8 – Sotto Lo Stesso Tetto
Quando Draco vide spalancarsi
il portoncino in legno della vecchia - ed era fare un complimento - palazzina
si sentì mancare. All’interno la luce era fioca ma il suo occhio abituato a ben
altri tenori riuscì clinicamente a scorgere l’intonaco giallino dei muri
scrostato, il corrimano delle scale in radica decisamente troppo tarlato e i
ripidi gradini in pietra eccessivamente consumati. Il suo naso si arricciò
automaticamente mentre il portone si chiudeva alle sue spalle con un tonfo
smorzando lo scrosciare della pioggia e Ginevra, davanti a lui, saliva
velocemente le scale.
“Forza! Non ti aspetterai che
degli elfi domestici vengano a prendere il tuo baule e ti diano il benvenuto
levandoti di spalla il mantello, vero?” lo canzonò la rossa.
Lui grugnì infastidito “Per la
verità sì. Ma anche se lo facessi tu, portare il baule intendo, andrebbe bene
lo stesso.”
“Rimarrai deluso allora” E
Ginevra sparì su per le scale lasciandolo solo nell’ingresso.
Sospirò scuotendo la testa
bionda, ancora ammantata. Ma cosa diavolo stava facendo? Lui! Lì! In quel posto
sudicio e da pezzenti. Lui che… Lui che non valeva più nulla in effetti…
Raggiunse un compromesso con sé
stesso, sarebbe rimasto lì il minimo indispensabile per guadagnarsi in qualche
rapido modo almeno una manciata di galeoni dopodiché avrebbe cancellato
quell’umiliazione da ogni suo ricordo. Avrebbe cancellato quell’orribile
palazzina e quella fastidiosa e maleducata rossa. Senza troppo entusiasmo
incantò il proprio baule e salì le scale tortuose, tenendo il proprio bagaglio
sollevato davanti a sé. Raggiunse la cima ansante, appesantito dalla stanchezza
di quella bruttissima giornata, e trovò Ginevra alle prese con chiave e
bacchetta, intenta ad aprire la vecchia porta scura. Stava osservando scettico
il tappeto davanti all’uscio che dava il benvenuto a lettere colorate,
fermamente convinto che non sarebbe comunque stato un piacevole soggiorno,
quando l’aprirsi di una porta alle loro spalle ne richiamò l’attenzione.
“Oh, Ginny! E’ sempre un
piacere…” un ragazzotto dall’aria scialba si illuminò alla vista di quella che
doveva essere la vicina di casa. Draco capì al volo che quello scemo ne doveva
essere tremendamente invaghito e attratto: un attimo dopo infatti vide il suo
sguardo scivolare sul fondoschiena della ragazza, che era tornata a dargli di
spalle.
“Stuart… buona giornata”
rispose telegrafica lei infilandosi dietro l’uscio e richiudendoselo alle
spalle. Draco sghignazzò divertito dell’elettricità che in pochi attimi aveva
riempito l’aria.
Poi sentì lo sguardo del
sempliciotto fisso su di sé e gli rivolse uno sguardo glaciale, molto più
chiaro di mille inviti a guardare altrove. Il ragazzotto balbettò uno stentato
“Mi scusi… non la guarderò più!” quindi partì alla discesa delle scale, con le
mani infilate nelle tasche del mantello.
Grugnì appagato del fatto che
la sua sola presenza serviva ancora ad intimorire qualche stupido e aprì
l’uscio dell’appartamento di Ginny.
Abituato a ben altre dimensioni
credette di poter essere colto da un attacco di claustrofobia quando vide il
piccolissimo salotto dal soffitto spiovente gremito di scaffali ricoperti di
libri arredato solo con un vecchio divano cremisi, un tavolino di legno
sovrastante un tappeto smunto, un comò fuori moda e un focolare acceso ad
accoglierlo. Sembrava tutto vecchio e sbiadito in quel minuscolo buco, un po’
come la vecchia carta da parati color salmone. Ginny accese rapida con un colpo
di bacchetta una lampada incantata in ferro battuto e carta di riso e una luce
tenue si diffuse nella stanza. La vide scostare una tenda colorata per tutta la
sua lunghezza e rivelare un tavolo da pranzo –ma possibile che lo fosse
davvero, poi, così piccolo e corto com’era?- e qualche sedia sparuta, delle
credenze in legno chiaro, quello che sembrava un vecchio forno e dei fornelli e
una di quelle cose babbane che dovevano probabilmente chiamarsi televistore appoggiata
su una mensola un po’ storta. Nemmeno il suo secondo bagno era piccolo come
quelle due stanze messe insieme! Sfiorando appena una mensola accanto a lui
constatò che per lo meno tutto quell’ammasso di roba vecchia non era anche
coperto di polvere. La Weasley doveva essere valida come elfa domestica!
