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Autore: Aoimoku_kitsune    10/01/2014    4 recensioni
La guerra sta distruggendo sogni e speranze. La notte di Natale si affaccia su tutto il paese del fuoco.
Sasuke, prima di raggiungere il campo di battaglia, si ritrova a vivere un sogno che alla fine gli piace e dalla quale non vuole svegliarsi. Quando torna alla realtà si rende conto che la strada che aveva scelto all'inizio gli ha rovinato l'esistenza, corrodendolo lentamente. Cosi' ritorna dal suo primo amore, mette via l'orgoglio e con coraggio cerca di dirgli che è cambiato.
Perché ha visto il loro futuro insieme.
Si può sempre tornare indietro nella vita, basta avere il coraggio di rimettersi in gioco.
Genere: Angst, Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Itachi, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Mpreg | Contesto: Naruto Shippuuden
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-Naruto! Naruto! Naruto?
Naruto si voltò, lo sguardo perso. Tra le gambe accarezzava un piccolo fagotto di stoffa.
Kyuubi gli si avvicinò preoccupato e gli accarezzò il capo. Il biondo sembrava una bambola senza anima.

-Dobbiamo dirlo a Sasuke.
Sakura si tolse i guanti e li buttò nella pattumiera accanto. Nel riflesso dello specchio guardò la figura stanca di Itachi.
Quell’uomo la sorprendeva perché in qualunque situazione riusciva a mantenere il sangue freddo ed era sempre lucido.
Gli occhi scuri incontrarono i suoi.
-Gli parlerò stasera.
Mormorò.
La donna annuì dopo un lungo silenzio e ritornò nella camera adiacente al bagno.
Naruto era ancora incosciente.
Da quando era tornato dal viaggio erano passati altri tre giorni e stava diventando difficile tenere la cosa nascosta allo sposo. Per non parlare del crollo emotivo che aveva avuto Mikoto il giorno prima.
Sospirò, guardò il tracciato nelle macchine e poi annuì grata.
I parametri erano nella norma, il bambino stava bene, ma non capiva perché Naruto non riusciva a svegliarsi.
Il contatto con la volpe era stato vano perché per quanto Itachi si sforzasse ad entrare in contatto con lei, questa non si faceva trovare.
La presenza del moro si materializzò dietro di lei.
-Perché dorme?
-Non lo so Itachi. L’unica che potrebbe darci delle risposte è la volpe, ma non riesci a trovarla.
I pugni dell’uomo si strinsero.

-E’ l’ora che tu ti svegli.
Sussurrò al ragazzo.
Naruto lo guardò e poi tornò a occuparsi del fagotto.
La volpe non sapeva che stava succedendo. Non aveva mai trovato Naruto in quello stato. Eppure non aveva cambiato nulla dal’ultima volta. Il rito era stato sempre lo stesso.
Strinse le labbra sconfortato.
Non voleva che accadesse qualcosa di male. Non era sua intenzione mettere nessuno in pericolo.
Voleva solo rivedere…

Sasuke indossò lo yukata, si strinse la cintura in stoffa alla vita e un lungo sospiro uscì dalle labbra.
La mano corse al capo e si massaggiò le tempie. Il mal di testa non accennava a diminuire e le urla di Mikoto il giorno prima lo avevano stremato.
Il crollo emotivo della figlia lo aveva terrorizzato come non succedeva da tempo. Era crollata, aveva cominciato ad urlare in nome di Naruto e lui si era immobilizzato, non sapendo come reagire. Se non fosse stato per Itachi che gli aveva rifilato quello schiaffo, lui sarebbe stato ancora lì, immobile, mentre la gola della figlia andava in fiamme.
Sbuffò e controllò per l’ennesima volta Mikoto, addormentata sul letto che di solito era occupato da lui e Naruto.
Non riusciva a starle lontano.
-Sasuke.
L’uomo si voltò verso il fratello mentre chiudeva l’anta della camera.
Itachi fece gesto di seguirlo e si ritrovarono nella sala.
Dopo un profondo respiro cominciò a parlare.

Kurama accarezzò il capo del biondo, si morse un labbro a sangue e poi ringhiò frustrato.
Si voltò di scatto proteggendo il ragazzo.
Dietro di lui comparì il più piccolo degli Uchiha, con gli occhi iniettati di sangue.
Kurama ringhiò più forte.
-Cosa gli hai fatto.
Sasuke sembrava più demone di lui. Ma il territorio rimaneva suo. Naruto era solo suo.
-Come sei entrato?
Era sorprendente il potere che stava manifestando il quel momento. Neanche Itachi, l’Uchiha più forte che era rimasto in circolazione, c’era mai riuscito. Invece per quel ragazzo era stata una passeggiata.
Sasuke fece un passo avanti, entrando finalmente nella prospettiva per osservare Naruto.
Il biondo era seduto al suolo, chino sul di lui che si dondolava in un lento movimento.
La sua rabbia crebbe ancora e il chakra viola cominciò a fluire da lui circondando tutto il resto.
Kurama ringhiò e la stanza cominciò a scomparire. La gabbia si sciolse e l’acqua cominciò a evaporare.
Tutto intorno stava cambiando.
Sasuke si avvicinò ancora e lo stesso fece il demone verso di lui.
-Lasciami passare.
Le labbra di Sasuke cominciarono a tremare dalla rabbia e le sopracciglia si arcuarono ancora di più.
Perché quel demone non si toglieva. Perché rimaneva appiccicato a Naruto.
Tutte quelle domande lo stavano facendo imbestialire.
-Fermati idiota!
Urlò Kurama.
Perché il suo tono era terrorizzato?
-Così ucciderai il feto!
Gli occhi del moro si spalancarono e il suo corpo si immobilizzò.
Il piccolo. Naruto aspettava un altro bambino. In quel frangente era così occupato a svegliare il compagno, da non pensare alle conseguenze che avrebbe riportato sul feto.
Il chakra cominciò a svanire così come tutto il resto, finchè non rimase una stanza vuota.
Dietro di loro una luce azzurra brillava forte. Pulsava vita.
Era la cosa più bella che Sasuke aveva mai visto.
Quella era la vita che Naruto stava aiutando a crescere.
E che ora il biondo proteggeva dal suo chakra.
Naruto era lì, in piedi, con le braccia allargate a circondare la luce col suo corpo.
Kurama si voltò verso il biondo spalancando gli occhi sorpreso.
-Moccioso! Ti sei svegliato finalmente.
L’ultima cosa che vide Naruto prima che la volpe venne rinchiusa in un sigillo, fu il sorriso rilassato di lui, e i suoi occhi che gli dicevano addio.

