Note iniziali (?) : le foto dei
personaggi sono in fondo, dopo le
note finali ahaha
Capitolo 4 ‒
Bugie e scommesse
Le lezioni ad
Hogwarts sono cominciate da più di due mesi e nessun
professore è più magnanimo con gli studenti,
visto che ormai le vacanze estive
rappresentano solo un ricordo sbiadito e l’autunno ha
già sfondato le porte di
ingresso.
Fa freddo quella
mattina di metà Novembre, Tom
cammina per i corridoi pieni di ragazzi
con le mani in tasca e la tracolla troppo lunga che sbatte
continuamente contro
le sue gambe ad ogni passo.
È
distratto, pensa a tutto e pensa a niente. Stamattina neanche ha
fatto colazione, non ha fame e se continua così
finirà per cadere giù dalla
scopa durante gli allenamenti di Quidditch.
Sente dei passi
veloci dietro di lui e un respiro affannato che lo
costringono a voltarsi, sobbalzando per lo spavento quando si ritrova
Pat a
qualche centimetro dal viso. «Non pensavo di essere
così brutta da far paura»
scherza la ragazza, allontanandosi subito e affiancandosi a Tom che
ride,
grattandosi la barba di qualche giorno sul mento. «Mi hai
colto di sorpresa»
cerca di scusarsi lui, senza impegnarsi troppo a trattenere le risate
per la
scena di poco prima. «Ti ho chiamato quattro volte,
più che altro ho urlato il
tuo nome e tu non ti voltavi» dice Pat alzando le spalle a
mo’ di scuse e poi
abbassando lo sguardo in un gesto automatico quando un ragazzo le passa
davanti.
Fruga nella sua
borsa e tra i vari libri di scuola tira fuori una
scatola.
«Biscotto?»
chiede a Tom, mettendosene uno in bocca. Sono i suoi
preferiti, quelli con le gocce di cioccolato. A colazione fa sempre la
scorta e
li nasconde in quella scatola di plastica. Tom annuisce e ne prende
uno, non ha
fame eppure mangia, forse solo perché glielo ha offerto lei
con quel sorriso…
«Sono
buoni» osserva il ragazzo, finendolo in due bocconi e
allungando la mano per prendersene un altro senza permesso.
«Lo
so» risponde semplicemente lei, allontanando la scatola non
appena
le sue dita sono sul punto di rubarsene uno.
Improvvisamente
Tom guarda un punto indefinito dietro Pat che si
volta, cercando di capire cosa avesse catturato l’attenzione
del ragazzo.
«Guarda! ‒ esclama il biondo, gli occhi azzurri che luccicano
come un bambino ‒
quel ragazzo ha una Firebolt!» lo dice così ad
alta voce e con così tanto
entusiasmo da far voltare non solo Pat, ma anche alcuni studenti che
gli
camminano vicino.
«Dove?
Io non l’ho ve…» la Grifondoro non fa in
tempo a finire la
frase che, voltandosi verso Tom, lo vede correre via con in bocca un
biscotto e
un altro tra le mani. Si da una botta in fronte
«Stupida» si dice, mettendosi
alla rincorsa del ragazzo. «Dove scappi?! Se ti
prendo…!»
Si fanno largo a
gomitate tra il mare di studenti e la loro corsa
si trasforma in una risata continua, liberatoria. A Pat piace sentire
Tom
ridere, le mette gioia.
Si fermano
davanti la porta dell’aula di Trasfigurazioni, lui ha
frenato di botto e la ragazza gli si è schiantata contro.
Prendono fiato e non
appena Pat si riprende gli da uno schiaffo in testa. «Miei
biscotti» fa con una
voce da bambina piccola. E Tom ride ancora finché, una volta
entrati, non le
chiede. «Ti siedi vicino a me?»
«Lo
avevo promesso a –non riesce a finire la frase che il ragazzo
mette un broncio scherzoso, ma sembra realmente dispiaciuto
–perché no? Però ci
sediamo in fondo eh!» accetta infine Pat, lasciandosi cadere
su una sedia tra
gli ultimi banchi. Con Tom sono sempre stati amici, ma in
quest’ultimo periodo
hanno legato parecchio, soprattutto dopo la lezione di pozioni. Le
piace questa
nuova amicizia, Tom è un po’ come lei,
è divertente stare con lui. Certo, con i
Serpeverde diventa una testa calda e tutto questo odio nei loro
confronti Pat
non lo capisce, forse un giorno gli parlerà anche di questo.