Ridacchiò della sua battuta e fu riscosso dai suoi pensieri solo quando una piccola
palla di pelo iniziò a farsi le unghie contro la fiancata del suo baule.
“Ehi! Lontano da me e dalle mie
cose, bestiaccia!” lo allontanò con un calcetto poco gentile e in tutta
risposta il gattone arcuò la schiena e gli soffiò contro. Malfoy lo fece allontanare
con un minaccioso movimento della gamba e un verso rauco. Sbuffò tremendamente
infastidito: se c’era una cosa che detestava ancora più della miseria erano i
gatti!
“Ehi, lascia in pace Trixy! Se
non ti piacciono i gatti sono fatti tuoi, torcile un solo baffo e ti ritroverai
sulla strada. Scaraventato dalla finestra però” iniziò lei minacciosa,
sbattendo avanti a sé un grosso cucchiaio di legno. “E ora puoi anche levarti
il mantello e andare a farti un bagno se vuoi, hai un aspetto veramente orribile!”
lo canzonò lei tornando alle sue faccende.
Era stanco ed aveva veramente
un aspetto orribile, tanto che non trovò nemmeno la forza di replicare alla
piccola provocazione di lei. Si sfilò nervosamente il mantello, appendendolo
all’attaccapanni e cercò a naso il bagno. La sua esperienza con quello fu
ancora più traumatica del primo incontro con il salottino e la cucina.
Quando si fu spogliato e
schizzinosamente infilato sotto la doccia scheggiata girò lentamente i
rubinetti opachi. Sentì gorgogliare qualcosa e ben presto si ritrovò rivestito
di melma verdognola da capo a piedi. Imprecò diverse volte e la rabbia crebbe
quando sentì la rossa ridacchiare aldilà del vetro smerigliato della porta.
“Oh, scusami! Forse ho
dimenticato di dirti che prima di aprire il rubinetto dovevi fargli un piccolo
incantesimo di spurgo… Sai, queste cose succedono ogni tanto quando le tubature
sono vecchie… Mi dispiace tantissimo!” fece tutta ironicamente mortificata.
“Dannata Weasley! Te la
rinfresco io la memoria dopo!” rispose lui tra i denti, raschiandosi di dosso
quello schifo, ora che l’acqua aveva preso a scorrere calda e cristallina.
Quando, troppo tempo dopo,
rifece capolino nel soggiorno trovò la Weasley seduta al tavolo che torturava
distrattamente con una forchetta qualcosa che aveva nel piatto. Quando lo vide
arrivare si riscosse “Oh, finalmente! Erano tre mesi che non ti lavavi per
caso? Ce ne hai messo di tempo…”
Draco si indispettì “No, è che
per colpa di una stronzetta di mia conoscenza ho dovuto passare mezz’ora a
levare lo schifo che esce dai tuoi lavandini dai miei bei capelli!” ringhiò.
“Bè, come vuoi. Ora mangiamo,
ho una fame tremenda!” e senza aspettare risposta inforcò un boccone di
spezzatino dal piatto.
Draco si sedette titubante al
tavolo, fissò col naso storto quella roba informe che si trovava nel piatto
davanti a lui. Non riusciva nemmeno a capire cosa fosse…
“Senti, non sarà mica una cena
questa roba? Dov’è la prima portata? E non c’è nemmeno del vino su questo
tavolo…” precisò fissando la caraffa di semplice acqua vicino al bicchiere. Non
aveva mai mangiato in condizioni tanto misere!
Lei alzò le spalle “Nessuna
prima portata, signorino! Questo passa il convento e se vorrai mangiare lo
spezzatino bene, altrimenti farai digiuno! E io di vino non ne ho mai bevuto,
senza contare che soldi da spendere in bevande superflue non ne ho quindi, se
hai proprio sete, ti farai bastare l’acqua. Se il servizio non è di tuo
gradimento puoi anche andartene subito” e continuò tutta tranquilla a mangiare
il proprio delizioso pasto, complimentandosi con se stessa perché le patate
erano riuscite davvero ottimamente.
Draco sbattè forte le mani sul
tavolo, scostò così bruscamente la sedia all’indietro che questa ricadde con un
tonfo, sorprendendo Ginny che rialzò immediatamente la testa dal piatto.
“Non accetto oltre questa
stupida umiliazione!” e senza aggiungere altro si alzò e se ne uscì sbattendo
la porta.
