Capitolo 6
Note
dell'autrice:
Ciao
a tutti scusate per la mia lunghissima assenza, ma ero impegnata con le
prove d'ammissione a scuola e dovevo studiare...
...
ora la storia può riprendere il suo corso, anche se per
adesso prostro la prima parte del 6 capitolo.
Continuate a leggere e ditemi che ne pensate.
Un
bacione.
P.S.
Vorrei ringraziare la grandissima Vanny per la sua bellissima e
lunghissima recensione, mi permetto di dire una cosa, la filastrocca su
Aldo fa schifo, mentre quella su Scamorza è fantastica...
E
anche Dj Kela, che finalmente è riuscita a leggere la mia
storia e a recensirla. Grazie.
Ringrazio
anche le persone che hanno soltanto letto; se avete qualcosa da dire,
recensite.
Buona
lettura a tutti...
Capitolo
6: L'audizione
“Eccoci
qui, questa è la casa, non c'è molto da
vedere”. Gli dissi.
“Dai
non è brutta, ma l'unica stanza della casa che non ho visto
è camera tua”. Mi disse Will.
“Prometto
che te la
farò vedere, ma dopo pranzo. Riesci a resistere?”.
Gli
risposi guardandolo dritto negli occhi.
William prese la
mano di Meredith e si avviò verso il divano;
“Non
so tu che dici, posso resistere?” Chiese Will a Meredith
prima di dargli un bacio.
“Forse...”.
“Ragazzi
è pronto il pranzo, mi aiutate a portare i piatti in
giardino? Ginevra,
vai subito a lavarti le mani”. Disse mia madre affacciandosi
dalla
porta della cucina.
“Certo
mamma. Ascolta
ma oggi non dovrebbe arrivare Paige?” Le chiesi alzandomi dal
divano e andando verso la cucina.
“Qualcuno
stava parlando di me?”
“Zia,
allora ce l'hai fatta a venire; sono contentissima. Ciao zio, ieri ti
sei divertito?!?”
Mia zia Paige mi
guardò, voltandosi verso William. Avevo capito che
“qualcuno” gli aveva detto qualcosa.
“Tu
dovresti essere William, ciao io sono Paige la zia di Meredith e lui
è
mio marito Robert, ma dovresti già averlo
conosciuto”.
“Buongiorno,
no
veramente non ho avuto il piacere di parlarci. Meredith mi ha parlato
molto di voi, vi è molto affezionata”.
“Scusa
se vi interrompo, ma qui si raffredda tutto, avremmo il piacere di
conoscerci meglio dopo. Meredith vai a vedere dove si è
cacciata tua
sorella e digli di scendere”. Mia madre aveva interrotto la
presentazione, ma all'ordine mancava solo lei la peste che non avevo
visto per un giorno, che però sembrava molto di
più.
Come al solito
in famiglia, quando si parla di una persona dopo tre secondi questa
arriva e infatti:
“Ciao
a tutti come state? Zia, ieri ti sei persa una festa fantastica, ad un
certo punto ha fatto la sua entrata un simpaticissimo clown, e mi ha
regalato una corona...” Disse la peste abbracciando Paige.
Mia madre
pochi secondi dopo si affacciò alla porta d'ingresso e ci
fece segno di
andare a tavola; io afferrai la mano di Will e la strinsi, mentre ci
incamminammo verso il giardino.
Nel giardino,
mia madre aveva
preparato un tavolo stupendo e un pranzo tipicamente italiano; non so
se lo aveva fatto perchè mio padre, doveva andare in Italia
o
per altro, ma io ero felicissima di tutto questo.
Will era seduto
fra me e
Ginny, davanti mia madre, la quale mi lanciava delle occhiate; forse
perchè non avevo avuto ancora tempo di spiegargli quello che
era
successo, ma di sicuro aveva notato l'anello che portavo al dito. Il
posto a capotavola era riservato mio padre, il capofamiglia.
“Buongiorno,
scusate
per il ritardo, ma ho ricevuto una telefonata importante dall'Italia.
Tu devi essere William, piacere io sono Marco, il papà di
Meredith, sono felice che tu ti sia unito a noi”.
William aveva
avuto il
piacere di apprezzare alcuni momenti di quello che, succedeva da un
paio di settimane nella nostra famiglia: un via vai di persone, e le
solite telefonate dei clienti di papà che, chiamavano sempre
all'ora di cena, manco a farlo apposta.
Mia madre aveva
preparato una
favolosa lasagna e un'ottima pasta alla carbonara, mentre di secondo
del vitello tonnato e della cotoletta alla milanese con patate al
forno. Per dessert aveva ordinato il mio dolce preferito: la
meringata...
