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Autore: _Ly_    11/08/2004    15 recensioni
Tante volte quello che sembriamo è completamente diverso da quello che siamo. E ciò che vogliamo è solo poter volare...
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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7- Fallimenti

7- Fallimenti

 

 

 

“Signor Malfoy, la colazione è pronta…”

Un piccolo ed intimorito elfo domestico fece capolino timidamente dietro la porta, un gonnellino sgualcito e sudicio come vestito e le solite orecchie da pipistrello timorosamente abbassate ai lati del viso. Con gli occhioni nocciola titubanti scrutò il lussuoso letto a baldacchino al centro della grande e raffinata camera, dalla fessura al centro del tendaggio in seta nera finemente bordato spuntò un cuscino che lo mancò solo perché il piccolo elfo ebbe la prontezza di chiudersi rapidamente la porta davanti. Il cuscino ricadde sulle lucidissime lastre in marmo pregiato del pavimento.

Dietro le tende qualcosa mormorò infastidito, o meglio qualcuno.

Maledizione! Odio quando questi dannati cosi vengono a svegliarmi!

Draco si girò ripetutamente sotto le coperte per poi nascondere il viso in un altro grosso cuscino. Detestava essere svegliato presto la domenica ma quella seccatrice di sua madre era arrivata giusto un paio di giorni prima e quella donna teneva molto a quel genere di formalità famigliari di cui nell’ultimo periodo Draco aveva fatto volentieri a meno.

“Che seccatura…” sbiascicò sbadigliando.

Presto una mano candida spuntò dal groviglio di coperte al suo fianco e gli carezzò leggiadra la nuca biondissima “Andiamo tesoro, sai che per tua madre è importante…”. Alla mano seguì un esile braccio bianco quindi una schiena liscia e un capo di donna dai lunghi capelli biondo scuro.

La donna si adagiò su un fianco sorreggendosi il capo con un braccio e fissando l’uomo accanto a lei, con la mano rimasta libera prese a giocare con i suoi capelli quindi scese a solleticargli il collo e la schiena.

Draco grugnì irritato, con un gesto brusco la scostò e di controvoglia si rimise in piedi avvolgendosi nel kimono verde “Sai che detesto queste cose la mattina, quando mi sveglio voglio solo essere lasciato in pace!” fece con la voce impastata, accompagnandosi con uno sbadiglio.

“Avanti chérie, vatti a vestire da qualche altra parte, ci vediamo di sotto… Ah, mia madre odia il beige, vedi non indossare niente di quel colore, le da una specie di crisi nervosa. Intesi? Ora fuori.” Dalla stentata dolcezza delle prime parole passò al tono perentorio delle ultime, accompagnando la voce con l’apertura secca di una piccola porta di servizio.

“Certo tesoro” la ragazza bionda si infilò rapida la sottoveste chiara e sgattaiolò fuori dalla stanza.

Draco fece per ributtarsi ancora un attimo sul letto quando quella rifece capolino.

“Tesoro… a tua madre il verde non da noia, vero?” fece con voce stridula.

Draco inarcò entrambe le sopracciglia, certe volte aveva l’impressione che fosse davvero molto stupida, come si faceva a chiedere ad una famiglia di nobili Serpeverdi DOC se dava noia il verde? Scosse il capo e la guardò bieco, lei non rispose, si limitò a fissarlo istupidita prima di sparire di nuovo con le idee ancora confuse.

Lui fece scoccare la lingua prendendo a massaggiarsi le tempie, la voce di Victoria –ma anche la sua presenza- la mattina lo rendeva nervoso e gli dava un tremendo fastidio.

Si concesse ancora cinque minuti di relax poi decise che forse era il caso di prepararsi. Si rasò meticolosamente, adorava sapere la sua pelle liscia e perfetta, e si riempì della sua solita acqua di colonia. Scelse un completo scuro, non che possedesse completi chiari poi, la sua gamma di colori passava dal nero al grigio-nero al grigio canna di fucile al color fumo e al grigio chiaro con qualche eccezione per il verde scuro e il blu notte, quindi si sistemò i capelli pettinandoli alla solita maniera: accuratamente all’indietro.

Controllò che la propria immagine fosse perfetta, Impeccabilmente affascinante come al solito, Draco!, e infilate un paio di scarpe preparate su misura iniziò a percorrere con sicurezza i corridoi bui di Malfoy Manor: le mani al solito infilate nelle tasche e l’andatura fiera. Sbuffò passando dinnanzi alla camera che era stata di suo padre. Lo stesso padre che ora lo disgustava, quello che era ancora dietro le sbarre di Azkaban, che aveva clamorosamente fallito: la prima volta era stato alla fine del suo quinto anno ad Hogwarts, tutto era andato storto in quella dannata notte al Ministero della Magia e Lucius era stato preso e incarcerato assieme ad un altro cospicuo gruppetto di Mangiamorte. Ma i Malfoy erano ancora potenti, il suo nome aveva ancora un certo valore e suscitava ancora rispetto e c’era stato chi, sentendo sussurrare quel nome, era stato pronto ad aiutare Lucius Malfoy ad uscire rapidamente dalla galera. Poi di nuovo… il suo schieramento al fianco di Voldemort lo aveva portato ancora a toccare il fondo, questa volta per sempre. Ormai aveva perso credibilità e da che, due anni prima, era finito ad Azkaban non ne era più uscito. Ma ormai Draco aveva imparato a gestire la situazione egregiamente. Senza giurare cieca fedeltà al Signore Oscuro, rischiando di affondare con lui al primo piccolo crollo, aveva iniziato però a frequentarne gli ambienti.  E aveva fatto le amicizie giuste senza dare troppo nell’occhio. Si era fatto furbo dai tempi di Hogwarts in cui non faceva altro che sbraitare per i corridoi il proprio odio per i mezzosangue e ammiccare alle arti oscure. Ora aveva imparato a tenere per sé le proprie convinzioni condividendo con gli altri meno di quello che questi erano disposti accettare. Insomma, apparentemente cercava di mantenersi le mani pulite e non inimicarsi le persone sbagliate, di qualsiasi schieramento fossero…

Questo glielo aveva insegnato certo suo padre, la piccola differenza tra loro due stava nel fatto che, Draco ne era convinto, non avrebbe mai fatto la stessa fine: lui sarebbe divenuto importante, ricco, rispettato e, perché no… anche piuttosto temuto.