Non ora, non ha
voglia di litigare.
«Tu
l’hai fatta la ricerca sugli Animagus?» chiede Tom
ingenuamente, cercando di non sorridere troppo. «Si e
scommetto che tu non
l’hai finita» risponde pacata lei, tirandola fuori.
«Invece ti sbagli, volevo
solo confrontare un passaggio…» comincia lui,
facendole vedere cosa intendesse.
Trasfigurazione è la sua materia preferita insieme a Difesa
contro le Arti
Oscure, non copierebbe mai un compito. Pat si ritrova a sorridere
inconsciamente, subito aveva pensato male e invece…
Gli
piacciono
sia Trasfigurazione che i biscotti, sono due punti a suo favore.
«Ragazzi
per favore, sedetevi» Alex Jane, la professoressa di
Trasfigurazione, entra nell’aula con le mani piene di
scartoffie e la borsa che
si impiglia al mantello verde e argenteo tipico della sua Casa:
Serpeverde.
Posa tutto sulla
cattedra, prima di voltarsi verso i suoi
studenti. Raccoglie i capelli boccolosi color carota in una coda
veloce,
lasciando qualche ciocca libera davanti.
«Fatta
la ricerca?» chiede a tutti, facendo cenno con la mano di
tirarla fuori. Proprio mentre sta cominciando a fare un giro tra i
banchi, la
porta si spalanca.
«Mi
chiedevo quando saresti arrivato, signor White. Meno due punti
alla Casa dei Corvonero, magari la prossima volta eviterai di fermarti
a
parlare con le tue ammiratrici nei corridoi e, se te lo stessi
chiedendo, ti ho
visto per caso, quindi stai pur tranquillo che non ti spio.»
lo accoglie in
quel modo la professoressa, odia i ritardatari, quando è il
momento di studiare
bisogna studiare, non perdere tempo o giocare. «Se
era un Grifondoro, minimo toglieva sei
punti» scherza Tom, facendo ridere Pat, una risata sommessa
per non essere
ripresa.
Axel rimane
sorpreso dalla reazione dell’insegnante e si guarda
velocemente intorno per vedere se c’è qualche
posto libero. Fa finta di non
notare una ragazza spingere in mal modo la sua compagna per fargli
spazio e
arriva davanti al banco dove Nishe siede da sola.
«Posso?» le chiede, quando
già ha poggiato la sua tracolla sul piccolo spazio di banco
rimasto. «Ti sei
già seduto» risponde lei, intenta a intingere un
pennello nell’inchiostro
colorato. Solo in quel momento Axel si accorge delle chiazze sul banco
che vanno
a formare un fiore. Sorride, osservandola nel corso del tempo ha capito
quanto
ami disegnare, una volta era venuta a pranzo con le mani dipinte e sul
naso una
piccola striscia di inchiostro verde.
«Sei
brava» si complimenta lui, tentando di aprire un discorso, ma
forse lei ora è troppo occupata per badare a lui, forse
neanche a voglia di
parlare.
«Grazie»
si limita a rispondere, ma ad Axel non sfugge quel
sorriso soddisfatto che le riempie le labbra anche solo per qualche
secondo.
«Chi
ti ha detto di sederti vicino a me?» le chiede acida Lila,
vedendo che Faye si è seduta accanto a lei e non ha alcuna
intenzione di
alzarsi. «Sono “contenta” quanto te, ma
tutti i posti sono occupati» risponde a
tono Faye, sistemandosi una ciocca dei capelli neri dietro
l’orecchio. Lila si
volta a guardarla per la prima volta da quando si è accorta
di averla accanto e
osserva curiosa la perfetta treccia in cui ha legato i capelli, una
treccia di
quelle che si portano di lato. Anche a lei piacerebbe potersene fare
una, ma
qualcuno potrebbe notare il suo orecchio malformato…
«Evidentemente
nessuno vuole stare vicino a te» la stuzzica Lila,
sorridendo. Faye nota in quel momento che sorride spesso, anche senza
motivo.
