e poi annuì.
Evidentemente era arrivato il momento di dirgli tutta la
verità.
Sperava vividamente di aver capito almeno un po’ quel Sasuke
simile ma allo stesso tempo diverso dal fratello, per prevenire le sue
reazioni.
Itachi si chinò lasciando Mika al suolo e gli
baciò il capo, dicendole che poteva giocare tranquillamente
in giardino.
La bambina gli restituì un sorriso luminoso.
Sasuke ne rimase incantato, perché era quello che molte
volte aveva visto, rivolto a lui, sul volto del tredicenne Naruto.
La ruga sulla fronte si accentuò, mentre seguiva il fratello
nella camera da letto, al piano superiore.
Sakura e Naruto erano ancora occupati.
Si ritrovò
davanti a quel cancello fatto di legna che lui stesso aveva creato.
All’interno,
un paio di occhi rossi lo osservarono curioso.
-E’ dalla fine
della guerra che non ti fai più vedere, moccioso.
La voce fragorosa di
Kurama fece nascere un ghigno sul volto del biondo.
-Bhe! Mi saluti
così?! Neanche un “mi sei mancato, kit”
Kurama
ringhiò e una scarica di chakra oltrepassò la
barriera perdendosi poco prima di Naruto, lasciando solo un sospiro di
aria calda.
Naruto
ridacchiò, scusandosi poco dopo, perché quello
che doveva chiedere alla volpe, avrebbe cambiato la sua vita per
sempre. La loro vita per sempre.
-Allora, che vuoi?
Potere?
Lo sfotté il
demone, accucciandosi su se stesso. Rimase fermo a guardare quel
giovane uomo - l’unico di cui si fidava e, non glielo avrebbe
mai detto, l’unico di cui gliene importava qualcosa.
Ormai il loro legame era
indissolubile. Erano nati insieme, e ognuno aveva condiviso la
sofferenza dell’altro, senza mai lamentarsi.
Ormai Naruto era
diventato parte della sua famiglia.
Il viso del biondo
divenne serio e il suo corpo si avvicinò ancora alla gabbia,
come se avesse paura che qualcun altro potesse sentire.
-Ti propongo un patto.
Kurama era attento.
Sasuke si mosse agitato sul letto, e strinse sotto le dita le lenzuola
chiare del fratello. Fratello che era in piedi, di spalle, e guardava
oltre la finestra.
La pausa lo stava uccidendo.
-Poi?
Kurama non
riuscì a non ridere. Si piegò su se stesso per il
dolore alle mandibole.
-Tu…
pff… moccioso, questa si che è la più
grande idiozia che abbia mai sentito uscire dalla tua bocca.
Naruto non si scompose.
Strinse i pugni e poi li rilassò, stringendoli ancora poi
più forte.
-E’ importante
per me.
Sibilò.
Kurama tossì,
si passò una coda sul muso e guardò il ragazzo.
-Vorresti che io, visto
che sono un demone che risiede in te- e per te dovrei pagarti
l’affitto in qualche modo - ti facessi rimanere…
incinto?!
Il ragazzo
deglutì nervosamente, spostò lo sguardo verso
destra e annuì, digrignando i denti.
In quel momento gli
sembrava fragile il ragazzo. Non era mai stato di buon cuore, Kurama.
Ma Naruto… il suo sguardo era oscurato dalla preoccupazione.
Per cosa, poi, non lo sapeva. E si stupì di questo.
I pensieri del ragazzo
erano sempre stati facili da leggere per uno come lui.
Perché,
invece, ora gli era tutto nuovo?!
Il suo sguardo divenne
serio. Si passò la lingua sui canini e strinse gli occhi.
-Posso farlo.
Proferì.
Naruto scattò
verso di lui, gli occhi spalancati e speranzosi.
-Ti ringr…
Kurama
ghignò. Era pur sempre un demone, e non voleva mica che
Naruto pesasse che era diventato buono.
-Il patto! Quindi
c’è una condizione buona per me
Si puntò il
corpo con una coda.
-… e una per
te. O sbaglio?
Naruto si morse il
labbro a disagio, ma lo sguardo rimase duro.
Annuì.
-Bene…
-Non so cosa Naruto gli abbia dato in cambio. Non ce lo disse mai, ma
mi assicurò che non mi dovevo preoccupare per il villaggio.
Poco tempo dopo, Kurama creò una sacca col suo chakra
all’interno di Naruto e otto mesi dopo nacque Mikoto.
Il viso di Sasuke era sempre più pallido, e al nome completo
della bambina un brivido freddo gli percorse tutto il corpo.
-Mika… è…
Itachi si voltò verso di lui, avvicinandosi lentamente e
guardandolo con occhi seri. Allungò una mano e gliela
posò sulla spalla.
-So che può sembrarti strano, ma Naruto l’ha fatto
per Sasuke. Hanno passato un momento buio come coppia …
Scostò lo sguardo. Sasuke si rese conto che suo fratello era
in difficoltà e non era ben lieto di ricordare il periodo.
Poi sentirono le risate dei ragazzi di sotto e il più
piccolo si alzò di scatto.
Itachi non riuscì a fermarlo, preoccupato.
Naruto era davanti alla porta che stava dando l’ultimo saluto
alla ragazza. Ebbe il tempo solo di chiudere la porta e appoggiare una
mano sul grembo e un corpo familiare gli si appoggiò dietro,
stringendolo.
Sobbalzò; le labbra del moro si posarono sul suo collo e il
capo sulla spalla, mentre la mano raggiungeva la sua.
Naruto ebbe un fremito e fisso le loro mani congiunte.
Itachi li osservava da lontano, come sempre aveva fatto.
-Voglio il tuo corpo per
una settimana all’anno… mi sembra equo, non credi
anche tu?
Naruto sbarrò
gli occhi, strinse i denti e i pugni.
-Il villaggio?
Kurama
sbuffò, voltandosi nella gabbia.
-Tranquillo…
non farò del male al tuo caro villaggio… per quei
giorni me ne andrò lontano.
-Dove?
Kurama si
voltò verso di lui e sospirò pesantemente.
Di Naruto si fidava
cecamente, questo non lo avrebbe mai messo in dubbio, ma…
Scosse il capo.
-Andrò dove
tutto ebbe inizio… nella terra del Rikudo sennin…
-Accetto.
Naruto non aggiunse
altro, e neanche lui lo fece.
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