SEGRETI, BUGIE,URLA, PENSIERI TRISTI,RISATE, FOLLIE AL TEMPO DEI MALANDRINI di sihu (/viewuser.php?uid=41975)
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grazie a tutti i lettori!
come vedete sono stata più veloce dell'altra volta e non vi
ho fatto aspettare troppo! spero di avervi fatto cosa gradita e che il
nuovo capitolo vi piaccia. mi dispiace avere trascurato un po' Lily in
questi ultimi due capitoli ma le cosa da raccontare erano tante!!!
lyrapotter:
tranquilla, anche io mi vergogno di non avere aggiornato per quasi un
mese. mi merito di avere perso commenti!!! mi dispiace che in
questo capitolo non ci sia umorismo ma non era il caso. per Lily vedrai
che tra un po' le cose cambieranno, anche perchè senno Harry
non nasce!!!
pikkolina_88: povero
James, lo sto maltrattando un po' in questa ff!! se potesse parlare
penso mi manderebbe al diavolo!
vale Lovegood: grazie
mille per il commentino. adesso non me la faccio scappare l'ispirazione!
germana: grazie mille
per il commento!!!
lyan: ecco il
capitolo nuovo! grazie per il commento!
CAPITOLO OTTO
DECISIONI E CORSE
Solo in camera, rannicchiato nel suo letto circondato dalle tende di
velluto rosso Remus si sentiva l’ultimo degli uomini. Non
riusciva nemmeno a definirsi uomo, forse scherzo della natura, mostro,
erano decisamente più appropriati. Sperava che quelle tende
sarebbero bastate a separarlo dal mondo, a difendere gli altri da uno
come lui.
Per colpa di uno come lui James non aveva più un fratello.
Quel mostro aveva massacrato un bambino indifeso davanti al fratellino.
Come poteva James essergli stato vicino per sette anni senza avere mai
provato orrore? Come era riuscito a passare tutte quelle notti di luna
piena insieme a lui senza provare disgusto, senza mai svelare il suo
segreto per farlo espellere? Questi ed altri mille dubbi gli giravano
in testa, gli attanagliavano il cuore e gli rendevano quasi impossibile
respirare.
Non poteva stare lì. Tra poco gli altri sarebbero tornati.
Conosceva bene Sirius e James e sapeva che sarebbero venuti a cercarlo
per parlare con lui. Avrebbero voluto delle spiegazioni, non era da lui
scappare a quel modo. Ma non se la sentiva di affrontarli, guardare
negli occhi James era troppo difficile in quel momento, e lo sarebbe
stato per sempre. Avrebbe rivisto il viso innocente di un bimbo ucciso
da un dannatissimo lupo mannaro. Un lupo mannaro come lui.
Doveva parlare con Silente. Non poteva rimanere lì in quella
stanza, in quel castello.
Era necessario per il bene di tutti che lui sparisse, che se ne andasse
per sempre. Dopo aver tirato su con il naso si alzò e diede
un ultimo sguardo a quella stanza che non avrebbe rivisto
più. Quella stanza in cui aveva vissuto per sette anni,
nella quale era cresciuto, aveva trovato degli amici eccezionali che
ora aveva perso.
Ormai aveva deciso. Solo era strano abbandonarla dopo sette anni, era
diventata un po’ casa sua. Ma lui era un mostro, solo ora se
ne era reso conto. Avrebbe dovuto dare retta a Piton, andarsene prima.
Basta fingere di essere normali: lui non lo era ne lo sarebbe mai
stato, non più. Non sarebbe rimasto un minuto di
più in quel castello a fare del male agli amici.
“Signor
Preside..”
Entrò titubante nella stanza dopo aver bussato.
“Dimmi Remus,
hai forse bisogno di parlarmi?”
Aveva gli occhi stanchi di chi è stato sveglio per notti
intere alla ricerca di una risposta che non trovava, torturato da
terribili dubbi e con il peso di molte vite sulle sue spalle ma
trovò ugualmente la forza per fargli un sorriso.
“Si.. Vorrei
abbandonare gli studi..”