Ginevra rimase frastornata a
fissare l’uscio chiuso, la forchetta con infilzata una patata ancora a
mezz’aria e la bocca semiaperta per lo stupore. Cercò di ignorare la situazione
e addentò il proprio boccone nervosamente. Tuttavia fece molta fatica a
mandarlo giù. O forse fece fatica a mandar giù quella brutta sensazione che la
sua coscienza le stava procurando… Era una sorta di dispiacere, lo stesso che
aveva provato qualche ora prima quando aveva visto Malfoy andarsene mestamente
dal negozio di Rubenius bagnato fradicio e trascinando il proprio baule sotto
l’acquazzone. Perché doveva essere così dannatamente sensibile? Perché ora che
poteva riprendersi la sua rivincita di tanti anni di dispetti e beffe doveva
provare dispiacere per lui? Perché ci era passata e sapeva quanto fosse brutto
sentirsi così miserevoli e senza valore. Si alzò rapidamente dal tavolo, pensò
che avrebbe potuto cercarlo e dirgli di tornare, ma sarebbe stato così
umiliante per lui! Non se la sentiva di essere cattiva, in quel momento.
Avrebbe potuto tormentarlo poi, si promise, ma non quella sera. Sapeva quando
era il momento di lasciar perdere lei.
Poi vide il grosso baule ancora
accanto al sofà e il mantello appeso alla gruccia, se non era così pazzo
sarebbe tornato… Conosceva bene il tipo che era, non se ne sarebbe andato in
giro per la città deserta e senza uno straccio di mantello a ripararlo dalla
neve e dal freddo invernale nemmeno in preda al più lancinante attacco di
pazzia. Si sedette sul divano e attese paziente dopo aver messo al caldo la
cena di entrambi con un piccolo incantesimo casalingo.
Che strano, si ritrovò a
pensare, se solo la mattina prima mi avessero detto che me ne sarei stata
qui sul mio divano ad aspettare Draco Malfoy per cena non ci avrei creduto,
probabilmente avrei riso dell’assurdità… Le persone sono davvero originali…
Si torturò un poco l’orlo della
maglia che indossava lanciando occhiate fugaci alla porta. Presto due colpi
decisi rimbombarono dall’esterno.
Ginny schizzò in piedi e aprì
la porta con un colpo rapido di bacchetta riponendola poi lesta nella tasca.
Stava per esortare il suo nervoso ospite ad entrare quando si trovò davanti la
figura minuta di Stuart.
“Ciao Ginny! Ecco, volevo solo
salutarti, magari invitarti per un caffè… Come stai? Chi è quello strano
ragazzo di prima? E’ ancora qui?” domandò adocchiando circospetto la stanza
davanti a lui per poi tornare a guardare imbambolato il volto scocciato di
Ginevra.
Lei sospirò alzando il capo al
cielo. Quel ragazzo che sembrava la persona più gentile del mondo, all’inizio,
si era rivelato una vera tortura “Ciao Stuart, scusa ma non ho tempo per un
caffè. E sto aspettando… il mio amico… che è uscito un attimo a prendere una
cosa. Dobbiamo ancora cenare, mi spiace. Ciao” e fece per richiudergli la porta
in faccia ma questo manifestò un’inaspettata forza riuscendo a riaprirsi un
varco e a intrufolarsi in casa.
“Ma Ginny –protestò fermamente
contrariato- Lo sai quanto tempo è che non usciamo assieme? Stiamo trascurando
la nostra relazione!” obiettò diventando nervoso.
Lei sbuffò ancora “Non abbiamo
nessunissima relazione, Stuart!”. Ora iniziavano le note dolenti. Avrebbero di
nuovo finito per litigare, lei si sarebbe infuriata, lui si sarebbe
innervosito, le avrebbe fatto la solita scenata e poi se ne sarebbe andato con
le lacrime agli occhi facendola sentire un verme. Non aveva mia conosciuto un
ragazzo più fastidioso di lui! Ma come diavolo aveva fatto a… Oh, non voleva
nemmeno pensarci! Scacciò lesta quel brutto ricordo dalla mente e portò le mani
ai fianchi, attendendo la sua risposta.
“Ma… e quello che c’è stato tra
di noi? Ginny, non puoi trattarmi così, maledizione! Noi abbiamo condiviso
qualcosa di importante, di fondamentale! Abbiamo avuto una storia
meravigliosa!” iniziò a strillare.
“Proprio per niente! Siamo
usciti solo un paio di volte e… e poi abbiamo commesso un errore! Tutto qui!
Non farmelo ripetere ogni volta” chiuse gli occhi esasperata.
“Un errore? –il tono di voce
del ragazzo crebbe di un’ottava- Ma io ti amo, Ginny! Non posso assolutamente
credere che non provi lo stesso per me! Oh, Ginny, ti prego! Non trattarmi
così… vorrei solo uscire con te ancora una volta, solo una parola gentile, un
bacio… -la supplicò sull’orlo delle lacrime- Sei crudele con me…”
Lei perse definitivamente la
pazienza, non che le bastasse così poco per incollerirsi ma quella era con
tutta probabilità la centesima volta dalla primavera passata che si ripeteva
quella scena. Fece per rispondere seccata quando vide Draco nel pianerottolo
delle scale guardarli allibito e, non le sfuggì, anche divertito. La manna dal
cielo!
