FILIUS POV
- Ti dico che non le faranno del male! - insiste Minerva, cercando di
calmarmi.
- Come lo sai? Come lo sai? L'hai pur ammesso, che sono capaci di
tutto, che questa scuola è l'unico posto sicuro in tutto il
Mondo Magico, per ora. Merlino sa se non ho già perso una
parte
di me stesso...
per colpa loro...
e ora no, non deve succedere! Lei è il mio
tesoro. Tu sai cosa vuol dire!
Silenzio.
Minerva sa
cosa vuol dire, lo sa benissimo, purtroppo, e proprio per questo non
sarebbe stato il caso di ricordarglielo così apertamente.
- Scusami. Ma non riesco a stare qui ad aspettare, sto male, lo capisci?
Lo capisce. Ma ugualmente non può aiutarmi.
La verità è che anche se non la sfiorassero con
un dito,
venire a sapere che Scrimgeour è stato assassinato
sarà uno
shock terribile per lei, e trovarsi sola in mezzo a quella gente...
Dov'è adesso? Dov'è il mio amore?
Cosa le hanno detto, cosa le hanno fatto?
E poi il miracolo. In una vampata di fiamme verdi, tutte le mie
preoccupazioni si dissolvono.
- Mi sembrava che qualcuno si agitasse qui, ti si sente fin da Londra.
- Tu... tu, pazza, incosciente! - strillo, arrabbiato e commosso. - Mi
hai fatto morire di paura! E per che cosa, per che-
I fogli cadono a terra. Riesco a leggere qualche riga, anche attraverso
le lacrime... ci sono i nostri nomi, i nostri nomi insieme.
Insieme, come io e lei, adesso.
- Per noi. L'ho fatto per noi.
- Pomona... come ci sei riuscita? Ci sono ancora delle anime buone,
laggiù?
- Il bene che hai fatto nel passato ritorna con gli interessi... credo
sia così.
Non c'è niente di più bello del perdonarsi a
vicenda, lei
per la mia assurda riservatezza, di averle nascosto troppe cose
importanti che avrebbe comunque scoperto nel peggiore dei modi, io
perché è stata così avventata nel
fuggire da
Hogwarts... così coraggiosa e innamorata... innamorata di
me...
Ciò che è più bello fra noi,
è che so di meritarmela, questa gioia.
- Horace, lo so che avrei dovuto avvisarti, ma fino ad oggi non lo
pensavo possibile, e lo sai che sono trent'anni che aspetto questo
momento... ed è così incredibile... sono felice,
sono
troppo felice!
- Di che cosa stai parlando?
- Ti sto chiedendo di essere il mio testimone di nozze.
Mi aspetto una faccia sorridente, una gran pacca sulle spalle, magari
da farmi perdere l'equilibrio. Ma non accadde nulla di tutto questo.
- Ah... - Sospira, vistosamente contrariato. -
Congratulazioni, allora, ma-
Scuote la testa, cercando di allontanarsi. Gli sono intorno, cercando
una spiegazione, e sbarro la porta della Sala:
- Vuoi dire che non vuoi?
- Proprio così, Filius, e tu sai perché. E se non
lo sai,
puoi immaginarlo. Sono contento per voi e vi auguro tutto il bene
possibile,
però non chiedermi questo. Ho anch'io un po' d'orgoglio,
anche
se non sembra. Lasciami uscire, adesso.
- Eeeh? Che c'entra il tuo orgoglio? Non capisco...
- Humpf! Con tutto il tuo cervellino di prim'ordine, non capisci una
cosa tanto ovvia! Intelligenza sprecata sui libri, quando potresti
guardarti un po' in giro. Non sono tornato a Hogwarts per farvi da
Cupido, sono qui perché Albus e Harry Potter mi avevano...
