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Autore: _Ly_    07/01/2005    24 recensioni
Tante volte quello che sembriamo è completamente diverso da quello che siamo. E ciò che vogliamo è solo poter volare...
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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8 – Sotto Lo Stesso Tetto

8 – Sotto Lo Stesso Tetto

 

 

Quando Draco vide spalancarsi il portoncino in legno della vecchia - ed era fare un complimento - palazzina si sentì mancare. All’interno la luce era fioca ma il suo occhio abituato a ben altri tenori riuscì clinicamente a scorgere l’intonaco giallino dei muri scrostato, il corrimano delle scale in radica decisamente troppo tarlato e i ripidi gradini in pietra eccessivamente consumati. Il suo naso si arricciò automaticamente mentre il portone si chiudeva alle sue spalle con un tonfo smorzando lo scrosciare della pioggia e Ginevra, davanti a lui, saliva velocemente le scale.

“Forza! Non ti aspetterai che degli elfi domestici vengano a prendere il tuo baule e ti diano il benvenuto levandoti di spalla il mantello, vero?” lo canzonò la rossa.

Lui grugnì infastidito “Per la verità sì. Ma anche se lo facessi tu, portare il baule intendo, andrebbe bene lo stesso.”

“Rimarrai deluso allora” E Ginevra sparì su per le scale lasciandolo solo nell’ingresso.

Sospirò scuotendo la testa bionda, ancora ammantata. Ma cosa diavolo stava facendo? Lui! Lì! In quel posto sudicio e da pezzenti. Lui che… Lui che non valeva più nulla in effetti…

Raggiunse un compromesso con sé stesso, sarebbe rimasto lì il minimo indispensabile per guadagnarsi in qualche rapido modo almeno una manciata di galeoni dopodiché avrebbe cancellato quell’umiliazione da ogni suo ricordo. Avrebbe cancellato quell’orribile palazzina e quella fastidiosa e maleducata rossa. Senza troppo entusiasmo incantò il proprio baule e salì le scale tortuose, tenendo il proprio bagaglio sollevato davanti a sé. Raggiunse la cima ansante, appesantito dalla stanchezza di quella bruttissima giornata, e trovò Ginevra alle prese con chiave e bacchetta, intenta ad aprire la vecchia porta scura. Stava osservando scettico il tappeto davanti all’uscio che dava il benvenuto a lettere colorate, fermamente convinto che non sarebbe comunque stato un piacevole soggiorno, quando l’aprirsi di una porta alle loro spalle ne richiamò l’attenzione.

“Oh, Ginny! E’ sempre un piacere…” un ragazzotto dall’aria scialba si illuminò alla vista di quella che doveva essere la vicina di casa. Draco capì al volo che quello scemo ne doveva essere tremendamente invaghito e attratto: un attimo dopo infatti vide il suo sguardo scivolare sul fondoschiena della ragazza, che era tornata a dargli di spalle.

“Stuart… buona giornata” rispose telegrafica lei infilandosi dietro l’uscio e richiudendoselo alle spalle. Draco sghignazzò divertito dell’elettricità che in pochi attimi aveva riempito l’aria.

Poi sentì lo sguardo del sempliciotto fisso su di sé e gli rivolse uno sguardo glaciale, molto più chiaro di mille inviti a guardare altrove. Il ragazzotto balbettò uno stentato “Mi scusi… non la guarderò più!” quindi partì alla discesa delle scale, con le mani infilate nelle tasche del mantello.

Grugnì appagato del fatto che la sua sola presenza serviva ancora ad intimorire qualche stupido e aprì l’uscio dell’appartamento di Ginny.

Abituato a ben altre dimensioni credette di poter essere colto da un attacco di claustrofobia quando vide il piccolissimo salotto dal soffitto spiovente gremito di scaffali ricoperti di libri arredato solo con un vecchio divano cremisi, un tavolino di legno sovrastante un tappeto smunto, un comò fuori moda e un focolare acceso ad accoglierlo. Sembrava tutto vecchio e sbiadito in quel minuscolo buco, un po’ come la vecchia carta da parati color salmone. Ginny accese rapida con un colpo di bacchetta una lampada incantata in ferro battuto e carta di riso e una luce tenue si diffuse nella stanza. La vide scostare una tenda colorata per tutta la sua lunghezza e rivelare un tavolo da pranzo –ma possibile che lo fosse davvero, poi, così piccolo e corto com’era?- e qualche sedia sparuta, delle credenze in legno chiaro, quello che sembrava un vecchio forno e dei fornelli e una di quelle cose babbane che dovevano probabilmente chiamarsi televistore appoggiata su una mensola un po’ storta. Nemmeno il suo secondo bagno era piccolo come quelle due stanze messe insieme! Sfiorando appena una mensola accanto a lui constatò che per lo meno tutto quell’ammasso di roba vecchia non era anche coperto di polvere. La Weasley doveva essere valida come elfa domestica! Ridacchiò della sua battuta e fu riscosso dai suoi pensieri solo quando una piccola palla di pelo iniziò a farsi le unghie contro la fiancata del suo baule.

