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Autore: Aoimoku_kitsune    02/05/2013    4 recensioni
La guerra sta distruggendo sogni e speranze. La notte di Natale si affaccia su tutto il paese del fuoco.
Sasuke, prima di raggiungere il campo di battaglia, si ritrova a vivere un sogno che alla fine gli piace e dalla quale non vuole svegliarsi. Quando torna alla realtà si rende conto che la strada che aveva scelto all'inizio gli ha rovinato l'esistenza, corrodendolo lentamente. Cosi' ritorna dal suo primo amore, mette via l'orgoglio e con coraggio cerca di dirgli che è cambiato.
Perché ha visto il loro futuro insieme.
Si può sempre tornare indietro nella vita, basta avere il coraggio di rimettersi in gioco.
Genere: Angst, Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Itachi, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Mpreg | Contesto: Naruto Shippuuden
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Il sorriso di Sakura fu quello che vide Sasuke, dopo aver aperto la porta di casa. La donna, ormai adulta agli occhi del moro, alzò una mano e l’agitò lentamente nell’aria, salutandolo.
-Ciao Sasuke-kun… Naruto?
Domandò, sbirciando oltre la sua spalla.
Il moro rimase in silenzio, assottigliò appena le palpebre e si spostò di lato facendo entrare la ragazza.
Sakura era alta quasi quanto lui, con un fisico longilineo e sodo. Doveva ammettere che quella ragazzina petulante che si ricordava era diventata una donna veramente affascinante.
I capelli rosa, lunghi e legati in una coda di cavallo gli svolazzarono davanti agli occhi.
-Sakura- chan!
Salutò Naruto calorosamente.
La ragazza sorrise ancora di più e lo raggiunse, abbracciandolo.
Sasuke non riuscì a sentire quello che si dissero i due, ma li vide allontanarsi e chiudersi in camera da letto.
Rimase stralunato sulla porta di casa.
-Non ti sei ancora abituato?
Gli domandò divertito il fratello maggiore entrando in casa. Sasuke sobbalzò perché proprio non lo aveva percepito, e lo fisso di rimando.
-Devo parlarti.
Disse assente, con la mente persa in pensieri troppo contorti anche per lui.
Itachi sbuffò dalle narici, sollevò appena lo sguardo e poi annuì.
Evidentemente era arrivato il momento di dirgli tutta la verità.
Sperava vividamente di aver capito almeno un po’ quel Sasuke simile ma allo stesso tempo diverso dal fratello, per prevenire le sue reazioni.
Itachi si chinò lasciando Mika al suolo e gli baciò il capo, dicendole che poteva giocare tranquillamente in giardino.
La bambina gli restituì un sorriso luminoso.
Sasuke ne rimase incantato, perché era quello che molte volte aveva visto, rivolto a lui, sul volto del tredicenne Naruto.
La ruga sulla fronte si accentuò, mentre seguiva il fratello nella camera da letto, al piano superiore.
Sakura e Naruto erano ancora occupati.

Si ritrovò davanti a quel cancello fatto di legna che lui stesso aveva creato.
All’interno, un paio di occhi rossi lo osservarono curioso.
-E’ dalla fine della guerra che non ti fai più vedere, moccioso.
La voce fragorosa di Kurama fece nascere un ghigno sul volto del biondo.
-Bhe! Mi saluti così?! Neanche un “mi sei mancato, kit”
Kurama ringhiò e una scarica di chakra oltrepassò la barriera perdendosi poco prima di Naruto, lasciando solo un sospiro di aria calda.
Naruto ridacchiò, scusandosi poco dopo, perché quello che doveva chiedere alla volpe, avrebbe cambiato la sua vita per sempre. La loro vita per sempre.
-Allora, che vuoi? Potere?
Lo sfotté il demone, accucciandosi su se stesso. Rimase fermo a guardare quel giovane uomo - l’unico di cui si fidava e, non glielo avrebbe mai detto, l’unico di cui gliene importava qualcosa.
Ormai il loro legame era indissolubile. Erano nati insieme, e ognuno aveva condiviso la sofferenza dell’altro, senza mai lamentarsi.
Ormai Naruto era diventato parte della sua famiglia.
Il viso del biondo divenne serio e il suo corpo si avvicinò ancora alla gabbia, come se avesse paura che qualcun altro potesse sentire.
-Ti propongo un patto.
Kurama era attento.

