» Capitolo 13
«Bugie e
segreti, sono come un cancro dell'anima.
Corrodono ciò che è buono e si lasciano alle
spalle solo distruzione. »
La luce che proveniva da uno dei
grandi finestroni, costrinse Sam ad aprire gli occhi. Era mattina.
Si sollevò del
tutto riposata stiracchiando per alcuni istanti le braccia sopra alla
sua testa, desiderava tanto farsi una doccia, sentiva il proprio odore
e non poteva considerarlo una gradevole profumazione. La stanza era
completamente vuota, non c’erano tracce di Sebastian,
così la ragazza si sollevò in piedi, tentando di
sistemare i capelli con le dita. Il suo aspetto doveva essere un
disastro.
Uscì dallo stanzone
attraversando il vecchio corridoio, le travi di legno scricchiolavano
sotto il suo passo e la fitta polvere le infastidiva le vie
respiratorie, provocandole alcuni starnuti. Quando arrivò al
piano terra, vide il profilo di Sebastian, era chino sulla schiena e
tra le mani reggeva una specie di penna che si passava sulla pelle,
probabilmente aveva trovato uno stilo.
-Ehi. - disse lei a voce
bassa, c’era qualcosa nell’aria che le faceva
temere di alzare troppo il tono della voce.
Lui non appena
avvertì la sua presenza sollevò il viso, portando
lo sguardo sulla figura di Sam. –Buongiorno. – si
limitò a dire, riportando così
l’attenzione sul disegno che stava elaborando lungo il suo
braccio.
-Dove lo hai preso?- Chiese
Sam facendo un cenno verso lo stilo, ma più che dalla
curiosità la sua domanda era stata mossa dal desiderio di
interrompere quel silenzio che era piombato nella stanza.
-Non è difficile
per un Cacciatore come me procurarmi alcune cose. – si
limitò a rispondere lui e Sam annuì appena.
Quando Sebastian ebbe
terminato, riavvolse verso il basso la manica della maglia, coprendo
così il marchio e si sollevò in piedi, portando
lo stilo in uno dei passanti dei pantaloni.
-Che ne dici di lasciare
questo posto e tornare nella mia casa?- Chiese poi alla ragazza, dal
modo in cui gli occhi di lui la scrutavano Sam pensò di
dover sembrare proprio la versione più alta di Dobby
l’elfo domestico di Harry Potter.
-Ma non ti troveranno?- chiese
lei dopo alcuni istanti.
Sebastian scosse la testa.
–No, è come se fosse fuori dalle dimensioni,
può portarci dove vuole ma nessuno può trovarla,
una delle poche cose utili che ha fatto mio padre. -
Sam restò in
silenzio per alcuni momenti, aveva la curiosità di
chiedergli qualcosa in più sul suo genitore, ma dopo le
cicatrici che aveva visto sul corpo del ragazzo non le sembrava la
più brillante delle idee. Si limitò ad annuire.
Desiderava fare una doccia e quella casa, nei suoi ricordi, le sembrava
una piccola oasi.
-Bene, così potrai
darti una ripulita. - disse lui infine, estraendo nuovamente lo stilo
dagli Jeans e posizionando la punta contro la superficie ruvida della
parete.
-Sebastian.- esitò
Sam.
-Fidati di me.- la
rassicurò lui e poi si voltò nuovamente verso il
muro, unendo le linee in un disegno singolare.
§
Ritrovarsi in un ambiente
così pulito fu una piacevole sorpresa, era bello poter
inalare l’aria in un profondo respiro senza dover tossire
poco dopo. Ora aveva solo voglia di fare una doccia.
Sebastian parve leggerle nella
mente visto che annuì appena indicandole con un cenno della
tasta una delle porte che si intravedevano alla cucina.
–Ricordi dov’è la tua stanza, vero?-
-Sì.- Rispose lei e
mosse alcuni passi verso l’esterno della cucina, per poi
fermarsi per alcuni istanti, voltando di poco il viso.
Sebastian la guardò
aspettando che lei dicesse qualcosa ma Sam si limitò a
rivolgergli un sorriso, proseguendo nella sua direzione, sospirando
sonoramente poco dopo.
Quando s’immerse
nella vasca colma di acqua calda le sembrò di essere in
paradiso, rilassò ogni muscolo del corpo, lasciando che il
sapone alla vaniglia penetrasse sulla sua pelle, scacciando via il
cattivo odore dei giorni precedenti. Restò in
ammollò per una mezz’ora strofinando
più volte sia la pelle e i capelli, cosicché
quando decise di uscire, era pulita e linda come non mai.