Sorride e sa che quel sorriso cela una miriade di cose che nessun uomo
riuscirebbe mai ad immaginarle tutte e lei vorrebbe tanto scoprirle. Si
morde
la lingua dopo aver fatto quel pensiero e, lasciandosi inviperire dalle
parole
che Lila le ha riservato, le risponde fredda con il labbro inferiore
che
comincia a tremare per la rabbia «Anche tu eri da sola, a
quanto pare la mia
compagnia non è l’unica a non essere
gradita» non guarda neanche la reazione di
quelle parole sul volto di Lila, sa di aver vinto e questo le basta.
Fruga
nella sua borsa e tira fuori la ricerca, consegnandola alla
professoressa che
ci getta un’occhiata veloce, strappandole un sorriso
soddisfatto che si ampia
ancora di più leggendo le prime righe di quella di Lila.
«La
prossima volta vedi di non arrivare all’ultimo minuto,
così
non rischi di sederti di nuovo accanto a me»
l’avverte la piccoletta,
toccandosi come sempre i capelli ricci ramati proprio davanti
l’orecchio e Faye
comincia ad avere il sospetto che nasconda qualcosa, il
problema è cosa.
«Non
ci sarà una prossima volta»
«Come
mai così felice? Sempre se posso saperlo» fa
Caroline a
William, notando il suo sorriso. E lui non sorride spesso.
Il ragazzo dai
capelli rossi viene riportato alla realtà dalla
voce della sua amica che lo guarda curiosa.
William non
è abituato a parlare dei suoi fatti personali ad altre
persone, ma Caroline è diversa, lei
è…Caroline.
«Mi ha
scritto Kate stamattina» le rivela e solo in quel momento
la ragazza bionda nota la lettera che tiene stretta tra le mani.
Non
può che provare un pizzico di gelosia, Kate è
l’unica in grado
di farlo sorridere in quel modo. Neanche lei ci è mai
riuscita e sono amici fin
dal primo anno di scuola.
«Davvero?
E che dice?» chiede, la curiosità mista alla
gelosia che
la divora dentro.
Tutti sanno che
è una buona ascoltatrice, la persona perfetta con
cui confidarsi.
William le
rivolge uno sguardo timido, non sa se aprirsi o no. Se
ci fosse stata un’altra persona al posto della bionda, non
avrebbe esitato a
rimanere in silenzio rileggendo quella lettera. Ma Caroline lo guarda
in quel
modo e come fa a non fidarsi?
«Niente
di che, mi ha detto che ha provato a comporre un pezzo e
che quando torno a Natale me lo vuole fare sentire, anche se crede che
se….che
se cantassi io sarebbe ancora più bello » William
non può che non arrossire nel
pronunciare l’ultima frase, nessuno sa che canta, tranne Kate
e la sua
famiglia.
«E
questo tu lo definisci “niente di che”?»
scherza Caroline per
smorzare l’imbarazzo e la timidezza del rosso.
«Davvero canti?» chiede, non
riuscendo a frenare la sua lingua. Lo vede annuire, le orecchie che
diventano
rosse.
«Un
giorno mi farai sentire» conclude così la
conversazione
Caroline, sapendo di essere andata fin troppo oltre, ma allo stesso
tempo
contenta che William si sia aperto con lei. Non capita spesso, anzi,
quasi mai.
Le piace la loro
amicizia, ora ancora di più.
È
una di
quelle amicizie che sicuramente non si trasformeranno in amore, anche
perché William
ha Kate, sicuramente stanno insieme, pensa Caroline
e non sa se essere felice
per lui o ancora più gelosa. Che poi perché sia
gelosa resta un mistero, forse
si sta legando tanto a lui e sapere che per William esiste solo
Kate…ecco fa un
po’ male.
«Ei
ciao» Selene, in quel preciso momento, vorrebbe puntarsi una
pistola in bocca e sparare, invece di rispondere. Perché
Christian la
perseguita? Non si sono mai parlati in questi anni, nonostante si
vedessero
ogni santissimo giorno, e da quando hanno fatto coppia per quella
stupidissima
pozione d’amore la saluta sempre, in ogni momento. Se non
camminasse
velocemente, sicuramente lui si fermerebbe a parlare di cose stupide.
Stupide
come
lui, d’altronde.