“Ehi! Lontano da me e dalle mie cose, bestiaccia!” lo allontanò con un calcetto poco gentile e in tutta risposta il gattone arcuò la schiena e gli soffiò contro. Malfoy lo fece allontanare con un minaccioso movimento della gamba e un verso rauco. Sbuffò tremendamente infastidito: se c’era una cosa che detestava ancora più della miseria erano i gatti!

“Ehi, lascia in pace Trixy! Se non ti piacciono i gatti sono fatti tuoi, torcile un solo baffo e ti ritroverai sulla strada. Scaraventato dalla finestra però” iniziò lei minacciosa, sbattendo avanti a sé un grosso cucchiaio di legno. “E ora puoi anche levarti il mantello e andare a farti un bagno se vuoi, hai un aspetto veramente orribile!” lo canzonò lei tornando alle sue faccende.

Era stanco ed aveva veramente un aspetto orribile, tanto che non trovò nemmeno la forza di replicare alla piccola provocazione di lei. Si sfilò nervosamente il mantello, appendendolo all’attaccapanni e cercò a naso il bagno. La sua esperienza con quello fu ancora più traumatica del primo incontro con il salottino e la cucina.

Quando si fu spogliato e schizzinosamente infilato sotto la doccia scheggiata girò lentamente i rubinetti opachi. Sentì gorgogliare qualcosa e ben presto si ritrovò rivestito di melma verdognola da capo a piedi. Imprecò diverse volte e la rabbia crebbe quando sentì la rossa ridacchiare aldilà del vetro smerigliato della porta.

“Oh, scusami! Forse ho dimenticato di dirti che prima di aprire il rubinetto dovevi fargli un piccolo incantesimo di spurgo… Sai, queste cose succedono ogni tanto quando le tubature sono vecchie… Mi dispiace tantissimo!” fece tutta ironicamente mortificata.

“Dannata Weasley! Te la rinfresco io la memoria dopo!” rispose lui tra i denti, raschiandosi di dosso quello schifo, ora che l’acqua aveva preso a scorrere calda e cristallina.

Quando, troppo tempo dopo, rifece capolino nel soggiorno trovò la Weasley seduta al tavolo che torturava distrattamente con una forchetta qualcosa che aveva nel piatto. Quando lo vide arrivare si riscosse “Oh, finalmente! Erano tre mesi che non ti lavavi per caso? Ce ne hai messo di tempo…”

Draco si indispettì “No, è che per colpa di una stronzetta di mia conoscenza ho dovuto passare mezz’ora a levare lo schifo che esce dai tuoi lavandini dai miei bei capelli!” ringhiò.

“Bè, come vuoi. Ora mangiamo, ho una fame tremenda!” e senza aspettare risposta inforcò un boccone di spezzatino dal piatto.

Draco si sedette titubante al tavolo, fissò col naso storto quella roba informe che si trovava nel piatto davanti a lui. Non riusciva nemmeno a capire cosa fosse…

“Senti, non sarà mica una cena questa roba? Dov’è la prima portata? E non c’è nemmeno del vino su questo tavolo…” precisò fissando la caraffa di semplice acqua vicino al bicchiere. Non aveva mai mangiato in condizioni tanto misere!

Lei alzò le spalle “Nessuna prima portata, signorino! Questo passa il convento e se vorrai mangiare lo spezzatino bene, altrimenti farai digiuno! E io di vino non ne ho mai bevuto, senza contare che soldi da spendere in bevande superflue non ne ho quindi, se hai proprio sete, ti farai bastare l’acqua. Se il servizio non è di tuo gradimento puoi anche andartene subito” e continuò tutta tranquilla a mangiare il proprio delizioso pasto, complimentandosi con se stessa perché le patate erano riuscite davvero ottimamente.

Draco sbattè forte le mani sul tavolo, scostò così bruscamente la sedia all’indietro che questa ricadde con un tonfo, sorprendendo Ginny che rialzò immediatamente la testa dal piatto.

“Non accetto oltre questa stupida umiliazione!” e senza aggiungere altro si alzò e se ne uscì sbattendo la porta.

