Coso prima
Questa storia è da considerarsi ambientata nel 2014.
I primi capitoli si riferiscono all'inizio dell'anno, verso la metà del gennaio.
Nella storia tutti i cinque e cantanti sono single, almeno all'inizio. ;)
Ho cercato di portare molto fedelmente alcune cose, ma questa è
una storia inverosimile che avrà vita solo in queste pagine.
Capitolo
tre
Una
strana accoglienza
«Benvenuta!»
gridarono in coro, gettandole addosso dei coriandoli. «Speriamo che
ti possa trovare bene qui!» si avvicinarono tutti e cinque a lei e
l'abbracciarono.
Elle
si liberò dagli abbracci e si pulì la giacca dai pezzettini
colorati di carta.
«Dove
posso stare?» chiese senza caricare la voce di alcuna emozione.
Tutto
si aspettavano fuorché una reazione così disinteressata. La loro
intenzione era di addolcirla con un caloroso abbraccio di benvenuto
per poi lavorarla lentamente come avevano fatte con le altre.
Il
primo punto del piano era la sorpresa: dovevano assecondare l'idea
del ragazzo dolce, gentile e sensibile che vi era nella mente delle
fan per poi chiedere le cose più astruse, ottenere il consenso e
rovinarle amorevolmente.
Il
piano era pure diviso in vari livelli. Dopo averla fatta sistemare
come se fosse a casa sua, la facevano molestare prima da Zayn
(livello 1), se superava i suoi tormenti veniva mandata casualmente
da Liam che la pregava di ascoltare, a un volume insopportabile, un
nuovo pezzo – appena registrato – che stranamente durava più di
un'ora finché non fosse finito (livello 2). Generalmente non
andavano oltre al secondo livello, ma al terzo vi era Louis con la
sua passione per la cucina e al quarto vi era Harry che si
improvvisava parrucchiere. Non c'era mai stato bisogno di arrivare
sino a Niall, il quale in teoria doveva aver ideato la tortura
peggiore, ma, difatti, aveva passato tutto il tempo a giocare al suo
gameboy.
«C'è
una stanza vuota riservata a te nel secondo piano» le rispose
garbatamente Niall, allungando una mano per prenderle i bagagli.
Lei
lo fermò. «Grazie, ma posso fare da sola» disse con tono
arrogante.
«Ehm...
urge riunione» affermò Louis una volta che Elle si era allontanata
per portare su le valigie.
I
ragazzi si abbracciarono a cerchio e si guardano tutti occhi negli
occhi.
«È
tutt'una facciata: nessuno resiste al fascino di Zayn Malik» Zayn
si sarebbe baciato i bicipiti, ma in
quella posizione non ci riusciva, perciò si accontentò delle
spalle.
«Concordo
solo sulla prima parte» replicò seccamente Liam.
«Ehi!
Cosa vorresti insinuare?» Zayn gli diede un calcio, beccando però
un altro ragazzo.
«Ahi!
Ma sei fuori?» strillò Louis, cercando di fargli male a sua volta.
«Scusa,
ho sbagliato... ma tu mi hai fatto male! Dove sono i piedi di Liam?»
La
situazione precipitò e ben presto, a furia di darsi calci, le loro
gambe si intrecciarono e caddero a terra, incastrati.
Elle
scese in quel momento: aveva solo appoggiato le valigie al secondo
piano dato che non aveva capito quale fosse la sua camera. Li guardò,
sorpresa.
«Orgia
con i vestiti. Esiste» cercò di spiegare Zayn, guadagnandosi delle
occhiate furiose, dei pizzicotti e un calcio nelle
parti basse da parte di Louis.
Cercò
di urlare,
ma emise solo un suono acuto, rannicchiandosi su se stesso.
«E
ora non fare il volgare e dire il mio bellissimo tu-sai-cosa» Louis
si alzò sistemando le pieghe del suo completo impeccabile.
