L'infallibile metodo della pazzia

di Hikary
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Il mio primo, vero OT3 sono stati queste piccole meraviglie, con le lorio store bellissime e disastrate, ma soprattutto con il loro amore veramente incondizionato. Forse, solo ‘ forse’ però, mi ha quasi toccata di più il rapporto tra Kim e George su tutti, perché loro sono i due estremi del triangolo, quelli che in teoria non dovrebbero mai toccarsi …peccato che in un triangolo tutti gli angoli siano collegati tra loro, per natura ;)
 
Il titolo viene dal mio verso preferito di Pie in the sky – la mia canzone preferita del musical? Sì, direi di sì – che nella (perfetta) versione che ho visto ( Brixton Club House 2012/2013) era cantata dalla maggior parte dei personaggi, in particolare da George, Billy e Kim meravigliosamente abbracciati, con George nel mezzo che stringeva gli altri due in un modo che non saprei spiegare a parole… Il verso completo dice there was method in our madness/there’s a rumor in the truth/there was love/and where’s the proof? salvo nel finale in cui diventa and here’s the proof.
 
La raccolta segue il trio dopo la fine del musical e vede semplicemente degli spaccati della loro vita quotidiana.
Insieme
 
 
01 - Holding hands
 
Un pomeriggio avevano deciso di andarsene a passeggio, lui e Kim, mentre Billy era al lavoro. In un momento di follia generale, si erano accordati per andare al parco di Crystal Palace, perché l’appuntamento di Billy era a Sydenham e perché Kim sosteneva che gli scoiattoli del sud fossero più simpatici.
Sogghignavano, inventando storie sugli sconosciuti che incontravano via via che percorrevano uno dopo l’altro i viali alberati, senza fretta, le dita intrecciate e gli occhi piantati sull’unico spicchio di cielo azzurro. A George piaceva sentire il palmo di Kim contro il proprio; non c’era nessun sottinteso romantico, lo faceva sentire bene. Un po’ come a dire che, se proprio lei acconsentiva a tenerlo per mano, qualcosa di buono in lui doveva esserci.
Quel pomeriggio incontrarono un ragazzo con un orribile berretto giallo e due occhi vispi, amichevoli; si fermò appositamente per dire a Kim che gli piacevano i suoi anfibi e a George che il colore dei suoi capelli era buffo, ma gli stava davvero bene.
 
« Siete forti. » disse, sorridendo. « State insieme, giusto? »
 
George rimase impalato, senza la più pallida idea di cosa rispondere, perché non era proprio semplice rendere il concetto é la ragazza del mio ragazzo. Kim, invece, aprì la bocca per risolvere la questione, ma subito la richiuse, perché come faceva a spiegare che lui era il ragazzo del suo ragazzo?
 
Ecco, pensava George, al diavolo chi dice che le relazioni  a tre sono complicate! Se ci fosse stato Billy in mezzo a loro, a stringerli entrambi, avrebbe potuto rispondere lui, un “ sì” che valeva per tutti e per ciascuno.
E non c’era verso, era tutto inutile: loro non potevano funzionare, se non in tre.




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