Ginevra rimase frastornata a fissare l’uscio chiuso, la forchetta con infilzata una patata ancora a mezz’aria e la bocca semiaperta per lo stupore. Cercò di ignorare la situazione e addentò il proprio boccone nervosamente. Tuttavia fece molta fatica a mandarlo giù. O forse fece fatica a mandar giù quella brutta sensazione che la sua coscienza le stava procurando… Era una sorta di dispiacere, lo stesso che aveva provato qualche ora prima quando aveva visto Malfoy andarsene mestamente dal negozio di Rubenius bagnato fradicio e trascinando il proprio baule sotto l’acquazzone. Perché doveva essere così dannatamente sensibile? Perché ora che poteva riprendersi la sua rivincita di tanti anni di dispetti e beffe doveva provare dispiacere per lui? Perché ci era passata e sapeva quanto fosse brutto sentirsi così miserevoli e senza valore. Si alzò rapidamente dal tavolo, pensò che avrebbe potuto cercarlo e dirgli di tornare, ma sarebbe stato così umiliante per lui! Non se la sentiva di essere cattiva, in quel momento. Avrebbe potuto tormentarlo poi, si promise, ma non quella sera. Sapeva quando era il momento di lasciar perdere lei.

Poi vide il grosso baule ancora accanto al sofà e il mantello appeso alla gruccia, se non era così pazzo sarebbe tornato… Conosceva bene il tipo che era, non se ne sarebbe andato in giro per la città deserta e senza uno straccio di mantello a ripararlo dalla neve e dal freddo invernale nemmeno in preda al più lancinante attacco di pazzia. Si sedette sul divano e attese paziente dopo aver messo al caldo la cena di entrambi con un piccolo incantesimo casalingo.

Che strano, si ritrovò a pensare, se solo la mattina prima mi avessero detto che me ne sarei stata qui sul mio divano ad aspettare Draco Malfoy per cena non ci avrei creduto, probabilmente avrei riso dell’assurdità… Le persone sono davvero originali…

Si torturò un poco l’orlo della maglia che indossava lanciando occhiate fugaci alla porta. Presto due colpi decisi rimbombarono dall’esterno.

Ginny schizzò in piedi e aprì la porta con un colpo rapido di bacchetta riponendola poi lesta nella tasca. Stava per esortare il suo nervoso ospite ad entrare quando si trovò davanti la figura minuta di Stuart.

“Ciao Ginny! Ecco, volevo solo salutarti, magari invitarti per un caffè… Come stai? Chi è quello strano ragazzo di prima? E’ ancora qui?” domandò adocchiando circospetto la stanza davanti a lui per poi tornare a guardare imbambolato il volto scocciato di Ginevra.

Lei sospirò alzando il capo al cielo. Quel ragazzo che sembrava la persona più gentile del mondo, all’inizio, si era rivelato una vera tortura “Ciao Stuart, scusa ma non ho tempo per un caffè. E sto aspettando… il mio amico… che è uscito un attimo a prendere una cosa. Dobbiamo ancora cenare, mi spiace. Ciao” e fece per richiudergli la porta in faccia ma questo manifestò un’inaspettata forza riuscendo a riaprirsi un varco e a intrufolarsi in casa.

“Ma Ginny –protestò fermamente contrariato- Lo sai quanto tempo è che non usciamo assieme? Stiamo trascurando la nostra relazione!” obiettò diventando nervoso.

Lei sbuffò ancora “Non abbiamo nessunissima relazione, Stuart!”. Ora iniziavano le note dolenti. Avrebbero di nuovo finito per litigare, lei si sarebbe infuriata, lui si sarebbe innervosito, le avrebbe fatto la solita scenata e poi se ne sarebbe andato con le lacrime agli occhi facendola sentire un verme. Non aveva mia conosciuto un ragazzo più fastidioso di lui! Ma come diavolo aveva fatto a… Oh, non voleva nemmeno pensarci! Scacciò lesta quel brutto ricordo dalla mente e portò le mani ai fianchi, attendendo la sua risposta.

“Ma… e quello che c’è stato tra di noi? Ginny, non puoi trattarmi così, maledizione! Noi abbiamo condiviso qualcosa di importante, di fondamentale! Abbiamo avuto una storia meravigliosa!” iniziò a strillare.

“Proprio per niente! Siamo usciti solo un paio di volte e… e poi abbiamo commesso un errore! Tutto qui! Non farmelo ripetere ogni volta” chiuse gli occhi esasperata.