Zayn
si alzò dolorante. «Ora te la faccio vedere io la mia volgarità!»
dopo il suo solito grido di battaglia, cominciò a inseguire Louis
che aveva guadagnato già abbastanza vantaggio per mettersi in salvo.
Se
non fosse stata
distrutta, Elle sarebbe scoppiata a ridere davanti a una scena così
buffa e infantile.
«Che
ne è della nostra riunione?» bisbigliò Harry dopo aver districato
le sue gambe da quelle di Liam.
«Attuiamo
il piano così come l'avevamo progettato» rispose semplicemente
Niall, alzandosi per dirigersi verso la sua poltrona e prendere in
mano il suo game boy azzurro poggiato su un tavolino.
«Dato
che Zayn è già stato sconfitto, partiamo direttamente da me»
annunciò Liam a Harry, poi guadagnò
passi verso Elle e,
quando le fu a un metro di distanza,
aprì bocca, ma, dopo aver incrociato quello sguardo freddo e così
vero, fece l'inversione e ritornò frettolosamente dal castano.
«Non
non ce la faccio... come posso rivolgerle
una faccia supplichevole e pregarla di fare una cosa che la
distruggerà, quando mi guarda così freddamente?
Ah, solo inutile. Io mi ritiro» disse affranto, appoggiandosi
melodrammaticamente all'amico.
Harry,
se fosse stato un ragazzo con una mente ordinaria, avrebbe dovuto
chiedersi perché Liam non poteva far male a una ragazza che lo
guardava freddamente, invece pensò ad altro. «No, non lo fare! Non
ritirarti in convento!»
«E
chi ti ha detto che voglio andare in convento?! Poi è monastero, non
convento!»
«Ti
sei già rasato i capelli! Ah, no? Allora, per caso desideri recarti
sui monti tibetani e diventare un monaco? No, non prendere questo
fallimento con quest'ottica. Vai avanti, pensa a noi, alla tua
banda... senza di te, senza di te, saremo in quattro e.. e...
quattro... beh è il mio numero preferito...» si bloccò pensieroso,
grattandosi il mento.
«Io
vado...»
«Buon
viaggio!» Harry sventolò le mani, soffiandosi il naso.
«Oh,
cara, vuoi che ti lavi i capelli? Sarai stanca dopo questo lungo
viaggio! E,
già che ci sono,
ti faccio anche una nuova bellissima pettinatura!» le disse
amorevolmente Harry, sedendosi, accanto a lei, sul divano.
«No,
grazie» Elle cercò di non essere sgarbata, poiché era il preferito
della sua migliore amica.
«Dai,
ti prego, per favore! Non puoi dire no a un faccino così!» Harry
appoggiò il suo viso sulle sue gambe, rivolgendole due occhi limpidi
e supplichevoli.
Elle
si alzò, infastidita: l'unico ragazzo che aveva il consenso di
accoccolarsi a lei era Davey e quel buffone non era il suo migliore
amico. Harry rotolò a terra in modo spettacolare mentre Elle si
allontanava da lui con classe.
Niall,
seduto al divano aveva assistito a tutto, scoppiò a ridere
fragorosamente.
«Una
disfatta totale» osservò in lacrime.
«Ingrato!
Io lottavo per la salvezza del nostro popolo e tu ti metti a ridere!
Torna al tuo videogioco» rispose Harry, girando velocemente i
tacchi: se aveva fatto ridere uno che non trovava nulla di diverte in
nessuna occasione era grave.
Siccome
non sapeva dove recarsi, Elle ritornò al divano e osservò
silenziosamente il ragazzo taciturno che giocava incessantemente al
videogioco. Si chiese a
cosa stesse giocando. Stranamente provava delle sensazioni positive
verso quel ragazzo, che a differenza degli altri
pareva essere più normale, come
se non si scomodasse troppo per la sua
presenza.
Mentre
era immersa nei suoi pensieri, arrivò Zayn che si sedette
pesantemente nell'estremità opposta del divano, abbastanza vicino a
Niall.
«Oh,
ciao! Scusa se prima sono stato sgarbato!» assunse un tono
dispiaciuto.