"Io non mi guardo in giro? Io non so cosa succede nel mondo? Chi si
è nascosto per tutti questi anni, ingozzandosi di dolci e
guardando film Babbani? Chi è andato in pensione sedici anni
fa, lasciandoci in balìa di quell'essere disgustoso? Se
fossi
rimasto, Albus non avrebbe lasciato il tuo posto a Snape! E forse
sarebbe ancora vivo, ecco, sì, ecco quello che penso! Eppure
ti
considero ancora un amico, e credevo che per te fosse lo stesso..."
- Solo perché ti avevano praticamente costretto. Ma
bene, vai, vai... - sbuffo, sbloccando la porta.
Non è vero che ignoro quello che prova per lei.
Ne sono consapevole, ma speravo che... oh, non so nemmeno io cosa
speravo! Che i suoi sentimenti si cancellassero di colpo? Sono stato
un gran superficiale, ecco cosa.
E colgo d'improvviso l'ironia della situazione: per tutta la vita ho
pensato che il superficiale fosse lui.
No, decisamente: a centodue anni non sono ancora abbastanza saggio da
considerare sempre il punto di vista degli altri, e agire di
conseguenza.
Ma come ho detto, sono felice, sono davvero troppo felice.
Ingenuamente, vorrei che tutti intorno a noi lo fossero.
Beh, c'è qualcuno che non mi dirà di no. Qualcuno
di cui
ho
cieca fiducia, e sarà divertente vederlo in ghingheri per
una
volta... e perché no, dopotutto mi deve un favore. Mi
schiarisco
la voce e lo chiamo, proprio ai margini dell'orto delle zucche, dove
quattro anni fa cercai di fargli capire quanto ci somigliassimo.
- Hagrid, avrei una cosetta da chiederti...
Si accoccola sul prato e gli parlo all'orecchio. Vedo il suo faccione
allargarsi in un'espressione di autentico piacere.
- Sarà un onore, professor Flitwick! - Sospira. - Un
matrimonio,
chi se lo aspettava! Se solo ci fosse Albus a vedere un evento
così straordinario!
Guardo fisso davanti a me, l'aria soffocante è spazzata da
una
sottile folata di vento, che sfiora l'erba arsa dal sole e increspa
l'acqua del lago.
- Lui c'è, Hagrid. Lui ci sarà sempre, non
lascerà
mai Hogwarts. Lo senti? Lo senti, tutt'intorno al castello, riesci a
ritrovare il colore dei suoi occhi nel cielo... lui ci guarda, sai?
Tira fuori un fazzolettone e si soffia il naso.
- Non sapevo che era un poeta, professore. Non ci avrei saputo dire una
frase tanto bella, ma è proprio quello che penso!
- Hagrid? Solo un'altra cosa.
- Troverò un completo decente, ci vado a Hogsmeade oggi
stesso, non ci farò fare una brutta figura, professore!
- Eeeehi! Tranquillo, collega, volevo solo dirti... non sarebbe ora che
mi dessi del tu?
L'indomani, un ometto nervoso, accompagnato da una donna dal viso
semplice e tre bambini vivacissimi, appaiono tra quelle stesse
fiamme del
camino nell'ufficio di Minerva. Non è davvero cambiato molto
dal
ragazzino timido che ricordavo. Dopo le dovute presentazioni, scendiamo
in Sala Grande per una colazione sontuosa. Aurora è tornata,
più arcigna del solito (e se la conosco bene, credo che
questo
particolare abbia a che fare con la morte di Alastor) mentre Bathsheba
non
fa che pizzicare le guance di 'Mona con strilletti gioiosi.
- Signor... Reginald, giusto? La vede questa sposa tanto carina? Le
passavo gli appunti di Antiche Rune quando era alta come... beh, come
Filius!
- Babbling, invece di fare la spiritosa - ridacchio - vai su a dire a
Horace che la smetta di fare il bambino e ci raggiunga prima
che
non rimanga più niente. Non è da lui stare a
stecchetto.
Pomona è stata un po' più riflessiva di me. Non
ha fatto
quella proposta a Minerva, perché sa che anche lei, per
quanto
ci sia affezionata, prova soltanto invidia in questo momento. Finge di
sorridere e stringe le labbra sottili in un'angoscia che posso soltanto
immaginare.
