Ragazze mi dispiace tantissimo per
l'imperdonabile ritardo....spero mi possiate perdonare!
Vi lascio questo capitolo, spero che vi piaccia (almeno un pochetto)....
Non so quando potrò postare ancora....alla prossima!
Sara
Una
gita culturale (prima parte)
Quella
mattina Hero venne svegliata dalla luce fastidiosa del sole che
filtrava dalle consumate ante di legno di quella vecchia scuola.
Scostò le coperte poco pesanti per scoprire due gambe
bianche e magre, scese dal letto avvicinandosi piano a quello della sua
compagna di stanza.
Sam dormiva profondamente, ancora vestita. I capelli erano arruffati e
ancora bagnati sul cuscino e la signorina non aveva nemmeno avuto il
buon senso di infilarsi sotto la trapunta.
"Sam, alzati" le disse passandole una mano sulla spalla. La
mora storse il naso infastidita voltandosi dall'altra parte.
"Lasciamo dormire, è domenica!"
"Ma almeno vai sotto le coperte..."
"NO!" ormai aveva capito che parlare con Sam a quell'ora del mattino
era inutile.
Hero andò in bagno trascinando i piedi e una volta dentro vi
ci si chiuse, le ci voleva una bella doccia.
Si spogliò in fretta per poi rifiugiarsi sotto al caldo
getto d'acqua che inondava la cabina ripensando a casa.
Le mancava terribilmente la sua New York, William, tutto.
Cercava di non pensarci troppo spesso, insomma prima o poi avrebbe
dovuto cavarsela da sola ma ancora non si sentiva pronta e in quella
scuola sembrava che nessuno volesse darle una mano.
Si, Sam era sua amica ma di una persona che conosci da due giorni di
quanto ti puoi fidare?
Inoltre l'unico appuntamento che aveva ricevuto da quando era li si era
risolto con un'enorme, colossale, buca!
Non che le fosse dispiaciuto lasciare Tom e Sam da soli...ma, nel
profondo, il fatto che Bill avesse deciso di non andare le dava
fastidio.
Lei aveva fatto uno sforzo, si era preparata ed era disposta ad andare
anche se non ne aveva voglia, mentre lui aveva abilmente schivato
l'uscita a quattro e tanti saluti.
Dopotutto cosa poteva aspettarsi da un ragazzo come lui, abituato ad
avere 10 ragazzine che ti seguono bisbigliando per i corridoi? Niente!
Non riusciava a spiegarsi come tutta la scuola lo definisse un ragazzo
sensibile e altruista, lei dietro a quella massa di capelli scuri non
vedeva altro che un ragazzo che cerca di fare l'uomo.
Era a dir poco fastidioso aver puntato addosso quello sguardo di chi la
sa lunga, di chi si crede migliore degli altri. Era ufficiale, Bill non
le piaceva!
Uscì dalla doccia, si mise un asciugamano addosso e
passò una mano sullo specchio appannato fissando la sua
immagine riflessa quando qualcuno bussò alla porta.
"Hero, apri devo fare pipì!" disse Sam dall'altra parte. Non
appena aprì la porta Sam entrò senza tanti
complimenti e si sedette sul water.
"Oh, grazie me la stavo facendo sotto".
"Allora" cominciò l'altra "Com'è andata ieri
sera?" chiese.
"Bene, bene, come al solito" strano, Hero pensava che a quella domanda
Sam sarebbe partita in quarta raccontandole ogni particolare della
serata tanto agognata con Tom invece sembrava che quasi non ne volesse
parlare.
"Strano!" commentò quindi dando voce ai suoi pensieri
"C'è forse qualcosa che mi sono persa? Ieri pomeriggio non
aspettavi altro che l'appuntamento con Tom..."
"Non so che dirti Hero" disse la mora tirando lo sciaquone
"è stata una serata uguale alle altre. Ci siamo divertiti,
come sempre, non c'è molto da dire"
"Ma non sembrai molto felice, o sbaglio?" assieme raggiunsero la loro
camera e, mentre Hero era intanta a vestirsi, l'altra la osservava
seduta a gambe incrociate sul letto.