E sono già sulla buona strada!

Intanto aumentava gli introiti alle già ricche casseforti della famiglia Malfoy gestendo un commercio apparentemente legale di diamanti, pietre preziose e gioielli: un po’ più segrete erano le sue compravendite di ingredienti illegali per pozioni piuttosto pericolose e altrettanto fuorilegge… veleni potenti che gli rendevano ancor più di ogni suo altro commerci messo assieme.

Commerci che potevano mantenere costanti gli altissimi livelli di vita cui era abituato e che, ne era convinto, gli spettassero.

Aprì con una spinta la porta d’entrata del salone. Sua madre era già seduta al lungo tavolo e stava rimproverando la cameriera, da quello che Draco ne potè capire aveva salato eccessivamente una delle pietanze della cena precedente col risultato di aver impercettibilmente screpolato le labbra perfette della sua perfetta madre. Draco inarcò un sopracciglio scettico, quella donna era davvero maniacale e devota solo al proprio corpo, il risultato però era spettacolare: all’età non più così fresca di quarantatre anni riusciva ancora a sembrare una giovane donna. Gli occhi maliziosi erano sempre perfettamente truccati così come il suo perfetto naso all’insù. I capelli biondissimi e all’occasione abboccolati cadevano leggiadri sulle spalle. E poi, Draco dovette ammetterlo, il fisico di sua madre era impeccabile. Persino quasi migliore di quello già spettacolare di Victoria. Quasi… per questo a sua madre risultava così antipatica.

Per Draco tutto quell’astio era solo un’inutile spreco d’energia, era fermamente convinto che sarebbero andate molto d’accordo se solo non avessero passato il tempo a essere gelose l’una dell’altra.

“Buongiorno mamma” salutò cortese posandole una mano sulla spalla e prendendo posto a capotavola. La donna lo salutò con un sorriso altezzoso “Buongiorno mio caro”.

Non ebbero bisogno di confrontarsi per decidere di iniziare la colazione senza dover attendere Victoria, in fin dei conti lei non era proprio nessuno in quella casa, nemmeno Draco la considerava così importante. Di certo non era la donna che avrebbe sposato, di quello era sicuro, ma al momento il matrimonio era l’ultimo dei suoi pensieri mentre il sesso stava decisamente in una posizione migliore, e in questo Victoria si era rivelata particolarmente dotata. In più era davvero molto carina da sfoggiare in giro. Quindi al momento soddisfava due delle sue priorità: una fisica e l’altra d’immagine. Poteva bastare.

“Caro, come vanno gli affari?” domandò Narcissa dopo essersi accuratamente ripulita le labbra dal succo di pompelmo.

Draco sollevò le spalle “Al solito, quindi molto bene”

Narcissa proseguì a fissare il figlio seriamente, un lampo di nervosismo si avvertiva nei suoi occhi “Bene. Voglio dire, sono sicuri, no? Li controlli e vanno… come dite voi del settore? A gonfie vele! Non abbiamo problemi finanziari, giusto?”

Draco bloccò a mezz’aria la tazza di caffè nero che stava per sorseggiare e prese a scrutare curiosamente sua madre, l’attenzione di Narcissa agli affari di famiglia non erano mai andati oltre un ‘come-vanno’ che nascondeva uno ‘spero-bene-perché-voglio-questo-e-quello’, era quasi inquietante ora vederla seduta lì, leggermente nervosa, a fare domande seriamente approfondite. “Certo che sì! Ci sono problemi, mamma?”

Lei esitò e si torturò un boccolo biondo “Effettivamente figliolo… pare che quello sciagurato di tuo padre abbia qualche questione in sospeso con alcuni vecchi ‘amici’ che ora pretendono un picco…ehm, risarcimento per alcuni favori che non hanno mai più ottenuto che li hanno inguaiati parecchio.”

Draco increspò le labbra, suo padre riusciva ancora a creargli dei grossi problemi. Non voleva guai in giro, se volevano dei soldi, lui soldi gli avrebbe dato. In fondo ne aveva a montagne.

“Capisco… e quanto è ‘piccolo’ questo risarcimento?” bevve tutto d’un fiato il caffè amaro, come preparando lo stomaco ad incassare una notizia che sapeva non sarebbe certo stata tanto dolce.

Narcissa torturò un tovagliolino fissando apprensiva il figlio “Centomila galeoni” rispose d’un colpo.

Mancò poco che Draco si soffocasse sol caffè. Prese a tossire freneticamente senza riuscire a fermarsi, solo un provvidenziale bicchiere di acqua fresca riuscì a calmarlo, ma rimase parecchio scombussolato. Per il caffè andato di traverso ma soprattutto per la notizia. Centomila galeoni erano una cifra enorme, anche per i Malfoy.

Certo, era sicuro che nelle loro camere blindate alla Gringott ci fossero tutti quei soldi, ma pagarli significava dimezzare il loro denaro! E avevano già perso due grosse proprietà quindi non restava che da vendere la terra sotto i loro piedi se fossero rimasti al verde… Cosa improbabile.

Rimanere al verde: rise dell’idea, povertà e Malfoy erano due termini che non sarebbero mai rientrati nella stessa frase. Sembrava addirittura ridicolo! Cercò di mantenere il sangue freddo e la concentrazione, si asciugò il sudore che all’improvviso gli aveva imperlato la fronte e si mise a pensare.

“E se noi non paghiamo?” provò a chiedere.

Narcissa spalancò gli occhi “Vuoi dire che non abbiamo quei soldi?” domandò stridula.

