Ore 17
Dio ti ringrazio, sta per finire.
Maret guarda fuori
dalla finestra dell'ufficio. Con molta calma, ripone le sue carte nella
valigetta di pelle. Un lieve bussare alla porta la fa voltare leggermente.
"Avanti"
Alice si affaccia alla porta. Maret
è la segretaria del capo, Alice la sua. Non che ne abbia
realmente bisogno, ma quando il boss le aveva proposto di prendere un’ aiutante,
Maret aveva subito pensato allo status symbol e aveva
accettato.
"Mi scusi, c'è un signore che l' aspetta fuori"
Alice è molto pratica ed efficiente, Maret
la apprezza abbastanza, ma in questo momento non capisce quel sorrisetto malizioso che ha stampato in faccia.
"Va bene, ora vengo"
Maret è depressa
: se è di nuovo quell ' untuoso rompiscatole
del reparto spedizioni, giuro che lo butto di sotto!
Si infila il cappotto, chiude i
cassetti e prende la valigetta. Apre la porta cercando di non esplodere : è venerdì sera, perchè non se ne
vanno tutti al diavolo e mi lasciano andare a casa?!
Svolta l' angolo a passo di carica :
se dà l’idea di andare di corsa, magari si sbrigherà in poco tempo. "Mi
dica!" sbotta nervosa, poggiando la valigetta sulla scrivania ingombra di
fogli di Alice.
"Beh? è questo il modo di
trattare il tuo fidanzato?"
Maret lo fissa a lungo. Stupore,
incredulità..rabbia.
Jesus se ne sta comodamente
poggiato alla scrivania di Alice a chiacchierare con
lei. La ragazza ride, Jesus ha
fatto qualche battuta spiritosa. Stranamente Alice ha sempre fretta il venerdì,
sono le 17 :30 e non accenna a levare le tende come
tutti.
"Ciao..amore" sibila Maret fra i
denti.
Brutto bastardo, che cazzo ci fai qui?!
"Ho deciso di venirti a prendere, sei contenta..tesoro?"
le domanda gentilmente.
Come no?! stronzo!
"Non dovevi disturbarti.."
risponde dolce come il miele.
Quella novità fa accorrere gente. Maret vede i suoi colleghi passare discretamente
nel piccolo corridoio...peccato che gli ascensori siano
dall'altra parte!
"Hai finito? ho voglia di
portarti a cena fuori stasera" le chiede fissandola negli occhi..le sta dando un avvertimento : non fare scenate Maret.
Dannatissimo figlio di
puttana!
Le labbra della ragazza si stirano in un sorriso forzato
"come no.." gli
dice fra i denti.
Alice li guarda un pò
stupita : la sua 'capa' non sembra poi così
felice di vedere il fidanzato.
Jesus si volta verso di lei,
scoccandole un sorriso "non vuole mai che venga a prenderla..è
molto riservata, ma la adoro" dice sottovoce mentre un tacco di Maret cala inesorabile sul piede di Jesus.
Steve le passa
accanto, guarda Jesus a lungo e le fa un cenno di
saluto.
Il killer lo guarda : quello le va
dietro.
...sei scarso...
Con galanteria le prende la valigetta tirandola verso un
ascensore. Maret continua a sorridere, ma come le
porte si chiudono scoppia la bufera!
"Come cazzo ti viene in mente
di venire qua?!" urla fermando l'ascensore fra due piani "ho detto
che non mi sento bene, non voglio lavorare, sono stanca!" sbotta
furiosa.
Jesus la guarda
un pò esasperato, preme il bottone con un sorrisetto ironico. La sente mormorare fra i denti
"Non potevi dire che eri un amico? Un fratello, un
lontano parente!?! Cazzo, ne
parlerà tutto l'ufficio lunedì!"
Ripreme il bottone con
stizza, la cabina si ferma
"mi hai fatto fare una figura di merda!"esclama
incazzata.
Neanche la ascolta, la sua voce rimbomba
nello stretto cubicolo ferendogli le orecchie e innervosendolo. Preme il
pulsante, guardando attorno a sè. Maret
respira a fatica
...mi
piace..
"ti odio, ti odio, ti odio!!!"
sbotta all'improvviso, fissandolo con rabbia.
Jesus la guarda annoiato "Maret.."
"Zitto, non ti voglio sentire!"esclama facendo un
gesto scocciato con la mano.
