Capitolo
15
(Derek)
Il
19 maggio è arrivato. Sono le dieci del mattino e William è
di là. Si sta preparando per fare il più grande, e
sbagliato se volete l'opinione di tutti, passo della sua vita.
Durante
la settimana avrei voluto fargli cambiare idea, ma ogni tentativo è
stato vano. Inoltre più di una volta mi ha accusato di farlo
solo per assicurarmi l'ingresso in Paradiso, che per vera
preoccupazione per lui.
Devo
ammettere che all'inizio della missione non mi importava un granché
del suo avvenire, ma con il passare del tempo mi sono affezionato sul
serio a quel ragazzo e vorrei per lui il meglio.
Anche
se lo capisco, anch'io avrei fatto esattamente quello che sta
facendo: me ne sarei infischiato se con il mio comportamento avrei
potuto ferire qualcuno. L'importante era giungere alla meta
stabilita, con qualunque mezzo.
William
entra nella stanza e si mette di fronte allo specchio per annodarsi
il papillon. Lo guardo con un mezzo sorriso, da lui ricambiato.
-Allora
oggi è il grande giorno, vero?- chiedo, nel modo più
normale possibile.
-Eh
già... - risponde, armeggiando con quel fiocco. È così
impegnato da non accorgersi che sto lasciando la stanza. Lo guardo un
ultima volta con un po' di malinconia.
Vado
nel salottino ed estraggo il telefonino dalla tasca.
-Qui
Derek. Sono pronto.-dico solamente e riattacco.
Forse
è sempre stato questo il mio destino. In fondo come potevo
sperare di cavarmela, dopo tutto quello che ho combinato? È
vero, manca ancora un giorno prima del termine della mia missione, ma
servirebbe solo a rimandare l'inevitabile.
Inizio
ad intravedere una luce bianca brillare dal soffitto... esattamente
come quando sono morto. Mi volto ancora una volta verso la porta
della camera di William e gli lascio un ultimo messaggio.
-Buona
fortuna...- poi mi sento dissolvere.
(William)
Questo
dannatissimo coso non ne vuole sapere di allacciarsi! Perchè
non posso mettere semplicemente la cravatta? Sarebbe molto più
facile!
All'improvviso
sento una voce lontana dire “Buona fortuna”, mi volto di
scatto e vedo che Derek non è più al suo posto.
-Derek?-
lo chiamo. Vado nel salotto, ma niente. Nemmeno in cucina o nel
bagno. Non è proprio da nessuna parte... Possibile che se ne
sia andato? Così presto?
Mi
lascio cadere sul divano e, appoggiando i gomiti sulle ginocchia, mi
metto le mani dietro alla testa. Inizia a pulsarmi.. è quasi
insopportabile.
L'incontro
con Derek; le uscite, i bei momenti, la notte trascorsa con Maya...
Mi
sonio accadute così tante cose in questo mese... il più
bello da un sacco di anni...
Rimango
per un momento immobile. Cos'è questa sensazione di bagnato
sulle guance? Accosto una mano e mi accorgo che... sto piangendo!
Non
posso crederci... da che mi ricordo è da quando era bambino
che non mi accadeva. Nemmeno quando ho avuto la notizia della morte
di mio padre ho pianto.
Come
un'idiota, tra le lacrima, inizio a ridere. Incredibile: mi è
bastato pensare ad una piccola ed insignificante ragazza per
scoppiare a piangere!
In
quel momento mi torna alla mente una frase che mia madre ripeteva
sempre a me e ai miei fratelli:
“L'amore, figlioli, è un sentimento
meraviglioso, ma può anche portare molto dolore. Un momento ci
si sente al settimo cielo, quello dopo si ha voglia di piangere.
Ricordatevi, però, di non farlo mai mancare nelle vostre
vite.”
Adesso
ho capito quello che avrei dovuto fare da un po'.
Scatto
in piedi e corro fuori di casa e mi dirigo al “The Place”.
Forse
non è ancora troppo tardi per salvare Derek... e me stesso!
|