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Autore: SakiJune    30/04/2008    4 recensioni
E' il seguito di "Like A Mother". Ci sono ancora dolorosi segreti, nel passato dei nostri protagonisti. Sappiamo già quale grande sentimento unisce i due insegnanti di Hogwarts... ma quale ruolo hanno avuto nelle vicende della Prima Guerra? Nessuno, potrebbe sembrare, però...
Sacrificio, coraggio, partecipazione e amore.
Ultimo capitolo - Don't pass me by
Spoiler del settimo libro.
Genere: Romantico, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Filius Vitious, Pomona Sprite, Sirius Black | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Like A Mother'
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FILIUS POV


- Ti dico che non le faranno del male! - insiste Minerva, cercando di calmarmi.
- Come lo sai? Come lo sai? L'hai pur ammesso, che sono capaci di tutto, che questa scuola è l'unico posto sicuro in tutto il Mondo Magico, per ora. Merlino sa se non ho già perso una parte di me stesso... per colpa loro... e ora no, non deve succedere! Lei è il mio tesoro. Tu sai cosa vuol dire!
Silenzio.
Minerva sa cosa vuol dire, lo sa benissimo, purtroppo, e proprio per questo non sarebbe stato il caso di ricordarglielo così apertamente.
- Scusami. Ma non riesco a stare qui ad aspettare, sto male, lo capisci?
Lo capisce. Ma ugualmente non può aiutarmi.

La verità è che anche se non la sfiorassero con un dito, venire a sapere che Scrimgeour è stato assassinato sarà uno shock terribile per lei, e trovarsi sola in mezzo a quella gente...
Dov'è adesso? Dov'è il mio amore?
Cosa le hanno detto, cosa le hanno fatto?


E poi il miracolo. In una vampata di fiamme verdi, tutte le mie preoccupazioni si dissolvono.
- Mi sembrava che qualcuno si agitasse qui, ti si sente fin da Londra.
- Tu... tu, pazza, incosciente! - strillo, arrabbiato e commosso. - Mi hai fatto morire di paura! E per che cosa, per che-
I fogli cadono a terra. Riesco a leggere qualche riga, anche attraverso le lacrime... ci sono i nostri nomi, i nostri nomi insieme.
Insieme, come io e lei, adesso.
- Per noi. L'ho fatto per noi.
- Pomona... come ci sei riuscita? Ci sono ancora delle anime buone, laggiù?
- Il bene che hai fatto nel passato ritorna con gli interessi... credo sia così.
Non c'è niente di più bello del perdonarsi a vicenda, lei per la mia assurda riservatezza, di averle nascosto troppe cose importanti che avrebbe comunque scoperto nel peggiore dei modi, io perché è stata così avventata nel fuggire da Hogwarts... così coraggiosa e innamorata... innamorata di me...
Ciò che è più bello fra noi, è che so di meritarmela, questa gioia.



- Horace, lo so che avrei dovuto avvisarti, ma fino ad oggi non lo pensavo possibile, e lo sai che sono trent'anni che aspetto questo momento... ed è così incredibile... sono felice, sono troppo felice!
- Di che cosa stai parlando?
- Ti sto chiedendo di essere il mio testimone di nozze.
Mi aspetto una faccia sorridente, una gran pacca sulle spalle, magari da farmi perdere l'equilibrio. Ma non accadde nulla di tutto questo.
- Ah... - Sospira, vistosamente contrariato. - Congratulazioni, allora, ma-
Scuote la testa, cercando di allontanarsi. Gli sono intorno, cercando una spiegazione, e sbarro la porta della Sala:
- Vuoi dire che non vuoi?
- Proprio così, Filius, e tu sai perché. E se non lo sai, puoi immaginarlo. Sono contento per voi e vi auguro tutto il bene possibile, però non chiedermi questo. Ho anch'io un po' d'orgoglio, anche se non sembra. Lasciami uscire, adesso.
- Eeeh? Che c'entra il tuo orgoglio? Non capisco...
- Humpf! Con tutto il tuo cervellino di prim'ordine, non capisci una cosa tanto ovvia! Intelligenza sprecata sui libri, quando potresti guardarti un po' in giro. Non sono tornato a Hogwarts per farvi da Cupido, sono qui perché Albus e Harry Potter mi avevano...

