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Autore: Farawayx    23/02/2014    12 recensioni
E' come se la tua intera vita fosse stata basata su delle bugie, un giorno sei una persona normale e l'altro vieni catapultata in un susseguirsi di eventi che ti lasciano senza fiato. Di chi puoi fidarti? Chi sa la verità?
Ma la domanda che continua a porsi Samantha Reyes è solo una: chi è realmente?
Le sue risposte sembra averle tutte una persona: Jonathan Christopher Morgenstern.
« Io non sono cattivo, ho solo il lato oscuro un po' pronunciato, mi sento come l'angelo affascinato dal buio.»
Nel buio ho trovato il mio angelo.
Un angelo pieno di paura e di odio, pieno di rancore e di voglia di vivere.
Nel buio l'ho amato, l'ho cullato, abbiamo cantato e sognato.
Abbiamo riso e ci siamo amati intensamente.
Ma alla luce mi ha annientato.
E se qualcuno insegnasse ad amare ad un angelo oscuro?
Genere: Avventura, Sentimentale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Alec Lightwood, Jonathan, Magnus Bane, Nuovo personaggio, Sebastian / Jonathan Christopher Morgenstern
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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» Capitolo 13
                                 
«Bugie e segreti, sono come un cancro dell'anima.
Corrodono ciò che è buono e si lasciano alle spalle solo distruzione.
» 




L
a luce che proveniva da uno dei grandi finestroni, costrinse Sam ad aprire gli occhi. Era mattina.

Si sollevò del tutto riposata stiracchiando per alcuni istanti le braccia sopra alla sua testa, desiderava tanto farsi una doccia, sentiva il proprio odore e non poteva considerarlo una gradevole profumazione. La stanza era completamente vuota, non c’erano tracce di Sebastian, così la ragazza si sollevò in piedi, tentando di sistemare i capelli con le dita. Il suo aspetto doveva essere un disastro.
Uscì dallo stanzone attraversando il vecchio corridoio, le travi di legno scricchiolavano sotto il suo passo e la fitta polvere le infastidiva le vie respiratorie, provocandole alcuni starnuti. Quando arrivò al piano terra, vide il profilo di Sebastian, era chino sulla schiena e tra le mani reggeva una specie di penna che si passava sulla pelle, probabilmente aveva trovato uno stilo.
-Ehi. - disse lei a voce bassa, c’era qualcosa nell’aria che le faceva temere di alzare troppo il tono della voce.
Lui non appena avvertì la sua presenza sollevò il viso, portando lo sguardo sulla figura di Sam. –Buongiorno. – si limitò a dire, riportando così l’attenzione sul disegno che stava elaborando lungo il suo braccio.
-Dove lo hai preso?- Chiese Sam facendo un cenno verso lo stilo, ma più che dalla curiosità la sua domanda era stata mossa dal desiderio di interrompere quel silenzio che era piombato nella stanza.
-Non è difficile per un Cacciatore come me procurarmi alcune cose. – si limitò a rispondere lui e Sam annuì appena.
Quando Sebastian ebbe terminato, riavvolse verso il basso la manica della maglia, coprendo così il marchio e si sollevò in piedi, portando lo stilo in uno dei passanti dei pantaloni.
-Che ne dici di lasciare questo posto e tornare nella mia casa?- Chiese poi alla ragazza, dal modo in cui gli occhi di lui la scrutavano Sam pensò di dover sembrare proprio la versione più alta di Dobby l’elfo domestico di Harry Potter.
-Ma non ti troveranno?- chiese lei dopo alcuni istanti.
Sebastian scosse la testa. –No, è come se fosse fuori dalle dimensioni, può portarci dove vuole ma nessuno può trovarla, una delle poche cose utili che ha fatto mio padre. -
Sam restò in silenzio per alcuni momenti, aveva la curiosità di chiedergli qualcosa in più sul suo genitore, ma dopo le cicatrici che aveva visto sul corpo del ragazzo non le sembrava la più brillante delle idee. Si limitò ad annuire. Desiderava fare una doccia e quella casa, nei suoi ricordi, le sembrava una piccola oasi.
-Bene, così potrai darti una ripulita. - disse lui infine, estraendo nuovamente lo stilo dagli Jeans e posizionando la punta contro la superficie ruvida della parete.
-Sebastian.- esitò Sam.
-Fidati di me.- la rassicurò lui e poi si voltò nuovamente verso il muro, unendo le linee in un disegno singolare.
 