Dopo quel bagno si sentiva
decisamente meglio, districò i capelli bagnati con una
spazzola e avvolse il proprio corpo in un asciugamano, ritornando nella
stanza. Ricordava che in quell’armadio erano riposti alcuni
vestiti e quando li trovò tutti lì, un sorriso le
si formò sulle labbra mentre si rivestiva velocemente. Opto
per un paio di pantacollant neri a completo con una camicia da
boscaiolo a quadri ricoperta da un maglione bianco lavorato a trecce
sulle cuciture. Indossò anche un paio di stivaletti alti al
polpaccio, era come se Sebastian conoscesse il suo gusto in vestiti.
Dopo aver asciugato i capelli
per alcuni minuti, li lasciò umidi sulle spalle, mentre si
arricciavano in piccoli boccoli larghi.
Quando ebbe finito
uscì dalla stanza, si sentiva rinata, finalmente pulita e
con un aspetto che poteva considerarsi almeno decente. Percorse
velocemente la distanza tra la sua stanza e la cucina ma mentre
camminava a passo leggero, una voce femminile attirò la sua
attenzione.
-Ero così
preoccupata. - diceva la voce. Shauna capì subito Sam mentre
si portava una mano sullo stomaco.
-Immagino. - disse in risposta
la voce fredda di Sebastian.
-Sono sincera, non devi
trattarmi così Seb, sono l’unica cosa che hai e lo
sai anche tu.- La voce di Shauna era diventata un sussurro. Sam si
accostò dietro la parete, non voleva origliare, ma un
profondo senso di disagio le si aprì nel petto quando
sentì Shauna dire quelle parole a Sebastian.
-Come sono fortunato. -
rispose lui, facendo intuire una punta di sarcasmo.
E poi ci fu il silenzio, ma
dai rumori dei sospiri non ci volle molto per capire cosa stava
accadendo e quando si sporse maggiormente ne ebbe la prova certa. Le
braccia di Shauna erano avvinghiate al corpo di Sebastian, catturando
le sue labbra con un bacio che di casto aveva poco. Il disagio che
provava Sam si trasformò in rabbia. Non sapeva bene il
perché, infondo Sebastian non era legato da nessun vincolo
alla sua persona, eppure, si sentiva come tradita.
Indietreggiò
tentando in tutti i modi di sparire nella sua stanza ma nella fretta di
uscire da dietro quel muro la fece sbattere con un fianco contro lo
scalino della scala di vetro e mentre imprecava in silenzio,
capì che due paia di occhi erano puntati su di lei.
Si voltò lentamente
facendo scorrere lo sguardo dalla bionda abbronzata al ragazzo dal viso
signorile e deglutì appena. –Scusatemi, non era
mia intenzione interrompere questo vostro amichevole scambio di saliva.
- scattò e si pentì quasi subito
dell’ostilità nella sua voce, non voleva far
capire a Sebastian che aveva il potere di ferirla.
-C’è
anche la ragazzina. - borbottò Shauna unendo le braccia al
petto. –Cosa c’è, te lo avevo detto di
non illuderti. -
Sam sentì un groppo
alla gola, e dopo aver evitato accuratamente lo sguardo di Sebastian,
punto gli occhi in quelli azzurri di Shauna. –Figurati, non
c’è rischio, ora mentre voi siete intendi a
passarvi le vostre malattie veneree io vado a fare altro. - Disse con
tono fermo e senza dare modo a nessuno dei due di aggiungere altro
schizzò nella sua camera, chiudendosi la porta alle spalle.
Chiuse gli occhi per alcuni
istanti mentre poggiava la schiena contro il legno freddo della porta,
respirando profondamente, come se avesse trattenuto il fiato fino ad
allora. Un tentativo di aprire la porta la fece ribalzare in avanti,
riportandola bruscamente alla realtà.
-Sam, apri. - le
ordinò la voce di Sebastian.
-Non ho voglia di parlarti in
questo momento. - disse con freddezza la ragazza girando la serratura
della porta.
Sentì Sebastian
sospirare e poi qualcosa vicino alla maniglia scattò,
aprendo la porta.
-Esci immediatamente. - quasi
urlò Sam indietreggiando.
Sebastian posò lo
stilo sul comò posto vicino alla parete e si chiuse la porta
alle spalle, avanzando verso di lei.
-No.- Si limitò a
dire, muovendo alcuni passi verso Sam. Lui avanzava e lei si
allontanava.
- Non devi spiegazioni a
nessuno, puoi fare quello che vuoi. - scattò lei.
-Lo so.- rispose lui.
-Bene, problema risolto, ora
puoi andare.-
-Lo so.- replicò
lui. –Lo so che non devo spiegazioni a nessuno ma quando ti
ho vista prima ho avuto questo impulso di seguirti. -
- No mi dispiace, non ho
preservativi da prestarti, puoi tornartene da dove sei venuto.
–
-Perché non mi dai
modo di spiegare?- Urlò improvvisamente lui.
-Perché non
c’è una spiegazione. - Urlò anche lei.
-Sì invece!