«Ciao»
risponde, senza voltarsi. Christian è seduto esattamente
dietro di lei, accanto a Peter, pare sia il fratello di Lila dalle voci
che
circolano…
«Fatta
la ricerca?» le chiede, tentando di attaccare un discorso.
Selene a quel punto è costretta a voltarsi e alzando le
sopracciglia gli
risponde «No, guarda, sono venuta a lezione senza aver svolto
il compito e non
mi sono neanche premurata di copiarlo» detto ciò
si volta, chiudendo la loro
breve conversazione neanche iniziata e già finita.
Peter trattiene
una risata e sussurrando a voce così bassa che a
stento Christian riesce a sentire, gli dice «Sarà
difficile vincere la
scommessa, è un tipetto duro questa Selene» ma
Christian scuote la testa,
sorridendogli «Ce la farò»
E non
è solo per scommessa.
Mezz’ora
prima:
Timothy
si
sta dirigendo a lezione, si passa una mano tra i capelli corvini mentre
supera
un gruppetto di Grifondoro intento a parlare e a lodare Christian per
le sue
conquiste. Li ha sempre odiati i tipi come lui, sempre amati solo
perché belli
e popolari.
«Allora,
Chris, chi scegli tra le pollastre che ti vanno dietro?»
scherza Peter, ridendo
insieme a Tom. «Mm…
sai potrei averle
tutte» ribatte Christian, sistemandosi con una mano i capelli
mori in un gesto
che tutte le ragazze trovano sensuale.
La
verità è
che Christian però si sta stancando di recitare sempre il
solito copione,
ignorare e allo stesso tempo corteggiare tutte le ragazze che gli vanno
dietro,
ma gli piace troppo stare al centro dell’attenzione per
rinunciarvici. In
questo modo si sente amato, loro sono la sua vera famiglia, non quei
genitori
che si ritrova…
«Tutte?»
Improvvisamente
il gruppetto di Grifondoro si volta verso Timothy che lo guarda con
sguardo
indifferente. Alza le sopracciglia, ripete la sua domanda con un tono
di sfida
«Tutte?»
Qualcuno
ride, spingono Christian verso il Corvonero.
«Di
sicuro
più di te» ancora risate. Non lo sa neanche
Timothy perché si è immischiato in
una situazione che non lo riguardava minimamente, ma è
voluto entrare nel
gioco, quindi adesso gioca.
«Vuoi
scommettere?»
C’è una voce dentro Christian che dice di lasciare
perdere, che non può mettere
una ragazza come premio di una scommessa, ma poi ci sono i suoi amici
che
guardano la scena divertiti, che aspettano che questa scommessa si
faccia.
E
loro sono
la sua famiglia, non può deluderli proprio come ha fatto con
i suoi genitori
quando è stato smistato tra i Grifondoro, quando non ha
provato mai odio contro
i Mezzosangue.
«Scommetto
che Selene non uscirà mai con te»
Timothy
è
sicuro delle sue parole e non ci vuole un grande osservatore per capire
che
Selene la pensa al suo stesso modo riguardo ai tipi come Christian.
«Accetto»
risponde fintamente divertito il Grifondoro, stringendo la mano a
Timothy che
si volta, dirigendosi verso la sua aula.
«Bene,
come avrete intuito dalla ricerca che vi ho fatto fare per
la lezione di oggi, in quest’ora parleremo degli
Animagus» comincia la lezione
Alex.
«Aprite
il libro 'Trasfigurazione: vantaggi ed effetti
collaterali' a pagina 234» incita i ragazzi ad accelerare
l’azione dello
sfogliare le pagine, poi con un gesto della bacchetta chiude tutte le
finestre
e accende il proiettore in fondo all’aula.
La professoressa
comincia a spiegare e mentre buona parte degli
alunni prendono appunti, un piccolo aeroplano fatto di carta distrae
Selene.
Volteggia dalla porta fino a lei, nessuno sembra averlo notato,
complice anche
il buio dell’aula. Lo afferra con un gesto rapido e subito lo
nasconde tra le
pagine del libro, aprendolo.
Aggrotta le
sopracciglia, mentre legge. È una grafia obliqua,
disordinata, rapida.
Ei
Selene, attenta a Christian, pare abbia fatto una scommessa che
consiste con il
chiederti di uscire.
‒T.
Selene si volta
automaticamente
verso Christian che le sorride calorosamente.