"Mannò, sono felice solo che sono tanto stanca!" ammise
portandosi una mano alla bocca per coprire lo sbadiglio che era nato su
quelle labbra.
"Si vede, non ti sei nemmeno tolta il costume!" disse Hero insicando la
striscia del costume rosa che faceva capolino sulla scapola che la
maglietta troppo striminzita di Sam non copriva.
"Eh si, adesso mi faccio una bella doccia anche io. E poi oggi ti
faccio fare un bel giro della scuola, così conosci un po' di
gente".
"Allora" disse Sam alzando lo sguardo verso il cielo plumbeo di quella
giornata d'autunno "Cosa ti va di fare?"
"Non lo so" rispose l'altra "L'altro giorno mi sono persa in
biblioteca, fai tu. Non conosco niente qui!" vide Sam annuire.
"Direi di cominciare dalla sala comune, li ci si ritrova un po'
tutti...ci sono divani, una macchinatta del caffè e l'unica
televisione della scuola. Insomma è l'unica stanza
dell'edificio che ti ricorda che siamo nel ventunesimo secolo!" sorrise
a quell'affermazione. A Hero non dispiaceva affatto rinunciare a
televisione e altre comodità, trovava il "clima" della
scuola assolutamente appropiato e quasi affascinante.
Assieme si diressero alla sala comune sotto lo sguardo non molto
amichevole di qualche ragazza che incrociavano per i corridoi.
"Oh, lasciale perdere" commentò Sam lanciando uno sguardo di
sfida a un gruppetto di ragazzine che sghignazzavano indicandole "Sono
solo invidiose di te!"
"Di me?" chiese stupida la bionda.
"Certo...a quest'ora anche i muri sapranno che Bill ti ha chiesto di
uscire!" ah, molto bene!!! "Non te ne devi meravigliare, qui non
c'è altro da fare, la gente adora spettagolare...soprattutto
le persone che non hanno una vita loro!" cercò di
rassicurarla.
Nel giro di una decina di minuti arrivarono. Hero pensò che
quella era la stanza più grande che avesse mai visto in vita
sua.
Le pareti erano di libri, degli scaffali di legno scuro a due piani
ricoporivano le vecchie mura.
Al centro della stanza dei divani di pelle verde scura e lei aveva
contato almeno quattro camini.
Era abbastanza affollata, la maggior parte degli studenti attorinava il
grande schermo della televisione al plasma. Il fatto che stessero
guardando il telegiornale la stupì non poco.
"Oh, cazzo!" la voce di Sam la riportò alla
realtà.
"Che c'è?" chiese voltandosi verso la mora.
"C'è Tom!!!" disse indicando una figura che si stava
avvicinando a loro.
"Qual'è il problema, scusa?"
"Oh, Hero non sai proprio niente allora...mai, e dico MAI, incontrare
il tuo compagno di giochi il giorno dopo!"
"E perchè?" chiese la bionda sospirando, c'erano troppo
regole per i suoi gusti!
"Te lo spiego un'altra volta" riuscì a dire l'altra prima
che Tom si avvicinasse troppo.
"Buongiorno!" disse sorridendo alle nuove venute.
"Ciao!" risposero assieme.
"Cosa ci fanno due belle ragazze qui a quest'ora?" si poteva essere
più insulsi?
"Sto facendo fare un giro della scuola a Hero!" rispose Sam mentre
salutava da lontano una ragazza dai capelli fastidiosamente rossi che,
dal fondo della sala sventolava le braccia per attirare l'attenzione.
"Oh, bene!" si avvicinò alla mora passandole un braccio
attorno alla vita "Perchè non lasciamo questo compito
ingrato al mio adorato fratellino?" chiese.
Hero sbarrò gli occhi e, posizionandosi dietro a Tom,
cominciò a fare di no con la testa -No, Sam NO!!!!-
pensò.
"Ma veramente Tom, non so..." disse l'interpellata.