L’ho baciata perché avevo bisogno di capire e
quando è successo non la desideravo, desideravo che al suo
posto ci fosse qualcun’altra. - Continuò lui a
voce alta.
-Fammi indovinare, la cassiera
di qualche caffetteria a luci rosse?-
-Tu pezzo di idiota, voglio
sempre baciarti e costantemente toccarti. - Urlò esasperato.
Sam
s’immobilizzò, trattenendo il respiro. Il silenzio
calò tra i due.
-E’ irritante
discutere con te.- annunciò lui poco dopo, ma nella sua voce
era possibile notare una sfumatura divertita. Aveva rilassato le spalle
e il viso non era più rosso per la rabbia. Sam aveva sempre
pensato che una persona posata come lui non avrebbe mai potuto perdere
le staffe in quel modo, e invece.
-E perché mai?-
Rispose lei, sollevando appena il mento.
-Hai sempre quella risposta
pronta che mi manda in bestia. - rispose lui a voce bassa.
- Beh, visto che tu ti diverti
a fare l’ape impollinatrice che passa di fiore in fiore. -
annuì lentamente lei. - E poi anche discutere con te
è irritante. - aggiunse poco dopo.
- Non ne dubitavo. - rispose
lui sollevando l’angolo delle labbra.
- E’ irritante
perché, oltre ad essere l’emblema del dubbio, stai
sempre a fare la lista delle tue malefatte, nemmeno fosse quella della
spesa oppure stai a slinguazzarti qualcuno. - Disse Sam facendo roteare
gli occhi.
-Su cosa ti faccio
venire dei dubbi?-
Al suono di quella domanda la
ragazza avvampò, schiarendosi appena la gola, simulando un
colpo di tosse. –Oh, beh ecco…-
farfugliò per alcuni istanti, mentre l’espressione
di Sebastian si ammorbidiva sempre di più, lasciando
trasparire un sincero divertimento.
-Allora?- insistette lui.
-Il mistero fa bene
all’anima, rimaniamo sospese le tue domande. -
Improvvisò lei, cercando in tutti modi di non arrossire
più di quanto avesse già.
-voglio baciarti. - Disse a un
tratto il ragazzo. –E’ normale sentire la mancanza
delle tue labbra?-
La ragazza sbattè
velocemente le palpebre non riuscendo a divincolare lo sguardo da
quello di Sebastian. –Vuoi baciarmi.
–Sussurrò di rimando, quasi come per confermare le
parole di lui.
Lui sollevò una
mano portandola sulla guancia di Sam ma a quel tocco la ragazza si
ritrasse.
-Che stiamo facendo?- disse in
un sussurrò.
Lui sospirò appena,
per poi tirare il viso in avanti, in modo da posizionarlo
più vicino al suo. –Bisogna dare una spiegazione a
tutto?- le chiese.
-Sì Sebastian, non
sarò la prossima Shauna o tipa con cui ti intrattieni mentre
sei alla ricerca di un altro passatempo. - spiegò lei.
-Dio, ma quanto parli?-
Erano uno di fronte
all’altra ora, si squadravano a vicenda ma nessuno dei due
riusciva ad aggiungere una parola. Gli occhi si Sebastian sembravano
brillare di una luce nuova, come se bruciassero intensamente
di una piccola ardente fiamma. E Sam desiderò con tutta se
stessa ardere in quegli occhi.
Anche Sebastian la fissava,
rapito dalla sua bellezza e allo stesso tempo compiaciuto dalla sua
evidente attrazione per lui. E poi lui si mosse. Azzerò del
tutto le distanze tra i loro corpi portando entrambe le mani lungo i
fianchi di Sam, il corpo di lui era adesso attaccato al suo e lei ne
poteva sentire il calore. Continuando a tenerla per la vita Sebastian
posizionò un ginocchio tra le sue gambe in modo tale da
renderle impossibile divincolarsi da quella stretta. Con un dito le
alzò il mento. Sam vide che il viso di lui era vicinissimo
al suo e tremando riuscì a sentire il suo respiro, Sebastian
spostò la mano da sotto il suo mento e le passò
un dito sulla guancia, per poi premere le sue labbra contro quelle di
lei continuando a divorarla con un bacio. All’inizio lei
lottò per liberarsi, “Non poteva fare
così, non ora.” si disse, ma più si
dimenava più forte lui la stringeva, facendole chiaramente
capire che non aveva la minima intenzione di lasciarla andare. Smise di
baciarla tenendola sempre stretta sui fianchi.
-Sam... - disse in un sussurro
ma improvvisamente lei lo baciò, sorprendendolo
all’inizio, ma poi lui prese il suo volto tra le mani
baciandola appassionatamente sempre schiacciando il corpo di lei col
peso del suo, facendola avanzare di alcuni passi, portandola con le
spalle al muro.
