capitolo 1 *
Le vacanze estive erano terminate e la scuola avrebbe riaperto sotto la
guida severa della McGranitt.
Harry aveva stranamente preferito stare dai Dursley i quali, sapendo
che il nipote poteva usare la magia senza essere punito, lo lasciarono
stare e si comportarono come se lui non esistesse. Il ragazzo era molto
grato di ciò. Non era voluto andare a Grimmauld Place 12,
troppo pervasa dei ricordi di Sirius, gli era bastato starci quei pochi
giorni quando era a caccia di Horcrux (anche se rimaneva ancora molto
in contatto con l’ormai amato elfo Kreacher).
Nonostante i continui inviti dei Weasley di andare alla Tana, lui li
rifiutò tutti, dicendo di voler passare quei mesi da solo a
riflettere e cercare di dare un senso alla sua vita ora che non
c’era più Voldemort.
Adesso che la guerra era terminata, Harry era osannato ancora
più di prima e non poteva sopportarlo.
Scriveva spesso a Ron e Hermione (la ragazza aveva passato le vacanze
dal suo fidanzato) che lo spronarono spesso ad allontanarsi dagli zii e
a raggiungerli alla Tana, ma di certo non potevano lamentrarsi della
sua assenza che consideravano un modo per recuperare attivamente gli
anni persi in futili litigate.
Nonostante avesse passato le vacanze sempre da solo non si era annoiato
per niente. Aveva finalmente speso del tempo da dedicare unicamente a
se stesso, andando in giro per la città e rifacendosi
completamente il guardaroba; deliziandosi di essere isolato dal mondo
magico e di non essere additato dai passanti come il Ragazzo che uccise
il Signore Oscuro.
Il 31 Luglio, un povero Leotordo alquanto sovraccarico gli aveva
portato i regali da parte della famiglia Weasley, Hermione e Hagrid. I
coniugi gli avevano regalato una torta e un bel po’ di dolci
fatti in casa molto più invitanti del regalo di Hagrid: i
suoi soliti biscotti marmorei. Ron, strano ma vero, gli aveva regalato
un libro sul “Quidditch e i suoi schemi di gioco”,
Hermione un dopobarba magico che, una volta terminato, si ricaricava
automaticamente. Infine, George gli aveva inviato un buono per avere
sconti da Mielandia e una rivista alquanto osè intitolata:
“a caccia di Stregonerie”. Harry rise al pensiero
della faccia che avrebbe potuto fare il rosso se avesse saputo chi in
realtà lui desiderava.
Quel giorno sarebbe tornato a scuola per il suo settimo anno, insieme
ai suoi vecchi compagni (le lezioni durante il regime dei Mangiamorte
non potevano considerarsi tali) e tutto si sarebbe svolto come gli anni
precedenti con le uniche eccezioni che adesso a capo non vi era
più Silente e che ci sarebbero stati dei nuovi insegnanti.
Spinse il carrello con il baule provando un senso di nostalgia mista a
irritazione. Erano cambiate tante cose e tante altre sarebbero
cambiate, a cominciare dalla mancanza della gabbia di Edvige.
Al suo passaggio molti si voltarono guardandolo sorpresi e
–possibile?- vogliosi.
Indossava calzoni aderenti a vita bassa neri e una canottiera che gli
ricadeva a pennello di un colore verde scuro con i riflessi neri
anch’essi. Si era fatto crescere i capelli quanto bastava per
tenerli legati con un nastro verde di raso in un basso codino. Inoltre
una bella frangia era stata tagliata a regola d’arte per
coprire la cicatrice. Per finire in bellezza, aveva accantonato gli
occhiali per sostituirli con delle lenti a contatto molto meno invasive
che facevano risaltare il colore naturale dei suoi occhi. In poche
parole era uno schianto di ragazzo!
“Harry!”
Hermione seguita da Ron gli stava correndo incontro guardandolo
meravigliata e divertita.
“mmh! Harry sei diventato molto più appetitoso di
prima!” disse facendo arrossire il ragazzo
“Ehi!”
“Scusa Ron, ma è la pura verità. Stai
benissimo Harry, se la nostra mancanza ti riduce così hai
fatto bene a rimanerci lontano! Su, andiamo a cercare uno
scompartimento tutto per noi.”
Salirono sul treno salutando di tanto in tanto qualche compagno e
cercando di evitare veri e propri stormi di ragazze ammiccanti.
Hermione rise divertita della faccia mortificata di Harry e di quella
rabbuiata del suo fidanzato.
Trovato uno scompartimento vuoto ci si fiondarono posando i loro
effetti personali, e subito Ron tempestò il moro di domande
sulle sue vacanze dai Babbani e raccontando le proprie facendo ogni
tanto gli occhioni dolci alla fidanzata che gli rispondeva sfarfallando
le ciglia.