“Meredith
io e tuo
padre avremmo una cosa da dirti; lo sappiamo che mancano ancora due
settimane al tuo compleanno ma volevamo darti il nostro regalo prima.
Lo sappiamo che il tuo sogno è andare a Roma ed... Ecco
qui”. Mi disse mia madre, passandomi una busta.
“Ma
mamma, questo è un biglietto aereo per l'Italia. Grazie
mille, non dovevate”.
“Figurati,
abbiamo
deciso di farti passare un compleanno speciale. Una cosa, so che non ti
farà molto piacere, ma, veniamo anche io e tuo padre e
staremo
dalla nonna è da tanto che non la vediamo”. Mi
disse mia
madre, dopo avermi dato un bacio.
Dopo la
grandiosa notizia, mio padre aveva aperto una bottiglia di spumante.
<Cin-cin>
“Scusate
noi andremmo
dentro, dobbiamo controllare la ricerca di letteratura”.
Dissi
alzandomi in pedi e prendendo la mano di Will.
“Ottimo
pranzo signora
Christine, grazie dell'invito”. Disse Will alzandosi da
tavola,
dopo aver bevuto l'ultimo sorso di spumante.
Entrammo dalla
porta, Will mi
fermò e mi diede un bacio: “sono contentissimo per
te
Meredith, ci sentiremmo tutti i giorni, ma prima di partire devi
festeggiare con me il tuo compleanno”.
“Non
ti preoccupare, ora vieni con me”...
Accompagnai Will
davanti alla
porta della mia stanza; era chiusa, io mi appoggiai allo stipite di
essa e aspettai qualche movimento di Will.
Dopo pochi
secondi Will allungò la mano e afferrò la mia,
mentre con l'altra aprì la porta.
Will
entrò nella mia stanza e rimase a fissare i poster di Mulin
Rouge e il panorama che si intravedeva dalla finestra.
“Scusa
e perchè
non volevi farmi vedere la tua stanza? Non è brutta anzi.
Sembra
di stare nella camera di un bellissimo angelo”. Mi disse Will
sedendosi sul letto.
“Grazie,
ma peccato che io non sia un angelo”.
“Però
bella sei bella, e per quanto ne sappia io potresti essere anche un
angelo”.
“Mmm...
Tieni questa è la tua copia della ricerca di
letteratura”.
“Grazie.
Senti si è fatto un po' tardi, è meglio che io
vada a casa o i miei mi daranno per disperso”.
“Va
bene, ti accompagno alla macchina”.
Ci incamminammo
verso il cancello, fuori i miei genitori e miei zii stavano ridendo,
mentre Ginny era andata sull'altalena.
“Will
te ne vai?” Chiese mia madre.
“Si,
se no chi li sente i miei. Grazie di tutto, a presto”.
Andai verso la
macchina: “grazie della fantastica serata e del
regalo”. Dissi a Will, appoggiandomi alla macchina.
“Figurati,
grazie a te
del pranzo e della ricerca. Piccola è da tanto che ti volevo
dire questa cosa ma non avevo il coraggio: TI AMO”. Mi disse
Will
afferrando la mia mano.
“...
Anche io ti amo.” Gli risposi.
“Ci
vediamo domani. Buona continuazione. Ciao piccola”. Mi disse
Will salendo sulla macchina.
Will, mi ha
detto che mi ama, e io sono riuscita a dirlo.
Entrai dal
cancello, chiudendolo alle mie spalle, mia madre si alzò e
mi guardò:
“Meredith,
scusa, vieni un attimo con me, io e te dovremmo parlare”.
“Arrivo
subito mamma”.
Mia madre
entrò dalla porta e andò a sedersi sul divano in
sala. Io la raggiunsi.
“Allora
non hai nulla da dirmi?!?”
“Scusa
mamma se non ti
ho detto niente, ma non sapevo nulla neanche io; Will è
arrivato
ieri pomeriggio e mi ha detto di andare con lui. Poi dopo cena, mi ha
dato questo. Tutto qui, non è successo altro mamma, te lo
giuro”.
“Va
bene ti credo”.
Il resto della
giornata
passò velocemente, dopo aver salutato tutti, corsi in camera
mia; ero stanchissima e domani, dovevamo consegnare la ricerca, che
fortunatamente ero riuscita a finire sabato, prima di andare.
Dopo essermi
messa il
pigiama, mi infilai sotto le coperte, ripensando ai due giorni che
avevo passato con Will e che stavano per finire.
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