Draco s’innervosì, probabilmente pensava che non si sarebbe più potuta permettere la sarta personale ogni benedetta settimana, o i continui viaggi a Parigi. Lui amava la sua vita lussuosa, ma sua madre era veramente esagerata: “Ma certo che li abbiamo!”, scosse rapidamente e nervosamente la mano.

Lei tirò un sospiro di sollievo “Bè, se non pagheremo hanno detto che si prenderanno la casa…” terminò afflitta.

“Mai! Questa casa non si tocca, è dei Malfoy da generazioni e dei Malfoy sarà ancora a lungo.” Draco fu irremovibile, si alzò da tavola con uno scatto facendo precipitare dietro di sé la pesante sedia. Strinse forte i pugni pieno di rabbia, era costretto a pagare allora. Ma poi non gli rimanevano tutti quei soldi e per commerciare prima bisognava comprare. E i suoi acquisti non erano mai cos’ economici. Per di più nell’ultimo periodo aveva avuto la netta sensazione che qualcosa bollisse in pentola tra i suoi compagni ma che lui ne fosse tenuto ampliamente all’oscuro.

Nel mentre Victoria, agghindata e truccata di tutto punto, fece il suo ingresso in sala con un sorriso da stampa sulle labbra, osservò sorniona prima Narcissa poi Draco “Scusate il ritardo… mi sono persa qualcosa?”

“Il cervello, mio cara…” mormorò Narcissa a denti stretti, in modo che solo Draco ancora vicino a lei potesse sentirla.

E il biondino pensò che fosse una perdita comune alle donne di casa. Ignorando palesemente la compagna se ne uscì dalla stanza a grandi falcate. Detestava avere ‘problemi finanziari’.

Si rinchiuse nel proprio studio a riflettere, tutto si sarebbe sistemato: lui era Draco Malfoy!

 

Riuscì di casa lo stesso pomeriggio, avrebbe incontrato a cena Stuart Robinson, di tutti quelli che si trovavano nel suo giro era l’unico che si avvicinasse almeno un po’ all’idea che Draco aveva di una persona quasi di fiducia, o per lo meno ragionevole.

“Dannazione Stuart, sono nella merda con questa storia dei vecchi giri di mio padre! A quanto pare qualche suo compare vuole un piccolo risarcimento per i guai che il vecchio gli ha causato.”

Robinson lo fissò da dietro gli occhiali quadrati, assaporando un pezzetto dell’aragosta che la cameriera del lussuoso ristorante di Diagon Alley aveva appena servito loro “Sabbiosa” commentò tra sé e sé.

“Non avrai mica bisogno di un prestito voglio sperare!”

Draco storse il naso, nemmeno a lui                         quell’aragosta risultava particolarmente gradevole.

“Certo che no, mica verrei a chiedere centomila galeoni a degli stronzi avari come voi! Credi che io non abbia tutti questi soldi già da me? Sono qui solo per chiederti di coprirmi un po’ le spalle con il giro… per un po’ non potrò acquistare, non potrò mettere la mia parte. Tu sei un po’ il nostro contabile, no? Basta che scarabocchi qualche conto in più o in meno… Sai, tu copri le spalle a me e io poi le copro a te… così magari vediamo di guadagnarci qualcosa in più di quei cretini di Goyle, Fitz e Grant. Che ne dici? In fondo l’idea di tutto questo era stata nostra, no?”

Robinson chiamò un cameriere per riempirgli il calice di vino, lo assaporò e di nuovo non fu soddisfatto, un leggero sapore di tappo lo guastava. Se ne fece immediatamente portare un altro.

“Ho capito. Quindi vorresti che modificassi qualche carta per te e tu poi copriresti me se un giorno decidessi di volerne ricavare qualcosa in più… un piccolo scambio tra amici, insomma.”

“Esattamente”, Draco annuì con un sorriso compiaciuto e soddisfatto, a quanto pare Robinson sembrava essere allettato dalla proposta.

Si alzarono e Draco fece per sfoderare il portamonete ma l’altro glielo impedì con un gesto impaziente della mano “Suvvia Draco, lascia che ci pensi io!”

Il biondo accettò di buon grado, tutto poteva fare brodo in quella maledetta situazione in cui dalla mattina alla sera si era ritrovato.

“Allora?” chiese mentre si avviavano all’uscita, in procinto di smaterializzarsi.

“Ci penserò su, sembra molto interessante!” Robinson si sistemò gli occhiali sul naso con un gesto rapido quindi sparì nel nulla, subito dopo Draco fece lo stesso.

 

“Sei tutto contratto… devi rilassarti tesoro… c’è qualche problema forse?” Victoria aveva preso a massaggiargli sensualmente le spalle seduta dietro di lui con le gambe avvinghiate alla sua schiena.

Draco lasciò che quel massaggio lo distendesse, o per lo meno lasciò che fosse così per poco perché un attimo dopo la ragazza premette il punto sbagliato facendogli saltare un nervo.

“Cazzo!” Draco se la scrollò di dosso, finendo di spogliarsi e infilandosi sotto le coperte, in mezzo secondo Victoria lo raggiunse.

“Levati Vic, stasera non ho proprio voglia di sentire i tuoi miagolii. Vattene!” grugnì scontroso facendole segno di allontanarsi con la mano.

Lei si imbronciò e si mise in ginocchio sul letto incurvando le labbra verso il basso e giocando nervosamente con una ciocca di capelli lisci, proprio come una stupida bimba viziata e fastidiosa.

“Ma tesoro… andiamo, so farti distrarre molto bene, lo sai…” disse abbassandosi su di lui e catturando le sue labbra.

E Draco non seppe resistere al fascino della sua bella compagna “Vieni qua, chèrie come posso dirti di no?”

E in effetti per parte della notte seguente Draco riuscì a non pensare alle proprie spinose questioni finanziarie.