"Dai" le passò un indice sulla guancia liscia
"Così noi due stiamo un po' soli, che ne dici?"
"Si, ma tuo fratello non è qui. Prima che tu lo
avverta sarà già l'ora di pranzo!"
cercò una scusa.
"Dai, Bill è in camera...andiamo assieme a chiamarlo!" dire
di no a quegli occhioni era troppo difficile.
"O,ok" disse Sam mentre da sopra la spalla del ragazzo aveva visto
distintamente Hero passarsi entrambe le mani sul viso irritato.
C'era voluto poco tempo per raggiungere la camera dei gemelli, troppo
poco perchè Hero riuscisse a trovare una scusa plausibile
per svignarsela.
Tom stava già bussando alla porta da un po' quando un Bill
abbastanza irritato mostrò il suo bel visino alla strana
compagnia.
"Che cazzo vuoi TOM?" disse il moro appoggiandosi stancamente allo
stipite della porta.
"Ohi, non vedi che ci sono due donzelle, modera i termini!" Bill
sbuffò sonoramente indugiando lo sguardo sulle ragazze.
"Bene, quindi...dai non ho tempo da perdere"
"Io e Sam vogliamo farci un giro" disse Tom mettendo un braccio sulle
spalle della ragazza "Ma non vogliamo lasciare Mary tutta sola. Te la
affidiamo, mi raccomando fate i bravi bambini!" si stava già
incamminando dalla parte opposta quando Bill lo prese per il polso
costringendolo a voltarsi.
"Non se ne parla nemmeno, da quando in qua devo fare il baby sitter???"
era incazzato nero.
"Dai Bill, ti chiedo solo questo favore..."
"Oh ma che palle, ok!"
"Lo sapevo che non potevi dirmi no!" disse il rasta sorridendo "Adesso
noi andiamo" prese Sam a braccietto e si allontanarono assieme.
Hero era a disagio, con tutte le persone di quella scuola doveva
trascorrere la giornata con l'unica che non sopportava?
"Senti, anche a me non va di passare la giornata con te quindi...se ti
fa comodo dirò a Tom che sei stato una guida coi contro
fiocchi...Ciao!" disse la ragazza che già stava per
tornarsene nella sua camera.
"Non dire cazzate...entra dai!" Bill le fece segno di entrare nella sua
stanza spostandosi dalla porta "Non voglio averti sulla coscienza
ragazzina!"
Non commentò l'ultima frase, ne tanto meno quel "ragazzina"
che tanto le aveva dato fastidio. Fece semplicemente quello che gli era
stato detto di fare, entrò nella camera dei gemelli sezna
fiatare.
Era un po' in disordine, i vestiti giacevano alla rinfusa per tutta la
stanza ma la scrivania era abbastanza ordinata, una fila di
libri ne delineava il contorno.
"Stavo leggendo" disse Bill recuperando il libro aperto sul suo letto e
risistemandolo assieme agli altri.
"A quanto pare lo fai spesso" commentò Hero.
"E tu come fai a saperlo?"
"L'unica volta che ci siamo incontrati è stato in
biblioteca, stavi leggendo!" disse la bionda.
"Ah, giusto!" si sedette sul letto incrociando la gambe magre, mentre
lei rimaneva ferma nel bel mezzo della stanza con le braccia incrociate
al petto.
"Puoi anche sederti!" le disse allora attirando la sua attenzione "Mi
metti ansia se rimani li impalata!"
"Sto bene così" quella ragazza era davvero
strana,così diversa dalle altre.
"Fai come vuoi Mary!" si sdraiò sul materasso mattendo le
braccia dietro alla testa.
"Non mi chiamo Mary!!!"
"Ma è così che ti chiamerò!" aggiunse
sicuro e strafottente.
"Sei così maledettamente irritante che mi
tratterrò dal dire cosa penso veramente di te!" si
avvicinò alla porta e infine disse "E adesso se non hai
altro da aggiungere me ne vado!" sul viso del ragazzo comparve un
sorriso sghembo, sembrava quasi che gli piacesse sentire la
verità sul suo conto, sapere quello che REALMENTE pensava di
lui la gente.
