E siamo giunti alla fine.
Mancano solo tre giorni al cinquantesimo anniversario del nostro
Doctor, domani parto per Londra e ho deciso di lasciarvi con l'ultimo
capitolo di questa storia, un piccolo esperimento che spero sia
riuscito a intrattenervi e magari anche a emozionarvi un po', proprio
come Doctor Who
fa ormai da 50 anni a questa parte. Grazie per avermi seguito, in
particolare grazie alle splendide persone che hanno recensito. Buona
lettura e alla prossima storia!
Always
Il Dottore non sapeva cosa
dire.
Era strano pensare che per
tutta la sua
lunga vita il suo non era stato altro che un incessante flusso di
parole, a volte gridate, a volte sussurrate, parole che gli uscivano
dalla bocca senza che il suo cervello le filtrasse minimamente, ma
che tra lui e Rose aveva sempre regnato un silenzio carico di parole
non dette.
Parlavano per ore senza
dirsi nulla.
Non riusciva a fare a meno
di pensare
che se non fosse stato per quei silenzi Rose sarebbe stata molto
più
felice.
La ragazza non lo stava
guardando,
armeggiava con i comandi del Tardis come se sapesse farlo funzionare
davvero, evitando i suoi occhi. La luce arancione si rifletteva sui
suoi capelli biondi donandole un senso di irrealtà che il
Dottore trovava irresistibile, la rendeva eterea e bellissima.
< Rose, parlami
> la supplicò,
ma lei non rispose.
Sembrava al di
là della rabbia,
al di là di qualsiasi cosa non fosse puro e semplice dolore.
< Cosa vuoi che ti
dica, Dottore? >
Disse infine, senza mai guardarlo.
< Perchè
sei ancora qui, con
me? >
Sofferenza, sofferenza nei
suoi due
cuori.
Rose alzò lo
sguardo, sorpresa.
I suoi occhi... occhi
brillanti e
chiari sotto le ciglia lunghe e scure, ricoperte di mascara.
< Dove altro andrei?
Il mio posto è
qui, nel Tardis, con te, non potrei mai lasciarti. >
Fu il suo turno di
abbassare lo
sguardo.
La voce di Rose era ferma,
determinata,
senza traccia di tremore, perchè lei era sempre stata forte,
più di quanto un patetico Signore del Tempo potese mai
sperare
di essere.
< Ho sposato River,
dovevo farlo
perchè non c'era soluzione. >
< Hai sposato River
perchè la
ami. >
Sofferenza, ancora
più terribile
nel sentirsi sbattere in faccia la verità.
< Ma sei venuto da
me, > la sua
voce era ora più roca, vibrante, < sei venuto da me a
dirmi
che non eri morto, che avevi ingannato tutto con uno stratagemma, a
chiedermi di venire con te ancora. Sei venuto da me, Dottore, non da
River. >
Lo guardava con sfida, dal
basso, le
labbra che tremavano. Oh, così coraggiosa, la sua Rose!
Non riuscì a
trattenersi e
l'abbracciò: lo fece come aveva fatto un tempo, tenendola
stretta e sollevandola da terra, un modo per assimilare un po' di
quel calore che si irradiava da lei come elettricità.
< Sempre, sempre da
te Rose > le
disse all'orecchio, parole che avrebbe dovuto pronunciare anni prima.
Perchè alla fine
aveva capito
che non era questione di scelta, non più. Aveva capito di
amare River e che poteva accettarlo, che forse un giorno sarebbe
anche riuscito ad andare oltre il fatto di averla vista morire
proprio davanti a lui... e che non era semplicemente innamorato di
Rose: lui era Rose.
Sempre.
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