Se prima lo
odiava solo per
la fama, ora lo detesta anche per lo schifo di persona che
è. Come si può
scommettere su una ragazza?
E chi
è questo –T ?
Però
decide di fargliela
pagare, perché con lei non si può giocare in
questo modo, così ricambia il
sorriso, fingendosi timida e rivolgendo nuovamente
l’attenzione verso la
professoressa. Accartoccia il foglio e se lo infila nella tasca della
veste,
non lo vuole vedere più.
«Visto,
sta funzionando»
sussurra Christian a Peter che si limita a sorridergli e a dargli una
piccola
pacca.
Qualcosa, dentro
Christian,
si è smosso nel vederla sorridere in quel modo per lui.
Lila e Faye non
hanno più
parlato, sono rimaste in silenzio ognuna con la testa china sul foglio
a
prendere appunti.
Lila non ha mai
prestato
così tanta attenzione ad una lezione e non ha mai svolto una
ricerca in un modo
così accurato, ma gli Animagus l’hanno da sempre
affascinata, un giorno
vorrebbe diventarne uno.
Che
bello potersi trasformare in un animale, fuggire anche
se per poco dalla vita che ti soffoca,
pensa sorridendo tra sé e sé.
A Faye non
sfugge quel
sorriso e vorrebbe capire cose le succede, perché
è così affascinata e allo
stesso tempo irritata da quella ragazzina.
«Perché
mi stai fissando?»
le chiede Lila infastidita, senza alzare gli occhi dai suoi appunti.
«Non
ti sto guardando»
risponde freddamente Faye, voltandosi verso lo schermo dove le immagini
vengono
proiettate.
Tom non
può non pensare che
Pat sia bella e illuminata dalla fioca luce del proiettore lo
è ancora di più.
«La
lezione è interessante»
le dice, sorridendole. Lei annuisce «Tra le più
interessanti fino ad ora»
«Ma
sei ti dicessi che sei
bellissima, che ti amo e che ti voglio sposare…»
comincia Tom, un sorriso furbo
che maschera il battere furioso del suo cuore «Tu mi daresti
un altro
biscotto?» chiede infine, facendo scuotere la testa divertita
a Pat che
ringrazia il fatto che siano al buio e che questo nasconda il rossore
delle sue
guance.
«Ci
penserò» risponde,
facendogli la linguaccia.
Tom si volta
verso
Christian che li sta guardando con uno sguardo buffo.
Muove le labbra,
dice “Ti sei preso una
bella cotta eh?”
E Tom si sente
morire
dentro.
Non
è vero, non mi sono preso nessuna cotta!
Scuote
leggermente la testa
e, muovendo solo le labbra anche lui, gli risponde
“Ti
pare!”
E sgrana gli
occhi per
rendere la cosa ovvia e la frase di lui prima ridicola.
Pat non gli
piace e lo
dimostrerà.
William non
presta
attenzione alla lezione, legge e rilegge la lettera scritta da Kate e
gli
sembra quasi di sentire la sua voce.
Dio,
quanto mi manca,
pensa, un sorriso nostalgico sulle labbra.
Caroline si
morde un labbro
nel vederlo così preso da Kate. Non vuole sostituirla, non
potrebbe mai, ma
sente qualcosa dentro che si rompe, perché lui non
sorriderà mai così nel caso
lei gli scrivesse, non rileggerebbe cento volte le sue parole.
«Le
vacanze di Natale si
avvicinano» tenta di cominciare una conversazione Caroline,
visto che sia lei
che lui non stanno seguendo la lezione.
Si mette una
ciocca dei
capelli biondi dietro l’orecchio per ingannare
l’attesa in cui William dica
qualcosa. Ma lui resta zitto, la guarda come ad aspettare che continui.
«Tu
che farai?» gli chiede
infine Caroline. Lui è ancora troppo timido per cominciare
da sé un discorso e
questo significa che il suo essersi aperto prima non conti
più di tanto, che in
fondo in fondo lui non si fidi del tutto di lei, non si trovi ancora a casa con lei.
«Vado
dai miei genitori,
nella periferia di Londra. Vivo lì e finalmente
rivedrò Kate» sorride di nuovo
ed è un sorriso così bello che riscalderebbe
quest’autunno gelido.