 

Il mattino seguente la prima cosa che fece fu ritirare quei dannati soldi per gli aguzzini di suo padre, augurandosi che quell’uomo non avesse mai ad uscire da Azkaban, o gli avrebbe rifilato centomila calci nel sedere. Lasciò che della questione si occupasse la madre, non voleva nemmeno sapere chi fossero quei famosi tizi.

Poi si recò al più presto possibile al covo che utilizzavano come ritrovo, nel retro di quello che alla facciata era un innocuo banco di scambio di pietre e diamanti.

“Buongiorno cari compari!” salutò allegramente. A Robinson riservò un occhiolino carico di significati.

Ma non udì risposta, il silenzio gelido albergava nella piccola stanza piena di scartoffie e scatole di legno contenenti i più svariati ingredienti.

“Bè?”

“Cinquemila galeoni, Malfoy.” Irruppe all’improvviso la voce strascicata di Fitz.

Draco lo guardò senza capire, provando a cercare un segno negli sguardo degli altri che però non riuscì a incrociare, sembravano tutti molto impegnati in mille cose diverse. “Cosa, scusa? Di che diavolo parli?”

“Cinquemila, è la cifra per uscire dal giro. Tu avevi imposto questa regola, no? Se si sa troppo e si vuole uscire, si paga. In più ci devi anche ottantasettemila galeoni di debiti arretrati, più la restituzione dei guadagni degli ultimi tre mesi… quindi in tutto fanno… duecentotrentasei. Mila, naturalmente….” Fitz alzò finalmente lo sguardo per incontrare quello del giovane Draco, ancora spiazzato.

“Ma che diamine stai dicendo, scusa?” incalzò lui. Debiti arretrati? Guadagni da rendere? Uscire dal giro?!? Ma erano impazziti? E poi si era appena accordato con Robinson!

“Stuart ci ha detto che volevi fregarci, Draco… Così abbiamo pensato che poteva non essere la prima volta. Sai, la questione di quei soldi spariti ultimamente, e poi tu hai sempre avuto libero accesso alle carte dei saldi e alle casse… Così abbiamo scoperto tutti assieme che le hai manomesse. Bravo Malfoy, credevi di fregarci a lungo?” Grant sogghignò malvagio mostrando le carte manipolate.  Tutti e cinque in quella stanza erano ben consapevoli del fatto che Draco non aveva mai fatto nulla di simile ma loro avevano il coltello dalla parte del manico. Per la prima volta in tutta la sua vita Draco Malfoy era stato fregato, e in un modo ottimo tra l’altro. Non poteva chiedere aiuto alla giustizia perché si trattava di un’attività illegale e non gli restava molto da fare.

Sentì la rabbia esplodergli in gola, si avventò prepotentemente addosso a Robinson che lo aveva largamente preso in giro e gli appioppò un pugno tanto forte da rompergli, oltre alla faccia, anche gli occhiali.

Fu Goyle, incitato da Fitz, a bloccarlo. Draco gli riservò una delle sue occhiate più crudeli. Quel tirapiedi ignorante pendeva dalle sue labbra quando ancora erano ad Hogwarts, ora invece…

“Suvvia Malfoy, siamo uomini di una certa classe, comportiamoci a modo!” lo prese in giro Grant, accompagnando la sua risatina e quella dei compagni alla propria battuta senza spessore.

“Te lo spacco quel culo da uomo a modo che hai. Sei solo un bastardo!” gli gridò contro furioso Draco.

Grant sorrise ancora compiaciuto “Lo siamo tutti, finchè hai fregato gli altri andava tutto bene, vero? Andava bene anche quando cercavi di fotterci, è così? Ma la ruota della fortuna non può sempre girare dalla tua parte Malfoy, e ora ti sta schiacciando letteralmente.”

Rise ancora in quel modo insopportabile poi si fece di nuovo serio “Paga Malfoy, niente storie o in men che non si dica vedrai questa storia dei traffici in prima pagina con il tuo nome scritto sotto. Solo che lo leggerai da una cella di Azkaban, magari accanto al tuo paparino. E non sto scherzando. Sai che siamo in grado di farlo, tu stesso hai calcolato questa manovra… grazie di averci fatto trovare il lavoro pronto! E ora sparisci da qui, ma non andare troppo lontano, sarà inutile. Noi abbiamo comunque questa….” E come a fargli capire che in un modo o nell’altro lo avevano in pugno mostrò lui la seconda chiave di sicurezza della sua camera blindata alla Gringott.

Draco non fece a tempo a chiedersi come diavolo l’avesse avuta che Goyle lo portò fuori e gli assestò, sempre su ordine di Fitz, un pugno ben piazzato dritto nello stomaco.

Quando si rialzò da terra si sentì nel modo peggiore di tutta la sua vita. In soli due giorni tutto il su bel mondo sicuro era crollato ancora. Pagati Robinson e compagnia, null’altro poteva fare e mai e poi mai avrebbe rischiato la sua giovane e bella pelle o avrebbe messo piede in una cella –era ancora dannatamente codardo per quanto riguardava queste questioni-, non rimasero che una manciata di galeoni nelle sue tasche.

Fece piazza pulita a Malfoy Manor di quanto di oscuro gli fosse stato possibile rivendere. Di certo non sarebbe andato da quell’aguzzino di Sinister, per quanto ne sapeva invece Rubenius Berthalanphy aveva ancora le vecchie mani rugose invischiate in traffici particolari, era un suo cliente da anni ormai, sapeva di potersi fidare. A suo modo era una persona molto onesta.

“Dove vai, tesoro?” la voce cinguettina di Victoria lo colse proprio un attimo prima della partenza.

“Da Berthalanphy. Devo rivendere alcune cosette. Senti chèrie, ultimamente ho qualche piccolo guaio finanziario e…” ma non riuscì a concludere la frase che Victoria si era staccata bruscamente dal suo abbraccio.

“Guaio finanziario? Uhm… io ti definirei proprio nella melma, tesoro!” fece lei, ridacchiando.