§
 
 

Ritrovarsi in un ambiente così pulito fu una piacevole sorpresa, era bello poter inalare l’aria in un profondo respiro senza dover tossire poco dopo. Ora aveva solo voglia di fare una doccia.
Sebastian parve leggerle nella mente visto che annuì appena indicandole con un cenno della tasta una delle porte che si intravedevano alla cucina. –Ricordi dov’è la tua stanza, vero?-
-Sì.- Rispose lei e mosse alcuni passi verso l’esterno della cucina, per poi fermarsi per alcuni istanti, voltando di poco il viso.
Sebastian la guardò aspettando che lei dicesse qualcosa ma Sam si limitò a rivolgergli un sorriso, proseguendo nella sua direzione, sospirando sonoramente poco dopo.
 
 
Quando s’immerse nella vasca colma di acqua calda le sembrò di essere in paradiso, rilassò ogni muscolo del corpo, lasciando che il sapone alla vaniglia penetrasse sulla sua pelle, scacciando via il cattivo odore dei giorni precedenti. Restò in ammollò per una mezz’ora strofinando più volte sia la pelle e i capelli, cosicché quando decise di uscire, era pulita e linda come non mai.
Dopo quel bagno si sentiva decisamente meglio, districò i capelli bagnati con una spazzola e avvolse il proprio corpo in un asciugamano, ritornando nella stanza. Ricordava che in quell’armadio erano riposti alcuni vestiti e quando li trovò tutti lì, un sorriso le si formò sulle labbra mentre si rivestiva velocemente. Opto per un paio di pantacollant neri a completo con una camicia da boscaiolo a quadri ricoperta da un maglione bianco lavorato a trecce sulle cuciture. Indossò anche un paio di stivaletti alti al polpaccio, era come se Sebastian conoscesse il suo gusto in vestiti.
Dopo aver asciugato i capelli per alcuni minuti, li lasciò umidi sulle spalle, mentre si arricciavano in piccoli boccoli larghi.
Quando ebbe finito uscì dalla stanza, si sentiva rinata, finalmente pulita e con un aspetto che poteva considerarsi almeno decente. Percorse velocemente la distanza tra la sua stanza e la cucina ma mentre camminava a passo leggero, una voce femminile attirò la sua attenzione.
-Ero così preoccupata. - diceva la voce. Shauna capì subito Sam mentre si portava una mano sullo stomaco.
-Immagino. - disse in risposta la voce fredda di Sebastian.
-Sono sincera, non devi trattarmi così Seb, sono l’unica cosa che hai e lo sai anche tu.- La voce di Shauna era diventata un sussurro. Sam si accostò dietro la parete, non voleva origliare, ma un profondo senso di disagio le si aprì nel petto quando sentì Shauna dire quelle parole a Sebastian.
-Come sono fortunato. - rispose lui, facendo intuire una punta di sarcasmo.
E poi ci fu il silenzio, ma dai rumori dei sospiri non ci volle molto per capire cosa stava accadendo e quando si sporse maggiormente ne ebbe la prova certa. Le braccia di Shauna erano avvinghiate al corpo di Sebastian, catturando le sue labbra con un bacio che di casto aveva poco. Il disagio che provava Sam si trasformò in rabbia. Non sapeva bene il perché, infondo Sebastian non era legato da nessun vincolo alla sua persona, eppure, si sentiva come tradita.
Indietreggiò tentando in tutti i modi di sparire nella sua stanza ma nella fretta di uscire da dietro quel muro la fece sbattere con un fianco contro lo scalino della scala di vetro e mentre imprecava in silenzio, capì che due paia di occhi erano puntati su di lei.
Si voltò lentamente facendo scorrere lo sguardo dalla bionda abbronzata al ragazzo dal viso signorile e deglutì appena. –Scusatemi, non era mia intenzione interrompere questo vostro amichevole scambio di saliva. - scattò e si pentì quasi subito dell’ostilità nella sua voce, non voleva far capire a Sebastian che aveva il potere di ferirla.
-C’è anche la ragazzina. - borbottò Shauna unendo le braccia al petto. –Cosa c’è, te lo avevo detto di non illuderti. -
Sam sentì un groppo alla gola, e dopo aver evitato accuratamente lo sguardo di Sebastian, punto gli occhi in quelli azzurri di Shauna. –Figurati, non c’è rischio, ora mentre voi siete intendi a passarvi le vostre malattie veneree io vado a fare altro. - Disse con tono fermo e senza dare modo a nessuno dei due di aggiungere altro schizzò nella sua camera, chiudendosi la porta alle spalle.
 