Era stato più semplice del previsto pronunciare quelle
parole davanti all’uomo che più di tutti aveva
creduto in lui, che aveva fatto così tanto per permettergli
di studiare.
Sentiva di averlo deluso, ma sapeva che quella decisione
l’aveva presa per il bene dei suoi amici. Era nel giusto e
doveva arrivare fino in fondo anche se gli occhi cominciavano a
pizzicargli.
Sirius era esterrefatto e per l’ennesima volta non sapeva
come comportarsi. James era sconvolto e guardava fisso dove prima
c’era Remus. Non sapeva come comportarsi con James, le parole
in certi casi non erano mai stati il suo forte e non sapeva cosa aveva
preso a Remus. Come poteva pensare che James lo ritenesse un mostro?
Proprio James che aveva convinto lui e Peter a non giudicare Remus per
quel suo piccolo problema peloso e che aveva fatto così
tanto per diventare Animagus. Remus non aveva capito nulla di loro,
come poteva non avere capito che non lo avrebbero abbandonato a causa
delle sue trasformazioni perché gli volevano bene?
“Sirius..
Penso che dovremmo andare a parlargli. È un idiota, non ha
capito nulla. Io non..”
Alla fine era stato James a parlare, a proporre quello che anche Sirius
pensava fosse giusto fare. Non odiava Remus, anche lui era una vittima
come suo fratello. Solo che Remus ce l’aveva fatta a
sopravvivere anche se tutti i mesi doveva trasformarsi. Anche lui era
stato vittima della volontà di qualcun altro, non era stato
lui a chiedere di essere contagiato.
Se le cose fossero andate in un altro modo anche suo fratello avrebbe
potuto essere nelle stesse condizioni di Remus. Non aveva mai pensato
di condannare Remus o di prendersela con lui per quello che era
successo a Steven. Era stato Grayback ad uccidere suo fratello. James
non odiava i lupi mannari ma odiava Grayback e avrebbe voluto vederlo
morto con tutto se stesso.
“Tu non lo odi
e non pensi sia un mostro, giusto?”
Sirius lo capiva sempre al volo, non vi era sua frase che
l’amico non fosse in grado di completare.
“Esatto.
Dobbiamo andare da lui!”
James temeva che Remus stesse per fare una stupidata e voleva fermarlo.
Si mise a correre attraversando la foresta con Sirius al suo fianco
sperando di arrivare in tempo.
“Perché
Remus? Qui hai degli amici che conoscono il tuo segreto e che ti
vogliono bene. Hai anche la possibilità di finire gli studi.
Perché questa decisione?”
Il Preside lo fissava con i suoi penetranti occhi azzurri. Era
difficile per Remus sostenere quello sguardo. Con quelle poche parole
aveva messo in crisi quella sua decisione forse presa troppo in fretta.
“Per troppo
tempo ho messo in pericolo le vite degli abitanti del castello.
È ora di smetterla. La mia felicità non vale la
loro sicurezza.”
Trovò ugualmente la forza per rispondere. La certezza che
senza lui al castello i suoi amici sarebbero stati meglio gli diede la
forza. Senza lui al castello non avrebbero rischiato più lo
loro vita, non avrebbero più preso punizioni a causa sua.
“La tua
decisione è quindi definitiva?”
Il tono del preside era rassegnato. Aveva capito che nulla di
ciò che avrebbe potuto dire sarebbe servito a fare cambiare
idea a Remus. La sua decisione era presa. Quale fosse il motivo che
l’avesse originata a lui restava oscuro.
“Si
professore, lo è.”
“Ok,
darò disposizioni perché tu possa lasciare il
castello. Stasera non è possibile perché
c’è la luna piena.”
Lo aspettava l’ultima luna piena al castello. Pensarci faceva
un effetto strano.
“Domani
andrà benissimo. Potrei passare la notte nelle segrete e non
alla Stamberga?”
Non poteva rimanere alla Stamberga, i ragazzi lo avrebbero cercato li.
Lì conosceva, lo avrebbero cercato dovunque.
