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Autore: barbygio    23/06/2008    1 recensioni
...La cosa più grande che tu possa imparare è amare e lasciarti amare!!! Le ragazze sono come le mele sugli alberi. Aggiunta la secoda parte del terzo capitolo inizia dal trattino Le migliori sono sulla cima dell'albero. -William Shakespeare-
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 6 Note dell'autrice:
Ciao a tutti scusate per la mia lunghissima assenza, ma ero impegnata con le prove d'ammissione a scuola e dovevo studiare...
... ora la storia può riprendere il suo corso, anche se per adesso prostro la prima parte del 6 capitolo.
Continuate a leggere e ditemi che ne pensate.

Un bacione.
P.S. Vorrei ringraziare la grandissima Vanny per la sua bellissima e lunghissima recensione, mi permetto di dire una cosa, la filastrocca su Aldo fa schifo, mentre quella su Scamorza è fantastica...
E anche Dj Kela, che finalmente è riuscita a leggere la mia storia e a recensirla. Grazie.
Ringrazio anche le persone che hanno soltanto letto; se avete qualcosa da dire, recensite.
Buona lettura a tutti...


Capitolo 6: L'audizione

“Eccoci qui, questa è la casa, non c'è molto da vedere”. Gli dissi.
“Dai non è brutta, ma l'unica stanza della casa che non ho visto è camera tua”. Mi disse Will.
“Prometto che te la farò vedere, ma dopo pranzo. Riesci a resistere?”. Gli risposi guardandolo dritto negli occhi.
William prese la mano di Meredith e si avviò verso il divano;
“Non so tu che dici, posso resistere?” Chiese Will a Meredith prima di dargli un bacio.
“Forse...”.
“Ragazzi è pronto il pranzo, mi aiutate a portare i piatti in giardino? Ginevra, vai subito a lavarti le mani”. Disse mia madre affacciandosi dalla porta della cucina.
“Certo mamma. Ascolta ma oggi non dovrebbe arrivare Paige?” Le chiesi alzandomi dal divano e andando verso la cucina.
“Qualcuno stava parlando di me?”
“Zia, allora ce l'hai fatta a venire; sono contentissima. Ciao zio, ieri ti sei divertito?!?”
Mia zia Paige mi guardò, voltandosi verso William. Avevo capito che “qualcuno” gli aveva detto qualcosa.
“Tu dovresti essere William, ciao io sono Paige la zia di Meredith e lui è mio marito Robert, ma dovresti già averlo conosciuto”.
“Buongiorno, no veramente non ho avuto il piacere di parlarci. Meredith mi ha parlato molto di voi, vi è molto affezionata”.
“Scusa se vi interrompo, ma qui si raffredda tutto, avremmo il piacere di conoscerci meglio dopo. Meredith vai a vedere dove si è cacciata tua sorella e digli di scendere”. Mia madre aveva interrotto la presentazione, ma all'ordine mancava solo lei la peste che non avevo visto per un giorno, che però sembrava molto di più.
Come al solito in famiglia, quando si parla di una persona dopo tre secondi questa arriva e infatti:
“Ciao a tutti come state? Zia, ieri ti sei persa una festa fantastica, ad un certo punto ha fatto la sua entrata un simpaticissimo clown, e mi ha regalato una corona...” Disse la peste abbracciando Paige.
Mia madre pochi secondi dopo si affacciò alla porta d'ingresso e ci fece segno di andare a tavola; io afferrai la mano di Will e la strinsi, mentre ci incamminammo verso il giardino.
Nel giardino, mia madre aveva preparato un tavolo stupendo e un pranzo tipicamente italiano; non so se lo aveva fatto perchè mio padre, doveva andare in Italia o per altro, ma io ero felicissima di tutto questo.
Will era seduto fra me e Ginny, davanti mia madre, la quale mi lanciava delle occhiate; forse perchè non avevo avuto ancora tempo di spiegargli quello che era successo, ma di sicuro aveva notato l'anello che portavo al dito. Il posto a capotavola era riservato mio padre, il capofamiglia.
“Buongiorno, scusate per il ritardo, ma ho ricevuto una telefonata importante dall'Italia. Tu devi essere William, piacere io sono Marco, il papà di Meredith, sono felice che tu ti sia unito a noi”.
William aveva avuto il piacere di apprezzare alcuni momenti di quello che, succedeva da un paio di settimane nella nostra famiglia: un via vai di persone, e le solite telefonate dei clienti di papà che, chiamavano sempre all'ora di cena, manco a farlo apposta.
Mia madre aveva preparato una favolosa lasagna e un'ottima pasta alla carbonara, mentre di secondo del vitello tonnato e della cotoletta alla milanese con patate al forno. Per dessert aveva ordinato il mio dolce preferito: la meringata...
“Meredith io e tuo padre avremmo una cosa da dirti; lo sappiamo che mancano ancora due settimane al tuo compleanno ma volevamo darti il nostro regalo prima. Lo sappiamo che il tuo sogno è andare a Roma ed... Ecco qui”. Mi disse mia madre, passandomi una busta.
“Ma mamma, questo è un biglietto aereo per l'Italia. Grazie mille, non dovevate”.
“Figurati, abbiamo deciso di farti passare un compleanno speciale. Una cosa, so che non ti farà molto piacere, ma, veniamo anche io e tuo padre e staremo dalla nonna è da tanto che non la vediamo”. Mi disse mia madre, dopo avermi dato un bacio.
Dopo la grandiosa notizia, mio padre aveva aperto una bottiglia di spumante.

