NB: Ai
fini della trama, che si svolge in un arco di tempo abbastanza ampio,
mi sono inventata un conteggio degli anni. Ho optato con il
considerare l'”anno zero” come quello in cui
Capitol City ha
sconfitto i distretti. Il “capodanno” coincide con
il giorno
della Mietitura. Quindi, per chiarirci, il libro Hunger Games
comincia il primo giorno del 74 d.V. (dopo la Vittoria). Spero di
rendere le cose più semplici in questo modo.
65
d.V.
Finnick
soffocò un'imprecazione quando si accorse che quella
ragazzina
ubriaca gli aveva tirato la manica tanto forte da strapparla.
E ora chi lo
sente, Acus?
Batté
in ritirata in un angolo scuro della sala addobbata, in mezzo ai
senza-voce che lavoravano come camerieri alla festa. Sbuffò,
osservando la delicata filigrana dorata che ricopriva la sua camicia
di seta bianca, ora irrimediabilmente danneggiata.
Quella
era solo la prima festa di Capitol City a cui partecipava e, in
ordine sparso: aveva ricevuto quattro proposte di matrimonio e
ventuno proposte più indecenti, aveva ballato con tredici
donne di
cui nemmeno ricordava il nome e – dulcis in fundo
–
diciassette uomini gli avevano intimato di stare alla larga dalle
proprie mogli, o figlie, o sorelle.
Come
se desiderassi altrimenti.
E
poi Miss Sanguisuga dai capelli bicolor aveva deciso di non lasciarlo
andare mai più.
Poteva
senza dubbio inserire la nottata tra le peggiori della sua vita.
«Posso
aiutarti?»
Finnick
alzò lo sguardo e incontrò due occhi scuri
dolcissimi. Chi aveva la
fortuna di sfoggiarli era la vincitrice di una passata edizione degli
Hunger Games. Come si chiamava? Callia? Caesia?
«Se
il mio stilista vede questo strappo, temo che mi strapperà
qualcos'altro» replicò con un sorriso imbarazzato.
Quella donna
alta e vestita di nero, benché non potesse avere
più di venticinque
anni, lo metteva in soggezione.
«Oh,
sarebbe una tragedia. Tutte le donne di Capitol City sarebbero a
lutto per una tale perdita». Il suo sorriso
rassicurò Finnick.
«Lascia fare a me».
Lo
portò vicino a una fonte di luce e tirò fuori un
piccolo set da
cucito dalla borsetta piena di lustrini che portava in vita. Con
pochi gesti decisi ed esperti rimediò al danno in pochi
secondi.
«Accidenti,
sei fantastica». Finnick non era in grado di distinguere i
punti
della donna da quelli di Acus. «Mi hai salvato la vita,
grazie».
Lei
si schernì con la mano. «Buona serata»,
lo salutò accarezzandogli
i capelli.
Non
come facevano le altre donne, ma quasi come...
Come
una madre.
Finnick
la stava ancora osservando, una figura nera che veniva risucchiata
dal turbine di colori della festa, quando finalmente si
ricordò.
Cecelia.
Il suo nome è Cecelia.
[363
parole]
-Parla
Kaoru-
Acus
è lo stilista di Finnick (spero si sia capito). Significa
“ago”
in latino. Dato che tutti gli abitanti di Capitol City hanno nomi
latineggianti (Coriolanus Snow, Plutarch, Seneca Crane, Flavius,
Portia, Venia...), dato che è uno stilista e dato che non
sembra un
gran simpaticone ho pensato che questo nome gli stesse bene xD
Cecelia
qui non è ancora madre, ma mostra già un
comportamento molto
materno. Inoltre dovrebbe avere suppergiù ventidue anni, ma
credo
che il suo atteggiamento la faccia sembrare più adulta,
soprattutto
agli occhi di un eterno bambino come Finnick (beh, qui ha quattordici
anni, direi che è giustificato).
Ciò
che è morto non muoia mai viene da Game
of Thrones (ah,
povero Theon. Reek, Reek, it rhymes with weak).
Scusate,
torniamo agli Hunger Games.
Sì,
lo so che Cecelia è abbastanza snobbata, ma la CapA Stratega
ManuFury ha imposto la coppia Finnick-Cecelia. E io ho scoperto di
amare questo personaggio ^^
E niente, dopo questa ci sono
altre tre flash, già scritte. Spero di riuscire ad
aggiornare con regolarità il martedì, ma sono in
pieno periodo esami e potrei dover pubblicare il
mercoledì.
Stay tuned~
|