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Autore: Eylis    15/05/2008    1 recensioni
Danza la gitana, beffarda,
donna di terra indomabile.
Il suo occhio veglia sulla corte
severo, gentile carezza
per gli abitanti della città segreta.
[...]

In questa raccolta intendo pubblicare le "poesie", o come preferisco definirle versi liberi, che ritengo le migliori che ho scritto. Hanno temi vari, ma a volte sono dedicate a delle persone particolari, e spesso sono di genere romantico, ma non solo. Alcune sono di pura fantasia e altre si riferiscono ad attimi reali della mia vita.
1. Lacrime di Rugiada
2. Versi nella Notte
3. Sempiterna afflizione
4. È forse questo un sogno?
5. Notte di magia
6. Un momento di sole
7. Buio
8. Autunno
9. Dune
10. Ultima fantasia
11. Come Biancaneve
12. Camminando nell'arcobaleno del giorno
13. Improvvisazione
14. Anima bianca
15. Piccola dolce cosina grigia...
16. Pierrot
17. Povero piccolo lupo grigio
18. Sogno nel buio
19. Broken Doll
20. Danza greca
21. Folleggiante Frenesia
22. Dedicata a te
23. Colori
24. Principessa Zingara
25. Giulietta
26. Morire lento impenetrabile
Genere: Romantico, Malinconico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Sempiterna afflizione

Ombra che t'en vai per la notte oscura,
parlami di te, del tuo remoto, de tue angosce…
Speme e timore confondeti la vista, l'acuto
dolore più non trasale nel tuo corpo decaduto.

Oh, misera sorte che all'uomo estirpasti la sua
natura, unica sua consolazione, sii perduta per
l'eterno tempo; e mai più vivente potrà rallegrarsi
de dolci moti de le loro labbra, e de candidi sospiri
che una pallida ninfa fluviale trasporta nella vita
d'ogni mortale dalla maledetta anima.

Le presento, al limitare di questa esistenza,
attendono, sonando delicati carmi dai loro argentei
strumenti, mentre il bianco loro manto covre
obliate bellezze…

Elfe sono, immortali abitanti de boschi
e de le selve celesti. Mai nessuno rimirarle potrà,
però l'apparire loro od illusione o vaneggiamento
esser debbe. Eppure, colui che l'ardire ebbe di
varcare le soglie, mortale, del regno eterno, un loro
nembo accorse…

Sempiterna afflizione ad ei, poiché il proibito osò
nella sua vitale forma. Ed ora, dannata fortuna,
non vuoi levargli ciò che rimanendogli lo conduce
ad una vita di morte, a cagione d'un misero sguardo
che nessun altro ardì? È forse l'esistenza infinita d'un
essere maledetto, la divina pena?

E per sempre ei vivrà morendo.

(20.06.2005)



La storia di un mortale dannato per l’eternità
  
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