Un secondo dopo il polso viene
stretto in una morsa che la prende alla sprovvista. Si volta verso Jesus con espressione fra il sorpreso e l'arrabbiato
"lasciami .." sibila
cercando di liberarsi.
"Non ci siamo capiti, allora? te
lo devo rispiegare un'altra volta.." le dice con
i nervi tesi e uno sguardo duro negli occhi.
Maret si sente sbattere
violentemente contro lo specchio "Non me ne frega un cazzo
se mi odi, puoi urlare quanto ti pare ma se ti do un
incarico lo devi portare a termine, anche se non ti va!"
Non riesce a rispondere, si sente male, è troppo debole per mettersi a litigare con lui. Lo sfogo di prima l'ha
lasciata senza forze. Si sente prosciugata "Se mi stringi così il polso,
dubito riuscirò ad usare la pistola".
Il tono che ha usato è flebile, privo di qualsiasi
inflessione. Jesus la fissa a lungo. E' come
prendersela con un bambino in questo momento. E' inoffensiva. Non è
possibile!
La stretta si allenta, ma non le lascia il polso.
...è troppo vicino...
Sente un calore incredibile che le sale lentamente lungo il
braccio..le
sta accarezzando la pelle sottile. Un leggero solletico, ma è sopportabile.
"Che hai?" le chiede un pò meno duro.
Maret non lo guarda "te l'ho
detto che non mi sento molto bene.." risponde con voce atona.
Jesus la lascia andare titubante.
Non l'ha mai vista così, neanche quando l'aveva portata a casa sua bagnata
fradicia e sanguinante. Non ci vedeva, ma la lingua era lo
stesso molto affilata...adesso invece..
"Un'ora e potrai andartene a casa "
Maret resta addossata allo
specchio senza muoversi. Annuisce mettendosi la mano in tasca e fissando la
punta delle scarpe di camoscio.
Il lavoro le richiede solo 5 minuti :
entra nel cinema, spara all' uomo seduto durante una scena particolarmente
rumorosa ed esce passando per il bagno.
Jesus la aspetta fuori fumando
tranquillamente. Le apre la portiera continuando a fissarla in maniera strana
"passaggio, bella signora?"
Maret lo guarda..e lo odia. Non sa perchè...lo odia e basta. Gli da la
schiena senza rispondere e si allontana a piedi.
A che stava pensando ? ah si..MacMahon.
Quando si erano incontrati all' angolo
della terza strada, l'aveva seguito dandosi della pazza.
Voleva strillare piangere e scappare :
sto passeggiando con un killer, gente! Ma non fatevi
ingannare, non è cattivo: è gentile e mi lascia sempre una bella mancia.
Ridacchia fra sè..c'è
da uscire di testa.
Entra nell' appartamento dell'uomo
: è un luogo normale, un divano, una televisione, stereo con cd.
Le fa cenno di sedersi. Maret sta
per urlare.
La fissa a lungo, lei ha una paura
del diavolo "mi vuole uccidere?" domanda con un filo di voce.
MacMahon scoppia a ridere
divertito "no, no..rilassati l'avrei già fatto"
Chissà come mai Maret se
l'aspettava; siede sulla poltrona di fronte a lui e aspetta.
"Ti ho osservata, sei molto
precisa e attenta..ti andrebbe di fare questo
lavoro?" le chiede osservando le reazione della ragazza.
Maret pensa sia impazzito,
qualcosa la spinge a parlare "sta scherzando?" domanda incredula
"No..si guadagna bene, sempre meglio che spaccarsi la schiena in
quel locale da 4 soldi "
E' una proposta invitante. ..solo che..uccidere..non è una cosa
che si fa tutti i giorni!
"Posso pensarci?" gli domanda d'un
tratto.
L'uomo la guarda e annuisce. Maret
si alza, esce dall'appartamento. Con calma raggiunge
la sua abitazione.
La porta di casa è aperta. "Zia?"
Maret ha una
bruttissima sensazione "zia Lizzie?!" Perchè non le risponde?!
Entra come una furia in tutte le camere e poi la trova..stesa
in terra, la camera è stata devastata.
"Zia..?" mormora Maret chinandosi verso di lei.
Le si raggela il sangue. Cade all' indietro, strisciando via dal corpo sventrato.Vomita anche l' anima prima di
chiamare la polizia.
"Un ladro probabilmente. Sua zia l'ha scoperto e preso
dal panico l'ha uccisa." Questo le dice il
commissario quando arriva con le volanti a sirene
spiegate.