Draco sbattè gli occhi sorpreso “Scusa?” cosa poteva saperne lei di quello che era accaduto negli ultimi due giorni? Lei che a malapena era in grado di capire come funzionasse un calcolo matematico… La questione iniziava a puzzargli…

“Bè, io e Stuart siamo dispiaciuti, tesoro… Ma io mi ero stancata delle tue lune e dei tuoi atteggiamenti e anche i tuoi cari ‘soci’. Ora voglio vederti camminare ancora un metro sopra gli altri quando sarai solo coperto di stracci. E giusto perché magari ancora non ci eri arrivato, ho dato io a Stuart e gli altri la chiave di sicurezza.” Victoria osservò la propria eterea immagine nel grosso specchio accanto a loro, si sistemò i capelli, annodò meglio la sciarpa attorno al mantello e sorrise raggiante a Draco.

“Fregato! Ah, per concludere… sei anche cornuto! Addio, chèrie!” gli lasciò un bacio sulla guancia e si smaterializzò in un istante.

Dopo qualche attimo di apatia e immobilità Draco avvertì l’irrefrenabile istinto di spaccare ogni cosa, qualsiasi cosa, e sfogare la rabbia che lo stava spaccando. Era stata una dannatissima congiura!

Assestò un pugno ben piazzato allo specchio in cui un attimo prima si rifletteva Victoria ma si pentì all’istante, un paio di schegge lo graffiarono in diversi punti e dovette ricorrere ad un piccolo incantesimo automedicante.

Si buttò su un sofà con il fiato corto, quei maledetto stronzì l’avrebbero pagata un giorno! E anche quella sgualdrina di Victoria. Quello che poi più di ogni altra cosa non sopportava era che lo avessero colpito nell’onore. Preso in giro ed umiliato, tradito da una donna del genere, sul lastrico!

Non poteva andare peggio!

 

Doveva andarsene da quel luogo più alla svelta possibile, in un baleno arrivò al negozio di Berthalanphy. Aprì rudemente la porta lasciando che uno buffetto di neve esterna entrasse sollevato dal suo lungo mantello.

Fissò gli occhi grigi sul bancone ma non vide nessuno. Allora diede un’occhiata tra gli scaffali e quello che scorse non era certo il vecchio. Abbarbicata su una scala stava una donna, la poteva vedere da dietro, i fianchi morbidi stretti in un vestito pesante che le arrivava quasi al ginocchio, le gambe toniche velate dalle calze. I suoi capelli ramati erano raccolti in una crocchia, sembrava particolarmente indaffarata a cercare un libro.

Draco sollevò un sopracciglio in segno di gradimento, forse era la prima cosa carina che vedeva in quei giorni “Non sapevo che Rubenius avesse una così graziosa aiutante… Può aiutarmi signorina? Sto cercando il padrone del locale.” Disse cortesemente, sfilandosi il cappuccio dalla testa.

La ragazza scese rapida dalla scala “Mi perdoni, non l’ho sentita entrare! Il signor Rubenius è nel retro, glielo… chiamo… se vuole…”.

Il tono gentile che aveva utilizzato all’inizio era diventato strascicato e volutamente sgarbato non appena la rossa aveva alzato gli occhi e incontrato quelli di Draco. E anche lui capì subito il perché.

“Ginevra Weasley…” mormorò storcendo il naso.

“Draco Malfoy…” rispose lei asciutta, continuando a fissarlo con astio.

“Bè? Che ci fai qui? La donna delle pulizie? Chiamami Rubenius. Non ho alcuna intenzione di parlare con te.” fece perentorio.

Ginevra gli riservò un’occhiata bieca e carica di odio quindi si fiondò nel retrobottega.

Un attimo dopo ne emerse preceduta dal piccolo, vecchio e grinzoso Berthalanphy.

 “Giovane Draco, che cosa la porta da me? Ha risolto il piccolo problema di furti, poi?” sorrise arrampicandosi su uno sgabello a pochi passi dal ragazzo.

Draco sentì nuovamente la rabbia esplodergli dentro. Strinse i pugni nelle tasche del mantello e distolse lo sguardo “Diciamo che… si è risolta, sì, ma non come speravo. Al momento sono qui per chiederle se è interessato a compare questi” con un movimento rapido della bacchetta fece comparire una cassetta di legno chiusa a chiave, l’aprì in un attimo e ne tirò fuori svariati ingredienti e cose oscure.

Il vecchio e piccolo Rubenius storse il naso “Ho paura di essere fuori da un bel pezzo da questo tipo di commerci, signore. Se intendevate saldare il conto del mese di novembre con questi devo dirle che non è possibile, accetto solo galeoni.”

Per Draco fu un fulmine a ciel sereno… si era completamente dimenticato di dover pagare il mese precedente al vecchio. E gli doveva ricompensare parecchie ricerche e diversi piccoli ‘favori’… E la  cosa divertente era che non aveva più nemmeno un soldo. Sbattè gli occhi sorpreso mordendosi nervosamente un labbro. Fece per accennare ai suoi ‘piccoli problemi’ ma prima lanciò un’occhiataccia a Ginevra invitandola ad andarsene.

“Devo parlarti, Rubeus, ma fammi sparire quella.”

Rubenius sbuffò contrariato e così Ginevra che fece per controbattere. Il vecchio però la fermò “Sono anni che non metto mani in affari sporchi, o più illegali di qualche incantesimo di poco conto. Se c’è qualche affare che vuole propormi, Signor Draco, si senta libero di farlo davanti alla mia nuova assistente, nuova ma degna di fiducia.” Sembrava irremovibile.

Draco sbuffò nervosamente, non avrebbe mai raccontato quello che gli stava capitando davanti a quella stracciona solo per darle in gusto di assaporare una piccola rivincita “Non sono affari, si tratta di questioni personali.” Spiegò rapidamente.