“Un errore? –il tono di voce del ragazzo crebbe di un’ottava- Ma io ti amo, Ginny! Non posso assolutamente credere che non provi lo stesso per me! Oh, Ginny, ti prego! Non trattarmi così… vorrei solo uscire con te ancora una volta, solo una parola gentile, un bacio… -la supplicò sull’orlo delle lacrime- Sei crudele con me…”

Lei perse definitivamente la pazienza, non che le bastasse così poco per incollerirsi ma quella era con tutta probabilità la centesima volta dalla primavera passata che si ripeteva quella scena. Fece per rispondere seccata quando vide Draco nel pianerottolo delle scale guardarli allibito e, non le sfuggì, anche divertito. La manna dal cielo!

Si illuminò corse fuori superando il ragazzetto di fronte a lei e si portò alle spalle di Malfoy spingendolo garbatamente dentro casa “Oh, eccoti finalmente! Ce ne hai messo del tempo, mi hai fatto stare in pensiero! Avanti tesoro, ceniamo che sto morendo di fame!” e ridacchiò giuliva.

Spinse fuori poco garbatamente Stuart e gli richiuse l’uscio dritto sul naso senza dargli la possibilità di proferire verbo.

La porta sbattè e quando tutto fu silenzioso sospirò sollevata.

Malfoy, infastidito, si scrollò le mani di lei ancora appoggiate sulle spalle “Ehi, levami le zampe di dosso! E poi cos’è questa confidenza? E guarda che sono tornato per prendere le mie cose e andarmene, sei la donna più fastidiosa e grossolana che conosca. Non accetterò la tua falsa pietà e le tue prese in giro un minuto di più” sibilò con capo alto e orgoglioso.

Lei annuì col capo “Aha, andiamo a tavola, l’incantesimo di riscaldamento non durerà per sempre. Mangiamo o tutto si fredderà” rispose come se non avesse ascoltato una sola parola del ragazzo.

Draco rimase spiazzato. Quella era un’altra provocazione, ne era sicuro. Fece per rispondere quando un sonoro brontolio di stomaco lo mise a tacere ricordandogli che non toccava cibo dalla sera prima, col trambusto che c’era stato in quella orribile giornata da dimenticare. Lei gli lanciò una significativa occhiata divertita e a lui non rimase che arrendersi miseramente.

Schizzinoso e diffidente avvicinò un boccone di cibo alle labbra… Quella maledetta megera avrebbe anche potuto avvelenarlo! O mettere chissà cosa nella sua cena per prenderlo in giro come aveva fatto fino a quel momento… Non poteva mangiare così a cuor leggero! L’ennesimo brontolio tuttavia cancellò ogni diffidenza dalla sua mente e addentò con avidità il boccone di carne. E scoprì che, nonostante l’aspetto orrendo di quello spezzatino brodoso era davvero buonissimo. Si sforzò di non sembrare troppo deliziato però, non le avrebbe mai dato anche questa soddisfazione!

Divorò rapido e silenzioso tutto il contenuto del suo piatto e la porzione di macedonia che lo seguì.

Per tutto il pasto non si cambiarono una sola parola, perlomeno per evitare di litigare anche con il cibo in bocca. Gli unici rumori erano quelli delle posate che tintinnavano contro la porcellana economica dei piatti e qualche sporadica parola di Ginevra che si rivolgeva al suo bel gattone, anche lui intento a divorare il suo pasto in una ciottolina col suo nome posta ai piedi del tavolo.

Quando ebbe sparecchiato il tutto la ragazza prese ad armeggiare sul divano tirando fuori cuscini vari e una grossa coperta pesante fatta a patchwork. Draco si guardò attorno curioso chiedendosi dove sarebbe stata la sua camera, tutta quella orribile avventura si era abbattuta su di lui con la forza di un ciclone causandogli una tremenda emicrania e non vedeva l’ora di mettersi a letto e dormire a lungo.

“La mia stanza?” domandò senza troppi fronzoli.

“Ci sei già” rispose con semplicità Ginevra sistemando un lume sul tavolino davanti al divano.

“Come scusa?” domandò lui senza capire ma col vago sospetto che quelle parole non promettevano nulla di buono.

“Intendo che non c’è nessuna altra stanza. Dormirai qui, sul divano” specificò indicando quella che sembrava la cuccia di un cane di grossa taglia.

Draco sollevò entrambe le sopracciglia, incredulo, non aveva mai dormito su un letto con meno di due piazze e ora gli si stava proponendo di dormire su… su un coso di almeno trenta centimetri più corto di lui, vecchio e che con molta probabilità dava di muffa, scomodo e duro… Era improponibile! Non poteva mandar giù anche questo affronto! Quella megera di una Weasley si stava deliberatamente prendendo gioco di lui, non avrebbe permesso che quella presa in giro si protraesse oltre.

