Mamma
Bellatrix
Now
I see her in my daughter,
the same unending energy,
that quick mind,
that hand, open and extended to the world.
"
Vuoi un
po' di dolce di patate? Mamma mi ha guardata come se fossi pazza,
quando gliel'ho offerto la prima volta, ma poi se n'è
innamorata e ogni volta che poteva, ne mangiava a quintali".
Faceva un po' strano sentir parlare di Bellatrix Lestrange come una
mamma che si abbuffa di dolci. Del resto era anche incredibile essere
seduti a un tavolo, ospiti prigionieri, con una ragazza identica a
Bellatrix che parlava del più e del meno e rideva
allegramente.
Draco ancora non riusciva a capacitarsi di come accidenti fosse
riuscita Hermione a cambiare radicalmente la situazione. L'ultima cosa
che ricordava, era Hans che lo Schiantava per averlo visto cosciente, e
ora lo scimmione distribuiva piatti carichi di dessert, lanciando
occhiate colpevoli al segno violaceo sul viso di Hermione.
Una fitta di rabbia sbocciò come un fiore incandescente nel
ventre di Draco, ripensando al modo in cui la
sua mezzosangue
era stata ferita. Serrò la mano sulla sua coscia, affondando
le nocche nella sua stessa carne. Respirò profondamente e
bevve un sorso di succo di zucca ghiacciato, cercando di fare chiarezza
in quel turbinio di ricordi e sogni che era la sua mente.
Che cos'è
successo? Ricorda. Ricorda.
Ricordava
abbastanza bene l'arrivo alle prove per la serata organizzata da sua
cugina. C'erano tendoni attorno ai quali diversi maghi si
affaccendavano sistemando bancarelle e sedie. Un gruppo di anziani
berciavano suggerimenti a quelli che stavano montando un grosso palco
con un'ampia pedana da ballo. Delle lanterne di carta bianca
sfrecciavano allegramente in mezzo agli ospiti, inseguendosi come
bambini e illuminando allegramente la serata.
Di Alhena non c'era traccia, ma Draco iniziava a sentirsi irrequieto e
una tristemente familiare sensazione si stava facendo strada in
profondità nella sua carne. Il Marchio si stava scurendo e
muovendo sotto la sua pelle, assumendo espressioni minacciose. Alhena
doveva essere vicina.
"Draco, stai bene?" chiese Hermione, fissandolo con gli occhi
spalancati. Spaventata.
"Sì. Sto bene. Deve essere nei paraggi"
"Senti qualcosa?"
Draco riflettè
"Non io, il Marchio. Percepisce la
sua
presenza e ..." s'interruppe di botto, una fitta alla
tempia lo aveva ammutolito. Il terreno si stava facendo instabile, o
era solo una sua impressione? Ebbe l'impressione di essersi tuffato in
acque più profonde di quanto si fosse aspettato: era senza
fiato, le orecchie si erano tappate e un lieve fischio era l'unico
suono nitido sopra molti suoni ovattati, non c'era nulla di stabile
sotto o attorno a lui.
"Draco!"
Hermione l'aveva abbracciato prima che le gambe potessero cedergli, lo
stava sorreggendo. Non davano nemmeno nell'occhio, sembravano una
coppia normale.
"Hermione"
"Stai bene?"
"Ora sì... sì. Deve essere vicina, la sua
presenza fa reagire il Marchio e mi offusca la mente".
Inspirò a fondo. Il corpo caldo, sudato, morbido e stabile
di Hermione l'aveva trainato fuori da quell'incubo. Rimase stretto a
lei per qualche istante, godendosi la realtà che tornava
lucida e i fianchi della ragazza sotto le sue mani. Mosse lentamente le
dita, accarezzandola. Lei arrossì.
"Stai bene quindi" sussurrò senza guardarlo negli occhi. Lui
non rispose, la guardava con dolcezza, intenerito dall'imbarazzo
compiaciuto con cui la ragazza abbassava lo sguardo ed evitava di
guardarlo negli occhi.
"Senti... è meglio muoversi" pigolò Hermione.
Malfoy sospirò e staccò lo sguardo dalla ragazza,
guardando oltre la sua spalla, ignorando l'istinto di piegarsi e
baciarle il collo. Ciò che vide oltre Hermione non gli
piacque per nulla. Si sentì un idiota.
Mentre loro si godevano il loro momento di dolcezza, qualcosa di strano
era successo.
L'eterogenea folla allegra si era unita in un'unica azione, tutti
guardavano con apprensione e curiosità un capannello di
persone che si era formato vicino al palco, poco distante da Draco ed
Hermione.
Una ragazza si staccò da quel capannello. Era alta, dai
lunghi capelli mossi color mogano, con occhi verdi che brillavano di
acutezza e malizia. Era bellissima, ma non aveva un'aria amichevole.
Portò la bacchetta alla gola e parlò, con voce
argentina e ferma. Disse qualcosa che fece sussultare Hermione, poi si
allontanò e la folla, parlottando ancora concitata e
incuriosita, riprese i preparativi per la serata.
"Che è successo? Cos'ha detto?"
"Ha detto che Alhena, come in tanti hanno visto, ha avuto uno
svenimento, ma è tutto sotto controllo e ora la portano
nell'infermeria là dietro" e indicò con un cenno
del capo un tendone su cui aleggiava un'enorme croce di luce azzurra
"per farla rifocillare. Invita a non interrompere i lavori. Draco,
credo che anche lei percepisca la tua vicinanza"
"Perché dovrebbe? Non sono nessuno. Lei è
l'essenza di
lui,
è ovvio che il mio Marchio reagisca, ma non ha senso che
anche lei abbia le stesse reazioni avvicinandosi a me"
"Non lo so, Draco. Ho una brutta sensazione. Che facciamo?"
"Andiamo. In un modo o nell'altro ce la caveremo. Non abbiamo tempo,
non ha senso aver fatto tutto quello che abbiamo fatto per ignorare
tutto e andarcene ora che l'abbiamo trovata"
"Hai ragione, però..."
Hermione si mordicchiava nervosamente le labbra, riflettendo. Draco non
poteva più farci nulla. Le mise una mano dietro la schiena,
affondandola nei suoi capelli castani, stringendola a sé. La
guardò negli occhi per un istante, in quegli occhi castani,
spalancati, sorpresi, meravigliosi. La baciò.
"Andrà tutto bene, Hermione".
Lei annuì e sorrise, confusa.
Si presero per mano e si avvicinarono al luogo in cui avevano portato
Alhena. Hermione stringeva forte la mano di Draco e quel contatto era
l'unica cosa che gli impedisse di affondare di nuovo in quella
sensazione di annegamento, via via che si avvicinava alla figlia di
Voldemort e Bellatrix.
Ma qualcosa andò storto. Una volta arrivati al tendone, si
accorsero che non c'era nessuno. La brutta sensazione di Hermione si
acuì.
"Draco, andiamocene via subito" sussurrò allarmata "ho una
brutta sensazione, credo sia una trappola". Draco non rispose, era
impallidito e non sembrava averla sentita.
"Draco...?"
Sentì dei movimenti di qualcuno che si avvicinava di corsa a
loro, ma non vide nulla.
"Chi c'è? Protego!" strillò Hermione, ma
scagliò l'incantesimo di protezione nella direzione
sbagliata. I nemici invisibili erano alle sue spalle. Non li vide
quando due voci, una femminile e una maschile, urlarono all'unisono
"STUPEFICIUM!" e "INCARCERAMUS!".
Poi non vide più nulla.