Vide Ginevra storcere il naso “Se credi che possa anche solo importarmi qualcosa dei tuoi affari personali ti sbagli di grosso. Comunque ho da fare.” si allontanò rapidamente prendendo a catalogare diversi libri nello scaffale più lontano dal banco, comunque soddisfatta di come aveva parlato il buon vecchio Rubenius.

Draco incrociò lo le braccia al petto fissandola nervosamente, almeno ora aveva la possibilità di parlare in tranquillità con Berthalanphy “Ecco Rubenius, è un periodo molto particolare e…credo di non poterle saldare il mese precedente. Vecchi creditori di mio padre mi hanno quasi mandato sul lastrico e… quel maledetti bastardi del mio giro mi hanno sbattuto fuori. Quindi… ho poca disponibilità di liquidi in questo periodo, quindi se almeno lei potesse attendere…”

Fu la confessione più brutta di tutta la sua vita: Draco Malfoy che chiedeva aiuto. Draco Malfoy che ammetteva i propri guai ad un vecchio semi-estraneo. Draco Malfoy che si stava *umiliando*.

Il vecchio scattò giù dallo sgabello grattandosi la barba bianca e ricciuta che gli copriva il mento “Uhm… signor Malfoy, ormai io e lei ci conosciamo da qualche anno quindi non vedo perché non dovrei fidarmi di lei e concederle del tempo, ma qui si parla di affari e, me lo lasci dire, il mese scorso mi ha commissionato diversi lavori… Tuttavia non mi resta che lasciarle altro tempo ed essere clemente sperando che le sue sorti si risollevino, giovane Draco.”

Draco annuì “Grazie”. Poi rapidamente scomparve dal locale.

 

Durante la settimana seguente tutto il resto del suo mondo crollò come un castello, proprio come in un domino si era innestata una catena di reazioni che lo condusse presto a non avere più nulla. Forse fu la voce che Malfoy era stato buttato fuori dai suoi affari e che non aveva più la bellezza di un soldo a far saltar fuori ovunque debiti vecchi e nuovi, rivendicazione e piccoli ricatti. Per la leggere, lui era nel torto. Legalmente e non gli fu sfilato fino all’ultimo zellino e il peggio venne quando gli fu anche tolta la casa.

“Questa è casa mia, dannazione! Ehi, giù le mani da quel manufatto! Non potete togliermi tutto, non potete, cazzo!”

A Draco sembrava di vivere in un incubo, pian piano si vide portar via anche le cose più elementari, improvvisamente ogni sorta di ‘amico’ sparì e nessuno volle mettere le mani in quella rovinosa faccenda.

Dieci giorni dopo l’annuncio di sua madre a colazione, sua madre che era scappata indignata rifugiandosi da un lontano parente facoltoso della sua famiglia natale, Draco si trovò con un pugno di sabbia tra le mani.

Malfoy Manor venne prelevata dal fisco e quanto era rimasto al suo interno veduto a varie aste. Non aveva mai immaginato che la sua vita avrebbe potuto andare tanto male.

Quando lasciò la propria casa sotto gli sguardo curiosi e stupefatti, ma anche affamati di vendetta e compiaciuti, di vicini e conoscenti aveva con sé solamente un grosso baule con alcuni effetti personali e qualche libro antico e di valore che era riuscito a sgraffignare dalla biblioteca del maniera.

Per la prima volta Draco non seppe che ne sarebbe stato della propria vita. Non aveva soldi, non aveva un lavoro e non aveva più nemmeno una casa. Soprattutto non aveva nemmeno lo straccio di un parente o di un amico disposto ad accoglierlo.

Per la prima volta si rese conto di quanto il mondo che prima tanto amava facesse invece veramente schifo. Di quando fosse falso ed egoista, di quando fosse meschino e superficiale, effimero e maledetto. E di quanto lo fosse sempre stato anche lui.

Per la prima volta Draco Malfoy pianse, un misto tra un pianto capriccioso che gli faceva desiderare di riavere presto quanto aveva perso, un pianto auto-commiserante e un pianto di rabbia e tristezza per la persona che era.

 

Restava il fatto che non aveva dove andare. Si materializzò a Notturn Alley, poteva ancora permettersi una camera in qualche bettola di quella strada oscura forse. Al resto, bè avrebbe pensato poi.

Mentre trascinava mollemente il suo pesante baule, camminava lento ma non aveva perso la regalità che aveva sempre accompagnato la sua andatura, la peggiore delle umiliazioni sbucò da una porta a vetri e legno accompagnata da un famigliare scampanellio.

Ginevra Weasley annunciò il proprio ingresso –o meglio, la propria uscita- con una risatina “Abbiamo ancora la lingua lunga ed acida che avevamo ad Hogwarts, Malfoy? Vorrei proprio sentirti offendermi ora… La ruota della fortuna non gira mai dalla stessa parte…” decretò con un fare da saputella stronza che gli diede terribilmente ai nervi.

Grugnì tra sé lanciandole un’occhiata di ghiaccio “Allora potrai sperare che prima o poi giri anche dalla tua parte, piccola stracciona sfigata!” ribadì con la stessa acidità di quando aveva sedici anni, osservando il vestito fuori moda e leggermente liso che indossava lei.

Si scambiarono sguardo di puro disprezzo. Quella dannata ragazzina così irritante non era cambiata di una virgola!

Volarono lampi e saette, ma non certo per via dei loro atteggiamenti, un secondo dopo un temporale epocale scoppiò sopra le loro teste e Draco si fiondò all’interno del famigliare negozio per ripararsi di quel gelido e prepotente temporale improvviso.

Si levò dalle spalle il mantello già fradicio e lasciò che gocciolasse formando una piccola pozza sotto l’appendiabiti antico che si stagliava in un angolo della bottega.

Da dietro una pila di scartoffie disordinate emerse con il solito sorriso saggio il vecchio padrone.

“Buonasera, Draco. Mi dispiace, ho saputo delle sue controversie…” disse sinceramente rammaricato.

