EPILOGO
betato
da nes_sie
questo capitolo lo dedico
a tutti quelli che sono rimasti con me fino alla
fine,
e a chi ha amato più di
tutti questa storia.
per syl88
Avrei
voluto iniziare la mia storia con
un nostalgico “C’era una volta Celeste Fiore…” accompagnato da qualche
descrizione su di me e su quello che amavo più fare, cioè scrivere.
Invece,
tutto iniziò con un giorno di pioggia e una doccia fredda inaspettata.
Quello
fu il giorno in cui conobbi
Leonardo Sogno.
Molti
di voi, ora come ora, direbbero che
fui una ragazza fortunata. Insomma, non capita mica tutti i giorni di
incrociare per strada – o sulla sua Ducati – un calciatore famoso di
serie A.
…peccato
che non mi resi minimamente
conto di chi fosse, sulle prime.
Non
ero mai stata amante del calcio, né
degli sport in generale. Il mio unico movimento consisteva nel fare
tutti i
giorni avanti e indietro, a piedi, dalla casa che condividevo con
Robbeo fino
alla facoltà di Lettere.
Ovviamente,
anche Leonardo approfittò
subito della mia ignoranza in materia.
Nacquero
così subito delle incomprensioni
e delle bugie che ne richiamarono necessariamente delle altre, fino a
costruire
una rete ingarbugliata e infinita di menzogne. Mi ritrovai presto a
sospettare
qualcosa sulla sua identità, sul come un ragazzo così affascinante
facesse il
fiorario-barra-modello per sopravvivere.
Purtroppo,
data la mia innata capacità di
innamorarmi pure di un sassolino sul marciapiede, non mi resi
minimamente conto
di tutto il “progetto” che quel buono a nulla aveva architettato alle
mie
spalle.
Con
la partecipazione del mio migliore
amico, ovviamente.
Fu
davvero un trauma per la sottoscritta
venire a conoscenza della verità da un mio compagno di corso, J.
La
sua festa di compleanno non la
dimenticherò per nulla al mondo.
Poi
ci fu la volta della “fuga” a casa di
Vennie, la mia migliore amica e la conseguente proposta di lei di
recarmi a
Londra per una vacanza non-sospetta… o quasi.
Mi
ero isolata dal mondo intero in quei
giorni, allontanandomi soprattutto da Romeo perché mi sentivo tradita.
In
mia difesa, vorrei aggiungere che la
mia precedente relazione era finita a causa delle bugie che il tipo di
turno mi
rifilava, preferendo la compagnia di qualche altra ragazza più
disponibile.
Per
questo, la mia fidata Coscienza mi
aveva messo in guardia.
Di
conseguenza mi ero costruita attorno
un muro di mattoni gialli – perché il giallo è bello! – e spessi, così
da
proteggermi da qualsiasi cosa il mondo mi avesse messo davanti.
Purtroppo
Leonardo era stato capace di
arginare quel muro. Forse perché era uno sportivo, o magari perché era
determinato, comunque lui fu l’unico dopo tanto tempo che riuscì a
scavalcarlo,
lasciandomi nuda.
E
con Londra le cose cambiarono di molto.
Ci
fu una grande partita, in uno stadio
altrettanto enorme e spettacolare che mi fece perdere il fiato.
Riconsiderai la
mia opinione su molte persone, tra cui Annalisa Cavalli che subito
avevo
giudicato come un’arrampicatrice sociale e bambinetta viziata.
Romeo
ottenne il mio perdono, così come
Leonardo.
…
o Ruben.
Alla
fine, scoprii che quel nome non era
altro che quello del suo manager, nonché migliore amico.
Ruben-la-talpa, come
ormai lo soprannominavo per distinguerlo dalla vecchia immagine di
Ruben che
avevo.
Vi
starete chiedendo come sia finita
tutta la storia.
