-Naruto!
Naruto! Naruto?
Naruto si
voltò, lo sguardo perso. Tra le gambe accarezzava un piccolo
fagotto di stoffa.
Kyuubi gli si
avvicinò preoccupato e gli accarezzò il capo. Il
biondo sembrava una bambola senza anima.
-Dobbiamo dirlo a Sasuke.
Sakura si tolse i guanti e li buttò nella pattumiera
accanto. Nel riflesso dello specchio guardò la figura stanca
di Itachi.
Quell’uomo la sorprendeva perché in qualunque
situazione riusciva a mantenere il sangue freddo ed era sempre lucido.
Gli occhi scuri incontrarono i suoi.
-Gli parlerò stasera.
Mormorò.
La donna annuì dopo un lungo silenzio e ritornò
nella camera adiacente al bagno.
Naruto era ancora incosciente.
Da quando era tornato dal viaggio erano passati altri tre giorni e
stava diventando difficile tenere la cosa nascosta allo sposo. Per non
parlare del crollo emotivo che aveva avuto Mikoto il giorno prima.
Sospirò, guardò il tracciato nelle macchine e poi
annuì grata.
I parametri erano nella norma, il bambino stava bene, ma non capiva
perché Naruto non riusciva a svegliarsi.
Il contatto con la volpe era stato vano perché per quanto
Itachi si sforzasse ad entrare in contatto con lei, questa non si
faceva trovare.
La presenza del moro si materializzò dietro di lei.
-Perché dorme?
-Non lo so Itachi. L’unica che potrebbe darci delle risposte
è la volpe, ma non riesci a trovarla.
I pugni dell’uomo si strinsero.
-E’
l’ora che tu ti svegli.
Sussurrò al
ragazzo.
Naruto lo
guardò e poi tornò a occuparsi del fagotto.
La volpe non sapeva che
stava succedendo. Non aveva mai trovato Naruto in quello stato. Eppure
non aveva cambiato nulla dal’ultima volta. Il rito era stato
sempre lo stesso.
Strinse le labbra
sconfortato.
Non voleva che accadesse
qualcosa di male. Non era sua intenzione mettere nessuno in pericolo.
Voleva solo
rivedere…
Sasuke indossò lo yukata, si strinse la cintura in stoffa
alla vita e un lungo sospiro uscì dalle labbra.
La mano corse al capo e si massaggiò le tempie. Il mal di
testa non accennava a diminuire e le urla di Mikoto il giorno prima lo
avevano stremato.
Il crollo emotivo della figlia lo aveva terrorizzato come non succedeva
da tempo. Era crollata, aveva cominciato ad urlare in nome di Naruto e
lui si era immobilizzato, non sapendo come reagire. Se non fosse stato
per Itachi che gli aveva rifilato quello schiaffo, lui sarebbe stato
ancora lì, immobile, mentre la gola della figlia andava in
fiamme.
Sbuffò e controllò per l’ennesima volta
Mikoto, addormentata sul letto che di solito era occupato da lui e
Naruto.
Non riusciva a starle lontano.
-Sasuke.
L’uomo si voltò verso il fratello mentre chiudeva
l’anta della camera.
Itachi fece gesto di seguirlo e si ritrovarono nella sala.
Dopo un profondo respiro cominciò a parlare.
Kurama
accarezzò il capo del biondo, si morse un labbro a sangue e
poi ringhiò frustrato.
Si voltò di
scatto proteggendo il ragazzo.
Dietro di lui
comparì il più piccolo degli Uchiha, con gli
occhi iniettati di sangue.
Kurama
ringhiò più forte.
-Cosa gli hai fatto.
Sasuke sembrava
più demone di lui. Ma il territorio rimaneva suo. Naruto era
solo suo.
-Come sei entrato?
Era sorprendente il
potere che stava manifestando il quel momento. Neanche Itachi,
l’Uchiha più forte che era rimasto in
circolazione, c’era mai riuscito. Invece per quel ragazzo era
stata una passeggiata.
Sasuke fece un passo
avanti, entrando finalmente nella prospettiva per osservare Naruto.
Il biondo era seduto al
suolo, chino sul di lui che si dondolava in un lento movimento.
La sua rabbia crebbe
ancora e il chakra viola cominciò a fluire da lui
circondando tutto il resto.
Kurama
ringhiò e la stanza cominciò a scomparire. La
gabbia si sciolse e l’acqua cominciò a evaporare.
Tutto intorno stava
cambiando.
Sasuke si
avvicinò ancora e lo stesso fece il demone verso di lui.
-Lasciami passare.
Le labbra di Sasuke
cominciarono a tremare dalla rabbia e le sopracciglia si arcuarono
ancora di più.
Perché quel
demone non si toglieva. Perché rimaneva appiccicato a Naruto.
Tutte quelle domande lo
stavano facendo imbestialire.
-Fermati idiota!
Urlò Kurama.
Perché il suo
tono era terrorizzato?
-Così
ucciderai il feto!
Gli occhi del moro si
spalancarono e il suo corpo si immobilizzò.
Il piccolo. Naruto
aspettava un altro bambino. In quel frangente era così
occupato a svegliare il compagno, da non pensare alle conseguenze che
avrebbe riportato sul feto.
