Be my king
Erano le nove di
mattina
e
Dearche e Hayate erano sedute in un bar, il tavolino che avevano scelto
quella
mattina era il più appartato del locale. La sera prima
Dearche l'aveva
chiamata, chiedendole di vedersi il mattino dopo lì. La cosa
che aveva convinto
la mora ad accettare di vederla a quell'ora presto era stato il tono
della
ragazza, il quale le sembrava dispiaciuto e, in un certo senso anche
speranzoso.
"Allora, cosa dovevi
dirmi
di tanto importante?" le chiese Hayate, una volta arrivate le loro
ordinazioni.
"Come saprai, sono
l'unica
erede di una catena internazionale di alberghi. Tra due mesi
compirò diciotto
anni, e per quella data mia madre vuole trovarmi un fiancé;
possibilmente di
buona famiglia, con senso degli affari e con un attività
avviata magari."
Hayate la guardò con un sopracciglio alzato, senza capire a
cosa volesse
alludere l'inglese.
"Cosa centro io in
tutto
ciò?" Dearche sospirò, sorseggiando il the mentre
la guardava.
"Beh, mi sembra che
tu
abbia
fiuto per gli affari, ed inoltre hai da poco aperto un altra libreria
in città.
- lo sguardo confuso di Hayate per poco non la fece sospirare di nuovo
-
Hayate, ti sto chiedendo se vuoi diventare la mia fidanzata" La ragazza
dagli occhi blu la guardò incredula, assimilando
ciò che Dearche le aveva
detto. Dearche Kings Claudia, miliardaria inglese, definita da lei miss
perfidia, le aveva appena chiesto di diventare la sua fidanzata.
"H-Ho capito bene?
Vuoi
che
io... diventi la tua fiancé?" Hayate la guardava insicura,
sperando di non
aver frainteso le sue parole.
Dearche
annuì, leggermente rossa
in viso: "Beh, preferirei passare il resto della vita con te, invece
che
con qualcuno scelto da mia madre. Come ho notato nell'ultimo mese, non
sei
l'idiota che tenti di far credere a tutti. Inoltre..." L'inglese si
zittì,
diventando ancora più rossa e la mora ridacchiò
tra se e se, pensando che fosse
carina.
"E poi cosa, mio re?"
le chiese, con un sorriso leggermente malizioso in viso. La ragazza
distolse lo
sguardo da Hayate, cercando di trovare le parole giuste per dire
ciò che
pensava, prima di riuscire a dire:
"Trovo la tua
compagnia
gradevole, e penso che... che tu mi piaccia. Molto" Dopo quell'ultima
parola, le guancie di Dearche erano diventate rosse ed aveva abbassato
lo
sguardo, iniziando a guardare il suo the.
Hayate era davvero,
in
quel
momento, la sua unica ancora di salvezza dall'inferno che la madre le
stava
prospettando; inoltre, non sarebbe riuscita a sopportare l'idea di non
vedere
la mora per tutto quel tempo.
"Si, accetto di
diventare la
tua fiancé, Dearche" Il sorriso felice di Dearche le
scaldò il cuore, e si
avvicinò leggermente per darle un leggero bacio sulle
labbra, prendendola per
mano. Era strano come quel semplice contatto servisse a rassicurare
entrambe.
L'inglese la
guardò, cercando di
trovare le parole giuste, prima di sganciare la bomba: "Mia madre
arriverà
la prossima settimana, e probabilmente dopo che le darò la
notizia vorrà
incontrarti." Hayate annuì ascoltandola, mentre
mangiucchiava un biscotto.
Una volta che
finirono
di fare
colazione, la mora le chiese se voleva andare un po' a casa sua per
farle
compagnia, dato che gli altri erano a lavoro.
Hayate chiuse la
porta
dietro di
se, dirigendosi in camera sua, seguita da Dearche. Si sedettero sul
letto, parlando
del più e del meno, fino a quando la giapponese non
allungò la mano per
accarezzarle la guancia.
"Sai... anche se la
tua
richiesta non veniva esattamente dal cuore... Grazie. Mi hai resa
felice e
spero di non deluderti. Non mi importa ciò che
dirà tua madre, io rimarrò
sempre al tuo fianco"
"Sei una stupida,
Hayate" mormorò Dearche, mentre l'altra si avvicinava a lei,
sorridente.
"Tua. Per sempre" le
rispose, prima di baciarla, un bacio casto e dolce al quale seguirono
molti
altri; ogni volta che le loro labbra si rincontravano i loro baci
diventavano
sempre più passionali e desiderosi. Le mani di Hayate
iniziarono ad accarezzare
timidamente il corpo di Dearche, la quale non pensava minimamente a
fermarla.
Non era la prima volta che andavano oltre i baci, ma non avevano mai
fatto
nulla che superasse i preliminari.
Quando fece per
toglierle la
camicia la guardò incerta sul da farsi, continuando quando
notò il cenno di
assenso che fece con la testa. Aveva immaginato svariate volte il corpo
della
ragazza, ma ora era imbarazzata a guardarla e si riscosse solo quando
Dearche
le disse: "Idiota... Non eri tu quella che mi spiavi nello
spogliatoio?" quella frase, detta per farla riscuotere, la fece
ridacchiare, e le rispose a fior di labbra.
"Non mi sembra che ti
dispiacesse farti osservare, mio re" La zittì con un bacio
prima che
potesse rispondere, facendola mugolare lamentosamente prima che le
scappasse un
mugolio di piacere per la mano di Hayate sul suo seno. Quando la mora
si staccò
la guardò in viso: non aveva mai visto l'inglese
così rossa e così imbarazzata;
ai suoi occhi quel rossore la rendeva solo più tenera ed
attraente. Scese con i
baci, decisa a farla finalmente sua.
Hayate guardò Dearche appisolata
al suo fianco, accarezzandole i capelli. Non riusciva ancora a credere
che
avevano fatto l'amore e che l'inglese si fosse finalmente lasciata
andare con
lei; osservandola in quel momento, sapeva di avere uno stupido sorriso
in viso,
ma non poteva farne a meno. "Ti amo, stupida inglese"
mormorò tra se
e se Hayate, scostandole dal viso una ciocca di capelli, anche se
sapeva che
stava dormendo. Sarebbe rimasta tutta la vita a guardare
quell'espressione
pacifica e tranquilla che raramente l'inglese mostrava in pubblico e
che aveva
visto solo poche volte sul suo viso. Hayate sospirò, prima
di chiudere gli
occhi e iniziare ad appisolarsi anche lei.
Ecco l'atteso (?) nuovo capitolo di School Days, incentrato su
Dearche e Hayate. Spero che vi sia piaciuto ^^ alla prossima UwU
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