Le sue mani scivolarono tra i
suoi bellissimi capelli che afferrò gentilmente tirandole
indietro la testa; iniziò a baciarle il collo scivolando con
le labbra fino alla base di esso mentre le sue lunghe dita affusolate
le facevano scivolare un verso l'alto i bordi del maglione. Il tessuto
scivolò via velocemente, mostrando la camicia che la ragazza
aveva indossato poco prima e rivelando una scollatura più
ampia del petto che si muoveva visibilmente per via del respiro sempre
più irregolare. Poi Sebastian passò lentamente la
sua lingua dal collo fino alla clavicola che baciò e
mordicchiò mentre le sue mani scivolavano sotto la sua
camicia accarezzandole la pelle liscia.
Ma Sam sentiva di star
compiendo qualcosa di profondamente sbagliato. Sollevò
entrambe le mani portandole sul petto di lui, scivolando via dalla sua
stretta e scostandosi da quel muro.
Sebastian sollevò
lo sguardo meravigliato, cercando con gli occhi quelli di lei, tentando
di capire la sua reazione, ma Sam restò ferma, non riusciva
a non sentirsi mozzare il fiato davanti alla vista di lui in quello
stato. I capelli scompigliati, gli occhi che sembravano più
grandi e una vulnerabilità che lei non aveva mai visto prima.
- Io non so cosa sto
combinando. - farfugliò la ragazza portandosi le mani tra i
capelli.
- Non necessariamente bisogna
meditare tanto dietro ogni azione. - sussurrò lui. -Spesso
è bello lasciarsi andare, dimenticandosi per alcuni istanti
quello che potrebbe dire il mondo intero. - scrollò le
spalle.
-Perchè mi stai
aiutando?- Chiese lei puntando lo sguardo negli occhi di lui.
-E' questo il problema Sam?!
Hai paura che io stia qui solo per ottenere qualcosa da te?!-
Scattò lui irritato.
Lei non rispose ma
abbassò lo sguardo.
- No, guardami. - Disse lui
senza preoccuparsi di coprire la rabbia. -Sono l'unica persona che
può tenerti al sicuro. - Continuò muovendo alcuni
passi verso di lei. -E ora basta, io non ce la faccio più. -
Sussurrò cambiando del tutto tono di voce, sembrava
esasperato.
-Sebastian io non ho mai... -
-Lo so.-
Sam non riuscì a
iniziare la frase... Sebastian si strinse a lei baciandola e fece
scivolare le dita tra i suoi capelli arruffati e poi sul suo viso, fino
a scendere sul petto sentendo la ragazza tremare tra le sue braccia e
sorrise.
Lambì, nuovamente,
la bocca di lei con la punta della lingua, mentre affondava una mano
tra i suoi capelli. Erano morbidi, gli piaceva il contatto con la sua
pelle.
La tirò indietro,
in modo da potersi sedere sul letto trascinandola così
dietro e stringendo le sue gambe tra le ginocchia, mentre, con cautela,
chiedeva tacitamente l'accesso alla sua bocca. Lei glielo concesse poco
dopo.
Era agitata, non terrorizzata.
Questo lo faceva in qualche modo sentire meglio. Non voleva spaventarla.
Quello che voleva era solo
vivere appieno quel momento.
Incontrò la lingua
di Sam e iniziarono a giocare lentamente, prendendosi tutto il tempo di
cui necessitavano, per poi spostare la mano dai suoi capelli facendo
scorrere le punte delle dita sul suo corpo, in una delicata carezza.
La sentì fremere
quando le sfiorò il seno e irrigidirsi appena quando
indietreggiò per farla sedere accanto a lui.
Era vulnerabile sotto il suo
sguardo, pensò Sam quando la bocca di Sebastian si
staccò dalla sua.
Poi il ragazzo la fece
distendere posando le mani sul materasso, vicino ai suoi fianchi, e
fece lo stesso con le gambe. Si avvicinò di nuovo per
baciarla, e lentamente la fece scivolare sotto di sé.
Il fruscio delle lenzuola in
quel momento risultò essere un suono delicatamente sensuale.
Sotto di lui, intrappolata tra
le sue braccia, sottoposta al suo sguardo liquido... Sam tremava, mille
sentimenti si agitavano dentro di lei, scuotendola interamente.
E continuavano a guardarsi.
Non avevano interrotto quel
contatto da quando lui era entrato nella stanza, e Sam gliene fu grata.
Non avrebbe sopportato di sentirsi anonima tra le sue braccia.
Sebastian scese con la bocca
sulla sua, trovandola meravigliosamente morbida e socchiusa, pronta per
accogliere nuovamente la sua lingua e giocare con essa, per poi fare
forza sulle braccia per non pesare su di lei e quando la
sentì più rilassata, fece scorrere una mano lungo
il suo corpo.