"Io non mi guardo in giro? Io non so cosa succede nel mondo? Chi si è nascosto per tutti questi anni, ingozzandosi di dolci e guardando film Babbani? Chi è andato in pensione sedici anni fa, lasciandoci in balìa di quell'essere disgustoso? Se fossi rimasto, Albus non avrebbe lasciato il tuo posto a Snape! E forse sarebbe ancora vivo, ecco, sì, ecco quello che penso! Eppure ti considero ancora un amico, e credevo che per te fosse lo stesso..."

- Solo perché ti avevano praticamente costretto. Ma bene, vai, vai... - sbuffo, sbloccando la porta.


Non è vero che ignoro quello che prova per lei.
Ne sono consapevole, ma speravo che... oh, non so nemmeno io cosa speravo! Che i suoi sentimenti si cancellassero di colpo? Sono stato un gran superficiale, ecco cosa.
E colgo d'improvviso l'ironia della situazione: per tutta la vita ho pensato che il superficiale fosse lui.
No, decisamente: a centodue anni non sono ancora abbastanza saggio da considerare sempre il punto di vista degli altri, e agire di conseguenza.
Ma come ho detto, sono felice, sono davvero troppo felice. Ingenuamente, vorrei che tutti intorno a noi lo fossero.

Beh, c'è qualcuno che non mi dirà di no. Qualcuno di cui ho cieca fiducia, e sarà divertente vederlo in ghingheri per una volta... e perché no, dopotutto mi deve un favore. Mi schiarisco la voce e lo chiamo, proprio ai margini dell'orto delle zucche, dove quattro anni fa cercai di fargli capire quanto ci somigliassimo.
- Hagrid, avrei una cosetta da chiederti...
Si accoccola sul prato e gli parlo all'orecchio. Vedo il suo faccione allargarsi in un'espressione di autentico piacere.
- Sarà un onore, professor Flitwick! - Sospira. - Un matrimonio, chi se lo aspettava! Se solo ci fosse Albus a vedere un evento così straordinario!
Guardo fisso davanti a me, l'aria soffocante è spazzata da una sottile folata di vento, che sfiora l'erba arsa dal sole e increspa l'acqua del lago.
- Lui c'è, Hagrid. Lui ci sarà sempre, non lascerà mai Hogwarts. Lo senti? Lo senti, tutt'intorno al castello, riesci a ritrovare il colore dei suoi occhi nel cielo... lui ci guarda, sai?
Tira fuori un fazzolettone e si soffia il naso.
- Non sapevo che era un poeta, professore. Non ci avrei saputo dire una frase tanto bella, ma è proprio quello che penso!
- Hagrid? Solo un'altra cosa.
- Troverò un completo decente, ci vado a Hogsmeade oggi stesso, non ci farò fare una brutta figura, professore!
- Eeeehi! Tranquillo, collega, volevo solo dirti... non sarebbe ora che mi dessi del tu?

L'indomani, un ometto nervoso, accompagnato da una donna dal viso semplice e tre bambini vivacissimi, appaiono tra quelle stesse fiamme del camino nell'ufficio di Minerva. Non è davvero cambiato molto dal ragazzino timido che ricordavo. Dopo le dovute presentazioni, scendiamo in Sala Grande per una colazione sontuosa. Aurora è tornata, più arcigna del solito (e se la conosco bene, credo che questo particolare abbia a che fare con la morte di Alastor) mentre Bathsheba non fa che pizzicare le guance di 'Mona con strilletti gioiosi.
- Signor... Reginald, giusto? La vede questa sposa tanto carina? Le passavo gli appunti di Antiche Rune quando era alta come... beh, come Filius!
- Babbling, invece di fare la spiritosa - ridacchio - vai su a dire a Horace che la smetta di fare il bambino e ci raggiunga prima che non rimanga più niente. Non è da lui stare a stecchetto.
Pomona è stata un po' più riflessiva di me. Non ha fatto quella proposta a Minerva, perché sa che anche lei, per quanto ci sia affezionata, prova soltanto invidia in questo momento. Finge di sorridere e stringe le labbra sottili in un'angoscia che posso soltanto immaginare.
Lei non ha più nessuno.