–Non c’è che dire, da quando si sono
messi insieme sono anche più insopportabili di quando
litigavano- pensò il ragazzo mentre cercava di svicolare le
pressanti domande dei due che, non ricevendo risposta, lo lasciarono
perdere e si misero a pomiciare molto poco discretamente.
Harry, già infastidito dall’interrogatorio appena
ricevuto, li evitò e, mettendosi a guardare fuori dal
finestrino, la sua mente deviò in zona “bel
biondino Serpeverde”. Ancora non l’aveva incontrato
–e se anche l’incontrassi… che farei?-
Sbuffò e uscì dallo scompartimento per andare in
bagno o in un qualsiasi luogo lontano dai suoi migliori amici (che al
momento se ne fregavano bellamente di lui tanto erano impegnati nello
studio dell’anatomia umana).
Arrivato alla porta della toilette si scontrò con un ragazzo
che ne era appena uscito.
“Scusa, io…”
alzò lo sguardo e i suoi occhi furono catturati da un altro
paio. Grigi, no argentei. Neanche. Non c’era un colore che
potesse definirli. Semplicemente…
“…Malfoy.”
“Potter.”
Nessuno dei due aggiuse altro e, quando ormai la tensione era alle
stelle, il biondo fu il primo ad allontanarsi sussurando un
“ci vediamo Potter.”
Harry rimase immobile troppo scioccato dalla sua reazione. Era
arrossito e ammutolito proprio di fronte a lui come una ragazzina!
–Imbecille!- si disse mentre corse in bagno (una parte
precisa del suo corpo era particolarmente felice di aver rivisto Draco
e non si trattava esattamente del cuore; diciamo un po’
più a sud. ^_^)
Intanto in uno scompartimento poco lontano dal bagno…
Un ragazzo entrò trafelato con un’aria
allibita e un sorriso ebete in faccia.
Una ragazza mora si avvicinò al corpo del nuovo venuto,
studiandolo.
“oho! Blaise, abbiamo un problema” disse rivolta al
ragazzo di colore seduto alle sue spalle.
Zabini spostò lo sguardo dal volto del “caso di
studio di Pansy” all’inguine
“no Pansy. Direi che abbiamo un grosso problema. Draco
ricomponiti, siediti e spiegaci!”
Il biondo prese posto a fianco dell’amico, Pansy di fronte a
sé. Aprì bocca per dire qualcosa ma ne
uscì solo un verso rauco. La ragazza prese la parola
“c’è solo na cosa che può
ridurre Draco così”
e Blaise aggiunse “oltre a un nuovo paio di mutande
firmate” e insieme annuirono: “Harry
Potter!”
A sentire quel nome Draco trasalì “si vede
così tanto?”
“nooo” risposero ironicamente i due amici
accennando alle sue parti basse.
Al che il biondo aggiuse: “stava andando in bagno e ci siamo
scontrati e –diavolo!- avete visto com’è
diventato? Non che prima fosse da scartare, tutt’altro, ma
adesso…una vera e propria bomba”
Pansy e Blaise sapevano da tempo dei sentimenti del loro compagno e non
si stupirono delle sue parole.
“Sai che devi fare giusto? Consideando anche il fatto che
è forse l’ultimo anno in cui ne avrai
l’occasione” disse Blaise rivolgendosi serio al
Malfoy.
“sì! Prenderelo per le spalle e sbatter-”
“No! Cioè sì, anche, ma no! Non
è quello che devi fare”
“giusto!” continuò Pansy “con
il Lord fuori dalle scatole, i tuoi che se ne sbattono, troppo felici
che lui sia morto, hai campo libero baby!”
“si certo” il biondo rise amaramente
“campo libero! Basta non considerare che tutta Hogwarts gli
va dietro peggio che a una svendita di capi firmati, ma soprattutto il
piccolo ma facilmente trascurabile dettaglio che sono anni che ci
stiamo caldamente sulle palle e non proprio nel senso appagante del
termine…io sono la sua nemesi, ricordate??”
Pansy scosse svogliatamente la mano in sua direzione
“dettagli!
1) quando mai a te, Draco Lucius Malfoy, proccupa la concorrenza? In
genere sei TU la concorrenza!
2) ripeto, sei un Malfoy! Provaci-seduci-conquista!
Ma soprattutto, chi ti ha detto che vi odiate? Prima era solo una
questione di fazioni nemiche e mangiamorte, ma
adesso…”
Dopo cinque minuti di silenzio (in cui evidentemente Draco
cominciò a ragionare più con le sue parti basse
che con il cervello) il ragazzo si convinse.
“Avete ragione! Tempo massimo un mese e Harry Potter
cadrà ai miei piedi” e finalmente le sue labbra si
arricciarono a formare il solito ghigno.
A PRESTO CON IL SECONDO CAPITOLO! Vorrei ringraziare la mia beta Debby per tutto quello che fa per me! Inoltre ringrazio tutti coloro che hanno recensito, aggiunto ai preferiti e anche solamente letto la fic. Grazie e buona lettura! |