Chiuse gli occhi per alcuni istanti mentre poggiava la schiena contro il legno freddo della porta, respirando profondamente, come se avesse trattenuto il fiato fino ad allora. Un tentativo di aprire la porta la fece ribalzare in avanti, riportandola bruscamente alla realtà.
-Sam, apri. - le ordinò la voce di Sebastian.
-Non ho voglia di parlarti in questo momento. - disse con freddezza la ragazza girando la serratura della porta.
Sentì Sebastian sospirare e poi qualcosa vicino alla maniglia scattò, aprendo la porta.
-Esci immediatamente. - quasi urlò Sam indietreggiando.
Sebastian posò lo stilo sul comò posto vicino alla parete e si chiuse la porta alle spalle, avanzando verso di lei.
-No.- Si limitò a dire, muovendo alcuni passi verso Sam. Lui avanzava e lei si allontanava.
- Non devi spiegazioni a nessuno, puoi fare quello che vuoi. - scattò lei.
-Lo so.- rispose lui.
-Bene, problema risolto, ora puoi andare.-
-Lo so.- replicò lui. –Lo so che non devo spiegazioni a nessuno ma quando ti ho vista prima ho avuto questo impulso di seguirti. -
- No mi dispiace, non ho preservativi da prestarti, puoi tornartene da dove sei venuto. –
-Perché non mi dai modo di spiegare?- Urlò improvvisamente lui.
-Perché non c’è una spiegazione. - Urlò anche lei.
-Sì invece! L’ho baciata perché avevo bisogno di capire e quando è successo non la desideravo, desideravo che al suo posto ci fosse qualcun’altra. - Continuò lui a voce alta.
-Fammi indovinare, la cassiera di qualche caffetteria a luci rosse?-
-Tu pezzo di idiota, voglio sempre baciarti e costantemente toccarti. - Urlò esasperato.
Sam s’immobilizzò, trattenendo il respiro. Il silenzio calò tra i due.
-E’ irritante discutere con te.- annunciò lui poco dopo, ma nella sua voce era possibile notare una sfumatura divertita. Aveva rilassato le spalle e il viso non era più rosso per la rabbia. Sam aveva sempre pensato che una persona posata come lui non avrebbe mai potuto perdere le staffe in quel modo, e invece.
-E perché mai?- Rispose lei, sollevando appena il mento.
-Hai sempre quella risposta pronta che mi manda in bestia. - rispose lui a voce bassa.
- Beh, visto che tu ti diverti a fare l’ape impollinatrice che passa di fiore in fiore. - annuì lentamente lei. - E poi anche discutere con te è irritante. - aggiunse poco dopo.
- Non ne dubitavo. - rispose lui sollevando l’angolo delle labbra.
- E’ irritante perché, oltre ad essere l’emblema del dubbio, stai sempre a fare la lista delle tue malefatte, nemmeno fosse quella della spesa oppure stai a slinguazzarti qualcuno. - Disse Sam facendo roteare gli occhi.
 -Su cosa ti faccio venire dei dubbi?-
Al suono di quella domanda la ragazza avvampò, schiarendosi appena la gola, simulando un colpo di tosse. –Oh, beh ecco…- farfugliò per alcuni istanti, mentre l’espressione di Sebastian si ammorbidiva sempre di più, lasciando trasparire un sincero divertimento.
-Allora?- insistette lui.
-Il mistero fa bene all’anima, rimaniamo sospese le tue domande. - Improvvisò lei, cercando in tutti modi di non arrossire più di quanto avesse già.