<Cin-cin>

“Scusate noi andremmo dentro, dobbiamo controllare la ricerca di letteratura”. Dissi alzandomi in pedi e prendendo la mano di Will.
“Ottimo pranzo signora Christine, grazie dell'invito”. Disse Will alzandosi da tavola, dopo aver bevuto l'ultimo sorso di spumante.
Entrammo dalla porta, Will mi fermò e mi diede un bacio: “sono contentissimo per te Meredith, ci sentiremmo tutti i giorni, ma prima di partire devi festeggiare con me il tuo compleanno”.
“Non ti preoccupare, ora vieni con me”...
Accompagnai Will davanti alla porta della mia stanza; era chiusa, io mi appoggiai allo stipite di essa e aspettai qualche movimento di Will.
Dopo pochi secondi Will allungò la mano e afferrò la mia, mentre con l'altra aprì la porta.
Will entrò nella mia stanza e rimase a fissare i poster di Mulin Rouge e il panorama che si intravedeva dalla finestra.
“Scusa e perchè non volevi farmi vedere la tua stanza? Non è brutta anzi. Sembra di stare nella camera di un bellissimo angelo”. Mi disse Will sedendosi sul letto.
“Grazie, ma peccato che io non sia un angelo”.
“Però bella sei bella, e per quanto ne sappia io potresti essere anche un angelo”.
“Mmm... Tieni questa è la tua copia della ricerca di letteratura”.
“Grazie. Senti si è fatto un po' tardi, è meglio che io vada a casa o i miei mi daranno per disperso”.
“Va bene, ti accompagno alla macchina”.
Ci incamminammo verso il cancello, fuori i miei genitori e miei zii stavano ridendo, mentre Ginny era andata sull'altalena.
“Will te ne vai?” Chiese mia madre.
“Si, se no chi li sente i miei. Grazie di tutto, a presto”.
Andai verso la macchina: “grazie della fantastica serata e del regalo”. Dissi a Will, appoggiandomi alla macchina.
“Figurati, grazie a te del pranzo e della ricerca. Piccola è da tanto che ti volevo dire questa cosa ma non avevo il coraggio: TI AMO”. Mi disse Will afferrando la mia mano.
“... Anche io ti amo.” Gli risposi.
“Ci vediamo domani. Buona continuazione. Ciao piccola”. Mi disse Will salendo sulla macchina.
Will, mi ha detto che mi ama, e io sono riuscita a dirlo.
Entrai dal cancello, chiudendolo alle mie spalle, mia madre si alzò e mi guardò:
“Meredith, scusa, vieni un attimo con me, io e te dovremmo parlare”.
“Arrivo subito mamma”.
Mia madre entrò dalla porta e andò a sedersi sul divano in sala. Io la raggiunsi.
“Allora non hai nulla da dirmi?!?”
“Scusa mamma se non ti ho detto niente, ma non sapevo nulla neanche io; Will è arrivato ieri pomeriggio e mi ha detto di andare con lui. Poi dopo cena, mi ha dato questo. Tutto qui, non è successo altro mamma, te lo giuro”.
“Va bene ti credo”.
Il resto della giornata passò velocemente, dopo aver salutato tutti, corsi in camera mia; ero stanchissima e domani, dovevamo consegnare la ricerca, che fortunatamente ero riuscita a finire sabato, prima di andare.
Dopo essermi messa il pigiama, mi infilai sotto le coperte, ripensando ai due giorni che avevo passato con Will e che stavano per finire.
  
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