Si illuminò corse fuori
superando il ragazzetto di fronte a lei e si portò alle spalle di Malfoy
spingendolo garbatamente dentro casa “Oh, eccoti finalmente! Ce ne hai messo
del tempo, mi hai fatto stare in pensiero! Avanti tesoro, ceniamo che sto
morendo di fame!” e ridacchiò giuliva.
Spinse fuori poco garbatamente
Stuart e gli richiuse l’uscio dritto sul naso senza dargli la possibilità di
proferire verbo.
La porta sbattè e quando tutto
fu silenzioso sospirò sollevata.
Malfoy, infastidito, si scrollò
le mani di lei ancora appoggiate sulle spalle “Ehi, levami le zampe di dosso! E
poi cos’è questa confidenza? E guarda che sono tornato per prendere le mie cose
e andarmene, sei la donna più fastidiosa e grossolana che conosca. Non
accetterò la tua falsa pietà e le tue prese in giro un minuto di più” sibilò
con capo alto e orgoglioso.
Lei annuì col capo “Aha,
andiamo a tavola, l’incantesimo di riscaldamento non durerà per sempre.
Mangiamo o tutto si fredderà” rispose come se non avesse ascoltato una sola
parola del ragazzo.
Draco rimase spiazzato. Quella
era un’altra provocazione, ne era sicuro. Fece per rispondere quando un sonoro
brontolio di stomaco lo mise a tacere ricordandogli che non toccava cibo dalla
sera prima, col trambusto che c’era stato in quella orribile giornata da
dimenticare. Lei gli lanciò una significativa occhiata divertita e a lui non
rimase che arrendersi miseramente.
Schizzinoso e diffidente
avvicinò un boccone di cibo alle labbra… Quella maledetta megera avrebbe anche
potuto avvelenarlo! O mettere chissà cosa nella sua cena per prenderlo in giro
come aveva fatto fino a quel momento… Non poteva mangiare così a cuor leggero!
L’ennesimo brontolio tuttavia cancellò ogni diffidenza dalla sua mente e
addentò con avidità il boccone di carne. E scoprì che, nonostante l’aspetto
orrendo di quello spezzatino brodoso era davvero buonissimo. Si sforzò di non
sembrare troppo deliziato però, non le avrebbe mai dato anche questa
soddisfazione!
Divorò rapido e silenzioso
tutto il contenuto del suo piatto e la porzione di macedonia che lo seguì.
Per tutto il pasto non si
cambiarono una sola parola, perlomeno per evitare di litigare anche con il cibo
in bocca. Gli unici rumori erano quelli delle posate che tintinnavano contro la
porcellana economica dei piatti e qualche sporadica parola di Ginevra che si
rivolgeva al suo bel gattone, anche lui intento a divorare il suo pasto in una
ciottolina col suo nome posta ai piedi del tavolo.
Quando ebbe sparecchiato il
tutto la ragazza prese ad armeggiare sul divano tirando fuori cuscini vari e
una grossa coperta pesante fatta a patchwork. Draco si guardò attorno curioso chiedendosi dove
sarebbe stata la sua camera, tutta quella orribile avventura si era abbattuta
su di lui con la forza di un ciclone causandogli una tremenda emicrania e non
vedeva l’ora di mettersi a letto e dormire a lungo.
“La mia stanza?” domandò senza
troppi fronzoli.
“Ci sei già” rispose con
semplicità Ginevra sistemando un lume sul tavolino davanti al divano.
“Come scusa?” domandò lui senza
capire ma col vago sospetto che quelle parole non promettevano nulla di buono.
“Intendo che non c’è nessuna
altra stanza. Dormirai qui, sul divano” specificò indicando quella che sembrava
la cuccia di un cane di grossa taglia.
Draco sollevò entrambe le
sopracciglia, incredulo, non aveva mai dormito su un letto con meno di due
piazze e ora gli si stava proponendo di dormire su… su un coso di almeno trenta
centimetri più corto di lui, vecchio e che con molta probabilità dava di muffa,
scomodo e duro… Era improponibile! Non poteva mandar giù anche questo affronto!
Quella megera di una Weasley si stava deliberatamente prendendo gioco di lui,
non avrebbe permesso che quella presa in giro si protraesse oltre.