-voglio baciarti. - Disse a un tratto il ragazzo. –E’ normale sentire la mancanza delle tue labbra?-
La ragazza sbattè velocemente le palpebre non riuscendo a divincolare lo sguardo da quello di Sebastian. –Vuoi baciarmi. –Sussurrò di rimando, quasi come per confermare le parole di lui.
Lui sollevò una mano portandola sulla guancia di Sam ma a quel tocco la ragazza si ritrasse.
-Che stiamo facendo?- disse in un sussurrò.
Lui sospirò appena, per poi tirare il viso in avanti, in modo da posizionarlo più vicino al suo. –Bisogna dare una spiegazione a tutto?- le chiese.
-Sì Sebastian, non sarò la prossima Shauna o tipa con cui ti intrattieni mentre sei alla ricerca di un altro passatempo. - spiegò lei.
-Dio, ma quanto parli?-
Erano uno di fronte all’altra ora, si squadravano a vicenda ma nessuno dei due riusciva ad aggiungere una parola. Gli occhi si Sebastian sembravano brillare di una luce nuova, come se  bruciassero intensamente di una piccola ardente fiamma. E Sam desiderò con tutta se stessa ardere in quegli occhi.
Anche Sebastian la fissava, rapito dalla sua bellezza e allo stesso tempo compiaciuto dalla sua evidente attrazione per lui. E poi lui si mosse. Azzerò del tutto le distanze tra i loro corpi portando entrambe le mani lungo i fianchi di Sam, il corpo di lui era adesso attaccato al suo e lei ne poteva sentire il calore. Continuando a tenerla per la vita Sebastian posizionò un ginocchio tra le sue gambe in modo tale da renderle impossibile divincolarsi da quella stretta. Con un dito le alzò il mento. Sam vide che il viso di lui era vicinissimo al suo e tremando riuscì a sentire il suo respiro, Sebastian spostò la mano da sotto il suo mento e le passò un dito sulla guancia, per poi premere le sue labbra contro quelle di lei continuando a divorarla con un bacio. All’inizio lei lottò per liberarsi, “Non poteva fare così, non ora.” si disse, ma più si dimenava più forte lui la stringeva, facendole chiaramente capire che non aveva la minima intenzione di lasciarla andare. Smise di baciarla tenendola sempre stretta sui fianchi.
-Sam... - disse in un sussurro ma improvvisamente lei lo baciò, sorprendendolo all’inizio, ma poi lui prese il suo volto tra le mani baciandola appassionatamente sempre schiacciando il corpo di lei col peso del suo, facendola avanzare di alcuni passi, portandola con le spalle al muro.
Le sue mani scivolarono tra i suoi bellissimi capelli che afferrò gentilmente tirandole indietro la testa; iniziò a baciarle il collo scivolando con le labbra fino alla base di esso mentre le sue lunghe dita affusolate le facevano scivolare un verso l'alto i bordi del maglione. Il tessuto scivolò via velocemente, mostrando la camicia che la ragazza aveva indossato poco prima e rivelando una scollatura più ampia del petto che si muoveva visibilmente per via del respiro sempre più irregolare. Poi Sebastian passò lentamente la sua lingua dal collo fino alla clavicola che baciò e mordicchiò mentre le sue mani scivolavano sotto la sua camicia accarezzandole la pelle liscia.
Ma Sam sentiva di star compiendo qualcosa di profondamente sbagliato. Sollevò entrambe le mani portandole sul petto di lui, scivolando via dalla sua stretta e scostandosi da quel muro.
Sebastian sollevò lo sguardo meravigliato, cercando con gli occhi quelli di lei, tentando di capire la sua reazione, ma Sam restò ferma, non riusciva a non sentirsi mozzare il fiato davanti alla vista di lui in quello stato. I capelli scompigliati, gli occhi che sembravano più grandi e una vulnerabilità che lei non aveva mai visto prima.
- Io non so cosa sto combinando. - farfugliò la ragazza portandosi le mani tra i capelli.
- Non necessariamente bisogna meditare tanto dietro ogni azione. - sussurrò lui. -Spesso è bello lasciarsi andare, dimenticandosi per alcuni istanti quello che potrebbe dire il mondo intero. - scrollò le spalle.
-Perchè mi stai aiutando?- Chiese lei puntando lo sguardo negli occhi di lui.
-E' questo il problema Sam?! Hai paura che io stia qui solo per ottenere qualcosa da te?!- Scattò lui irritato.
Lei non rispose ma abbassò lo sguardo.
- No, guardami. - Disse lui senza preoccuparsi di coprire la rabbia. -Sono l'unica persona che può tenerti al sicuro. - Continuò muovendo alcuni passi verso di lei. -E ora basta, io non ce la faccio più. - Sussurrò cambiando del tutto tono di voce, sembrava esasperato.
-Sebastian io non ho mai... -
-Lo so.-
Sam non riuscì a iniziare la frase... Sebastian si strinse a lei baciandola e fece scivolare le dita tra i suoi capelli arruffati e poi sul suo viso, fino a scendere sul petto sentendo la ragazza tremare tra le sue braccia e sorrise.