«Tu?»
le chiede William,
sorprendo Caroline: evidentemente vuole continuare il discorso, non
vuole farlo
cadere nel dimenticatoi. Forse si sbagliava prima…
«Sai,
io vivo a Londra con
mia madre, è una babbana… potremo
vederci…» ipotizza, sorridendogli
incoraggiante. William aggrotta le sopracciglia, di nuovo sente le
orecchie
diventare rosse.
«Perché
no… ‒ dice, la voce
che trema un poco, le mani che giocano con il bordo della lettera,
rovinandolo
leggermente ‒ e tuo padre?» chiede, cercando di cambiare
discorso. Mossa
sbagliata.
Caroline sente
il cuore
fermarsi, pensa a suo padre, a tutte le volte che lo è
andato a trovare in
prigione…
«Ci
conviene seguire la
lezione» dice bruscamente lei, fissando di scatto la
professoressa.
William sa di
aver toccato
un tasto che non doveva toccare e se ne dispiace, ma non sa come
chiederle
scusa, come farsi perdonare.
Non è
abituato a questo
genere di cose.
Nishe sembra
essere
scollegata con il mondo. È solo lei e la pittura.
Axel la guarda
ammaliato,
riuscendo comunque a seguire la lezione.
Tra un
po’ ad Hogwarts
organizzeranno la gita invernale ad Hogsmeade ed ecco…lui
vuole andarci con
lei. Al diavolo i suoi amici, le sue ex fidanzate che in queste
occasioni più
romantiche si fanno di nuovo vive, non sapendo che lui non si ricorda
nemmeno
il loro nome.
«Con
chi vada ad
Hogsmeade?» decide di buttarsi, ora o mai più.
È la sua occasione, deve
coglierla al volo.
Lei alza
finalmente lo
sguardo dalle sue mani dipinte e punta i suoi occhi azzurri in quelli
grigi di
lui. Lo guarda con il suo tipico sguardo indagatore, prima di rispondere
«Con
nessuno, credo» e
quella è la risposta che aspettava.
Prende un bel
respiro,
prima di buttarsi del tutto. «Sai, pensavo…
potevamo andarci insieme, sì,
insomma come compagni di squadra di Quidditch, per legare meglio e
così fare
più squadra unita in campo…»
Idiota, si
dice da solo.
Nishe pare
cogliere il suo
imbarazzo, ma resta ugualmente in silenzio, curiosa per come
continuerà «Ah e
poi conosco un posto che ti piacerà, ti ci porto se
vuoi»
Ecco, ha
ribaltato la
situazione. Per questo è così popolare, riesce a
cavarsela sempre e comunque e
inoltre incuriosisce, attirando l’attenzione su di
sé.
«Che
posto?» chiede curiosa
Nishe, una nuova luce che le scintilla negli occhi.
«Sorpresa»
fa lui, alzando
le spalle e sorridendole con fare ammaliante.
«Accettare
per scoprire»
continua, facendole l’occhiolino.
Nishe sospira,
alzando gli
occhi al cielo divertita dalla situazione.
«E va
bene, verrò» non si
gode neanche il sorriso da bambino sul volto di Axel che subito ritorna
a
intingere il piccolo pennello nell’inchiostro, dipingendo una
pianta dai
tentacoli che Axel non riconosce.
«Bene,
la lezione è finita.
Per la prossima volta voglio una ricerca sui lupi mannari»
dice Alex,
sistemando tutte le sue scartoffie e i suoi libri.
«Lila,
puoi venire qui un
secondo?» la chiama la professoressa, sorridendole
amichevolmente. La
Serpeverde le si avvicina, non sapendo che Faye si è
appostata accanto alla
porta per origliare la conversazione.
«Volevo
complimentarmi con
te per la tua ricerca sugli Animagus. Ho avuto modo di leggerne solo
due, tre
pagine mentre voi copiavate degli appunti dalle diapositive e sono
rimasta
sbalordita dalla passione che hai messo e dalla bravura con cui ti sei
applicata»
Lila si sente
soddisfatta
di quei complimenti, ma l’unica cosa che fa è
sbuffare.
«Me la
sono fatta fare da
uno di sesto, bravo vero?» risponde stizzita, mentendo
spudoratamente.
Faye sgrana gli
occhi,
incredula. Perché si comporta così?