Dal collo scese ai fianchi per
poi arrivare alle gambe. Risalì lentamente sulla coscia
sinistra della ragazza. Solitamente quello era il punto in cui qualcuno
veniva a interrompere del tutto schifato o Sam si tirava indietro, ma
quella volta non accadde. Le dita di Sebastian si mossero velocemente,
cercando così il bottone dei suoi jeans, sbottonandolo con
estrema lentezza e facendo lo stesso con la cerniera che
abbassò rumorosamente verso il basso.
Quando sfilò via il
tessuto si meravigliò della morbidezza della sua pelle,
mentre con le dita percorreva le sue cosce. Dopo alcuni istanti fece
risalire la stessa mano lungo il ventre di lei e strinse tra le dita i
bordi della sua camicia, sollevandola verso l’alto, e lei
istintivamente si tirò su per aiutarlo a spogliarla del
tutto.
Gli piaceva la sua
partecipazione. Era un buon segno, e non l'avrebbe fatto sentire un
approfittatore.
Indugiò per alcuni
istanti con lo sguardo sul suo seno avvolto ancora dal reggino, era
coperta soltanto da esso e un paio di slip, nient’altro.
Era meravigliosa,
pensò.
Sam però si
vergognava come una ladra. Voltò il capo di lato, portandosi
le braccia sul petto per coprirsi, imbarazzata all'inverosimile per
l'insistente sguardo del ragazzo.
Sebastian sorrise e si
chinò su di lei, sfiorandole il collo con le labbra.
- Tranquilla... -
sussurrò lieve contro la sua pelle - ... andrà
tutto bene. -
Depositò mille
piccoli baci sul collo e la gola, scendendo lentamente sulla spalla,
mentre le faceva spostare le mani dal petto.
Sam dapprima si
rilassò per poi sussultare quando sentì una sua
mano chiudersi a coppa sul seno, con gentilezza, senza fretta.
Sebastian si stava comportando bene con lei, dovette ammetterlo.
Sospirò e
cercò di rilassarsi il più possibile,
imprimendosi a fuoco nella mente ogni singolo istante di quello che
stava accadendo, senza perdersi in stupide congetture, era
così immersa nei suoi pensieri che quasi non si era accorta
delle labbra del ragazzo che erano scese sul suo seno.
Sebastian si stava
controllando come poche volte in vita sua, quella sera, con lei.
Era fin troppo eccitato per
essere solo all'inizio dei preliminari.
Sarebbero durati a lungo, lo
sapeva già, del resto era normale, insomma per Sam doveva
essere la prima volta e lui non poteva correre solo perché
era eccitato.
Continuò a dedicare
attenzioni al suo seno, mentre faceva scivolare una mano sui fianchi,
fino all'elastico degli slip. Lo prese tra due dita e iniziò
a farlo scendere con una lentezza esasperante, ma anche quella era una
cosa da fare con molta, molta calma.
Infatti, Sam
s’irrigidì quando sentì la stoffa che
la copriva abbandonare il suo corpo, lasciandola così nuda
sotto gli occhi del ragazzo, arrossendo un modo che nemmeno ricordava
di aver mai visto, questo rendeva così singolare ai suoi
occhi la ragazza.
Ma Sam non tentò di
coprirsi ancora, sarebbe stato un inutile gesto infantile e Sebastian
le riconobbe il merito di quell'azione, del non coprirsi ai suoi occhi,
regalandole un sorriso rassicurante al quale lei rispose con
uno tirato dal nervosismo.
Lasciò scorrere
così lo sguardo su di lui e notò poi che il
ragazzo era completamente vestito. Evidentemente Sebastian aveva
seguito il suo sguardo e sorrise di nuovo, guardandola.
Nonostante quel momento era
stata sopraffatta da un senso di timidezza che raramente Sam aveva
conosciuto, sentì di non poter star inerte e di provare a
scrollarsi di dosso il nervosismo che si era impossessato di
lei.
- Che ne dici di spogliarmi?-
chiese lui con voce bassa e carezzevole.
- Sì... -
Sussurrò appena passando la punta della lingua delle proprie
labbra.
Sam si mise seduta sul letto,
di fronte a Sebastian. Stava lentamente perdendo il senso
d’imbarazzo nel trovarsi quasi completamente nuda sotto il
suo sguardo colmo di desiderio e allungò le mani verso i
bottoni della camicia.
Sebastian si limitava ad
accarezzarle i capelli, in un gesto talmente dolce da faticare a
riconoscere come proprio, aspettando che la ragazza finisse il suo
lavoro.
I primi bottoni furono
slacciati con calma, poi però la tensione aveva giocato un
brutto scherzo ad Sam, che aveva finito per far saltare gli ultimi due
bottoni.
Sebastian rise, sinceramente
divertito.
