Oh che aggiornamento lampo, quasi non ci credo... ma se aspettavate lo scontro tra Zoro e Rufy, mi dispiace, questo è solo un capitolo di mezzo.
Spero che vi piaccia e che vi incuriosista.
Fatemi sapere cosa ne pensate e soprattutto…
BUONA LETTURA
Neko =^_^=
Capitolo 51: Sogno non sogno
“ZORO, IO E TE CI SCONTREREMO A DUELLO!”
Nell’istante in cui Rufy gridò quelle parole, un
tuono squarciò il cielo e un forte vento si alzò improvvisamente.
La nave cominciò a oscillare pesantemente, ma questo non turbo né Rufy né Zoro che presero a fissarsi per diverso tempo. Il
primo aveva uno sguardo adirato, il secondo uno sguardo determinato di chi
sapeva cosa fare.
Gli altri membri della ciurma, soprattutto coloro che non sapevano cosa
stesse succedendo e non sapevano spiegarsi lo strano comportamento del
capitano, sussultarono e si guardarono a vicenda con aria confusa, nella
speranza che qualcuno potesse spiegare loro qualcosa.
“Cosa sta succedendo?” chiese Usopp, deglutendo
la saliva in eccesso, intimorito dallo sguardo di Rufy.
Non era uno sguardo nuovo, ma il capitano lo usava per intimorire i suoi
nemici, quando questo funzionava, ma mai
si era sognato di usarlo verso un suo compagno.
Chopper aveva gli occhi sgranati e il pelo dritto. Provava pressoché le stesse
sensazioni di Usopp e, sentendosi minacciato, si
nascose dietro le gambe del cecchino.
Franky invece si fece coraggiosamente avanti “Suvvia
fratelli, qualunque sia il problema non credo che sia necessario ricorrere alla
violenza, si può tranquillamente discutere davanti un bicchiere di cola!”
“Franky ha ragione Rufy!”
disse Usopp, non volendo nuovamente assistere a uno
scontro tra compagni, il primo dei quali aveva visto lui come protagonista anni
prima.
“Nessuno si intrometta! Questa è una questione tra me e Zoro!” disse Rufy
non staccando lo sguardo dal suo primo compagno, in attesa di una risposta da
parte sua.
Questa non tardò ad arrivare.
“Accetto!” disse Zoro senza un attimo di esitazione, cosa che provocò altri
sussulti.
Nami si mise in mezzo ai due dicendo “Zoro,
non ti ci mettere anche tu!” il suo più che una richiesta, era una supplica.
Sanji si avvicinò e, poggiando una mano sulla
spalla di Nami per costringerla a guardarlo, scosse
la testa “Nami-swan, ci sono momenti in cui le parole
non servono e due uomini devono scontrarsi per chiarirsi!” spiegò il cuoco.
“Ma questo assurdo! Quante volte è stato dimostrato che le parole sono un
metodo migliore della forza bruta?” tentò di nuovo la navigatrice.
“Non questa volta!” rispose Sanji, nonostante
fosse rimasto inizialmente sorpreso dall’uscita del capitano, comprese la
motivazione del suo gesto.
“Sanji-kun…” disse Nami
ormai in un bisbiglio e rassegnandosi.
Rufy riprese a parlare con tono autoritario “Ci
scontreremo sulla prossima isola! Nami, dove siamo
diretti?”
Nami sussultò, nel casino che si era venuto a
creare aveva dimenticato di controllare la rotta, la quale era andata persa a
causa del movimento delle onde che
avevano spinto la nave lontano dalla via scelta in precedenza dalla
navigatrice.
“Andiamo ad ovest!” intervenne Karin attirando l’attenzione di tutti.
Nami non fece in tempo a protestare che Rufy disse “D’accordo!” Karin sorrise quando la sua
richiesta venne accolta “Sapete tutti cosa fare…e tu Zoro, tieniti pronto!”
“Si…capitano!” disse lo spadaccino sorprendendo tutti quanti. Zoro non era
solito rivolgersi a Rufy in quel modo a meno che non
si trattava di una situazione seria, ma quella faccenda era più che seria.