Perché
è solo una stupida ragazzina, si ripete, ma
più si dice quella frase, meno ci crede.
Alex Jane scuote
la testa
delusa. Sa che l’ha scritta lei, lo capisce dal modo in cui
suoi occhi hanno
brillato quando le ha rivolto i complimenti, dal modo in cui segue ogni
sua
lezione.
«Credo
proprio che ti dovrò
punire…» ma dovrà metterla in
punizione, anche se non crede a una parola di
quelle dette da Lila.
«Faccia
come crede»
risponde semplicemente la ragazza. «Posso andare?»
chiede poi, sbuffando
nuovamente.
«Sabato
mattina alle otto
qui e si, puoi andare» la congeda l’insegnante,
guardandola andare via con uno
strano sorriso soddisfatto.
«Perché
le hai detto quelle
cose?» subito l’attacca Faye, prendendole un
braccio e strattonandoglielo per
intimarla a fermarsi.
«Ti ho
visto io lavorare
giorno e notte per questa ricerca!» sembra esterrefatta, non
capisce il suo
comportamento e vorrebbe tanto capirlo. Vorrebbe
capire lei.
«Si
può sapere che vuoi?»
sbotta improvvisamente Lila, guardandola con occhi di fuoco.
«A quanto mi
risulta non sei né mia madre né tantomeno la mia
fidanzata. Quindi fammi un
favore, esci fuori dalla mia vita che mi irriti soltanto!» le
grida addosso,
spingendola via. Qualcosa dentro Faye si rompe a quelle parole,
perché se la
odia le fa male sentirsi dire tutto questo?
«Bene,
ma notizia
dell’ultimo minuto: non ho bisogno di uscire dalla tua vita
visto che non ci
sono mai entrata!» le urla a sua volta lei, il labbro che
trema di rabbia.
Le volta le
spalle,
furiosa, confusa, arrabbiata e dispiaciuta. Perché si sente
così…così spezzata?
Non fa in tempo
a fare
qualche metro che una voce la chiama, una voce nuova che già
ha sentito e a cui
non ha mai fatto attenzione.
«Ei
bellezza»
Un ragazzo alto
dai capelli
biondo scuro corti e gli occhi chiari la guarda con un sorriso
accattivante
sulle labbra. Non può non notare un graffio sulla guancia e
un occhio un po’
gonfio dove evidentemente ha incassato un pugno.
«Ci
conosciamo?» Faye l’ha
incontrato qualche volta nella Sala Comune, si dicono brutte voci su di
lui, ma
non ci ha mai badato.
«No,
ma non vedo perché non
dovremmo. Sono Richard» le dice, allungando la mano che la
ragazza stringe
titubante.
«Faye…
perché il mio sesto
senso mi dice che devo stare attenta?»
«Sono
un cattivo ragazzo»
ride lui, una risata folle, contagiosa.
«Bene,
perché ho voglia di
fare cose…cattive»
Non lo sa
neanche Faye
perché sta al suo gioco, forse perché la diverte
o forse perché è sicura che
due occhi grigi la stiano fissando, perforandole la schiena.
Solo che non sa
che anche
un paio marrone li sta guardando.
«Ei,
Selene, aspetta un
attimo!» esclama Christian, correndo dietro la ragazza che
già si è incamminata
per i corridoi pieni di studenti che spingono per non far tardi alle
altre
lezioni.
«Dimmi»
fa lei, tentando di
celare il nervosismo e la rabbia che prova.
«Senti,
pensavo che sarebbe
carino… si, dai, uscire insieme. Anche a prendere qualcosa
da bere, una
Burrobirra per esempio, magari quando andiamo ad Hogsmeade. Ci
stai?» le dice
tutto d’un fiato, come se temesse che lo bloccasse.
È
vero, è una scommessa, ma
lui ci spera che le dica di sì, perché quella
ragazza lo intriga e più lo
ignora e più lo invoglia a provare.
«Se
dicessi di sì, tu
vinceresti non è vero?» eccola, la sua vendetta.
Christian
aggrotta la
fronte, confuso.
Che
lei sappia…impossibile!
«Perché
non lo diciamo a
tutti?» alza la voce per farsi sentire e Christian le fa
cenno di abbassarla.
Ma
che fa? È matta?
«Cos’è?