"Oh Mary, lungi da me impedirti di esprimerti...sentiamo, voglio sapere
tutto quello che pensi di me!" se fino ad allora dividere una piccola
stanza con lui era stato difficile ora respirare la sua stessa aria era
diventato impossibile per Hero.
All'apparenza era un ragazzo bellissimo, sembrava quasi dolce quando
sorrideva perso nei suoi pensieri, invece quando apriva bocca si
trasformava in uno stronzo di prima categoria. Fu proprio questa ultima
riflessione che convinse Hero, non si voleva trattenere, ogni barlume
di educazione era eclissato nello stesso momento in cui Bill le aveva
rivolto uno sguardo di pura sfida.
Prese aria, incamerandola nei polmoni e vomitò un fiume di
parole che da troppo tempo si ostinava a celare dentro di se.
"Sei una persona orribile, giochi con le persone, le fai soffrire solo
per il puro piacere di farlo e il bello è che invece di
essere punito tutti ti venerano idealizzandoti come ragazzo perfetto.
Tu non sei la perfezione fatta a persona Bill, tu sei un mostro! Hai
l'assurda capacità di mettere in soggezione le persone,
invece di usare questa tua caratteristica in modo positivo ci giochi e
basta e quelli che paghiamo siamo noi...non temere comunque, quando un
giorno te ne starai tutto solo e tutti i tuoi amici ti avranno
abbandonato allora sarò io a ridere di te!!!" spietata,
crudele e terribilmente sincera. Tutto quello che aveva detto lo
sentiva veramente, pensava veramente che Bill fosse un mostro e non si
era risparimata nemmeno una sillaba per farglielo capire.
Lui, del resto era rimasto impassibile come se non gli desse
minimamente fastidio sentirsi dire che era una persona orribile...come
se fosse una rutine per lui.
Si alzò dal letto parandosi di fronte alla ragazza che lo
fissava mentre il sangue gli si gelava nelle vene.
"Bene" disse lui fermandosi a pochi centimetri dal suo viso "Ti sei
sfogata?" era tutto li? Cioè lei era stata terribilmente
maleducata e a lui non interessava??? Ma come era possibile?
"S.si" rispose titubante sbattendo nervosamente le palpebre.
"Mi fa piacere" si voltò di nuovo verso il letto e prese la
giacca nera che giaceva ai piedi del materasso infilandosela con un
gesto fluido e unico "Adesso possiamo andare a fare questo benedetto
giro" girò su se stesso finendo di allacciarsi i bottoni
dell'uniforme "Sempre se vuoi farti vedere per i corridoi con un mostro
mia cara Mary...."
Tom aveva portato Sam nel parco, anche se fuori minacciava di piovere a
lui non importava, voleva stare solo con lei senza nessun elemento di
disturbo nei paraggi.
Avevano percorso assieme il lungo viale alberato che portava a una
collinetta proprio dietro alla scuola, lì, sapeva di una
panchina ogni tanto andava li a pensare.
Quando arrivarono la mora si sedette senza dire una parola e Tom non
potè fare a meno di guardarla mentre estendeva il suo
sguardo sul paesaggio verde e rigoglioso.
"La smetti di fissarmi!" disse Sam scocciata voltandosi verso di lui
"Mi da fastidio e lo sai!"
"Si!" ammise il rasta abbassando lo sguardo colpevole.
"Tom, perchè mi hai portata qui? Pensavo che fosse un altro
il tuo piano!"decisa, doveva essere così con lui ormai
l'aveva capito da tempo.
"Volveo solo passare un po' di tempo con te...non ho altri scopi...."
Sam si voltò stupita a guardarlo per l'ennesima volta,
quello non era Tom.
"E' successo qualcosa?" gli chiese mentre lui tornava a guardare i
prati verdi davanti a loro.
"No, non volevo rimanere solo oggi..."
"Perchè?" chiese curiosa.