“Mi prendi in giro? Io – non
–ci – dormo – su – un – divano – muffoso!” sibilò stando ben attendo a scandire
ogni singola parola. Strinse i pugni, sentiva la rabbia fargli ribollire il
sangue, il suo cuore aveva iniziato a battere furiosamente. Con due minacciose
falcate si era stagliato davanti a lei, chinando il capo fiero solo per
incontrare gli occhi di lei, appena qualche centimetro più in basso.
Le avrebbe mollato un pugno se
solo… Ma che diamine, non si era mai fatto scrupoli di spintonare una donna se
questa se lo fosse meritato! In effetti dovette ammettere che le avrebbe
mollato un ceffone se non avesse avuto una fifa tremenda delle conseguenze… Già
una volta era finito in un letto d’ospedale per mano di Genera Weasley e non
era stata una piacevole esperienza.
D’un tratto si sentì
miserevole. Era in balia di lei e delle sue prese in giro. Non aveva abbastanza
spina dorsale per reagire e nemmeno per andarsene di lì. Il suo orgoglio si
fece in mille pezzi.
Distolse lo sguardo da quello
di lei, così irritantemente tranquillo e divertito.
Diede un calcio nervoso al
baule ai piedi del suo nuovo letto –che gioia!- e lo aprì rabbiosamente
afferrando un pigiama e quella che doveva essere una vestaglia da camera.
“Te ne vuoi andare, almeno mi
cambio?” ringhiò sull’orlo di una crisi di nervi.
Ginevra sorrise, sempre
profondamente divertita “Certo, vado a farmi una doccia. Buonanotte signorino
viziato!” quindi sparì nel minuscolo e claustrofobico corridoietto ingombro di
roba che conduceva al piccolo bagno profumato.
Draco cercò di cambiarsi
nervosamente, non riusciva di certo a sentirsi a suo agio in quella topaia con
la Weasley. E se quella pazza fosse sbucata all’improvviso dal bagno? Mica si
poteva cambiare lì per farsi trovare all’improvviso magari nudo come un verme!
Non c’era nemmeno lo straccio di una porta in quel… come lo aveva chiamato?
Soggiorno…
Attese che ebbe finito. E
attese così a lungo che quasi perse la pazienza “Ti vuoi muovere? Non c’è
niente che tu possa fare per migliorare quel tuo aspetto scialbo in ogni caso,
Weasley! E io mi devo cambiare e lavare i denti!” imprecò rivolto alla porta.
La sentì sbuffare irritata ed
ebbe la certezza che quelle sue parole avrebbero sortito l’effetto opposto,
probabilmente stava facendo tutto ancora più lentamente ora. Si maledisse per
questo e maledisse anche lei.
Quando ben mezz’ora dopo ebbe
finito, Draco si infilò dentro al bagno e rimase infastidito dall’odore
dolciastro che permeava la stanza. Così diverso dai profumi seducenti che usava
Victoria! Era davvero una sempliciotta la Weasley! Aprì la finestrella ad oblò
che dava nel buio della notte e respirò l’aria fredda dell’inverno cercando di
distendere i nervi e rilassarsi mentre si pettinava i capelli sempre
biondissimi.
Quando uscì, comodo nel suo
pigiama di seta e avvolto dalla vestaglia raffinata, sentì la ragazza
augurargli sarcasticamente sogni d’oro dalla stanza accanto. Probabilmente la
piccola porta rossa situata nell’angolo dava nella sua stanza. Cercò di non
pensare a chi si trovava aldilà di quel muro vecchio e non rispose nemmeno. In
silenzio e massaggiandosi le tempie per la stanchezza si buttò sul divano.
Al buio rischiarato appena
dalle braci del camino che si stavano lentamente spegnendo lanciò un’occhiata
attorno a sé. Non aveva mai visto una casa tanto piccola e tanto vecchia,
nemmeno la più umile stanza di quella che era Malfoy Manor era paragonabile a
quel buco! Però dovette riconoscere che aveva qualcosa di particolare, quel
piccolo buchetto. Con le sue carte da parati scolorite, con i soprammobili
bizzarri, il grosso orologio a cucù, le tende colorate e i vecchi mobili
acciaccati, e persino con quei ridicoli disegni di bambini attaccati in qualche
angolo era… accogliente, sì. Era una tana calda. E non voleva certo riferirsi
al grosso camino di fronte a lui…
Quando si infilò sotto le
coperte fu sorpreso di notare che riusciva a entrare tutto e perfettamente
nella lunghezza del divano –la Weasley doveva averlo incantato in qualche
strana maniera! La cosa lo irritò…non si aspettava quell’atto di cortesia. Ma
soprattutto fu sorpreso di quanto fu piacevole addormentarsi sprofondato nei
grossi cuscini morbidi che non davano certo di muffa ma profumavano
deliziosamente di casa, sapevano di tenero.