Il chakra
cominciò a svanire così come tutto il resto,
finchè non rimase una stanza vuota.
Dietro di loro una luce
azzurra brillava forte. Pulsava vita.
Era la cosa
più bella che Sasuke aveva mai visto.
Quella era la vita che
Naruto stava aiutando a crescere.
E che ora il biondo
proteggeva dal suo chakra.
Naruto era
lì, in piedi, con le braccia allargate a circondare la luce
col suo corpo.
Kurama si
voltò verso il biondo spalancando gli occhi sorpreso.
-Moccioso! Ti sei
svegliato finalmente.
L’ultima cosa
che vide Naruto prima che la volpe venne rinchiusa in un sigillo, fu il
sorriso rilassato di lui, e i suoi occhi che gli dicevano addio.
Sasuke annaspò l’aria e tossì forte. Si
mise in posizione fetale e strinse la testa fra le mani.
-Sasuke!
Sakura corse al suo fianco appoggiando una mano sulla sua spalla,
allarmata.
Itachi corse verso Naruto.
-Naruto…
Sussurrò, accarezzandogli il viso.
Il ragazzo debolmente aprì gli occhi e li puntò
sul maggiore, sorridendo appena. Sentiva il corpo debole e le ossa
doloranti. La testa gli pulsava pesantemente.
-Come stai?
Itachi si apprestò a sollevarlo per metterlo seduto. Naruto
lo ringraziò con lo sguardo.
-Bene, credo.
Si massaggiò il collo.
Dall’altro lato Sasuke sorrise verso il biondo.
Le settimane divennero mesi e arrivò l’autunno, ma
non era il tempo del rimorso. La gente attese che le foglie cambiassero
colore come avevano atteso il fiorire delle ciliegie in primavera; i
panorami colorati di rosso, oro e porpora erano una sorta di
rassicurante affermazione del naturale progresso della vita.
Dentro a quella vita Sasuke sembrava rinato.
Il pancione di Naruto era cresciuto lentamente, e lui era stato
lì ad osservare ogni minimo cambiamento.
Minato, così avrebbe voluto chiamarlo Naruto, si muoveva nel
pancione. Sasuke era rimasto incantato dalla manina minuscola che si
era intravista sotto la sua. Sotto quello strato sottile di pelle
c’era il suo bambino.
Ormai si era impossessato di quella vita, e sembrava non volerla
lasciare mai più.
Tutto stava procedendo così bene, che aveva paura che
potesse finire in un secondo.
Aveva il timore che fosse stato solo un sogno, durato a lungo, ma sono
un’illusione della sua testa malata.
Chiuse gli occhi e sprofondò sulla spalla di Naruto.
La missione lo aveva portato via dalla sua nuova famiglia per
un’intera settimana. Il fratello non avrebbe voluto mandarlo,
ma sarebbe stato sospetto verso l’alto consiglio. Era restio,
perché passati i mesi, si era affezionato a quel ragazzo e
sapeva che una volta imparata la lezione, loro non avrebbero ricordato
nulla, e lui sarebbe scomparso per il suo vero mondo.
Itachi era consapevole di molte cose, ma per ora avrebbe assecondato
suo zio e avrebbe pregato in silenzio che anche la vita di quel Sasuke
si sarebbe conclusa con un lieto fine.
La volpe era svanita, dopo l’incidente di qualche mese prima,
Naruto aveva cercato lo spirito del demone. Assopito, Kurama gli aveva
risposto che per lui era il momento di abbandonare quel mondo per
raggiungere la sua pace.
Aveva spiegato al biondo con calma che non avendo più i
fratelli in vita, l’equilibrio che il Sannin dei Sei Sentieri
aveva creato si era crepato; di conseguenza Kurama non poteva esistere
se al mondo non c’erano anche i suoi fratelli demone coda.
Naruto aveva capito. Aveva sorriso e lo aveva lasciato andare con
un’unica frase : è
arrivato il momento che tu ti ricongiunga con la tua metà.
Aveva sciolto il sigillo e lo aveva liberato.
La storia di Kurama sarebbe stata la sua ninna per i figli. Avrebbe
raccontato loro di un amore che trascende il tempo e la morte.
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Ciao a tutte! Non sono morta... bhe, più o meno si, visto
che ho abbandonato il sito quasi per un anno intero. Mi dispiace
veramente tanto. So che con le mie scuse non risolvo nulla, ma non
avrei mai voluto lasciare storie a metà o non finite. Un po'
per il tempo, un po' per la famiglia non riesco a buttare
già qualcosa che mi soddisfi. Infatti questo capitolo fa
schifo perchè è troppo veloce e non si capisce
nulla. Ho lasciato molte cose al caso e di libera interpretazione
perchè non sapevo come concluderle o come iniziarle. Dico
solo che dopo questo capitolo gli altri verrano postati ogni fine
settimana perchè sonno scritti già da mesi.
Ovviamente il manga ha preso la piega che ha preso, ma il finale lo
avevo già scritto perciò spero vi piaccia
comunque, anche se non sarà come Kishimoto la pensa. Detto
questo, do a tutte voi in ritardo gli auguri di Natale e di un
felicissimo anno nuovo (Il mio è giù iniziato ed
è una merda! T^T)
Un bacione forte forte!
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