Tom abbassò la testa sorridendo "Se te lo dico dopo devo
ucciderti!" una battutina smentita subito dall'espressione triste che
aveva stampata in faccia.
Sam gli prese una mano intrecciando le lunghe dita di lui con le sue,
Tom alzò lo sguardo verso di lei all'istante rispecchiando
gli iridi castani in quelli scuri e sinceri di Samantha.
"Se c'è qualcosa di cui vuoi parlare io ci sono, se vuoi
rimanere così in silenzio va bene lo stesso...."dov'era
finita la ragazza decisa a non lasciarsi andare?
Era scomparsa nello stesso momento in cui aveva visto scorrere lungo la
guancia destra di Tom una lacrima amara...
Quella mattina Hero venne svegliata dalla luce fastidiosa del sole che
filtrava dalle consumate ante di legno di quella vecchia scuola.
Scostò le coperte poco pesanti per scoprire due gambe
bianche e magre, scese dal letto avvicinandosi piano a quello della sua
compagna di stanza.
Sam dormiva profondamente, ancora vestita. I capelli erano arruffati e
ancora bagnati sul cuscino e la signorina non aveva nemmeno avuto il
buon senso di infilarsi sotto la trapunta.
"Sam, alzati" le disse passandole una mano sulla spalla. La
mora storse il naso infastidita voltandosi dall'altra parte.
"Lasciamo dormire, è domenica!"
"Ma almeno vai sotto le coperte..."
"NO!" ormai aveva capito che parlare con Sam a quell'ora del mattino
era inutile.
Hero andò in bagno trascinando i piedi e una volta dentro vi
ci si chiuse, le ci voleva una bella doccia.
Si spogliò in fretta per poi rifiugiarsi sotto al caldo
getto d'acqua che inondava la cabina ripensando a casa.
Le mancava terribilmente la sua New York, William, tutto.
Cercava di non pensarci troppo spesso, insomma prima o poi avrebbe
dovuto cavarsela da sola ma ancora non si sentiva pronta e in quella
scuola sembrava che nessuno volesse darle una mano.
Si, Sam era sua amica ma di una persona che conosci da due giorni di
quanto ti puoi fidare?
Inoltre l'unico appuntamento che aveva ricevuto da quando era li si era
risolto con un'enorme, colossale, buca!
Non che le fosse dispiaciuto lasciare Tom e Sam da soli...ma, nel
profondo, il fatto che Bill avesse deciso di non andare le dava
fastidio.
Lei aveva fatto uno sforzo, si era preparata ed era disposta ad andare
anche se non ne aveva voglia, mentre lui aveva abilmente schivato
l'uscita a quattro e tanti saluti.
Dopotutto cosa poteva aspettarsi da un ragazzo come lui, abituato ad
avere 10 ragazzine che ti seguono bisbigliando per i corridoi? Niente!
Non riusciava a spiegarsi come tutta la scuola lo definisse un ragazzo
sensibile e altruista, lei dietro a quella massa di capelli scuri non
vedeva altro che un ragazzo che cerca di fare l'uomo.
Era a dir poco fastidioso aver puntato addosso quello sguardo di chi la
sa lunga, di chi si crede migliore degli altri. Era ufficiale, Bill non
le piaceva!
Uscì dalla doccia, si mise un asciugamano addosso e
passò una mano sullo specchio appannato fissando la sua
immagine riflessa quando qualcuno bussò alla porta.
"Hero, apri devo fare pipì!" disse Sam dall'altra parte. Non
appena aprì la porta Sam entrò senza tanti
complimenti e si sedette sul water.
"Oh, grazie me la stavo facendo sotto".
"Allora" cominciò l'altra "Com'è andata ieri
sera?" chiese.
"Bene, bene, come al solito" strano, Hero pensava che a quella domanda
Sam sarebbe partita in quarta raccontandole ogni particolare della
serata tanto agognata con Tom invece sembrava che quasi non ne volesse
parlare.
"Strano!" commentò quindi dando voce ai suoi pensieri
"C'è forse qualcosa che mi sono persa? Ieri pomeriggio non
aspettavi altro che l'appuntamento con Tom..."