Lei... non ha più... il suo amore. E il suo animo va indurendosi senza scampo.

- Allora, Filius, presumo che adesso spiccherete il volo per qualche destinazione tranquilla... dopotutto... - borbotta tra i denti, con falsa naturalezza. La sua tazza di té è rimasta intatta, insieme al vassoietto degli scones, mentre tutti gli altri ridono e brindano alla nostra felicità. La mia mano trema, mentre poso la caraffa del succo di zucca. Il cuore mi balza in petto e mi sento soffocare, ancora più di quando, il giorno prima, stavo impazzendo di paura nel sapere la mia donna in pericolo al Ministero. Perché c'è solo una cosa che amo più di Pomona, ed è Hogwarts.
- Che-che dici? Mi stai liquidando, Minerva? - sussurro. Vorrei che potesse leggermi dentro, vorrei farle capire come le sue parole mi facciano male... ma non ne ho la forza.
- No, figurati, pensavo solo che aveste programmato un breve viaggio di nozze, prima che ricomincino le lezioni. - E' abile a rigirare il discorso, ma non riesce a rassicurarmi.
- Non prendermi in giro, sono più vecchio di te.

Forse non è normale ciò che provo: vorrei non avere mai scoperto questa fragilità inaspettata dentro di me.
Il terrore di allontanarmi da questa scuola, di perdere il mio ruolo, la mia ragione di vita.
Eppure, se penso a quando ho cominciato a lavorare qui, non riesco a ricordare nessun senso di appartenenza, o di particolare vocazione all'insegnamento. Avevo avuto una brutta esperienza che mi aveva portato ad abbandonare il circuito, un paio di minacce che forse avevo preso troppo sul serio, e una faccia che poi rividi sul Profeta molti anni dopo, in occasione dell'arresto in massa dei pezzi grossi di Tu-Sai-Chi. Non avevo altra motivazione... ma poi tutto cambiò.
Al castello non c'erano le streghe appariscenti che avevo conosciuto fino a quel momento, infatuate della mia popolarità, disposte, senza mezzi termini, a venire a letto con me solo quando vincevo un incontro. Non c'era Prue, la madre di Benjamin, indipendente e sofisticata fino a nascondere il dolore e la gioia, qualsiasi traccia di spontaneità, sotto il trucco e i gioielli ostentati con gesti falsi, quasi fosse un delitto mostrare il suo lato umano che pur sapevo possedeva. Non c'erano i falsi amici che approfittavano della mia popolarità e mi voltavano le spalle appena potevano. C'era invece una famiglia che mi apprezzava al di là delle apparenze. Gli occhi affettuosi e penetranti di Albus, i discorsoni di Cuthbert, le gare di barzellette a doppio senso con Klaus Kettleburn, e poi le nuove "ragazze", come le chiamavamo sottovoce: Minerva, Septima, Bathsheba, Pomona, e poi la piccolina, Rolanda Hooch, che rimase tale (e se ne approfittò anche un pochino) fino all'arrivo di Sybill. Tutte innamorate, alle prese con storie impossibili, matrimoni infelici, battibecchi via gufo con uomini lontani, o fedifraghi, o entrambe le cose.
Non guardavano me, loro.
A me toccava solo farle divertire, mostrarmi professionale, rassicurante e collaborativo. A poco a poco capii che era quella, la mia vera natura.
E da allora non ho mai più abbandonato questo piccolo, fantastico mondo in cui brulica un continuo rinnovamento. Non c'è niente di meglio, credo, che veder crescere i maghi del futuro e comunicare loro il proprio sapere: ma la differenza tra me e Binns, per esempio, è che anch'io imparo da loro ogni giorno. E mi sento giovane, no, non c'è niente da ridere, mi sento come loro. Un ragazzino che ha ancora tutto da scoprire.
Adesso, per esempio.
Adesso che sto per unire la mia vita con quella della donna che amo, e che ha imparato ad amarmi, e l'emozione si impadronisce di me senza scampo.
Perciò non rovesciare il tuo dolore su di me ferendomi, Minerva. Sfogati, se lo desideri, parlami della tua sofferenza. Ma non farmi del male un'altra volta, amica mia. Non tagliarmi fuori da Hogwarts. Non sopravviverei, ormai.