“Darò
disposizioni anche per quello, ma tu promettimi che rifletterai sulla
tua decisione e che se cambierai idea me lo farai sapere.”
Silente lo stava quasi supplicando.
“Grazie
Preside per tutto quello che ha fatto per me. Ho un’ultima
richiesta. Non dica nulla a Sirius e James..”
“Come
vuoi..”
Tutto quello che stava accadendo era così confuso e triste.
Silente sentì di avere fallito su un altro fronte, non era
in grado di guidare i suoi allievi, come poteva sperare di fermare
Voldemord? Quando Remus chiuse la porta il vecchio preside
crollò sulla scrivania, tenendosi la fronte tra le mani e
riflettendo su tutti gli errori che aveva commesso nella sua vita.
Sirius spalancò la porta della stanza con un calcio ma la
stanza era deserta. Non vi era traccia di Remus, ed erano sparite anche
tutte le sue cose. Si voltò verso James, sperando che lui
potesse avere una risposta, potesse sapere cosa fare ma anche James era
confuso.
Sentirono la voce della professoressa di Trasfigurazione sulle scale.
Subito si precipitarono per avere delle informazioni.
“Professoressa,
Remus..”
“Remus ha
lasciato il castello.”
“Cosa?”
Fu l’unica cosa che riuscì ad uscire dalla bocca
di Potter. Era incredulo, non poteva essere vero.
“Si
è ritirato.”
Rispose la professoressa con voce triste.
“Come?
Perché lo ha permesso..”
La voce di Sirius era aggressiva. Come avevano potuto permettere a
Remus di fare una sciocchezza del genere?
“Ha parlato
qualche minuto fa con Silente. Potter, sei il nuovo caposcuola di
Grifondoro.”
La professoressa non aggiunse altro e uscì dal buco del
ritratto.
Qualche metro più in la Lily Evans aveva assistito alla
scena. Quel pomeriggio era così arrabbiata con Potter
perché non l’aveva considerata. Si era anche
rifiutato di uscire con loro quando Frank glielo aveva chiesto. Ora
però aveva la faccia così triste, sembrava un
cucciolo spaurito. L’abbandono di Remus aveva stupito anche
lei, ma per James doveva essere stato un duro colpo.
“Lily che ci
fai sulle scale del dormitorio maschile?”
Chiese Alice incuriosita. Quel pomeriggio la sua amica era molto
arrabbiata con Potter e le sembrava strano che ora volesse andare a
parlargli.
“Niente,
arrivo Alice”
Lily gettò un ultimo sguardo a James Potter ripromettendosi
di andare più tardi a chiedergli se fosse tutto a posto, e
poi corse dall’amica.
“Non
può avere lasciato il castello così in fretta.
Deve essere ancora qui!”
Concluse James. Era successo tutto troppo in fretta. E quella sera ci
sarebbe anche stata la luna piena. Sicuramente Remus era ancora nel
castello, ma dove?
“Cerchiamolo
sulla mappa del malandrino.”
Propose risolutivo Sirius.
“Certo, ma
dove..”
James alzò gli occhi verso Sirius sbiancando improvvisamente.
“Che ti
prende?”
“La mappa non
è in tasca.. Mi deve essere caduta prima nella foresta,
accidenti. Vado a prenderla!”
Prima che Sirius potesse obiettare James era già sparito
oltre il buco del ritratto. Correva veloce, per l’ennesima
volta in quella giornata, sperando che tutto quello fosse solo un
brutto sogno. Voleva svegliarsi e trovare Remus nel letto di fianco con
cui ridere per ogni sciocchezza.
Arrivato nella foresta cominciò a guardarsi in giro e in
poco tempo trovò la mappa del malandrino. Si mise di nuovo a
correre verso il castello ma una radice nascosta da alcune foglie lo
fece cadere. Dalla tasca dei pantaloni cadde lo specchio e James si
chinò per raccoglierlo. Qualcosa non andava, lo specchio era
completamente bianco. Una luce lo accecò e si
sentì trasportato verso di esso. Quando riaprì
gli occhi si accorse di essere nella stessa stanza del suo sogno.
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