"Non so che dirti Hero" disse la mora tirando lo sciaquone
"è stata una serata uguale alle altre. Ci siamo divertiti,
come sempre, non c'è molto da dire"
"Ma non sembrai molto felice, o sbaglio?" assieme raggiunsero la loro
camera e, mentre Hero era intanta a vestirsi, l'altra la osservava
seduta a gambe incrociate sul letto.
"Mannò, sono felice solo che sono tanto stanca!" ammise
portandosi una mano alla bocca per coprire lo sbadiglio che era nato su
quelle labbra.
"Si vede, non ti sei nemmeno tolta il costume!" disse Hero insicando la
striscia del costume rosa che faceva capolino sulla scapola che la
maglietta troppo striminzita di Sam non copriva.
"Eh si, adesso mi faccio una bella doccia anche io. E poi oggi ti
faccio fare un bel giro della scuola, così conosci un po' di
gente".
"Allora" disse Sam alzando lo sguardo verso il cielo plumbeo di quella
giornata d'autunno "Cosa ti va di fare?"
"Non lo so" rispose l'altra "L'altro giorno mi sono persa in
biblioteca, fai tu. Non conosco niente qui!" vide Sam annuire.
"Direi di cominciare dalla sala comune, li ci si ritrova un po'
tutti...ci sono divani, una macchinatta del caffè e l'unica
televisione della scuola. Insomma è l'unica stanza
dell'edificio che ti ricorda che siamo nel ventunesimo secolo!" sorrise
a quell'affermazione. A Hero non dispiaceva affatto rinunciare a
televisione e altre comodità, trovava il "clima" della
scuola assolutamente appropiato e quasi affascinante.
Assieme si diressero alla sala comune sotto lo sguardo non molto
amichevole di qualche ragazza che incrociavano per i corridoi.
"Oh, lasciale perdere" commentò Sam lanciando uno sguardo di
sfida a un gruppetto di ragazzine che sghignazzavano indicandole "Sono
solo invidiose di te!"
"Di me?" chiese stupida la bionda.
"Certo...a quest'ora anche i muri sapranno che Bill ti ha chiesto di
uscire!" ah, molto bene!!! "Non te ne devi meravigliare, qui non
c'è altro da fare, la gente adora spettagolare...soprattutto
le persone che non hanno una vita loro!" cercò di
rassicurarla.
Nel giro di una decina di minuti arrivarono. Hero pensò che
quella era la stanza più grande che avesse mai visto in vita
sua.
Le pareti erano di libri, degli scaffali di legno scuro a due piani
ricoporivano le vecchie mura.
Al centro della stanza dei divani di pelle verde scura e lei aveva
contato almeno quattro camini.
Era abbastanza affollata, la maggior parte degli studenti attorinava il
grande schermo della televisione al plasma. Il fatto che stessero
guardando il telegiornale la stupì non poco.
"Oh, cazzo!" la voce di Sam la riportò alla
realtà.
"Che c'è?" chiese voltandosi verso la mora.
"C'è Tom!!!" disse indicando una figura che si stava
avvicinando a loro.
"Qual'è il problema, scusa?"
"Oh, Hero non sai proprio niente allora...mai, e dico MAI, incontrare
il tuo compagno di giochi il giorno dopo!"
"E perchè?" chiese la bionda sospirando, c'erano troppo
regole per i suoi gusti!
"Te lo spiego un'altra volta" riuscì a dire l'altra prima
che Tom si avvicinasse troppo.
"Buongiorno!" disse sorridendo alle nuove venute.
"Ciao!" risposero assieme.
"Cosa ci fanno due belle ragazze qui a quest'ora?" si poteva essere
più insulsi?
"Sto facendo fare un giro della scuola a Hero!" rispose Sam mentre
salutava da lontano una ragazza dai capelli fastidiosamente rossi che,
dal fondo della sala sventolava le braccia per attirare l'attenzione.