- Tranquilla. - disse
aiutandola a sfilargli la camicia aperta. Sam osservò per
alcuni istanti il torso nudo del ragazzo. La sua pelle era estremamente
chiara, risaltavano visibilmente i marchi neri dei cacciatori e le
cicatrici che lei aveva visto in passato.
Sollevò una mano
con la quale percorse la sua pelle, disegnando con la punta del pollice
la linea dei suoi addominali e avvicinandosi con il viso a esso,
iniziando a stampare dei baci lungo il petto di lui, seguendo
così una linea immaginaria sulla sua pelle calda, risalendo
verso il collo.
Sebastian chinò la
testa per raggiungere le sue labbra e si stese sul materasso accanto a
lei.
La strinse forte a
sé, baciandola con crescente passione, mentre le mani di Sam
vagavano lungo il suo torace, raggiungendo così la sua
cintura e, con l’aiuto dell’altra mano,
l’aprì lentamente aiutandolo a liberarsi dei
pantaloni, facendoli cadere ai piedi dei letto.
Sospirò,
più rilassata per la sua gentilezza, ma ugualmente tesa per
la situazione. Lo sentiva contro di sé, poteva chiaramente
avvertire il suo desiderio.
Avvertendo la sua tensione,
Sebastian si mise a sedere con la schiena appoggiata alla testata del
letto e Sam stretta al suo petto. I capelli di lei gli solleticavano
piacevolmente il collo, le piccole spalle della ragazza tremavano
appena per quel contatto.
Respirò il suo
profumo e si chinò a baciarle una spalla, stringendola a
sé per la vita.
- Non è una cosa
brutta, Sam.- sussurrò appena sulla sua pelle.
- Lo so.- rispose lei in un
sussurro, probabilmente era la cosa che più desiderava in
quel momento, ma era l’inesperienza a farla preoccupare, non
l’essere lì con Sebastian.
Il ragazzo la stringeva,
dandole modi di sentire il suo cuore battere veloce contro la sua
schiena, facendo così distendere le labbra di Sam in un
sorriso mentre le sue mani scendevano ad accarezzarle delicatamente il
collo e le spalle, per arrivare al seno, sul quale si soffermarono, a
coppa. Era un contatto molto intimo, poi le dita di Sebastian
s’intrufolarono sotto la stoffa del reggiseno iniziando a
stuzzicarle i capezzoli, mandandole piccoli brividi in tutto il corpo.
Si rilassò,
appoggiando la testa sulla sua spalla, lasciando che una mano del
biondo scivolasse sul fianco, sulla gamba, in una lenta carezza che
risaliva lungo l'interno coscia, per arrivare poi alla sua
femminilità. La toccò delicatamente in
superficie, e poco dopo la ragazza fu scossa da un brivido.
Per una vergine era un
passaggio fondamentale, affinché il corpo potesse prepararsi
adeguatamente all'intrusione di qualcosa ben diverso dalla punta delle
dita.
Quando vari mugolii
raggiunsero le sue orecchie, facendo crescere a dismisura il suo
desiderio, Sebastian smise di dedicarle attenzioni e poco dopo Sam si
girò tra le sue braccia baciandolo con un trasporto che
ormai non riusciva più a essere placato.
Sebastian la strinse a
sé, giocando con la sua lingua, senza smettere di
accarezzarle il seno morbido premuto contro il suo petto. Gli slip
elasticizzati stavano diventando una fastidiosa costrizione.
Molti minuti dopo si
staccarono, entrambi con il fiato corto e gli occhi liquidi di
desiderio.
Riprese a baciarla, passando
le mani ovunque sul suo corpo, poi la prese per i fianchi e facendole
allargare le gambe la fece accomodare su di sé.
Le loro intimità
erano a contatto, se non fosse stato per gli slip di lui, ma poco
importava. Se la schiacciò addosso, avvertendo la morbidezza
del seno, il calore del corpo contro al suo.
La desiderava, eccome se la
desiderava! Stava perdendo il controllo.
Continuava a baciarla, cercava
la sua lingua, la trovava, ci giocava e si ritraeva, lasciando che
fosse lei a cercarla ora.
Strinse con forza i fianchi
della ragazza, premendoli contro la sua eccitazione dolorosa, e solo
quando Sam lo guardò in modo più che eloquente la
fece scendere e accomodare supina sul letto e si liberò
subito dell'intimo stendendosi su di lei, facendo sentire quanto
bisogno aveva di porre fine a quella tortura.
Ma doveva stare attento,
continuava a ripetersi. Era la sua prima volta, e per quanto pronta ed
eccitata potesse essere, Sam era vergine.
Le aprì le gambe
posizionandosi tra esse, più che pronto ad entrare in lei.
Ma doveva aspettare.
Si era ripromesso di essere
gentile con lei e trattarla con premura, far sì che lei lo
desiderasse sempre, che potesse continuare a vederlo nel modo
differente e non come lo vedevano gli altri.