“Ragazzi è pazzesco, mi domando dove andremo a finire!” disse Usopp lasciandosi andare sulla sedia della cucina.
“Io non capisco perché è successo tutto questo. Zoro ha fatto qualcosa a Rufy?” chiese Chopper guardando Robin.
“Gli ha salvato la vita!” rispose l’archeologa con un sorriso.
“Di che parli sorella?” chiese Franky e fu in
quel momento che tutti quanti vennero a sapere della situazione.
“Ora capisco!” disse Usopp “è una brutta
faccenda!”
“Posso capire come si sente Rufy, ma per una
volta non può far finta di niente? Alla fine siamo tutti in salute e Zoro sta
bene, anche se ricordo che se l’è vista brutta. Se fossi intervenuto a curarlo
qualche minuto più tardi, probabilmente sarebbe morto!” disse Chopper rattristato.
“Ma non capisco perché ora Rufy voglia combattere
contro di lui! Cioè quei due sono fortissimi, ma credo che tutti siamo d’accordo
nel dire che il capitano è più forte di Zoro. Cosa ha intenzione di fare? Di eliminarlo?”
chiese Usopp.
“Idiota. Probabilmente arriveranno a farsi male, ma nessuno ucciderà nessuno.
Rufy vuole farla pagar a Zoro lo scherzo che gli ha
tirato e probabilmente vorrà sfogarsi un po’!” disse Sanji
mentre preparava la cena.
“Sfogarsi?” chiesero Usopp e Chopper all’unisono.
“Zoro col suo gesto gli ha ricordato che non sempre è in grado di
proteggerci e questo è un po’ come intaccare il suo orgoglio, oltre al fatto
che probabilmente si sarà sentito nuovamente un cattivo capitano!” disse Robin,
facendo alzare gli occhi al cielo ad Usopp.
“Ma se lo fosse, noi non saremo qui con lui!” disse Chopper.
“Questo lo sa anche lui, ma credo che dopo quello che è accaduto ad Ace,
anche se ho già cercato di fargli capire che ognuno ha bisogno dell’altro per
andare avanti, non accetterà mai questo concetto!” disse Nami
sospirando.
“è facile dire a Rufy che per andare avanti,
tutti abbiamo bisogno dell’aiuto dell’altro anche in momenti tragici, ma
rifletteteci bene…voi accettereste che qualcun altro della ciurma si faccia
uccidere per salvarvi la vita?” chiese Robin seria e il silenzio calò nella
stanza, fatta eccezione per l’olio che scoppiettava friggendo.
Zoro era nella sua stanza di allenamento in cima all’albero ed era intento a
saltellare, tenendo molti pesi sulle spalle, quando, sentendo qualcuno
raggiungerlo, decise di mettersi a sedere e allenare le braccia.
“Cosa vuoi?” disse secco.
“Ehm…ecco…io…volevo solo assistere!” disse Karin un po’ timidamente.
“Fa come ti pare”!” disse Zoro continuando quanto stava facendo.
La ragazzina seduta guardava le varie gocce di sudore colare dalla fronte
dello spadaccino.
“Sei preoccupato?” chiese la ragazzina.
Zoro continuò senza risponderle.
“Insomma dovrai scontrarti con il tuo capitano. Io non sarei tanto
tranquilla!”
Lo spadaccino non fiatò.
“Non credevo di assistere a uno scontro tra te e Rufy.
Non me lo sarei immaginato. Sarà emozionante, anche se spero che voi due non
esageriate!” disse Karin.
Silenzio.
Karin si alzò e si diresse verso le spade dello spadaccino e ne afferrò
una.
“Sta lontano dalle mie spade!” disse minaccioso Zoro.
Karin sogghignò “Oh allora la lingua per parlare ce l’hai!” disse
sfoderando una spada “Tranquillo, non ho intenzione di toccare la tua Wado ichimoji e nemmeno la Sandai Kitetsu, so che è
maledetta e non voglio morire prima di aver portato a termine il mio scopo! Ma la
Shuusui non appartiene né alla tua migliore amica, né è maledetta quindi…ti
sfido!” disse puntandola verso Zoro.