«Ahimé,
come sono sudato...» proseguì davanti al suo silenzio. «Ho tanto
caldo...» disse maliziosamente, togliendosi la canottiera nera e
buttandola casualmente davanti ai piedi di Elle.
«Ma
ho tanta voglia di... tu sai cosa intendo, vero?» sospirò iniziando
a gattonare verso di
lei.
Lei
lo guardò inorridito. «È perché sei grasso» gli rivelò senza
emozioni.
«COSA?!»
gridò lui guardandosi la pancia.
«Se
sei così sudato e ansimante per una corsetta di neanche due minuti,
significa che non hai un fisico forte e hai caldo perché sei grasso.
Lo sai che i pinguini e gli orsi polari riescono a non
soffrire il
freddo perché hanno uno strato consistente di ciccia ovunque?
E anche tu stai cominciando ad accumularla» proferì Elle con tono
professionale, lasciando Zayn a bocca aperta.
Siccome
il cantante rimase immobile, lì, Elle si alzò poiché la sua
presenza gli era sgradita.
Decise
di lasciare l'ampio salotto bianco e illuminato arredato in modo
essenziale per dirigersi verso un'altra stanza:
una qualunque,
bastava che non vi fossero dei pazzi scatenati.
Raggiunse
la cucina ove, stranamente, vi era un buon profumino.
Davanti
a un tavolo metallico trovò Louis che stava preparando dei biscotti
o ciò che avrebbe dovuto avvicinarsi a
quell’idea.
«Ciao!»
squittì amabilmente. «Sto facendo dei biscotti!»
«Lo
vedo...» disse cercando di essere disgustata dal colore
dell'impasto.
«Hai
fame per caso? Prima ho preparato dei muffin al cioccolato davvero
gustosi... potresti assaggiarne uno? Mi piacerebbe avere un tuo
parere.»
«Ehm...
no grazie. Non ho fame» rifiutò scuotendo la testa. Non si fidava
di prendere qualcosa dalle loro mani.
«Ma...
ma... li ho fatti
io con le mie manine.»
Come
se ciò cambiasse qualcosa.
Li
sopraggiunse Liam, mentre Louis continuava a insistere
ininterrottamente.
«Che
succede?»
«Nulla,
ho assaggiato un suo muffin. Dice di non meritarsi i complimenti che
gli ho appena fatto» ironizzò Elle, ritornando in salotto visto che
li aveva raggiunti anche Harry.
«Davvero?
Sei migliorato a tal punto?» esclamò sorpreso Harry, allungando
immediatamente una mano per afferrare un muffin e inghiottirlo in un
solo boccone.
Annaspò
per ritrovare aria dopo essersi quasi strozzato.
«Ma
fa schifo!» sputò nel cestino. «Bleah!» aveva un'espressione
disgustata.
«Ma
come? Avete sempre detto che non era male... che
avevo talento, l’avrebbe ammesso anche Gordon Ramsey!»
«Infatti,
sta scherzando. Stai scherzando, vero?» sibilò duro Liam rivolto
a Harry, coccolando Louis che era ormai
in lacrime.
«Ma
certo... ma ora lasciatemi scappare in bagno!» annunciò, correndo
immediatamente.
«Non
può fare così schifo... Liam» si lamentò il dolce ragazzo.
«No,
certo che no...» cercò di annuire convinto.
«Potresti
assaggiarne uno e dirmi che gusto ha?» Louis offrì una delle sue
creazioni allo sguardo terrorizzato di Liam, che indietreggiò
impercettibilmente.
«Eh,
cosa? Hai sentito? Zayn mi ha chiamato! Devo accorrere in suo aiuto!»
recitò, allontanandosi da quelle schifezze mezze bruciate.
«Non
possono essere così schifose» si consolò da solo. Deglutì,
guardando i suoi meravigliosi muffin
sfornati poco prima. Avrebbe dato uno
strappo alla regola e mangiato qualcosa
di calorico...
dopotutto era per farsi una critica costruttiva.