Sam si sentiva pronta, ma un
leggero tremolio scuoteva le sue mani, per poi chiudere gli occhi e
lasciandosi andare un sospiro nervoso, prima di riaprirli e fissarli in
quelli neri di lui. Sorrise appena, imbarazzata per la situazione, tesa
per il momento, ma pronta ad affrontare quella cosa, non lo aveva mai
desiderato qualcosa così tanto.
Sebastian sorrise di rimando,
posò le mani sui suoi fianchi e iniziò a farsi
lentamente avanti.
All'inizio, grazie alle
premure del ragazzo, non sentì dolore, ma arrivò
poco dopo, quando lo sentì spingersi più in
profondità. I muscoli di tutto il corpo si tesero
involontariamente, strizzò gli occhi e strinse le mani sui
fianchi di Sebastian, rallentando il suo avanzare.
- Aspetta... -
sussurrò, cercando di abituarsi.
Sospirò di nuovo. -
Solo un momento... - disse guardandolo.
- Tutto il tempo che vuoi. -
rispose lui, affannato per l'eccitazione esigente che combatteva contro
la calma che s’imponeva di avere.
Sam si rilassò e
riuscì a sciogliere i muscoli tesi. Allentò la
stretta sui fianchi del biondo, che avanzò ancora in lei,
lentamente, sicuro di procurarle comunque dolore data l'espressione
contrita e corrucciata che aveva.
Sam sentiva un male cane, il
pensiero di avere un ragazzo in mezzo alle gambe che entrava dentro di
lei di certo non la aiutava a star meglio, affatto. Lo sentiva, Dio se
lo sentiva! Avanzava piano, era cauto e delicato, sì, ma
faceva male, dannatamente male! Chi l'aveva detto che il sesso era
piacevole?
Certo non si aspettava orgasmi
multipli alla prima volta, ma tutto quel dolore era insopportabile!
Sebastian si fermò,
cercando di aiutarla ad abituarsi alla sua intrusione e la vide
ringraziarlo con lo sguardo.
- Fa molto male?- chiese
sinceramente preoccupato.
- Domanda di riserva?-
replicò ironica lei.
- Non possiamo fermarci ora,
Sam.- disse come se fosse un lamento - Non arrivati a questo punto. -
- Lo so.- rispose lei,
sollevando una mano e portandola tra i capelli di lui che
scostò con le dita dalla fronte. - Vai.-
Lui annuì e riprese
a spingere, fin quando non incontrò l'intima barriera della
sua verginità.
Si fermò, quasi
indeciso sul da farsi. Samantha aveva sussultato quando l'aveva sentito
toccarla con la punta, probabilmente quello era il momento peggiore.
Molte ragazze avevano l'imene
abbastanza elastico e grazie a quello non sentivano troppo dolore la
prima volta, ma lei sapeva che non poteva essere così
fortunata.
- Lascia fare a me.-
sussurrò Sebastian.
Si piegò su di lei,
assuefatta alla sua dolorosa presenza dentro di lei, e la
baciò a fior di labbra dopodiché prese
un bel respiro, si ritrasse appena e spinse, con decisione, rompendo
con un colpo secco la sua barriera, entrando completamente in lei.
Sam gridò per il
dolore che aveva provato. Era... non sapeva descriverlo. Era troppo...
troppo. Insopportabile. Si era sentita spaccare in due, quasi perdeva
la sensibilità in quel punto soggetto a quell'atroce tortura.
Conficcò le unghie
nelle spalle di Sebastian, gemendo per il male che sentiva.
I loro fianchi si toccavano,
era entrato completamente in lei, raggiungendo una
profondità che, in futuro, le avrebbe fatto toccare il cielo
con un dito.
Sebastian le baciò
con cautela una guancia prima di ritrarsi, uscendo quasi interamente da
lei, e rientrare. Dio, era costretto ad andare a un ritmo che nessun
uomo poteva mai sopportare senza impazzire. Ma lui non sarebbe
impazzito, avrebbe continuato ad essere gentile con lei.
Inaspettatamente Sam gli
circondò le spalle con le braccia, nascondendo il viso
nell'incavo del collo. Tremava e si tendeva ogni volta che lui si
muoveva, ogni volta che usciva per poi rientrare, ma resistette
coraggiosamente al dolore, senza neanche più emettere un
gemito.
Sospirava, stretta tra le sue
braccia, con le gambe allacciate ai suoi fianchi.
Molti minuti dopo il ritmo tra
i loro bacini si era armonizzato, Sam aveva preso ad assecondare le sue
spinte quasi senza accorgersene. Peccato che fosse ben lontana da
sentire il piacere di cui tutti parlavano. Il dolore si era
affievolito, Sebastian adesso si muoveva liscio dentro di lei,
più veloce di prima, incitato anche dall'armonia con il
corpo di Sam.
