B come Bandiera
B come
Bandiera
“La prudenza, in
verità, detta che governi in vigore da molto
tempo non siano cambiati per motivi futili e passeggeri; e
conformemente l’esperienza ha mostrato che il genere umano
è più disposto a soffrire, finché i
mali siano
sopportabili, piuttosto che raddrizzarsi abolendo le forme alle quali
si è abituato; ma quando una lunga serie di abusi e di
usurpazioni, mirate invariabilmente allo stesso scopo mostra il
progetto di ridurlo sotto un dispotismo assoluto, è suo
diritto,
è suo dovere rovesciare tale governo e procurare nuove
salvaguardie per la sua futura sicurezza.”
[Dichiarazione d’Indipendenza,
Preambolo]
Le
strade di Boston, di primo acchito, apparivano esattamente come qualche
mese prima. Ad una seconda occhiata, però, si notava la mancanza
delle odiate macchie scarlatte delle giubbe rosse, che avevano
spadroneggiato, molestando gli abitanti della città per troppo
tempo. Ora il colore maggiormente presente era dato dalla fusione del
bianco, del rosso e del blu, tinte di purezza, coraggio e giustizia che
caratterizzavano la bandiera degli Stati Uniti.
L’odore di polvere da sparo saturava ancora l’aria ma ora
l’America, finalmente libera, poteva far sventolare il proprio
vessillo, simbolo di libertà ottenuta grazie allo spirito
indomito dei patrioti. Connor aveva vissuto in prima persona gli eventi
che avevano portato a quell’epilogo, anche se non aveva
dimenticato il costo di tale vittoria: morti e macerie, distruzione e
paura. Ma quanto era stato caro il prezzo da pagare in nome della
libertà?
L’Assassino si muoveva furtivo tra la gente, con tutta
l’intenzione di arrivare alla Old North Church prima possibile.
Duncan Little gli aveva riferito che un Assassino proveniente da
oltreoceano aveva urgenza di parlare con lui. I soprusi da parte dei
potenti stavano mettendo in ginocchio anche le popolazioni del Vecchio
Continente e i Templari ne stavano approfittando: bisognava intervenire
subito.
Il giovane arrivò di fronte alla chiesa e adocchiò un
tipo con uno strano cappello rattoppato. Se ne stava in disparte,
appoggiato a delle casse. Proprio in quel momento anch’egli
alzò lo sguardo ed incrociò quello di Connor. Come se si
fossero capiti al volo, i due uomini si vennero incontro.
«Pierre Renaud» si presentò il tipo col cappellaccio, non appena fu abbastanza vicino.
«Connor Kenway» rispose il giovane, guardandosi intorno.
«Non c’è tempo per le cerimonie. Perciò vi
dirò subito perché sono qui» continuò Renaud
senza prendere fiato, «LaFayette si è espresso molto bene
su di voi, Kenway, ed è certo che il vostro aiuto ci sarà
prezioso: adesso il nostro generale è stato fatto prigioniero e
ha bisogno di voi per indirizzare in maniera opportuna la Rivoluzione.
I Templari fomentano il popolo contro i reali... Per ingabbiarlo
nuovamente sotto il segno della croce del tempio».
«La situazione è così grave da dover chiedere aiuto qui?» domandò Connor, accigliato.
«Noi francesi abbiamo portato aiuto all’America. Uomini.
Armi. Un modello di strategia. Eppure ora gli Stati
Uniti non soccorrono la Francia, non vogliono immischiarsi negli affari
del Vecchio Mondo. Ma siamo certi che almeno la Confraternita non
tradirà, anche noi vogliamo la nostra bandiera»
disse Renaud, inasprendo tutte le nasali con quel suo accento francese,
per giunta infervorato dall’argomento di discussione.
Ratonhnhaké:ton lo fissò, vedendo negli occhi del
suo interlocutore la foga di chi vuole rivendicare i suoi diritti. Un
fratello Assassino era venuto da lui a chiedere aiuto. Non poteva
negarglielo.
«Giovedì mattina vi presenterò alcuni Assassini pronti a seguirvi oltreoceano».
«Il generale desidererebbe che veniste anche voi. A detta sua...
Siete una delle poche speranze che abbiamo contro i giacobini, vi
prego, Kenway».
Connor si prese un istante prima di rispondere.
«A giovedì mattina, Renaud».
[498 parole]
***
Aveline de Grandpré,
Connor Kenway e tutti gli altri personaggi di Assassin’s Creed
III/Liberation appartengono alla Ubisoft e alle sue varie
divisioni, io li ho presi in
prestito senza pretesa alcuna; solamente gli OC e la grafica del
titolo appartengono a me.
Ringrazio la mia Anto
per aver letto ancora una volta in anteprima.
***
Salve!
Dopo molto, molto tempo sono tornata, in tempo per farvi gli auguri di
buon inizio 2014!
Ho scritto questa flash a più riprese e non so cosa ne sia
venuto fuori. Nella mia testa c’è stato
effettivamente un sequel della storia di Ratohnhaké:ton
(anziché Black
Flag): l’input è
stato l’invito ad andare a vedere la Francia che La
Fayette ha rivolto a Connor. Poi si sa che in Francia
all’epoca c’erano gli albori della Rivoluzione... E
quindi ho stilato una trama sommaria che ho deciso di sviluppare in
questa mini raccolta.
A tal proposito, volevo precisare che i giacobini erano
un partito molto riconducibile ai Templari per ideologia e linee guida,
tuttavia approfondirò meglio questa mia visione nel corso delle
prossime volte.
Anyway, vorrei spendere
due parole sulla flash-fic. Innanzi tutto, la bandiera degli Stati
Uniti ha una storia particolare: risale al 1776 e fu cucita a mano da
Betsy Ross. Se volete
saperne di più vi lascio il link a questa pagina.
Per quanto riguarda invece l’aiuto che gli Assassini francesi
chiedono ai Confratelli americani, ho voluto
lasciar intendere che nella Confraternita ancora vigono le leggi della
Fratellanza, un po’ per introdurre Connor in un ambito
più di collettività,
che ben si accorda con l’ideale della rivoluzione popolare,
come è appunto quella francese.
Aggiungo a tal proposito una piccola postilla: come mi ha fatto notare cartacciabianca,
la Statua della Libertà è stata donata solo nel 1884 agli
Stati Uniti dalla Francia (qui invece siamo approssimativamente tra il
1784 e 1785), ergo ho modificato sottolineando il fatto che i francesi
fossero un esercito molto meglio organizzato e disciplinato, tale da
costituire un modello per i patrioti. Chiedo scusa per l’imprecisione storica della precedente versione.
E tanto che mi trovo, volevo precisare che la prigionia di La Fayette
non è quella del 1792-1797, bensì una manovra templare
della quale si parlerà più avanti.
Ed ora, come sempre, ringrazio chi ha messo la storia in uno dei suoi elenchi,
chi legge, chi mi fa sapere la sua e chi passa anche a dare solamente un’occhiatina.
Mi auguro di riuscire a terminare presto la prossima flash e mi scuso
se ci ho messo così tanto ad aggiornare ma lo studio mi ha
impegnata e mi sta impegnando davvero tanto.
Alla prossima, per chi ci sarà!
Halley
S.C.
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