Non c'è bisogno di chiedere a Sybill, adesso, per sapere che sta arrivando il gelo al termine di questa estate.
Che potrebbe essere l'ultimo giorno di felicità.
- Allora, signori, volete firmare? Maisie sta dando fastidio a Sir Nicholas, temo...
E' una gran bella scena, una bimba che cerca di afferrare la figura fluttuante del fantasma di Gryffindor, mentre i fratellini giocano a nascondersi sotto i tavoli. E' l'atmosfera ideale, è ciò che mi piace vedere intorno a me.
- Bene. Signor Hagrid, signorina Babbling... tocca a voi.
- Dobbiamo compilare le scartoffie? Non è che poi risultiamo sposati anche noi, vero? - borbotta Bathsheba, e Hagrid ci mette un po' a realizzare che sta scherzando.
Mary Cattermole è riuscita a riacchiappare la piccola Maisie, e sorride, ignara della sorte che potrebbe attenderla...

Minerva se ne sta sulla soglia, la sua mano è appoggiata allo stipite della porta, e sembra sfiorare qualcosa che non esiste; poi le sue braccia si stringono al petto, e abbassa la testa. Qualche secondo appena, poi torna la stessa di sempre, altera e impassibile.
Horace non si è proprio fatto vedere. Forse è meglio così...
- E ora, un pochino di formule alla maniera Babbana, che ne dite? O prima avete preparato qualcosa di speciale?

Non sia mai che mi lasci cogliere impreparato.
Versi, baci e fiori: non ce ne saranno mai troppi al mondo.


Dark times will come, we know for sure,
this summer cannot stay,
they'll come, although we lock the door,
they'll tear, destroy and slay.
But only death, I swear, will part
the two of us, my sweetest friend,
I like to think this is a start,
here's why I will not write - the end.


-------------------------------------------------

Ed ecco perché questo è l'ultimo capitolo di Honorary Members, ma non in assoluto l'ultimo della saga. Ho già abbozzato il seguito, ambientato nel settimo libro, spero il più fedele possibile al canon. Però non abbiate fretta, perché ho due esami da preparare! Tenete d'occhio il mio account, comunque.
Vi ho già chiesto scusa per il ritardo? No? Oooh... SCUSATEMIIIII!
Una nota: il titolo di questo chap è quello di una canzone dei Beatles, scritta e interpretata da Ringo Starr, tra l'altro.

****
puccalove90: mamma mia quanti complimenti... Cattermole è ottuso, infatti non se ne scappa con la famiglia come dovrebbe. Però credo anche che sia un gran brav'uomo. Percy... lui sì che non ha ancora capito un tubo! Bathsheba Babbling è la prof. di Antiche Rune (è canon JKR, l'ha detto in qualche intervista, ma non compare nei libri... d'altronde, a parte Hermione, chi se la fila?). E se qualcun altro se lo chiede, Aurora è la prof. Sinistra, che insegna Astronomia, e che era stata la dama di Barty Crouch jr. al Ballo del Ceppo.
lyrapotter: *saki alza la mano e la sventola* Io! Io vorrei imparentarmi con lui!
ferao: grazie! Qui è stata dura mettersi nei panni di un uomo, però...

****

Grazie dei commenti e del sostegno. A presto, spero...

Saki

   
 
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