Draco annuì cupo torcendosi le mano “Rubenius, purtroppo non sono qui per saldarti i lavori di novembre, forse non riuscirò nemmeno a pagarti l’unica piccola commissione che ti ho richiesto a dicembre. Mi dispiace, sono sul lastrico.” Tanto valeva ammetterlo a testa alta piuttosto che ostinarsi. Non gliene importò un accidenti del fatto che Ginevra Weasley fosse lì nella stessa stanza, che magari stesse gioendo infinitamente di vederlo ridotto uno schifo e senza più nulla di cui vantarsi, l’unica cosa che voleva al momento era un po’ di tregua e un tetto sopra la testa per quella notte gelida.

Alla fine aveva perso tutto, compresa la faccia. Esattamente come suo padre, avevano fatto entrambi le mosse sbagliate ed erano finiti nel peggiore dei modi. L’uomo che tanto ammirava da piccolo, l’uomo che aveva odiato nella sua giovinezza, ora era esattamente come lui. Fregato e giocato dalle sue stesse scelte sbagliate, il coltello che prima teneva ben saldo per il manico si era improvvisamente rivoltato verso di lui. Non aveva più ricchezza, non aveva più fama ed onori, non aveva più rispetto. Presto probabilmente avrebbe perso anche quel briciolo di orgoglio a cui cercava disperatamente di aggrapparsi ancora.

Rubenius annuì grave “Capisco. Non posso chiederti quello che non hai. Sono sicuro che quando la situazione si riprenderà potremo sistemarci. Nel frattempo buona fortuna giovane Draco. Sono sicuro che ci rivedremo presto.” Sorrise compiaciuto col fare di chi la sapeva molto lunga.

Draco rispose con un cenno del capo “Arrivederci”, si ricacciò velocemente il mantello sulle spalle, riagguantò il proprio baule e lo trascinò fuori, sotto la pioggia che iniziava calmarsi.

Passò accanto alla Weasley senza degnarla di uno sguardo, le riservò solo un “Ciao” strascicato e nessuna cattiveria, quindi sparì dietro la porta.

 

Qualcosa in quell’aria abbattuta e rassegnata colpì Ginevra, Draco Malfoy aveva toccato il fondo e lei sapeva bene come ci si potesse sentire. Per un brevissimo istante lo sentì vicino e dimenticò la gioia che la notizia della sua disfatta aveva generato inizialmente in lei. Quello che fece dopo non se lo seppe mai spiegare, salutò Rubenius, prese il suo mantello e corse seguendo un impulso fuori dal locale, si bloccò sull’ingresso per non prendere la pioggia e lo chiamò a gran voce “Malfoy, ehi Malfoy!”

Draco, che era qualche metro più avanti, si voltò inespressivo “Che c’è?”

“Dove andrai?” domandò decisa.

“Che t’importa!?” non riusciva a capire dove volesse andare a parare. Forse voleva solo prendersi un po’ gioco di lui, quella dannata strega.

“Bè, visto che non hai più niente… io non so perché ti sto proponendo questa cosa ma… non abito molto distante da qui e c’è un bel divano comodo nel mio salottino.” Improvvisamente iniziò a chiedersi cosa diavolo stesse facendo.

Draco inarcò le sopracciglia con quel fare che tanto le dava ai nervi “Non metterei piede a casa tua nemmeno se fosse l’unico posto al mondo, Weasley!”

Ginevra ebbe modo di pentirsi all’istante di quel gesto di gentilezza immeritato, doveva saperlo come avrebbe reagito! In fin dei conti aveva passato sei lunghi anni ad entrare in conflitto con lui.

Un tuono potente ruppe il silenzio che era calato, lei si risistemò meglio il berretto sul capo e aprì il proprio grosso ombrello blu cercando riparo. Lanciò una significativa occhiata al cielo plumbeo e sentì l’acqua scrosciare più forte attorno a sé, si avviò per la strada superandolo rapidamente e senza degnarlo di attenzioni.

In men che non si dica Draco si ritrovò bagnato fin nel midollo. Bè, non aveva più nulla ormai, se anche rinunciava ad un po’ di orgoglio e accettava una mano tesa non faceva differenza, non aveva niente da perdere. Lei era stata… gentile. Nessuno era mai stato così con lui. Forse poteva provare.

“Ehi, aspetta… Weasley!” la richiamò correndole dietro e trascinando nelle pozze d’acqua il baule in mogano.

“Weasley! Forse ho cambiato idea…” insistette vedendo che lei non rallentava.

Gin si bloccò di scatto e voltandosi replicò con tono arrogante “Cosa ti fa credere che lo abbia fatto anche io?”. Però rise divertita e questo tradì le sue false intenzioni.

Draco sogghignò “Mi auguro che tu viva da sola perché non potrei mai reggere altri Weasley, tu sei già una sofferenza. Ma ce l’hai una camera degli ospiti, vero?”

Lei gli coprì il capo con il grosso ombrello facendo strada “Un gatto e un divano.”

“Eh?”

Rise di nuovo “Il mio unico coinquilino è un gatto, anzi una micia, e dovrai accontentarti del divano. Non sei certo costretto ad accettare…” aggiunse rapida vedendo il naso all’insù del ragazzo arricciarsi per il disappunto.

“Peggio di così… mi ricatti e ti prendi gioco di me solo perché non sono in condizioni di rifiutare o controbattere!” Draco incrociò le braccia al petto dopo aver incantato con un Locomotor il proprio baule.

Lei alzò le spalle civettuola “Forse… E mi sto anche divertendo un mondo!”

Lui sbuffò contrariato continuando a seguirla chissà dove. Non si chiese dove stesse andando, né cosa ne sarebbe stato di lui. Semplicemente camminò sotto la pioggia mezzo riparato da un grosso e vecchio ombrello lasciando che quella che in fondo era ancora una ragazzina si prendesse gioco di lui. O forse se ne prendesse cura.

 

 

Continua….