«A
quanto pare i dolci di Louis hanno un effetto lassativo immediato»
realizzò Harry, strisciando verso il divano occupato da un Zayn in
versione statua e da una Elle abbastanza annoiata.
«Ah,
il pancino! Bagno! Bagno!» gridò Louis, uscendo dalla cucina per
fiondarsi nel bagno che Harry aveva appena lasciato.
«No,
aspetta, devo ritornarci io!» cercò di fermarlo per arrivare nel
suo personale paradiso prima di lui.
Ma
a raggiungerlo per primo fu Louis, il quale, dopo essersi lamentato
della puzza, si sistemò comodamente.
«Ti
prego esci... esci!» Harry continuò a bussare incessantemente la
porta.
«Se
stai veramente così male, usa il tuo bagno personale, no?» suggerì
Niall che non ne poteva più delle sue lagne,
«Louis,
userò il tuo bagno!» annunciò prima di alzarsi con aspetto quasi
trionfale per poi camminare in modo malfermo.
«No!
No! Che schifo! Non osare toccare il mio gabinetto con il tuo sudicio
fondo schiena» dal bagno uscì un tono determinato. «Non osare!»
spalancò la porta del bagno e si mise all'inseguimento del fuggiasco
che aveva già raggiunto le scale.
«Sono
un po' fuori» spiegò Liam, come per scusarsi.
«Solo
loro?» chiese lei con tono sarcastico.
«Anche
lui» Liam, scuotendo la testa, indicò Zayn, che era ancora
appoggiato al divano, immobile.
«Buono
a sapersi.»
«Siccome
mi pare che abbiate tutti escogitato qualcosa per farmi del male,
voglio sapere cosa hai
in mente tu.»
«Ah,
io non farò niente» fece Liam con fare arrendevole, alzando le mani
in segno di resa.
Lo
sguardo di Elle si posò sul silenzioso biondo. «Io non ho pensato a
nulla. Loro quattro bastano e avanzano per vincere contro una
ragazza.»
«Mi
potreste dire qual è la mia camera cosicché possa levarmi dalle
scatole?»
«Piano
di sopra, terza porta da sinistra» le spiegò Niall «e stai attenta
a quando entri.»
«E
seconda dalla destra» aggiunse Liam, dopo che Elle si era avviata.
Elle
aprì la porta lentamente e cautamente. Un pacco di farina cadde
dalla soffitta disperdendosi sul pavimento, me lei si era prontamente
spostata da lato, aspettandosi una cosa simile. Dopotutto era
piuttosto abituata.
Tirate
dentro le valigie cercando di non sporcarle con la farina, si chiuse
la porta alle spalle e decise che la stanza non le dispiaceva.
Non
era immensa, ma nemmeno piccola: era giusta. Aveva le pareti tinte di
un caldo arancione e il pavimento in legno, il suo ideale. Un letto
singolo era adiacente a uno scaffale altissimo e dall'altra parte
della stanza vi era un grande
armadio accanto a una scrivania con un computer bianco appoggiato.
Scostò
le tende gialle e spalancò la finestra.
Si
sedette sul davanzale e lo trovò comodo.
Il
giardino di quelle mastodontica villa era molto curato.
Oltre alla recitazione si estendeva un infinito campo brullo.
L'ambiente era piuttosto sterile e inospitale.
Guardò
l'immenso cielo azzurro d'Inghilterra e tutto sommato non vi erano
troppe differenze con
quello d'Irlanda.
Angolino
mio:
Ancora
una volta vorrei ripetere che non intendo offendere i cinque cantati:
ho solo dato loro un carattere divertente.
Spero
vi sia piaciuto. ^_^
Se
qualcuno ha da suggerirmi delle scene comiche, sarò bel felice di
ascoltarvi: perché scrivere il comico (o qualcosa che possa
avvicinarsi) non è il mio forte!
Il banner è stato creato da una persona che stimo immensamente come scrittrice *-*, ma non vuole essere nominata. XD
Alla prossima!
Elsker.
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