Quando Ginevra si svegliò,
richiamata dal cicaleccio della sveglia sul comodino che le ripeteva in
continuazione “Alzati, pigrona! Rubenius ti aspetta in negozio! Al lavoro, al
lavoro!”, ed uscì dalla propria stanza fu sorpresa di andare a sbattere contro
un grosso baule.
Ma cosa diamine ci fa un
baule qui?
La risposta si affacciò
immediatamente alla sua mente assieme ai ricordi della sera precedente quando
intravide dei ciuffi biondo platino spuntare da una massa confusa di coperte
sul suo divano.
Ridacchiò all’idea di Malfoy
dormiente su un vecchio divano, lo superò facendo attenzione a non fare casino
sbattendo qua e là, non voleva certo svegliarlo! Se non altro per non averlo
fra i piedi sin dal primo mattino.
Mise a preparare la colazione
incantando frusta e uova per una bella porzione abbondante di pancake e la
caffettiera per la sua dose mattutina di caffeina quindi sgattaiolò in bagno
dove si preparò alla benemeglio per affrontare un’altra simpatica giornata di
lavoro.
Si trovava benissimo da
Rubenius, ringraziò se stessa per essere stata così avventata da avergli
chiesto lavoro quel pomeriggio di qualche settimana prima. Certo, certe volte
non faceva altro che levare polvere a destra e a manca –incredibile la quantità
di polvere che si depositava ogni giorno in quel vecchio negozio!- ma spesso
Rubenius le chiedeva di darle una mano con qualche pozione particolare, con
qualche difficile ricerca sui libri e soprattutto adorava quando le raccontava
delle sue vecchie avventure, quando invece che starsene seduto su un vecchio
traballante sgabello dietro al bancone ingombro Rubenius girava il mondo come
ricercatore di manufatti antichi e preziosi… Su commissione e non.
La sua storia preferita era
quella che narrava la ricerca di una piccola e consumata statuina di gesso
rappresentante un Drago. Un’avventura bellissima che l’aveva portato fino in
Cina. A Ginny pareva di stare a leggere uno dei suoi libri meravigliosi!
Così, ogni mattina, si
svegliava sempre molto volentieri per raggiungere il vecchio negozio e il suo
gentile padrone.
Sentì la caffettiera
gorgogliare e tornò rapida in cucina per servirsi una grossa tazza di caffè ben
zuccherato mentre gli strumenti incantati sfornavano la sua razione di pancake.
Si accomodò al tavolo sulla sua
solita sedia, quella con il cuscino rosso di velluto un po’ rovinato, e dopo
una coccola a Trixy che si strofinava contro le sue gambe lanciò un’occhiata a
Draco che dormiva beatamente.
Tutte quelle storie per
stare sul divano e poi guardatelo, dorme come se non avesse un solo problema al
mondo!
Sbuffò ma decise che lo avrebbe
lasciato dormire ancora un po’. In fondo le faceva un po’ pena… Anche lei dopo
quella orribile giornataccia in cui aveva perso il lavoro aveva avuto bisogno
di dormire a lungo per riprendersi di tutto lo stress.
Lanciò un’occhiata
all’orologio, le nove meno venti. Era ora di andare. Si avvolse nel mantello,
si legò stretta la sciarpa attorno al collo e si calò il berretto fin sugli
occhi, afferrò la borsa e si preparò ad uscire.
Lanciò un’ultima occhiata a
Malfoy e la tentazione fu troppo forte… Si avvicinò e prendendo fiato gli gridò
dritto in un orecchio “Sveglia Malfoy! Non si può sempre dormire, pelandrone!”
Si spostò appena in tempo da
evitare una capocciata. Il ragazzo infatti era balzato immediatamente a sedere
imprecando contro la fonte di quelle urla acute. Mezzo incastrato nelle
lenzuola e in bilico sull’orlo del sofà era però caduto come una pera cotta
ritrovandosi sdraiato sul parquet.
Ginevra poco distante si
sbellicava dalle risate. Il biondo, ancora frastornato, si grattò la testa
cercando di districarsi da quel groviglio di coperte pesanti. Grugnì
risedendosi sul divano e guardandosi attorno spaesato. La Weasley non gli
lasciò il tempo di risvegliarsi o di porsi domande, con la sua voce acuta gli
ricordò che “Ci sono ancora tutti i piatti da lavare da ieri, e naturalmente
quelli della colazione di oggi.”
Lui la guardò incredulo.
Lei sbuffò portando le mani ai
fianchi “Non crederai che faccia tutti io, mio caro! Io ho cucinato, tu lavi!
Facile, no?” fece con un sorriso sornione.
Facile? Per qualcun altro
forse! Draco non aveva la minima intenzione di rovinarsi le mani lavando piatti
e padelle “Io non ho mai lavato i piatti in vita mia e non inizierò di certo
ora! Queste sono cose da donne!” rispose pronto.
