Parole

di Eylis
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Sempiterna afflizione

Ombra che t'en vai per la notte oscura,
parlami di te, del tuo remoto, de tue angosce…
Speme e timore confondeti la vista, l'acuto
dolore più non trasale nel tuo corpo decaduto.

Oh, misera sorte che all'uomo estirpasti la sua
natura, unica sua consolazione, sii perduta per
l'eterno tempo; e mai più vivente potrà rallegrarsi
de dolci moti de le loro labbra, e de candidi sospiri
che una pallida ninfa fluviale trasporta nella vita
d'ogni mortale dalla maledetta anima.

Le presento, al limitare di questa esistenza,
attendono, sonando delicati carmi dai loro argentei
strumenti, mentre il bianco loro manto covre
obliate bellezze…

Elfe sono, immortali abitanti de boschi
e de le selve celesti. Mai nessuno rimirarle potrà,
però l'apparire loro od illusione o vaneggiamento
esser debbe. Eppure, colui che l'ardire ebbe di
varcare le soglie, mortale, del regno eterno, un loro
nembo accorse…

Sempiterna afflizione ad ei, poiché il proibito osò
nella sua vitale forma. Ed ora, dannata fortuna,
non vuoi levargli ciò che rimanendogli lo conduce
ad una vita di morte, a cagione d'un misero sguardo
che nessun altro ardì? È forse l'esistenza infinita d'un
essere maledetto, la divina pena?

E per sempre ei vivrà morendo.

(20.06.2005)



La storia di un mortale dannato per l’eternità




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