Sasuke annaspò l’aria e tossì forte. Si mise in posizione fetale e strinse la testa fra le mani.
-Sasuke!
Sakura corse al suo fianco appoggiando una mano sulla sua spalla, allarmata.
Itachi corse verso Naruto.
-Naruto…
Sussurrò, accarezzandogli il viso.
Il ragazzo debolmente aprì gli occhi e li puntò sul maggiore, sorridendo appena. Sentiva il corpo debole e le ossa doloranti. La testa gli pulsava pesantemente.
-Come stai?
Itachi si apprestò a sollevarlo per metterlo seduto. Naruto lo ringraziò con lo sguardo.
-Bene, credo.
Si massaggiò il collo.
Dall’altro lato Sasuke sorrise verso il biondo.

Le settimane divennero mesi e arrivò l’autunno, ma non era il tempo del rimorso. La gente attese che le foglie cambiassero colore come avevano atteso il fiorire delle ciliegie in primavera; i panorami colorati di rosso, oro e porpora erano una sorta di rassicurante affermazione del naturale progresso della vita.
Dentro a quella vita Sasuke sembrava rinato.
Il pancione di Naruto era cresciuto lentamente, e lui era stato lì ad osservare ogni minimo cambiamento.
Minato, così avrebbe voluto chiamarlo Naruto, si muoveva nel pancione. Sasuke era rimasto incantato dalla manina minuscola che si era intravista sotto la sua. Sotto quello strato sottile di pelle c’era il suo bambino.
Ormai si era impossessato di quella vita, e sembrava non volerla lasciare mai più.
Tutto stava procedendo così bene, che aveva paura che potesse finire in un secondo.
Aveva il timore che fosse stato solo un sogno, durato a lungo, ma sono un’illusione della sua testa malata.
Chiuse gli occhi e sprofondò sulla spalla di Naruto.
La missione lo aveva portato via dalla sua nuova famiglia per un’intera settimana. Il fratello non avrebbe voluto mandarlo, ma sarebbe stato sospetto verso l’alto consiglio. Era restio, perché passati i mesi, si era affezionato a quel ragazzo e sapeva che una volta imparata la lezione, loro non avrebbero ricordato nulla, e lui sarebbe scomparso per il suo vero mondo.
Itachi era consapevole di molte cose, ma per ora avrebbe assecondato suo zio e avrebbe pregato in silenzio che anche la vita di quel Sasuke si sarebbe conclusa con un lieto fine.
La volpe era svanita, dopo l’incidente di qualche mese prima, Naruto aveva cercato lo spirito del demone. Assopito, Kurama gli aveva risposto che per lui era il momento di abbandonare quel mondo per raggiungere la sua pace.
Aveva spiegato al biondo con calma che non avendo più i fratelli in vita, l’equilibrio che il Sannin dei Sei Sentieri aveva creato si era crepato; di conseguenza Kurama non poteva esistere se al mondo non c’erano anche i suoi fratelli demone coda.
Naruto aveva capito. Aveva sorriso e lo aveva lasciato andare con un’unica frase : è arrivato il momento che tu ti ricongiunga con la tua metà.
Aveva sciolto il sigillo e lo aveva liberato.
La storia di Kurama sarebbe stata la sua ninna per i figli. Avrebbe raccontato loro di un amore che trascende il tempo e la morte.


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Ciao a tutte! Non sono morta... bhe, più o meno si, visto che ho abbandonato il sito quasi per un anno intero. Mi dispiace veramente tanto. So che con le mie scuse non risolvo nulla, ma non avrei mai voluto lasciare storie a metà o non finite. Un po' per il tempo, un po' per la famiglia non riesco a buttare già qualcosa che mi soddisfi. Infatti questo capitolo fa schifo perchè è troppo veloce e non si capisce nulla. Ho lasciato molte cose al caso e di libera interpretazione perchè non sapevo come concluderle o come iniziarle. Dico solo che dopo questo capitolo gli altri verrano postati ogni fine settimana perchè sonno scritti già da mesi. Ovviamente il manga ha preso la piega che ha preso, ma il finale lo avevo già scritto perciò spero vi piaccia comunque, anche se non sarà come Kishimoto la pensa. Detto questo, do a tutte voi in ritardo gli auguri di Natale e di un felicissimo anno nuovo (Il mio è giù iniziato ed è una merda! T^T)
Un bacione forte forte!
   
 
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