Lei non ha più nessuno.
Lei... non ha più... il suo amore. E il suo animo va
indurendosi senza scampo.
- Allora, Filius, presumo che adesso spiccherete il volo per qualche
destinazione tranquilla... dopotutto... - borbotta tra i
denti, con falsa
naturalezza. La sua tazza di té è rimasta
intatta,
insieme al vassoietto degli scones,
mentre tutti gli altri ridono e brindano alla nostra
felicità.
La mia mano trema, mentre poso la caraffa del succo di zucca. Il cuore
mi balza in petto e mi sento soffocare, ancora più di
quando,
il giorno prima, stavo impazzendo di paura nel sapere la mia donna in
pericolo
al Ministero. Perché c'è solo una cosa che amo
più di Pomona, ed
è Hogwarts.
- Che-che dici? Mi stai liquidando, Minerva? - sussurro.
Vorrei
che potesse leggermi dentro, vorrei farle capire come le sue parole mi
facciano male... ma non ne ho la forza.
- No, figurati, pensavo solo che aveste programmato un breve viaggio di
nozze, prima che ricomincino le lezioni. - E' abile a rigirare il
discorso,
ma non riesce a rassicurarmi.
- Non prendermi in giro, sono più vecchio di te.
Forse non è normale ciò che provo: vorrei non
avere mai scoperto questa fragilità inaspettata dentro di me.
Il terrore di allontanarmi da questa scuola, di perdere il mio ruolo,
la mia ragione di vita.
Eppure, se penso a quando ho cominciato a lavorare qui, non riesco a
ricordare nessun senso di appartenenza, o di particolare vocazione
all'insegnamento. Avevo avuto una brutta esperienza che mi aveva
portato ad abbandonare il circuito, un paio di minacce che forse avevo
preso troppo sul serio, e una faccia che poi rividi sul Profeta molti
anni dopo, in occasione dell'arresto in massa dei pezzi grossi di
Tu-Sai-Chi. Non avevo altra motivazione... ma poi tutto
cambiò.
Al castello non c'erano le streghe appariscenti che avevo conosciuto
fino a quel momento, infatuate della mia popolarità,
disposte,
senza mezzi termini, a venire a letto con me solo quando vincevo un
incontro. Non c'era Prue, la madre di Benjamin, indipendente e
sofisticata fino a nascondere il dolore e la gioia, qualsiasi
traccia di spontaneità, sotto il trucco e i gioielli
ostentati
con gesti falsi, quasi fosse un delitto mostrare il suo lato umano che
pur sapevo possedeva. Non c'erano i falsi amici che approfittavano
della mia popolarità e mi voltavano le spalle appena
potevano.
C'era invece una famiglia
che mi apprezzava al di là delle apparenze. Gli occhi
affettuosi
e penetranti di Albus, i discorsoni di Cuthbert, le gare di
barzellette a doppio senso con Klaus Kettleburn, e poi le nuove
"ragazze", come le chiamavamo sottovoce: Minerva, Septima, Bathsheba,
Pomona, e poi la piccolina,
Rolanda Hooch, che rimase tale (e se ne approfittò anche un
pochino) fino all'arrivo di Sybill. Tutte innamorate, alle prese con
storie impossibili,
matrimoni infelici, battibecchi via gufo con uomini lontani, o
fedifraghi, o entrambe le cose.
Non guardavano me, loro.
A me toccava solo farle divertire, mostrarmi professionale,
rassicurante e collaborativo. A poco a poco capii che era quella, la
mia vera natura.
E da allora non ho mai più abbandonato questo piccolo,
fantastico mondo in cui
brulica un continuo rinnovamento. Non c'è niente di meglio,
credo, che veder crescere i maghi del futuro e comunicare loro il
proprio sapere: ma la differenza tra me e Binns, per esempio,
è che anch'io imparo da loro ogni giorno. E mi sento
giovane,
no, non c'è niente da ridere, mi sento come loro. Un
ragazzino che ha ancora tutto da scoprire.