Dopo
diciannove capitoli, vari passaggi
di mano, viaggi e corse dell’ultimo secondo, Celeste Fiore come
trascorre la
sua vita adesso?
Ci
sarebbe tanto da raccontare e molto da
omettere. Si tratta pur sempre della vita privata di Leonardo Sogno, e
so
quanto questo sia importante per lui.
Posso
solo dirvi che abbiamo dovuto fare
dei sacrifici – entrambi – e adattarci come meglio potevamo alla vita
che in
futuro avremmo potuto condividere insieme.
Io
ho cominciato a seguire il calcio,
ahimè.
Ci
è voluto più di un mese, cinque sedute
a settimana con Robbeo e le sue urla da cavernicolo in calore e vari
manuali
che spiegavano le basilari regole del calcio… ma adesso sono più che
sicura di
saper riconoscere un fuorigioco o un fallo da ammonizione.
Leonardo
ha messo da parte la bella
vita per un po’. Diciamo che frequenta
ancora i locali più alla moda, ma finalmente ha deciso di coinvolgermi
in
queste sue serate.
Cosa
che ci porta al terzo, importante,
cambiamento.
La
privacy è un lontano e bellissimo
ricordo, visto e considerato l’intervista che rilasciai alla rivista
“Rolling
Stones” – numero di Maggio. Mi devo ancora abituare ai fan di Leonardo,
al
fatto che una semplice passeggiata in centro si trasformi in un assalto
di
persone che chiedono autografi e foto.
Anche
alla sottoscritta!
Adesso
vengo persino chiamata la
“Gioconda”, per osmosi.
Che
altro aggiungere?
L’incontro
con i miei genitori (e con i
suoi) è stato parecchio strano, ma alla fine la mamma è sempre la
mamma, che
antepone la felicità dei figli alla propria, e nonostante sapesse delle
difficoltà che avrei incontrato uscendo con un calciatore, mise da
parte il suo
pensiero.
Alla
fine mi sono trasferita da Leo.
Dapprima
non volevo, in quanto mi
sembrava troppo presto condividere un appartamento – anche se,
tecnicamente,
già coabitavo con Robbeo – ma Leonardo fu insistente. Visto che Ruben
aveva
deciso di trasferirsi a Londra, per Sofia, la casa del calciatore era
diventata
troppo “grande” e troppo “silenziosa” per i suoi gusti.
Pensai
subito fosse una scusa bella e
buona perché mi voleva al suo fianco, senza dirmelo in modo smielato.
Amavo
anche queste piccole sfumature del
suo carattere.
Ebbene,
posso annunciarvi che Venera è
partita per frequentare il master a Cambridge, mentre Romeo ha
cominciato a
lavorare per suo “suocero”, Mr. Cavalli.
Annalisa
ha una certa influenza su suo
padre, oramai mi era sembrato ovvio.
Di
recente, abbiamo ricevuto il biglietto
per una partecipazione di nozze e non appena l’ho mostrato a Leo, lui
mi ha
sorriso.
Romeo Ciuccio
Annalisa
Cavalli
annunciano
il loro matrimonio
chiesa
di S. Marco
p.zza
Venezia
Sabato
17 Dicembre 2012 – ore 16.30
Quel
giorno non lo dimenticherò mai,
perché fu la cerimonia più bella a cui assistetti e, nello stesso
tempo, fui
felice per il mio migliore amico.
L’amore
ha tanti modi per manifestarsi.
Può nascere da una menzogna, dalla poca fiducia in sé stessi, dall’odio
che
lentamente si manifesta sotto altre forme oppure dalla semplice
timidezza.
Io
mi ritengo fortunata. Al di là
dell’essere fidanzata con un calciatore, al di là delle feste e dei
soldi… ho
potuto vivere “Come in un Sogno” grazie a lui.
per
cui grazie, Leo.
Ps.
Leonardo ha firmato il contratto con
la Magica per altri cinque, fantastici anni. E adesso è diventato
pappa-e-ciccia con il Capitano.