Lambì, nuovamente, la bocca di lei con la punta della lingua, mentre affondava una mano tra i suoi capelli. Erano morbidi, gli piaceva il contatto con la sua pelle.
La tirò indietro, in modo da potersi sedere sul letto trascinandola così dietro e stringendo le sue gambe tra le ginocchia, mentre, con cautela, chiedeva tacitamente l'accesso alla sua bocca. Lei glielo concesse poco dopo.
Era agitata, non terrorizzata. Questo lo faceva in qualche modo sentire meglio. Non voleva spaventarla.
Quello che voleva era solo vivere appieno quel momento.
Incontrò la lingua di Sam e iniziarono a giocare lentamente, prendendosi tutto il tempo di cui necessitavano, per poi spostare la mano dai suoi capelli facendo scorrere le punte delle dita sul suo corpo, in una delicata carezza.
La sentì fremere quando le sfiorò il seno e irrigidirsi appena quando indietreggiò per farla sedere accanto a lui.
Era vulnerabile sotto il suo sguardo, pensò Sam quando la bocca di Sebastian si staccò dalla sua.
Poi il ragazzo la fece distendere posando le mani sul materasso, vicino ai suoi fianchi, e fece lo stesso con le gambe. Si avvicinò di nuovo per baciarla, e lentamente la fece scivolare sotto di sé.
Il fruscio delle lenzuola in quel momento risultò essere un suono delicatamente sensuale.
Sotto di lui, intrappolata tra le sue braccia, sottoposta al suo sguardo liquido... Sam tremava, mille sentimenti si agitavano dentro di lei, scuotendola interamente.
E continuavano a guardarsi.
Non avevano interrotto quel contatto da quando lui era entrato nella stanza, e Sam gliene fu grata. Non avrebbe sopportato di sentirsi anonima tra le sue braccia.
Sebastian scese con la bocca sulla sua, trovandola meravigliosamente morbida e socchiusa, pronta per accogliere nuovamente la sua lingua e giocare con essa, per poi fare forza sulle braccia per non pesare su di lei e quando la sentì più rilassata, fece scorrere una mano lungo il suo corpo.
Dal collo scese ai fianchi per poi arrivare alle gambe. Risalì lentamente sulla coscia sinistra della ragazza. Solitamente quello era il punto in cui qualcuno veniva a interrompere del tutto schifato o Sam si tirava indietro, ma quella volta non accadde. Le dita di Sebastian si mossero velocemente, cercando così il bottone dei suoi jeans, sbottonandolo con estrema lentezza e facendo lo stesso con la cerniera che abbassò rumorosamente verso il basso.
Quando sfilò via il tessuto si meravigliò della morbidezza della sua pelle, mentre con le dita percorreva le sue cosce. Dopo alcuni istanti fece risalire la stessa mano lungo il ventre di lei e strinse tra le dita i bordi della sua camicia, sollevandola verso l’alto, e lei istintivamente si tirò su per aiutarlo a spogliarla del tutto.
Gli piaceva la sua partecipazione. Era un buon segno, e non l'avrebbe fatto sentire un approfittatore.
Indugiò per alcuni istanti con lo sguardo sul suo seno avvolto ancora dal reggino, era coperta soltanto da esso e un paio di slip, nient’altro.
Era meravigliosa, pensò.
Sam però si vergognava come una ladra. Voltò il capo di lato, portandosi le braccia sul petto per coprirsi, imbarazzata all'inverosimile per l'insistente sguardo del ragazzo.
Sebastian sorrise e si chinò su di lei, sfiorandole il collo con le labbra.
- Tranquilla... - sussurrò lieve contro la sua pelle - ... andrà tutto bene. -
Depositò mille piccoli baci sul collo e la gola, scendendo lentamente sulla spalla, mentre le faceva spostare le mani dal petto.
Sam dapprima si rilassò per poi sussultare quando sentì una sua mano chiudersi a coppa sul seno, con gentilezza, senza fretta. Sebastian si stava comportando bene con lei, dovette ammetterlo.
Sospirò e cercò di rilassarsi il più possibile, imprimendosi a fuoco nella mente ogni singolo istante di quello che stava accadendo, senza perdersi in stupide congetture, era così immersa nei suoi pensieri che quasi non si era accorta delle labbra del ragazzo che erano scese sul suo seno.
Sebastian si stava controllando come poche volte in vita sua, quella sera, con lei.
Era fin troppo eccitato per essere solo all'inizio dei preliminari.
Sarebbero durati a lungo, lo sapeva già, del resto era normale, insomma per Sam doveva essere la prima volta e lui non poteva correre solo perché era eccitato.
Continuò a dedicare attenzioni al suo seno, mentre faceva scivolare una mano sui fianchi, fino all'elastico degli slip. Lo prese tra due dita e iniziò a farlo scendere con una lentezza esasperante, ma anche quella era una cosa da fare con molta, molta calma.