Adesso, per esempio.
Adesso che sto per unire la mia vita con quella della donna che amo, e
che ha imparato ad amarmi, e l'emozione si impadronisce di me senza
scampo.
Perciò non rovesciare il tuo dolore su di me ferendomi,
Minerva.
Sfogati, se lo desideri, parlami della tua sofferenza. Ma non farmi del
male un'altra volta, amica mia. Non tagliarmi fuori da Hogwarts. Non
sopravviverei, ormai.
Non c'è bisogno di chiedere a Sybill, adesso, per sapere che
sta arrivando il gelo al termine di questa estate.
Che potrebbe essere l'ultimo giorno di felicità.
- Allora, signori, volete firmare? Maisie sta dando fastidio a Sir
Nicholas, temo...
E' una gran bella scena, una bimba che cerca di afferrare la figura
fluttuante del fantasma di Gryffindor, mentre i fratellini giocano a
nascondersi sotto i tavoli. E' l'atmosfera ideale, è
ciò
che mi piace vedere intorno a me.
- Bene. Signor Hagrid, signorina Babbling... tocca a voi.
- Dobbiamo compilare le scartoffie? Non è che poi risultiamo
sposati anche noi, vero? - borbotta Bathsheba, e Hagrid ci mette un po'
a realizzare che sta scherzando.
Mary Cattermole è riuscita a riacchiappare la piccola
Maisie, e sorride, ignara della sorte che potrebbe attenderla...
Minerva se ne sta sulla soglia, la sua mano è appoggiata
allo stipite della porta, e sembra
sfiorare qualcosa che non esiste; poi le sue braccia si stringono al
petto, e abbassa la testa. Qualche secondo appena, poi torna la stessa
di sempre, altera e impassibile.
Horace non si è proprio fatto vedere. Forse è
meglio così...
- E ora, un pochino di formule alla maniera Babbana, che ne dite? O
prima avete preparato qualcosa di speciale?
Non sia mai che mi lasci cogliere impreparato.
Versi, baci e fiori: non ce ne saranno mai troppi al mondo.
Dark times will come, we
know for sure,
this summer cannot stay,
they'll come, although we
lock the door,
they'll tear, destroy and
slay.
But only death, I swear,
will part
the two of us, my
sweetest friend,
I like to think this is a
start,
here's why I will not
write - the end.
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Ed ecco perché questo è l'ultimo capitolo di Honorary Members,
ma non in assoluto l'ultimo della saga. Ho già abbozzato il
seguito, ambientato nel settimo libro, spero il più fedele
possibile al canon. Però non abbiate fretta,
perché ho due esami da preparare! Tenete d'occhio il mio
account, comunque.
Vi ho già chiesto scusa per il ritardo? No? Oooh...
SCUSATEMIIIII!
Una nota: il titolo di questo chap è quello di una canzone
dei Beatles, scritta e interpretata da Ringo Starr, tra l'altro.
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puccalove90:
mamma mia quanti complimenti... Cattermole è
ottuso, infatti non se ne scappa con la famiglia come dovrebbe.
Però credo anche che sia un gran brav'uomo. Percy... lui
sì che non ha ancora capito un tubo! Bathsheba Babbling
è la prof. di Antiche Rune (è canon JKR, l'ha
detto in qualche intervista, ma non compare nei libri... d'altronde, a
parte Hermione, chi se la fila?). E se qualcun altro se lo chiede,
Aurora è la prof. Sinistra, che insegna Astronomia, e che
era stata la dama di Barty Crouch jr. al Ballo del Ceppo.
lyrapotter:
*saki alza la mano e la sventola* Io! Io vorrei imparentarmi con lui!
ferao:
grazie! Qui è stata dura mettersi nei panni di un uomo,
però...
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Grazie dei commenti e del sostegno. A presto, spero...
Saki
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