Lei sollevò un sopracciglio
sarcastica “Ora ti viene in mente che sono una donna? Un po’ ipocrita da parte
tua! Lava i piatti, è la mia ultima parola. Io ora devo andare al negozio,
resterai a casa da solo” lo informò infilandosi anche i guanti.
“Oh oh, ti fidi di me fino a
questo punto, Weasley?” la stuzzicò lui.
“Non mi fido di te proprio per
niente, ma sei talmente derelitto che se scappassi di qui con la mia roba non
avresti nemmeno dove andare. E poi, per inciso, non ho nemmeno nulla che possa
valere la pena di essere rubato in questa casa…” ironizzò ridacchiando.
Lui grugnì infastidito, quella
uscita sul nulla di valore che aveva in casa l’aveva in programma lui “Sì,
vattene che è meglio! Sarà un bene non avere il tuo maleodorante fiato da
contadina sul collo per qualche ora” rispose strascicato, essendo stato
derubato della sua migliore battuta.
“Sì, condivido il piacere di
andarmene da te. Vedi di lasciare in pace il mio gatto anche. Per ogni pelo che
gli torci io ti cavo cento capelli, intesi? Ah, domani che sono a casa ti porto
io a cercare un lavoro, così te ne vai alla svelta! Ora vado, buona giornata!
Divertiti con i piatti!” e se ne uscì chiudendosi la porta alle spalle.
Draco rimase a bocca aperta.
Quella contadina pretendeva anche di comandarlo a bacchetta! Incredibile! E
quei suoi maledetti modi di fare grossolani, era davvero una persona priva di
maniere. Quindi oltre che essere bruttina e tremendamente sgraziata era anche
antipatica, fastidiosa e grossolana. Come si permetteva di dargli ordini a quel
modo? A lui!
Aveva detto che doveva lavare i
piatti! Tremendo!
E poi…
Cosa? Trovare un lavoro?
Draco rimase a bocca aperta. Si
ributtò sul divano e si coprì la faccia con un cuscino maledicendo sé stesso
per la brutta situazione in cui si era cacciato.
Ora più che mai avrebbe voluto
gettare la Weasley dalla finestra della sua piccola tana da contadina.
Continua…
Ciao a tutti, ragazzi! Quanto,
tempo è passato… state tutti bene? Tanto per iniziare vi faccio i miei migliori
auguri di buon anno, anche se arrivano con quasi una settimana di ritardo…
^^’’’
Bè, ma in quanto a ritardi
ormai avete imparato a conoscermi, no? Accidenti, era da settembre che non
aggiornavo questa storia, mi dispiace tanto di avervi lasciato in sospeso così
a lungo. Diciamo che questo capitolo è stato parecchio complicato, infilare un
Malfoy e una Weasley sotto lo stesso tetto è una manovra rischiosa, diversi
pezzi li ho riscritti più volte nell’ultimo periodo, ho cercato di rimanere
federe all’idea che avevo dato di loro negli ultimi due capitoli, di questa Gin
forte e battagliera e di un Malfoy viziato e snob… Che ne dite voi? Come
risulta questo capitolo? Non è nemmeno molto lungo, lo so, ma volevo dedicare
la mia attenzione solamente a questo momento di passaggio, la prima serata
assieme a casa Weasley…
Mi raccomando, lasciatemi
qualche commento perché è un cap spinoso… Ci tengo ai vostri pareri sinceri. Tanto
più che siete stati meravigliosi commentando il mio ultimo capitolo, ancora una
stagione fa *ah ah ah, Ly ride da sola delle sue mancanze*
Ci tengo a ringraziarvi tutti,
chi ha letto, chi mi ha mandato mail e chi ha commentato…
Angèle87: Ciao carissima!!!
Lo sai che ho letto tutta la tua “Da Auror A Babbani”? E’ incredibile!!! Sei
fantastica!!!!!!! Grazie per la recensione e scusa se invece ci ho messo così
tanto ad aggiornare!! E tu, invece? A quando il nuovo cap? Un bacio grande
Meiko: Oh, grazie!! La
mia fic è fantastica? Sei davvero gentilissima, è un po’ crudele ok, però è
così che funziona il mondo purtroppo… Dimmi che ne pensi di questo cap. Un
bacione
Cloe: visto com’è andata
la convivenza? Non esattamente bene, quei due si prendono a capelli per nulla,
e Ginny è particolarmente dispettosa… Che simpatica! Che ne pensi tu? Grazie e
baci
Nyla: ecco un’altra
curiosa di vedere il funzionamento della convivenza… siamo solo all’inizio e
non va molto bene, ma ce ne saranno delle belle! A presto =)
Dark Crystal: eh eh, il
nostro Malfoy pezzente fa un po’ ridere, ma se lo merita!!! Grazie per la
recensione. La tua fic, poi? ^^
Strekon: ehi, signorino!