Infatti, Sam s’irrigidì quando sentì la stoffa che la copriva abbandonare il suo corpo, lasciandola così nuda sotto gli occhi del ragazzo, arrossendo un modo che nemmeno ricordava di aver mai visto, questo rendeva così singolare ai suoi occhi la ragazza.
Ma Sam non tentò di coprirsi ancora, sarebbe stato un inutile gesto infantile e Sebastian le riconobbe il merito di quell'azione, del non coprirsi ai suoi occhi, regalandole  un sorriso rassicurante al quale lei rispose con uno tirato dal nervosismo.
Lasciò scorrere così lo sguardo su di lui e notò poi che il ragazzo era completamente vestito. Evidentemente Sebastian aveva seguito il suo sguardo e sorrise di nuovo, guardandola.
Nonostante quel momento era stata sopraffatta da un senso di timidezza che raramente Sam aveva conosciuto, sentì di non poter star inerte e di provare a scrollarsi di dosso il nervosismo che  si era impossessato di lei.
- Che ne dici di spogliarmi?- chiese lui con voce bassa e carezzevole.
- Sì... - Sussurrò appena passando la punta della lingua delle proprie labbra.
Sam si mise seduta sul letto, di fronte a Sebastian. Stava lentamente perdendo il senso d’imbarazzo nel trovarsi quasi completamente nuda sotto il suo sguardo colmo di desiderio e allungò le mani verso i bottoni della camicia.
Sebastian si limitava ad accarezzarle i capelli, in un gesto talmente dolce da faticare a riconoscere come proprio, aspettando che la ragazza finisse il suo lavoro.
I primi bottoni furono slacciati con calma, poi però la tensione aveva giocato un brutto scherzo ad Sam, che aveva finito per far saltare gli ultimi due bottoni.
Sebastian rise, sinceramente divertito.
- Tranquilla. - disse aiutandola a sfilargli la camicia aperta. Sam osservò per alcuni istanti il torso nudo del ragazzo. La sua pelle era estremamente chiara, risaltavano visibilmente i marchi neri dei cacciatori e le cicatrici che lei aveva visto in passato.
Sollevò una mano con la quale percorse la sua pelle, disegnando con la punta del pollice la linea dei suoi addominali e avvicinandosi con il viso a esso, iniziando a stampare dei baci lungo il petto di lui, seguendo così una linea immaginaria sulla sua pelle calda, risalendo verso il collo.
Sebastian chinò la testa per raggiungere le sue labbra e si stese sul materasso accanto a lei.
La strinse forte a sé, baciandola con crescente passione, mentre le mani di Sam vagavano lungo il suo torace, raggiungendo così la sua cintura e, con l’aiuto dell’altra mano, l’aprì lentamente aiutandolo a liberarsi dei pantaloni, facendoli cadere ai piedi dei letto.
Sospirò, più rilassata per la sua gentilezza, ma ugualmente tesa per la situazione. Lo sentiva contro di sé, poteva chiaramente avvertire il suo desiderio.
Avvertendo la sua tensione, Sebastian si mise a sedere con la schiena appoggiata alla testata del letto e Sam stretta al suo petto. I capelli di lei gli solleticavano piacevolmente il collo, le piccole spalle della ragazza tremavano appena per quel contatto.
Respirò il suo profumo e si chinò a baciarle una spalla, stringendola a sé per la vita.
- Non è una cosa brutta, Sam.- sussurrò appena sulla sua pelle.
- Lo so.- rispose lei in un sussurro, probabilmente era la cosa che più desiderava in quel momento, ma era l’inesperienza a farla preoccupare, non l’essere lì con Sebastian.
Il ragazzo la stringeva, dandole modi di sentire il suo cuore battere veloce contro la sua schiena, facendo così distendere le labbra di Sam in un sorriso mentre le sue mani scendevano ad accarezzarle delicatamente il collo e le spalle, per arrivare al seno, sul quale si soffermarono, a coppa. Era un contatto molto intimo, poi le dita di Sebastian s’intrufolarono sotto la stoffa del reggiseno iniziando a stuzzicarle i capezzoli, mandandole piccoli brividi in tutto il corpo.
Si rilassò, appoggiando la testa sulla sua spalla, lasciando che una mano del biondo scivolasse sul fianco, sulla gamba, in una lenta carezza che risaliva lungo l'interno coscia, per arrivare poi alla sua femminilità. La toccò delicatamente in superficie, e poco dopo la ragazza fu scossa da un brivido.
Per una vergine era un passaggio fondamentale, affinché il corpo potesse prepararsi adeguatamente all'intrusione di qualcosa ben diverso dalla punta delle dita.
Quando vari mugolii raggiunsero le sue orecchie, facendo crescere a dismisura il suo desiderio, Sebastian smise di dedicarle attenzioni e poco dopo Sam si girò tra le sue braccia baciandolo con un trasporto che ormai non riusciva più a essere placato.
Sebastian la strinse a sé, giocando con la sua lingua, senza smettere di accarezzarle il seno morbido premuto contro il suo petto. Gli slip elasticizzati stavano diventando una fastidiosa costrizione.
 