Maret non lo sente..non
sente niente. E' sola del tutto adesso. Non ha più nessuno. Si alza a stento
dalla sedia, pallida come un cencio. Il commissario le dice
parole incoraggianti, dettate da anni di lavoro. E' come un disco
incantato che ripete sempre lo stesso ritornello.
Maret esce di casa. Comincia a
correre.. piange, dove posso andare? che posso fare adesso? si chiede
trattenendosi dal vomitare un' altra volta.
Suona un campanello. Un uomo le apre e la guarda scettico. Maret è in uno stato pietoso. La fa entrare e la interroga
quando si è calmata.
"Insegnami come si fa ad ammazzare quei fottuti bastardi!" esclama con rabbia la ragazza. MacMahon la guarda: fa sul serio. Annuisce allungandole un
fazzoletto.
Maret passeggia per la strada. C'è
un sacco di gente in giro a quell'ora. E' presto, sono solo le otto. Si sistema meglio la borsetta
sulla spalla. Come mai ha le mani così libere? La valigetta..l'ha dimenticata nella
macchina di Jesus. Dovrà tornare da lui a prenderla,
prima di lunedì. Chissà perchè, ma la cosa la attrae
come la prospettiva di una ceretta integrale.
Fa freddo..lei odia il freddo..faceva freddo
quando è morta sua madre e nevicava quando zia Lizzie..
Guarda una coppietta che si stringe l'uno all'altra...e li
invidia.
MacMahon le
insegna tutto quello che sa. Maret è brava, c'è portata. E' sempre più spietata, fredda. Il
killer l'avverte : "un giorno troverai qualcuno
più bravo di te, sta attenta, potrebbe non piacerti "
Lei ride sprezzante : a 22 anni s'è
fatta una bella reputazione, MacMahon l'ha introdotta
bene nel suo' mondo' .
Ad una festa sente parlare per la prima volta di Jesus Cox. Lo chiamano il 'salvatore' per via del nome..e perchè li fredda in un 'amen'
Lo prendono in giro divertirti; qualche mese dopo Maret leggerà sul giornale la notizia della morte di quei
due imbecilli ampollosi. Chiede informazioni a MacMahon.
Lui la guarda a lungo prima di risponderle "è molto
bravo, spera di noi trovartelo mai davanti" le dice duro.
Le voci corrono sul fantomatico 'salvatore' : si dice abbia ammazzato la sua donna e il migliore amico
in maniera orribile. Si interessa di nuovo ma stavolta
MacMahon non le risponde.
Ma come è fatto? Quanti anni ha? si domanda Maret incuriosita . E'
una specie di fantasma, tutti ne parlano ma nessuno l'ha mai visto. Dal numero
di vittime che gli attribuiscono Maret pensa che sia
un 'vecchio signore' come MacMahon. Per una ragazza di 23 anni, un uomo di 48 ormai è da pensione.
A 24 anni resta nuovamente sola. MacMahon
esce una sera, porta dei documenti falsi con sè, lo
fa sempre..non si può mai sapere. Non torna più. Lo trovano cadavere
in un secchio della spazzatura. Uno scontro fra bande. L'uomo si è trovato in mezzo, le dicono prima di farle vedere il
corpo.
Maret annuisce. Guarda il foro
perfetto.Un collega.
C'era un biglietto sul cadavere; Maret
lo scopre frugando negli archivi della polizia. Lo legge e capisce tutto, chi
l'ha scritto sapeva il suo vero nome : Game Over, Robert.
Un giorno lo trova, l'assassino del suo pigmalione.
Non lo ammazza subito..ci gioca un pò. Lo trovano dopo
una settimana dragando il fiume. Fa talmente schifo che i soccorritori quando
lo ripescano non riescono a fare a meno di sentirsi male.
Game Over, stronzo.
Maret è arrivata a casa, il loft, non l'appartamento che divide con Lyse.
Si getta sul letto giapponese, toglie le scarpe con un
calcio.
Allarga le braccia e guarda il soffitto...è stanca, non
riesce a pensare. Chiude gli occhi sentendosi sempre più male.
Si volta su un lato, il cappotto le
da fastidio ma non lo toglie. Osserva la statuina liberty :
la figurina snella e flessuosa della donna con un vestitino azzurro e i fiori
tra i capelli, dello stesso colore dei suoi. Un ricordo di zia Lizzie.
Morire..perchè no? Adesso chiamo Jesus e
gli chiedo se mi fa il piacere di finire il lavoro che ha lasciato in sospeso.
...Jesus..