Zoro spalancò gli occhi “Che diamine…Senti ragazzina, non ho tempo di
giocare con te. Devo allenarmi!”
“Allenati con me. Non sarò alla tua altezza, ma ho avuto due buon
insegnanti. Uno gentile, l’altro un po’ scorbutico, ma paziente e molto capace!
Vediamo se mi ha insegnato bene!” disse Karin sorridendo.
Zoro sbuffò, seccato del fatto che tutti quel giorno lo sfidassero, ma decise di accettare,
qualcosa gli diceva di farlo e di accontentare quella ragazzina.
Scelse la sua Wado Ochimoji e si mise in posizione di difesa. Non avrebbe
attaccato, ma avrebbe aspettato che fosse Karin ad attaccare.
Lo scontro non fu lungo e Zoro non dovette nemmeno fare molta fatica a
batterla.
“Accidenti, mi hai sconfitta!” disse Karin a terra con il fiatone.
“Pensavi di essere in grado di battermi?” chiese Zoro curioso.
“Stai scherzando? Nemmeno fra un milione di anni. Sei o no lo spadaccino
migliore al mondo?” chiese.
“Non ancora!” disse Zoro “Ma tu hai uno stile di combattimento che ho già
visto. Chi sono i tuoi insegnanti?”
“Bhe il mio stile è molto diffuso e…purtroppo non
credo che i miei insegnanti sarebbero fieri di me al momento, una in
particolare. Mi piacciono le spade, ma… non è lo strumento con cui mi trovo
meglio a battermi!” disse Karin per poi sospirare “Bhe
in realtà non eccello in niente. So usare un po’ di tutto, ma niente mi si
addice. Nemmeno la medicina!”
Zoro alzò un sopracciglio “Allora perché hai detto di voler diventare
medico?”
“Non ti è mai capitato di fare cose che non ti piacciono per aiutare gli
altri? Ho intrapreso questa strada per aiutare tre persone. Una in particolare!
Lo trovi strano?”
Zoro scosse la testa “No, ma seguendo questo tuo scopo che hai definito
anche sogno, sicura che non ti impedisca di realizzare il tuo vero sogno?”
Karin sbuffò “Perché dite tutti la stessa cosa? Io speravo di fare tutti
felici e invece…mi sono sentita dire questa frase come a volermi invitare di
lasciare perdere. Ma questa cosa la faccio anche per me alla fine e poi…fatto
quello che devo fare, posso lasciar perdere la medicina e dedicarmi al mio vero sogno. Tanto sono
giovane...” Karin diventò blu “Sempre se mia madre non mi uccide quando torno a
casa!”
“Perché mi stai dicendo tutto questo? Perché a me?” chiese Zoro stranito.
Karin abbassò lo sguardo e si guardò i piedi “Non c’è un motivo particolare
e…è che ho…” Karin arrossì imbarazzata “…diciamo che con te posso parlare liberamente
senza che venissi sommersa troppo dalle domande e poi con te sento di avere
maggiore confidenza!”
“Tsè, tu sei tutta pazza!” disse Zoro storcendo
il naso per lo strano comportamento della ragazza.
“Grazie!” disse sorridendo divertita per poi allontanarsi.
Zoro sussultò a quel sorriso e la fissò confuso, fino a quando la ragazzina
scomparve.
Passarono un paio di giorni e Rufy aveva evitato
il più possibile Zoro, cosa che creava disagio a tutta la ciurma. Tutti
speravano che quella situazione terminasse presto, ma non dovettero attendere
ancora a lungo, perché una striscia di terra si cominciò a intravvedere all’orizzonte.
Rufy e Zoro nell’apprendere la notizia, si
recarono sul ponte per osservare l’isola e successivamente gli sguardi del capitano e dello spadaccino si incontrarono.
Entrambi erano pronti…pronti per qualsiasi cosa fosse successa su quella terra.