“Mi prendi in giro? Io – non –ci – dormo – su – un – divano – muffoso!” sibilò stando ben attendo a scandire ogni singola parola. Strinse i pugni, sentiva la rabbia fargli ribollire il sangue, il suo cuore aveva iniziato a battere furiosamente. Con due minacciose falcate si era stagliato davanti a lei, chinando il capo fiero solo per incontrare gli occhi di lei, appena qualche centimetro più in basso.

Le avrebbe mollato un pugno se solo… Ma che diamine, non si era mai fatto scrupoli di spintonare una donna se questa se lo fosse meritato! In effetti dovette ammettere che le avrebbe mollato un ceffone se non avesse avuto una fifa tremenda delle conseguenze… Già una volta era finito in un letto d’ospedale per mano di Genera Weasley e non era stata una piacevole esperienza.

D’un tratto si sentì miserevole. Era in balia di lei e delle sue prese in giro. Non aveva abbastanza spina dorsale per reagire e nemmeno per andarsene di lì. Il suo orgoglio si fece in mille pezzi.

Distolse lo sguardo da quello di lei, così irritantemente tranquillo e divertito.

Diede un calcio nervoso al baule ai piedi del suo nuovo letto –che gioia!- e lo aprì rabbiosamente afferrando un pigiama e quella che doveva essere una vestaglia da camera.

“Te ne vuoi andare, almeno mi cambio?” ringhiò sull’orlo di una crisi di nervi.

Ginevra sorrise, sempre profondamente divertita “Certo, vado a farmi una doccia. Buonanotte signorino viziato!” quindi sparì nel minuscolo e claustrofobico corridoietto ingombro di roba che conduceva al piccolo bagno profumato.

Draco cercò di cambiarsi nervosamente, non riusciva di certo a sentirsi a suo agio in quella topaia con la Weasley. E se quella pazza fosse sbucata all’improvviso dal bagno? Mica si poteva cambiare lì per farsi trovare all’improvviso magari nudo come un verme! Non c’era nemmeno lo straccio di una porta in quel… come lo aveva chiamato? Soggiorno…

Attese che ebbe finito. E attese così a lungo che quasi perse la pazienza “Ti vuoi muovere? Non c’è niente che tu possa fare per migliorare quel tuo aspetto scialbo in ogni caso, Weasley! E io mi devo cambiare e lavare i denti!” imprecò rivolto alla porta.

La sentì sbuffare irritata ed ebbe la certezza che quelle sue parole avrebbero sortito l’effetto opposto, probabilmente stava facendo tutto ancora più lentamente ora. Si maledisse per questo e maledisse anche lei.

Quando ben mezz’ora dopo ebbe finito, Draco si infilò dentro al bagno e rimase infastidito dall’odore dolciastro che permeava la stanza. Così diverso dai profumi seducenti che usava Victoria! Era davvero una sempliciotta la Weasley! Aprì la finestrella ad oblò che dava nel buio della notte e respirò l’aria fredda dell’inverno cercando di distendere i nervi e rilassarsi mentre si pettinava i capelli sempre biondissimi.

Quando uscì, comodo nel suo pigiama di seta e avvolto dalla vestaglia raffinata, sentì la ragazza augurargli sarcasticamente sogni d’oro dalla stanza accanto. Probabilmente la piccola porta rossa situata nell’angolo dava nella sua stanza. Cercò di non pensare a chi si trovava aldilà di quel muro vecchio e non rispose nemmeno. In silenzio e massaggiandosi le tempie per la stanchezza si buttò sul divano.

Al buio rischiarato appena dalle braci del camino che si stavano lentamente spegnendo lanciò un’occhiata attorno a sé. Non aveva mai visto una casa tanto piccola e tanto vecchia, nemmeno la più umile stanza di quella che era Malfoy Manor era paragonabile a quel buco! Però dovette riconoscere che aveva qualcosa di particolare, quel piccolo buchetto. Con le sue carte da parati scolorite, con i soprammobili bizzarri, il grosso orologio a cucù, le tende colorate e i vecchi mobili acciaccati, e persino con quei ridicoli disegni di bambini attaccati in qualche angolo era… accogliente, sì. Era una tana calda. E non voleva certo riferirsi al grosso camino di fronte a lui…

Quando si infilò sotto le coperte fu sorpreso di notare che riusciva a entrare tutto e perfettamente nella lunghezza del divano –la Weasley doveva averlo incantato in qualche strana maniera! La cosa lo irritò…non si aspettava quell’atto di cortesia. Ma soprattutto fu sorpreso di quanto fu piacevole addormentarsi sprofondato nei grossi cuscini morbidi che non davano certo di muffa ma profumavano deliziosamente di casa, sapevano di tenero.