Sapeva che sarebbe stato
meglio fermarsi, non continuare fino alla fine, perché lei
il piacere non lo sentiva. Ma non riusciva. L'aveva desiderata per
tanto tempo, e ora che finalmente era riuscito ad averla... no, non
poteva smettere.
La strinse forte a
sé, aumentando il ritmo delle spinte, fino a dare dei colpi
forti e quasi bruschi, finendo per liberarsi in lei. Trattenne il
gemito di sollievo e piacere che premeva per uscire dalle sue labbra,
non sarebbe stato carino.
Tenne Sam stretta a
sé prima di allontanarsi da lei e sdraiarsi al suo fianco,
tenendole un braccio di traverso sul ventre.
La ragazza era immobile, muta
come se fosse stata privata dell'uso della voce, e guardava il soffitto
del baldacchino senza realmente vederlo. Aveva lo sguardo vacuo, perso,
velato di un sentimento strano che si era impossessato di lei.
Vedendo che non reagiva in
alcun modo, Sebastian si sedette e fissò gli occhi sul suo
volto. Solo un paio di minuti dopo Sam rispose a quello sguardo su di
sé.
- Stai bene?- chiese il
ragazzo, realmente preoccupato, temendo di averla in qualche modo
traumatizzata.
- Sì.- rispose lei
con voce bassa ma perfettamente udibile.
Si sentiva... strana, diversa.
Come se la nebbia fosse
entrata in lei, penetrando sotto la sua pelle, diffondendosi nel suo
corpo in mille piccoli brividi. Non aveva mai provato una sensazione
simile, era tutto così nuovo per lei...
Le si velarono gli occhi di
lacrime senza volerlo.
All'improvviso si
alzò di scatto, mettendosi seduta, mordendosi le labbra per
non gemere a causa del dolore che provava.
Si passò una mano
tra i capelli, respirando lentamente per alcuni istanti ma qualcosa
attirò la sua attenzione. Sangue. Una macchia di sangue.
Proprio lì, sul lenzuolo, in mezzo alle sue gambe.
La sua innocenza. La
sua ingenuità. La sua verginità.
Erano tutte
lì in quella macchia di sangue rosso acceso.
Rabbrividì, ma non
riuscì a muoversi.
- È normale. -
disse Sebastian per rassicurarla - Succede a tutte, la prima volta. -
Sam alzò lo sguardo
sul suo e annuì lentamente, per poi sporgersi nella sua
direzione accarezzando le labbra di lui con le proprie.
-Non mi aspetto commenti da
fuochi d’artificio. - disse lui divertito percorrendo la
guancia di lei con la punta delle dita. –So che per le
ragazze è un po’ un trauma la prima volta. -
Sam non riuscì a
trattenere un sorriso, chinandosi lievemente in modo da nascondere il
viso nell’incavo del suo collo. –E’ stato
proprio come me lo immaginavo. -
-Quindi non devo finanziarti
sedute dallo psicologo fino alla vecchiaia?- sussurrò
Sebastian facendo sfregare le labbra contro la sua guancia.
-No, ma con quei soldi puoi
comprarmi un pony. - rispose lei.
-Vedrò cosa posso
fare. -
Risero insieme, scambiandosi
innumerevoli baci per poi stendersi di nuovo sul materasso e Sebastian
cercò il lenzuolo, coprendo entrambi con esso. Il biondo ci
mise poco ad addormentarsi. Per lui non era stato altro che un amplesso
semplice, Sam invece rimase sveglia a lungo, le emozioni della giornata
e i continui pensieri continuavano ad offuscarle la mente, ogni
qualvolta tentava di addormentarsi le ricomparivano gli occhi di
Sebastian o le sue dita lungo il suo corpo, facendola fremere. Era
amore quello che provava per lui?
NOTE
D’AUTRICE ◊
Ciao…
*Si nasconde dietro una porta blindata temendo di ricevere uova e
pomodori in
faccia*
Questo
capitolo è stato un parto, mamma mia… Vi giuro, sono terrorizzata dall'idea che non possa piacervi c.c Ho un po' rischiato, ne sono consapevole.
BTW ci sono
alcune note che voglio fare,
lo so che alla fine Sam sembrava un pezzo di legno terrorizzata, ma ho
pensato
di essere reale, ce non tutti sono come la cara Anastasia Steele, donna
che
alla prima volta riesce ad avere 2345 orgasmi di seguito senza provare
nemmeno
dolore…. Ce! Quindi boh, spero che vi piaccia e che non mi
gettiate una secchio
di pomodori in faccia.
POOOI,
pensavo di cambiare banner, quale mi consigliate tra questi?
1)
2)
Fatemi sapere, un bacioo
<3.
Credits: Per la barra
prima delle note a : yingsu
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