Sasuke si mosse agitato sul letto, e strinse sotto le dita le lenzuola chiare del fratello. Fratello che era in piedi, di spalle, e guardava oltre la finestra.
La pausa lo stava uccidendo.
-Poi?

Kurama non riuscì a non ridere. Si piegò su se stesso per il dolore alle mandibole.
-Tu… pff… moccioso, questa si che è la più grande idiozia che abbia mai sentito uscire dalla tua bocca.
Naruto non si scompose. Strinse i pugni e poi li rilassò, stringendoli ancora poi più forte.
-E’ importante per me.
Sibilò.
Kurama tossì, si passò una coda sul muso e guardò il ragazzo.
-Vorresti che io, visto che sono un demone che risiede in te- e per te dovrei pagarti l’affitto in qualche modo - ti facessi rimanere… incinto?!
Il ragazzo deglutì nervosamente, spostò lo sguardo verso destra e annuì, digrignando i denti.
In quel momento gli sembrava fragile il ragazzo. Non era mai stato di buon cuore, Kurama. Ma Naruto… il suo sguardo era oscurato dalla preoccupazione. Per cosa, poi, non lo sapeva. E si stupì di questo.
I pensieri del ragazzo erano sempre stati facili da leggere per uno come lui.
Perché, invece, ora gli era tutto nuovo?!
Il suo sguardo divenne serio. Si passò la lingua sui canini e strinse gli occhi.
-Posso farlo.
Proferì.
Naruto scattò verso di lui, gli occhi spalancati e speranzosi.
-Ti ringr…
Kurama ghignò. Era pur sempre un demone, e non voleva mica che Naruto pesasse che era diventato buono.
-Il patto! Quindi c’è una condizione buona per me
Si puntò il corpo con una coda.
-… e una per te. O sbaglio?
Naruto si morse il labbro a disagio, ma lo sguardo rimase duro.
Annuì.
-Bene…

-Non so cosa Naruto gli abbia dato in cambio. Non ce lo disse mai, ma mi assicurò che non mi dovevo preoccupare per il villaggio. Poco tempo dopo, Kurama creò una sacca col suo chakra all’interno di Naruto e otto mesi dopo nacque Mikoto.
Il viso di Sasuke era sempre più pallido, e al nome completo della bambina un brivido freddo gli percorse tutto il corpo.
-Mika… è…
Itachi si voltò verso di lui, avvicinandosi lentamente e guardandolo con occhi seri. Allungò una mano e gliela posò sulla spalla.
-So che può sembrarti strano, ma Naruto l’ha fatto per Sasuke. Hanno passato un momento buio come coppia …
Scostò lo sguardo. Sasuke si rese conto che suo fratello era in difficoltà e non era ben lieto di ricordare il periodo.
Poi sentirono le risate dei ragazzi di sotto e il più piccolo si alzò di scatto.
Itachi non riuscì a fermarlo, preoccupato.

Naruto era davanti alla porta che stava dando l’ultimo saluto alla ragazza. Ebbe il tempo solo di chiudere la porta e appoggiare una mano sul grembo e un corpo familiare gli si appoggiò dietro, stringendolo.
Sobbalzò; le labbra del moro si posarono sul suo collo e il capo sulla spalla, mentre la mano raggiungeva la sua.
Naruto ebbe un fremito e fisso le loro mani congiunte.
Itachi li osservava da lontano, come sempre aveva fatto.

-Voglio il tuo corpo per una settimana all’anno… mi sembra equo, non credi anche tu?
Naruto sbarrò gli occhi, strinse i denti e i pugni.
-Il villaggio?
Kurama sbuffò, voltandosi nella gabbia.
-Tranquillo… non farò del male al tuo caro villaggio… per quei giorni me ne andrò lontano.
-Dove?
Kurama si voltò verso di lui e sospirò pesantemente.
Di Naruto si fidava cecamente, questo non lo avrebbe mai messo in dubbio, ma…
Scosse il capo.
-Andrò dove tutto ebbe inizio… nella terra del Rikudo sennin…
-Accetto.
Naruto non aggiunse altro, e neanche lui lo fece.
   
 
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