 

 

Eccomi qui! Scusate il ritardo ma mi son goduta le mie belle vacanze a spasso per Londra (Sììì!! Sono stata a King’s Cross!! *.* Binario 9 e ¾!! Peccato che avessi un largo mese d’anticipo sulla partenza x Hogwarts…). Ma sono tornata. ^^

Come c’era d’aspettarsi questo è il capitolo introduttivo su Draco. Ormai avrete capito che amo mandare sul lastrico i miei personaggi. Bè, volevo colpirli con qualche piccola sfiga che facesse cambiare direzione alla loro vita e li portasse lungo lo stesso binario. E non credo che il Draco Malfoy spocchioso, ricco e altolocato si sarebbe mai avvicinato a Ginevra se non in caso di emergenza. Come vedete anche questo personaggio è un po’ cambiato, lo snobbismo draconiano è rimasto di fondo ma per il resto un pochetto è cresciuto anche lui.

Mi raccomando, tengo tanto ai vostri pareri quindi fatemi sapere che ve ne sembra di lui e questo capitolo in generale.

^^

Ora vi ringrazio tutti come al solito per le belle recensioni ^3^

Nyla: grazie grazie!! Eh, povera Ginny… e povero Draco aggiungerei!!!!! Anche se gli sta bene :P

Luna Malfoy: Ooooh, ma che tesoro!! Grazie grazie!! Anche io vado pazza per le Ron/Herm… non potrebbe essere altrimenti. Sono contentissima che segui anche questa mia storia, mi raccomando fammi sempre sapere che ne pensi. ^3^ Baciii!

Angele87: Ciao cara! Visto come è messo Dracù? Povero! Il salto temporale era necessario, volevo mostrare i personaggi già avviati per la loro strada, per come stavano ad Hogwarts non riuscivo a combinare nulla di buono per avvicinarli senza stonare, ora sì! Grazie di tutto ^3^ ciù!

Anonimo:Ma perché non ti firmi!!! ACCIDENTI! *Ly scalpita* Comunque grazie, io continuo sempre… prima o poi…

Buffy: ciao carissima! Grazie per la bella recensione come sempre *ops, devo ancora mailarti!!!*. Naturalmente sul distacco che c’è tra gin e la famiglia salteranno fuori molte cose a suo tempo… nel frattempo che ne dici di Draco? Un baciottone, Buffy! Ah, grazie per i complimenti per il negozio, vado molto fiera di quella parte!! ^//^

Vale: grazie! Sul What If sto macchinando… magari presto arriverà un capitolo (Forse…) ^^

Isilascar: ciao cara! ^^ Tranquilla per la pastrugnata di commenti, a me fa solo piacere vedere che qualcuno si impegna tanto per commentare… GRAZIE!! Ed ecco il seguito, un po’ in ritardo causa pausa vacanze, eh eh! Che ne dici? Oh, allora ringrazierò Pan cara per avermi procurato una super commentatrice come te ^^. Cosa studio io? Devo iniziare il terzo anno per Scienze Dell’Educazione. Tranquilla non mi ruba così tanto tempo da non riuscire a scrivere (T.T Bè, inzomma…), poi ora non ho esami… evviva!! Ma dovrei studiare… si devo! Corri Ly, vai a studiare! Baci baci

Klaretta: caspita, ti è piaciuto così tanto il capitolo di Gin? Oh, sono contenta!! Spero di non deluderti con gli altri. Ciao!

Dark Crystal: Triste capitolo? Bè, anche questo è un po’ grigio… Però quello di gin era un po’ spietato, lo ammetto! Bè, se anche tu sei moooolto sfigata quando la dea nera ti tocca… BENVENUTA NEL CLUB!!! ^^ grazie e baci!

Ryta Holmes: ciao cara! Oh, sono contentissima che ti piaccia!!!! ^^ Più che altro spero continuerai ad apprezzarla, la Gin tormentata dalla maschera ora respira un po’, come avrai letto nello scorso capitolo. Però ci sono altre grane. Mi piace torturare questi due. Soprattutto Malfoy… oh oh! Un baciotto!

Too: ecco qui la mia recensionista più sincera!! Grazie di aver letto e commentato anche questo, cara! Immedesimarmi in Malfoy è stato difficile, sono il contrario di lui per cui è stato uno sforzo, però ci ho provato. Sinceramente non mi sembrava malaccio, ma se da questa impressione… Ok, sono troppo pigra per modificare il capitolo. Resta com’è!! Aha!! Fatti sentire ancora! Baci

Pan_z: spiazzata? OTTIMO!!! Adoro spiazzare… spero che però tutto diventi più coerente più avanti, altrimenti ho fatto fiasco… In effetti quel cap doveva proprio essere uno stacco netto. Mi farai sapere allora a che conclusione giungerai? Un baciottissimo, tesssora! Ti scrivo presto e tu… AGGIORNA!!!! >.<

Ale: Hai fatto in tempissimo, ciccia! E grazie come al solito, sapere che riesci sempre ad immedesimarti mi fa piacere!!! Eh, anche io la vedo molto bene nei lavori a contatto con le persone, ha estro ed è comprensiva, Gin! Però al San Mungo non ha funzionato… speriamo che con Rubenius vada meglio! Tranquilla, si vedrà spesso il nostro vecchio amico. Ed ecco qui il chap tutto scavature di Draco… che ne dici? Baci baci e grazie, gli esami sono andati discretamente sul 28! L’ultimo l’ho saltato clamorosamente privilegiando la partenza per le vacanze :P

Angi e Gius: E infine voi care!! Ecco l’aggiornamento richiesto, eh eh! Che ne dite? Sono stata perfiducccia anche con Draco o troppo poco? Un baciotto gemelline!

E poi… grazie anche a Ran che prima o poi riemergerà dai libri di matematica e biologia e si sparerà tutta sta sfilza di capitoli, ti ringrazio anticipatamente ciccia!! ^3^

 

Buone vacanze a tutti, a presto e grazie come sempre, siete stupendi!! =^.^=

 

Ly

 

  
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