***
«Hai
finito di picchiettare sul computer? Mi stai facendo venire il mal di
testa!»
si lamentò Leo, sbracato sul letto a fare zapping col telecomando.
Sorrisi.
«Ho quasi finito. Debbo inviare l’epilogo alla redazione entro domani,
così
potranno inserirlo prima di mandarlo in stampa,» gli spiegai.
«Ma
è proprio necessario pubblicare una cosa tanto privata?» borbottò.
Da
quando gli avevo dato la notizia del romanzo che per tutto quel tempo
avevo
portato avanti, subito aveva storto il naso. La storia aveva nomi
diversi,
d’accordo, i fatti erano più o meno romanzati, però c’eravamo noi lì
dentro ed
io tenevo a quel libro più di qualsiasi altro tesoro avessi al mondo.
«Avevi
detto che andava bene…» esitai.
L’idea
di bloccare l’uscita del libro quando già avevo firmato un contratto
quinquennale con la casa editrice e accettato i vari tour in giro per
l’Italia
per pubblicizzarlo non era delle più allettanti.
Leonardo
si sedette sul bordo del letto, poi mi sorrise. «No, dai, scherzo,»
soffiò.
«Visto e considerato che questo tuo romanzo parla di noi, dovrei essere
onorato
di poterlo leggere.»
Presi
l’occasione di correggerlo, ancora. «Tecnicamente parla anche di Romeo,
Ruben e
Ven,» precisai.
«È
una storia ingarbugliata.»
«Dovresti
leggerla,» gli suggerii.
Leonardo
ancora una volta mi sorprese, perché si alzò dal letto e mi raggiunse
alla
scrivania, sedendosi un po’ traballante sulle mie ginocchia. Non voleva
pesarmi, ma a me poco importava. Che pesasse ottanta o novanta chili,
lo avrei
sempre sostenuto.
«Da
dove comincio?» mi chiese, con l’espressione da cucciolo.
Presi
il mouse e andai al principio del foglio di Office.
«Da
qui,» dissi sicura, indicandogli il “Prologo”.
Leonardo
prese una delle mie mani e la strinse tra le sue, poi guardò lo
schermo.
«Il
boato della folla era inebriante…»
Fine.
*si asciuga la lacrimuccia*
Siamo arrivati alla fine, nemmeno ci credevo! Ho iniziato questa storia
a 4 mani, in collaborazione con un'altra ragazza di cui poi ho perso le
tracce. Alla fine si sono dimezzati anche i lettori, ma era giusto che
avesse una conclusione o almeno una ''vicina'' a quella che avevo
immaginato assieme a lei. Spero di aver reso giustizia alla storia,
così com'era iniziata.
:'3
Inizialmente scrivevo solo il pov di Leo, mi rispecchiava e adoravo
mettermi nei panni di quello sbruffone *-*
Anche impersonare Cel, in questi ultimi capitoli, è stato istruttivo.
E' sempre difficile cambiare pov e riuscire a rimanere fedele ai tratti
del personaggio, ma spero di esserci riuscita. Decidere di
portare avanti la storia da sola è stata dura, ma l'ho fatto sia per
una questione di correttezza, sia per le mie crudelie e infine per
l'altro mio "pargolo", ovvero I'm
in LAW with you.
Diciamo che senza l'input di Cius, questa storia non avrebbe senso... o
almeno ne avrebbe poco.
Beh, ora non mi resta che portare avanti qust'altra long//spin-off,
dopodiché direi proprio che mi prenderò un periodo sabbatico. Deciso.
Scrivere una long è davvero stancante, soprattutto se ti fai trascinare
dai fans e dalla real-life. :3
Grazie di tutto. Per avermi seguito e supportato anche quando è
''cambiato'' il pov di questa storia, con una brusca virata.
Ci siete sempre stati e di questo vi ringrazio. Spero proprio di aver
concluso la storia come desideravate :3
Besos,
//marty
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