Non vuoi far sapere
alle tue ammiratrici che chiedi alle ragazze di uscire solo per
scommessa? Solo
per farti più “figo” tra i tuoi stupidi
amichetti?»
Ora tutti si
sono voltati
verso loro due e a Christian la situazione è sfuggita di
mano, sente delle voci
schifate e arrabbiate verso i suoi confronti, soprattutto femminili.
«Non
dici nulla? Bè, parlo
io per te allora. Vuoi uscire con me? La risposta è
no» gli dice, dandogli un
sonoro schiaffo e lasciandolo solo in mezzo alla folla di studenti che
li
avevano accerchiati per scoprire il motivo di quella breve
conversazione ad
alta voce.
Christian
è in imbarazzo e
si volta anche lui per andarsene, quando incrocia gli occhi soddisfatti
di
Timothy.
E
l’imbarazzo diventa
rabbia.
«Ti ha
tirato un brutto
tiro eh?» gli è subito affianco Tom che ha
lasciato Pat poco distante da loro.
«Non ne voglio parlare » dice a denti stretti
Christian, tentando di
controllarsi. «Parliamo di te, con Pat? Si vede lontano un
miglio che sei
cotto» lo prende in giro, tenta di spostare
l’attenzione su di lui.
Tom si
irrigidisce, non ha
mai avuto una cotta per una ragazza, solo storie superficiali e stupide
e gli è
sempre andata bene così.
«Non
è vero e te lo
dimostrerò» gli dice, puntandogli un dito contro.
«Ah
si?» lo prende ancora
in giro Christian, sforzandosi di ridere.
In quel momento
accanto a
loro passa Layla a passo rapido, come se stesse scappando da qualcosa o
da
qualcuno, e Tom non perde occasione, non conoscendo però
neanche il suo nome.
La trova carina e deve dimostrare a Christian (e a se stesso) che Pat
è solo
un’amica, che lui non ha bisogno di cotte e robe varie.
«Ei,
sei molto bella sai?
Ti va di farti un giro con me a pranzo?» le chiede di botto,
fermandola. Layla
lo guarda fredda, senza mostrare emozioni.
«Va
bene» risponde, un tono
cinico e se ne va, neanche si presentano, evidentemente a nessuno dei
due
importa davvero di uscire, di conoscere l’uno il nome
dell’altro.
«Visto?»
fa a Christian,
andandosene a sua volta e superando una Pat delusa.
Che
ti aspettavi, è pur sempre lo stesso Tom, si dice.
E si da della
stupida
perché si era illusa, aveva creduto in qualcosa che
semplicemente non esiste e
non è mai esistito.
Nishe
è l’ultima ad uscire
dall’aula, sistema il suo banco raccogliendo le sue cose e,
una volta infilato
tutto nella sua borsa, esce dalla stanza.
Sul banco ancora
i resti
del suo dipinto: il Tranello del Diavolo.
Note:
Visto? Ce
l’ho fatta ad
aggiornare ahahah
Ad agosto non so
proprio se
avrò il tempo di scrivere qualsiasi cosa, sarà un
mese molto confusionario e
dovrò fare 24567 mila cose tutte di corsa (sorvolando sul
fatto che ho una
montagna di compiti e non ho manco comprato tutti i libri D: )
Che dire, quando
ho scritto
questo capitolo ero ispirata e penso si veda sia dalla lunghezza sia
perché mi
piace come è venuto fuori. UN bel modo per scusarsi del
capitolo precedente che
era orrendo!
Grazie per le 6
persone che
hanno recensito questa storia, sono contento che continuate a seguirla,
senza
di voi non sarei qui =D
Grazie per le 13
persone
che hanno inserito questa storia tra le preferite, grazie per la
persona che la
ricorda e per le 14 persone che la seguono!
Al prossimo
capitolo che
spero arrivi presto :*
Baci baci
Ps: ho scritto
una one-shot
su Hunger Games, so che in molti amano la trilogia perché
sono arrivati qui da
una ff interattiva in quel fandom, quindi se volete darci
un’occhiata e se vi
va anche un parere mi rendereste molto contenta =D
Ecco il link:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2026543&i=1
FOTO PERSONAGGI:
Tom:
Pat:
Lila:
Faye:
Nishe:
Axel:
William:
Caroline:
Selene: ??
Christian:
Peter (fratello di Lila) :
Richard:
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