 

Quando Ginevra si svegliò, richiamata dal cicaleccio della sveglia sul comodino che le ripeteva in continuazione “Alzati, pigrona! Rubenius ti aspetta in negozio! Al lavoro, al lavoro!”, ed uscì dalla propria stanza fu sorpresa di andare a sbattere contro un grosso baule.

Ma cosa diamine ci fa un baule qui?

La risposta si affacciò immediatamente alla sua mente assieme ai ricordi della sera precedente quando intravide dei ciuffi biondo platino spuntare da una massa confusa di coperte sul suo divano.

Ridacchiò all’idea di Malfoy dormiente su un vecchio divano, lo superò facendo attenzione a non fare casino sbattendo qua e là, non voleva certo svegliarlo! Se non altro per non averlo fra i piedi sin dal primo mattino.

Mise a preparare la colazione incantando frusta e uova per una bella porzione abbondante di pancake e la caffettiera per la sua dose mattutina di caffeina quindi sgattaiolò in bagno dove si preparò alla benemeglio per affrontare un’altra simpatica giornata di lavoro.

Si trovava benissimo da Rubenius, ringraziò se stessa per essere stata così avventata da avergli chiesto lavoro quel pomeriggio di qualche settimana prima. Certo, certe volte non faceva altro che levare polvere a destra e a manca –incredibile la quantità di polvere che si depositava ogni giorno in quel vecchio negozio!- ma spesso Rubenius le chiedeva di darle una mano con qualche pozione particolare, con qualche difficile ricerca sui libri e soprattutto adorava quando le raccontava delle sue vecchie avventure, quando invece che starsene seduto su un vecchio traballante sgabello dietro al bancone ingombro Rubenius girava il mondo come ricercatore di manufatti antichi e preziosi… Su commissione e non.

La sua storia preferita era quella che narrava la ricerca di una piccola e consumata statuina di gesso rappresentante un Drago. Un’avventura bellissima che l’aveva portato fino in Cina. A Ginny pareva di stare a leggere uno dei suoi libri meravigliosi!

Così, ogni mattina, si svegliava sempre molto volentieri per raggiungere il vecchio negozio e il suo gentile padrone.

Sentì la caffettiera gorgogliare e tornò rapida in cucina per servirsi una grossa tazza di caffè ben zuccherato mentre gli strumenti incantati sfornavano la sua razione di pancake.

Si accomodò al tavolo sulla sua solita sedia, quella con il cuscino rosso di velluto un po’ rovinato, e dopo una coccola a Trixy che si strofinava contro le sue gambe lanciò un’occhiata a Draco che dormiva beatamente.

Tutte quelle storie per stare sul divano e poi guardatelo, dorme come se non avesse un solo problema al mondo!

Sbuffò ma decise che lo avrebbe lasciato dormire ancora un po’. In fondo le faceva un po’ pena… Anche lei dopo quella orribile giornataccia in cui aveva perso il lavoro aveva avuto bisogno di dormire a lungo per riprendersi di tutto lo stress.

Lanciò un’occhiata all’orologio, le nove meno venti. Era ora di andare. Si avvolse nel mantello, si legò stretta la sciarpa attorno al collo e si calò il berretto fin sugli occhi, afferrò la borsa e si preparò ad uscire.

Lanciò un’ultima occhiata a Malfoy e la tentazione fu troppo forte… Si avvicinò e prendendo fiato gli gridò dritto in un orecchio “Sveglia Malfoy! Non si può sempre dormire, pelandrone!”

Si spostò appena in tempo da evitare una capocciata. Il ragazzo infatti era balzato immediatamente a sedere imprecando contro la fonte di quelle urla acute. Mezzo incastrato nelle lenzuola e in bilico sull’orlo del sofà era però caduto come una pera cotta ritrovandosi sdraiato sul parquet.

Ginevra poco distante si sbellicava dalle risate. Il biondo, ancora frastornato, si grattò la testa cercando di districarsi da quel groviglio di coperte pesanti. Grugnì risedendosi sul divano e guardandosi attorno spaesato. La Weasley non gli lasciò il tempo di risvegliarsi o di porsi domande, con la sua voce acuta gli ricordò che “Ci sono ancora tutti i piatti da lavare da ieri, e naturalmente quelli della colazione di oggi.”

Lui la guardò incredulo.

Lei sbuffò portando le mani ai fianchi “Non crederai che faccia tutti io, mio caro! Io ho cucinato, tu lavi! Facile, no?” fece con un sorriso sornione.

Facile? Per qualcun altro forse! Draco non aveva la minima intenzione di rovinarsi le mani lavando piatti e padelle “Io non ho mai lavato i piatti in vita mia e non inizierò di certo ora! Queste sono cose da donne!” rispose pronto.