Molti minuti dopo si staccarono, entrambi con il fiato corto e gli occhi liquidi di desiderio.
Riprese a baciarla, passando le mani ovunque sul suo corpo, poi la prese per i fianchi e facendole allargare le gambe la fece accomodare su di sé.
Le loro intimità erano a contatto, se non fosse stato per gli slip di lui, ma poco importava. Se la schiacciò addosso, avvertendo la morbidezza del seno, il calore del corpo contro al suo.
La desiderava, eccome se la desiderava! Stava perdendo il controllo.
Continuava a baciarla, cercava la sua lingua, la trovava, ci giocava e si ritraeva, lasciando che fosse lei a cercarla ora.
Strinse con forza i fianchi della ragazza, premendoli contro la sua eccitazione dolorosa, e solo quando Sam lo guardò in modo più che eloquente la fece scendere e accomodare supina sul letto e si liberò subito dell'intimo stendendosi su di lei, facendo sentire quanto bisogno aveva di porre fine a quella tortura.
Ma doveva stare attento, continuava a ripetersi. Era la sua prima volta, e per quanto pronta ed eccitata potesse essere, Sam era vergine.
Le aprì le gambe posizionandosi tra esse, più che pronto ad entrare in lei. Ma doveva aspettare.
Si era ripromesso di essere gentile con lei e trattarla con premura, far sì che lei lo desiderasse sempre, che potesse continuare a vederlo nel modo differente e non come lo vedevano gli altri.
Sam si sentiva pronta, ma un leggero tremolio scuoteva le sue mani, per poi chiudere gli occhi e lasciandosi andare un sospiro nervoso, prima di riaprirli e fissarli in quelli neri di lui. Sorrise appena, imbarazzata per la situazione, tesa per il momento, ma pronta ad affrontare quella cosa, non lo aveva mai desiderato qualcosa così tanto.
Sebastian sorrise di rimando, posò le mani sui suoi fianchi e iniziò a farsi lentamente avanti.
All'inizio, grazie alle premure del ragazzo, non sentì dolore, ma arrivò poco dopo, quando lo sentì spingersi più in profondità. I muscoli di tutto il corpo si tesero involontariamente, strizzò gli occhi e strinse le mani sui fianchi di Sebastian, rallentando il suo avanzare.
- Aspetta... - sussurrò, cercando di abituarsi.
Sospirò di nuovo. - Solo un momento... - disse guardandolo.
- Tutto il tempo che vuoi. - rispose lui, affannato per l'eccitazione esigente che combatteva contro la calma che s’imponeva di avere.
Sam si rilassò e riuscì a sciogliere i muscoli tesi. Allentò la stretta sui fianchi del biondo, che avanzò ancora in lei, lentamente, sicuro di procurarle comunque dolore data l'espressione contrita e corrucciata che aveva.
Sam sentiva un male cane, il pensiero di avere un ragazzo in mezzo alle gambe che entrava dentro di lei di certo non la aiutava a star meglio, affatto. Lo sentiva, Dio se lo sentiva! Avanzava piano, era cauto e delicato, sì, ma faceva male, dannatamente male! Chi l'aveva detto che il sesso era piacevole?
Certo non si aspettava orgasmi multipli alla prima volta, ma tutto quel dolore era insopportabile!
Sebastian si fermò, cercando di aiutarla ad abituarsi alla sua intrusione e la vide ringraziarlo con lo sguardo.
- Fa molto male?- chiese sinceramente preoccupato.
- Domanda di riserva?- replicò ironica lei.
- Non possiamo fermarci ora, Sam.- disse come se fosse un lamento - Non arrivati a questo punto. -
- Lo so.- rispose lei, sollevando una mano e portandola tra i capelli di lui che scostò con le dita dalla fronte. - Vai.-
Lui annuì e riprese a spingere, fin quando non incontrò l'intima barriera della sua verginità.
Si fermò, quasi indeciso sul da farsi. Samantha aveva sussultato quando l'aveva sentito toccarla con la punta, probabilmente quello era il momento peggiore.
Molte ragazze avevano l'imene abbastanza elastico e grazie a quello non sentivano troppo dolore la prima volta, ma lei sapeva che non poteva essere così fortunata.
- Lascia fare a me.- sussurrò Sebastian.
Si piegò su di lei, assuefatta alla sua dolorosa presenza dentro di lei, e la baciò a fior di labbra dopodiché  prese un bel respiro, si ritrasse appena e spinse, con decisione, rompendo con un colpo secco la sua barriera, entrando completamente in lei.
Sam gridò per il dolore che aveva provato. Era... non sapeva descriverlo. Era troppo... troppo. Insopportabile. Si era sentita spaccare in due, quasi perdeva la sensibilità in quel punto soggetto a quell'atroce tortura.
Conficcò le unghie nelle spalle di Sebastian, gemendo per il male che sentiva.
I loro fianchi si toccavano, era entrato completamente in lei, raggiungendo una profondità che, in futuro, le avrebbe fatto toccare il cielo con un dito.
Sebastian le baciò con cautela una guancia prima di ritrarsi, uscendo quasi interamente da lei, e rientrare. Dio, era costretto ad andare a un ritmo che nessun uomo poteva mai sopportare senza impazzire. Ma lui non sarebbe impazzito, avrebbe continuato ad essere gentile con lei.