Ho aggiornato, finalmente, visto? Ed eccoli qui, due cuori e una catapecchia,
ah ah! A Draco è proprio toccato il divano, anche se non era molto contento.
Come ti sembra la situazione? Ho quasi paura di aver tirato un po’ troppo la
corda… Mi raccomando fammi sapere! Un baciottissimo e spero che tu sia bene ^.^
Ale: ciao carissima!!!
Ed ecco qui come volevi Gin all’opera. Hai visto che polso che ha? Mi sa che ce
lo mette in riga Malfoy, una volta per tutte! O forse no… eh eh!! Mi
raccomando, fammi sapere che te ne pare del primo frammento di convivenza… Un
baciottone
Buffy: tesoro! Sei la
nuova regina della centesima recensione! Ah ah!! Hai vinto… una mail al più
presto, ti devo ancora rispondere! Lo farò sicuramente entro il fine settimana,
tranquilla! Grazie per la recensione, mi ha fatto piacerissimo. Hai colto
proprio quello che volevo trasmettere e non sai che gioia mi hai dato! Un bacio
grande grande grande.
Ryta Holmes: Ciao
carissima! Sono contenta che le disavventure di Draco ti abbiano divertito, in
effetti sono contenta che i miei capitolo non siano troppo pesanti… Di questo
che te ne pare? E anche io sono contentissima di essere ben recensita da una
bravissima autrice di fic come te! Un bacetto
Malesia: Tadan! Mistero
svelato!!! ^^ Grazie per esserti firmata, sono felice! E sono contenta che ti
piaccia tanto la mia fic… Draco riavere tutte le sue ricchezze? Per il momento
non se ne parla, eh eh! ^^ Baci
Isilascar: la mia
commentatrice più impegnativa e una di quelle che mi rende più felice. Sono
contenta di aver descritto un Draco a regola d’arte fin qui… Ora arrivano le
note dolenti. Non sai quanto sia difficile!!!! Forse qui ti sarà sembrato un
po’ floscio… Un buono non lo sarà mai ma un po’ l’ho piegato qui. Diciamo che
può risultare forzato questo capitolo sotto una certa luce ma ricorda che Draco
è tremendamente coniglio e che pur di non essere in mezzo ad una strada a morir
di stenti secondo me accetterebbe anche questo. Vergognandosene ma lo
accetterebbe. E poi in fin dei conti è una persona con un cuore da qualche
parte quindi ho anche trovato opportuno farlo segretamente compiacere per la
comodità del divano e per il calore che l’appartamentino di Gin emana, no? Tu
che ne pensi? Fammi sapere che mi sei
preziosa! E scusa il ritardo dell’aggiornamento… Ah, appena pubblico questa poi
mi leggo anche la tua shot che mi era sfuggita. Grazie per l’invito! ^^ Baci
baci
PS: King’s Cross è una forza!!!
Come si vede nel fil, però i binari filmati in realtà sono il 4 e il 5, mi
pare… in compenso hanno messo una piccola commemorazione: una ricostruzione
della barriera con un cartello che recita binario 9 e ¾ in un angolino della
stazione, che carini!!!!
Luna Malfoy: Ciao
tesoro!!! Grazie ancora per la dedica, sai? E grazie dei tuoi sempre bellissimi
commenti, ecco qui la faccia di Draco che varca la soglia di casa Weasley!!! Eh
eh, come ti sembra? Mi raccomando fammi sapere che i tuoi commenti mi sono
carissimi. Un bacione gigante
Pan_z: Paaaaaaan, tesoro
ma dove sei finita anche tu? Ti ho risposto alla mail tempo fa ma poi nulla…
T_________T E TèF… l’ultimo aggiornamento era grandioso!!!! ^^ Grazie delle
belle recensioni che mi lasci sempre. Un bacio grandissimissssssimo!
Florinda: ah ah ah!
Sarebbe bellissima se la aggiornassi? Hai ragione, ed ecco qui l’aggiornamento!
^^
Sissichi: Per
innamorarsi questi due ora non se ne parla, sarà lunga credo, troppo diversi al
momento… ma potrebbe succedere! Grazie del commento, ciao ciao!
Lollosa: Oddio, mi
spiace di averti quasi fatto impazzire… ecco qui in mega ritardo
l’aggiornamento… Ma dimmi, cosa non ti era chiaro? ^^
Ok, credo di aver risposto a
tutti. Grazie ancora, tantissimo! E mi raccomando, commentate ancora!
Vi voglio bene ragazzi! Un
bacio enorme e scusate il solito ritardo
Ly