Lei sollevò un sopracciglio sarcastica “Ora ti viene in mente che sono una donna? Un po’ ipocrita da parte tua! Lava i piatti, è la mia ultima parola. Io ora devo andare al negozio, resterai a casa da solo” lo informò infilandosi anche i guanti.

“Oh oh, ti fidi di me fino a questo punto, Weasley?” la stuzzicò lui.

“Non mi fido di te proprio per niente, ma sei talmente derelitto che se scappassi di qui con la mia roba non avresti nemmeno dove andare. E poi, per inciso, non ho nemmeno nulla che possa valere la pena di essere rubato in questa casa…” ironizzò ridacchiando.

Lui grugnì infastidito, quella uscita sul nulla di valore che aveva in casa l’aveva in programma lui “Sì, vattene che è meglio! Sarà un bene non avere il tuo maleodorante fiato da contadina sul collo per qualche ora” rispose strascicato, essendo stato derubato della sua migliore battuta.

“Sì, condivido il piacere di andarmene da te. Vedi di lasciare in pace il mio gatto anche. Per ogni pelo che gli torci io ti cavo cento capelli, intesi? Ah, domani che sono a casa ti porto io a cercare un lavoro, così te ne vai alla svelta! Ora vado, buona giornata! Divertiti con i piatti!” e se ne uscì chiudendosi la porta alle spalle.

Draco rimase a bocca aperta. Quella contadina pretendeva anche di comandarlo a bacchetta! Incredibile! E quei suoi maledetti modi di fare grossolani, era davvero una persona priva di maniere. Quindi oltre che essere bruttina e tremendamente sgraziata era anche antipatica, fastidiosa e grossolana. Come si permetteva di dargli ordini a quel modo? A lui!

Aveva detto che doveva lavare i piatti! Tremendo!

E poi…

Cosa? Trovare un lavoro?

Draco rimase a bocca aperta. Si ributtò sul divano e si coprì la faccia con un cuscino maledicendo sé stesso per la brutta situazione in cui si era cacciato.

Ora più che mai avrebbe voluto gettare la Weasley dalla finestra della sua piccola tana da contadina.

 

 

Continua…

 

 

Ciao a tutti, ragazzi! Quanto, tempo è passato… state tutti bene? Tanto per iniziare vi faccio i miei migliori auguri di buon anno, anche se arrivano con quasi una settimana di ritardo… ^^’’’

Bè, ma in quanto a ritardi ormai avete imparato a conoscermi, no? Accidenti, era da settembre che non aggiornavo questa storia, mi dispiace tanto di avervi lasciato in sospeso così a lungo. Diciamo che questo capitolo è stato parecchio complicato, infilare un Malfoy e una Weasley sotto lo stesso tetto è una manovra rischiosa, diversi pezzi li ho riscritti più volte nell’ultimo periodo, ho cercato di rimanere federe all’idea che avevo dato di loro negli ultimi due capitoli, di questa Gin forte e battagliera e di un Malfoy viziato e snob… Che ne dite voi? Come risulta questo capitolo? Non è nemmeno molto lungo, lo so, ma volevo dedicare la mia attenzione solamente a questo momento di passaggio, la prima serata assieme a casa Weasley…

Mi raccomando, lasciatemi qualche commento perché è un cap spinoso… Ci tengo ai vostri pareri sinceri. Tanto più che siete stati meravigliosi commentando il mio ultimo capitolo, ancora una stagione fa *ah ah ah, Ly ride da sola delle sue mancanze*

Ci tengo a ringraziarvi tutti, chi ha letto, chi mi ha mandato mail e chi ha commentato…

Angèle87: Ciao carissima!!! Lo sai che ho letto tutta la tua “Da Auror A Babbani”? E’ incredibile!!! Sei fantastica!!!!!!! Grazie per la recensione e scusa se invece ci ho messo così tanto ad aggiornare!! E tu, invece? A quando il nuovo cap? Un bacio grande

Meiko: Oh, grazie!! La mia fic è fantastica? Sei davvero gentilissima, è un po’ crudele ok, però è così che funziona il mondo purtroppo… Dimmi che ne pensi di questo cap. Un bacione

Cloe: visto com’è andata la convivenza? Non esattamente bene, quei due si prendono a capelli per nulla, e Ginny è particolarmente dispettosa… Che simpatica! Che ne pensi tu? Grazie e baci

Nyla: ecco un’altra curiosa di vedere il funzionamento della convivenza… siamo solo all’inizio e non va molto bene, ma ce ne saranno delle belle! A presto =)