Inaspettatamente Sam gli circondò le spalle con le braccia, nascondendo il viso nell'incavo del collo. Tremava e si tendeva ogni volta che lui si muoveva, ogni volta che usciva per poi rientrare, ma resistette coraggiosamente al dolore, senza neanche più emettere un gemito.
Sospirava, stretta tra le sue braccia, con le gambe allacciate ai suoi fianchi.
Molti minuti dopo il ritmo tra i loro bacini si era armonizzato, Sam aveva preso ad assecondare le sue spinte quasi senza accorgersene. Peccato che fosse ben lontana da sentire il piacere di cui tutti parlavano. Il dolore si era affievolito, Sebastian adesso si muoveva liscio dentro di lei, più veloce di prima, incitato anche dall'armonia con il corpo di Sam.
Sapeva che sarebbe stato meglio fermarsi, non continuare fino alla fine, perché lei il piacere non lo sentiva. Ma non riusciva. L'aveva desiderata per tanto tempo, e ora che finalmente era riuscito ad averla... no, non poteva smettere.
La strinse forte a sé, aumentando il ritmo delle spinte, fino a dare dei colpi forti e quasi bruschi, finendo per liberarsi in lei. Trattenne il gemito di sollievo e piacere che premeva per uscire dalle sue labbra, non sarebbe stato carino.
Tenne Sam stretta a sé prima di allontanarsi da lei e sdraiarsi al suo fianco, tenendole un braccio di traverso sul ventre.
La ragazza era immobile, muta come se fosse stata privata dell'uso della voce, e guardava il soffitto del baldacchino senza realmente vederlo. Aveva lo sguardo vacuo, perso, velato di un sentimento strano che si era impossessato di lei.
Vedendo che non reagiva in alcun modo, Sebastian si sedette e fissò gli occhi sul suo volto. Solo un paio di minuti dopo Sam rispose a quello sguardo su di sé.
- Stai bene?- chiese il ragazzo, realmente preoccupato, temendo di averla in qualche modo traumatizzata.
- Sì.- rispose lei con voce bassa ma perfettamente udibile.
Si sentiva... strana, diversa.
Come se la nebbia fosse entrata in lei, penetrando sotto la sua pelle, diffondendosi nel suo corpo in mille piccoli brividi. Non aveva mai provato una sensazione simile, era tutto così nuovo per lei...
Le si velarono gli occhi di lacrime senza volerlo.
All'improvviso si alzò di scatto, mettendosi seduta, mordendosi le labbra per non gemere a causa del dolore che provava.
Si passò una mano tra i capelli, respirando lentamente per alcuni istanti ma qualcosa attirò la sua attenzione. Sangue. Una macchia di sangue. Proprio lì, sul lenzuolo, in mezzo alle sue gambe.
 La sua innocenza. La sua ingenuità. La sua verginità.
 Erano tutte lì in quella macchia di sangue rosso acceso.
Rabbrividì, ma non riuscì a muoversi.
- È normale. - disse Sebastian per rassicurarla - Succede a tutte, la prima volta. -
Sam alzò lo sguardo sul suo e annuì lentamente, per poi sporgersi nella sua direzione accarezzando le labbra di lui con le proprie.
-Non mi aspetto commenti da fuochi d’artificio. - disse lui divertito percorrendo la guancia di lei con la punta delle dita. –So che per le ragazze è un po’ un trauma la prima volta. -
Sam non riuscì a trattenere un sorriso, chinandosi lievemente in modo da nascondere il viso nell’incavo del suo collo. –E’ stato proprio come me lo immaginavo. -
-Quindi non devo finanziarti sedute dallo psicologo fino alla vecchiaia?- sussurrò Sebastian facendo sfregare le labbra contro la sua guancia.
-No, ma con quei soldi puoi comprarmi un pony. - rispose lei.
-Vedrò cosa posso fare. -
Risero insieme, scambiandosi innumerevoli baci per poi stendersi di nuovo sul materasso e Sebastian cercò il lenzuolo, coprendo entrambi con esso. Il biondo ci mise poco ad addormentarsi. Per lui non era stato altro che un amplesso semplice, Sam invece rimase sveglia a lungo, le emozioni della giornata e i continui pensieri continuavano ad offuscarle la mente, ogni qualvolta tentava di addormentarsi le ricomparivano gli occhi di Sebastian o le sue dita lungo il suo corpo, facendola fremere. Era amore quello che provava per lui?













NOTE D’AUTRICE 

Ciao… *Si nasconde dietro una porta blindata temendo di ricevere uova e pomodori in faccia*
Questo capitolo è stato un parto, mamma mia… Vi giuro, sono terrorizzata dall'idea che non possa piacervi c.c Ho un po' rischiato, ne sono consapevole.
BTW ci sono alcune note che voglio fare, lo so che alla fine Sam sembrava un pezzo di legno terrorizzata, ma ho pensato di essere reale, ce non tutti sono come la cara Anastasia Steele, donna che alla prima volta riesce ad avere 2345 orgasmi di seguito senza provare nemmeno dolore…. Ce! Quindi boh, spero che vi piaccia e che non mi gettiate una secchio di pomodori in faccia.

 

POOOI, pensavo di cambiare banner, quale mi consigliate tra questi?

1)

2)



Fatemi sapere, un bacioo <3.





Credits
: Per la barra prima delle note a : yingsu

 
   
 
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