Dark Crystal: eh eh, il nostro Malfoy pezzente fa un po’ ridere, ma se lo merita!!! Grazie per la recensione. La tua fic, poi? ^^

Strekon: ehi, signorino! Ho aggiornato, finalmente, visto? Ed eccoli qui, due cuori e una catapecchia, ah ah! A Draco è proprio toccato il divano, anche se non era molto contento. Come ti sembra la situazione? Ho quasi paura di aver tirato un po’ troppo la corda… Mi raccomando fammi sapere! Un baciottissimo e spero che tu sia bene ^.^

Ale: ciao carissima!!! Ed ecco qui come volevi Gin all’opera. Hai visto che polso che ha? Mi sa che ce lo mette in riga Malfoy, una volta per tutte! O forse no… eh eh!! Mi raccomando, fammi sapere che te ne pare del primo frammento di convivenza… Un baciottone

Buffy: tesoro! Sei la nuova regina della centesima recensione! Ah ah!! Hai vinto… una mail al più presto, ti devo ancora rispondere! Lo farò sicuramente entro il fine settimana, tranquilla! Grazie per la recensione, mi ha fatto piacerissimo. Hai colto proprio quello che volevo trasmettere e non sai che gioia mi hai dato! Un bacio grande grande grande.

Ryta Holmes: Ciao carissima! Sono contenta che le disavventure di Draco ti abbiano divertito, in effetti sono contenta che i miei capitolo non siano troppo pesanti… Di questo che te ne pare? E anche io sono contentissima di essere ben recensita da una bravissima autrice di fic come te! Un bacetto

Malesia: Tadan! Mistero svelato!!! ^^ Grazie per esserti firmata, sono felice! E sono contenta che ti piaccia tanto la mia fic… Draco riavere tutte le sue ricchezze? Per il momento non se ne parla, eh eh! ^^ Baci

Isilascar: la mia commentatrice più impegnativa e una di quelle che mi rende più felice. Sono contenta di aver descritto un Draco a regola d’arte fin qui… Ora arrivano le note dolenti. Non sai quanto sia difficile!!!! Forse qui ti sarà sembrato un po’ floscio… Un buono non lo sarà mai ma un po’ l’ho piegato qui. Diciamo che può risultare forzato questo capitolo sotto una certa luce ma ricorda che Draco è tremendamente coniglio e che pur di non essere in mezzo ad una strada a morir di stenti secondo me accetterebbe anche questo. Vergognandosene ma lo accetterebbe. E poi in fin dei conti è una persona con un cuore da qualche parte quindi ho anche trovato opportuno farlo segretamente compiacere per la comodità del divano e per il calore che l’appartamentino di Gin emana, no? Tu che ne pensi? Fammi sapere  che mi sei preziosa! E scusa il ritardo dell’aggiornamento… Ah, appena pubblico questa poi mi leggo anche la tua shot che mi era sfuggita. Grazie per l’invito! ^^ Baci baci

PS: King’s Cross è una forza!!! Come si vede nel fil, però i binari filmati in realtà sono il 4 e il 5, mi pare… in compenso hanno messo una piccola commemorazione: una ricostruzione della barriera con un cartello che recita binario 9 e ¾ in un angolino della stazione, che carini!!!!

Luna Malfoy: Ciao tesoro!!! Grazie ancora per la dedica, sai? E grazie dei tuoi sempre bellissimi commenti, ecco qui la faccia di Draco che varca la soglia di casa Weasley!!! Eh eh, come ti sembra? Mi raccomando fammi sapere che i tuoi commenti mi sono carissimi. Un bacione gigante

Pan_z: Paaaaaaan, tesoro ma dove sei finita anche tu? Ti ho risposto alla mail tempo fa ma poi nulla… T_________T E TèF… l’ultimo aggiornamento era grandioso!!!! ^^ Grazie delle belle recensioni che mi lasci sempre. Un bacio grandissimissssssimo!

Florinda: ah ah ah! Sarebbe bellissima se la aggiornassi? Hai ragione, ed ecco qui l’aggiornamento! ^^

Sissichi: Per innamorarsi questi due ora non se ne parla, sarà lunga credo, troppo diversi al momento… ma potrebbe succedere! Grazie del commento, ciao ciao!

Lollosa: Oddio, mi spiace di averti quasi fatto impazzire… ecco qui in mega ritardo l’aggiornamento… Ma dimmi, cosa non ti era chiaro? ^^

 

Ok, credo di aver risposto a tutti. Grazie ancora, tantissimo! E mi raccomando, commentate ancora!

Vi voglio bene ragazzi! Un bacio enorme e scusate il solito ritardo

 

Ly

  
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