"Oh, bene!" si avvicinò alla mora passandole un braccio
attorno alla vita "Perchè non lasciamo questo compito
ingrato al mio adorato fratellino?" chiese.
Hero sbarrò gli occhi e, posizionandosi dietro a Tom,
cominciò a fare di no con la testa -No, Sam NO!!!!-
pensò.
"Ma veramente Tom, non so..." disse l'interpellata.
"Dai" le passò un indice sulla guancia liscia
"Così noi due stiamo un po' soli, che ne dici?"
"Si, ma tuo fratello non è qui. Prima che tu lo
avverta sarà già l'ora di pranzo!"
cercò una scusa.
"Dai, Bill è in camera...andiamo assieme a chiamarlo!" dire
di no a quegli occhioni era troppo difficile.
"O,ok" disse Sam mentre da sopra la spalla del ragazzo aveva visto
distintamente Hero passarsi entrambe le mani sul viso irritato.
C'era voluto poco tempo per raggiungere la camera dei gemelli, troppo
poco perchè Hero riuscisse a trovare una scusa plausibile
per svignarsela.
Tom stava già bussando alla porta da un po' quando un Bill
abbastanza irritato mostrò il suo bel visino alla strana
compagnia.
"Che cazzo vuoi TOM?" disse il moro appoggiandosi stancamente allo
stipite della porta.
"Ohi, non vedi che ci sono due donzelle, modera i termini!" Bill
sbuffò sonoramente indugiando lo sguardo sulle ragazze.
"Bene, quindi...dai non ho tempo da perdere"
"Io e Sam vogliamo farci un giro" disse Tom mettendo un braccio sulle
spalle della ragazza "Ma non vogliamo lasciare Mary tutta sola. Te la
affidiamo, mi raccomando fate i bravi bambini!" si stava già
incamminando dalla parte opposta quando Bill lo prese per il polso
costringendolo a voltarsi.
"Non se ne parla nemmeno, da quando in qua devo fare il baby sitter???"
era incazzato nero.
"Dai Bill, ti chiedo solo questo favore..."
"Oh ma che palle, ok!"
"Lo sapevo che non potevi dirmi no!" disse il rasta sorridendo "Adesso
noi andiamo" prese Sam a braccietto e si allontanarono assieme.
Hero era a disagio, con tutte le persone di quella scuola doveva
trascorrere la giornata con l'unica che non sopportava?
"Senti, anche a me non va di passare la giornata con te quindi...se ti
fa comodo dirò a Tom che sei stato una guida coi contro
fiocchi...Ciao!" disse la ragazza che già stava per
tornarsene nella sua camera.
"Non dire cazzate...entra dai!" Bill le fece segno di entrare nella sua
stanza spostandosi dalla porta "Non voglio averti sulla coscienza
ragazzina!"
Non commentò l'ultima frase, ne tanto meno quel "ragazzina"
che tanto le aveva dato fastidio. Fece semplicemente quello che gli era
stato detto di fare, entrò nella camera dei gemelli sezna
fiatare.
Era un po' in disordine, i vestiti giacevano alla rinfusa per tutta la
stanza ma la scrivania era abbastanza ordinata, una fila di
libri ne delineava il contorno.
"Stavo leggendo" disse Bill recuperando il libro aperto sul suo letto e
risistemandolo assieme agli altri.
"A quanto pare lo fai spesso" commentò Hero.
"E tu come fai a saperlo?"
"L'unica volta che ci siamo incontrati è stato in
biblioteca, stavi leggendo!" disse la bionda.
"Ah, giusto!" si sedette sul letto incrociando la gambe magre, mentre
lei rimaneva ferma nel bel mezzo della stanza con le braccia incrociate
al petto.
"Puoi anche sederti!" le disse allora attirando la sua attenzione "Mi
metti ansia se rimani li impalata!"
"Sto bene così" quella ragazza era davvero
strana,così diversa dalle altre.
"Fai come vuoi Mary!" si sdraiò sul materasso mattendo le
braccia dietro alla testa.
"Non mi chiamo Mary!!!"
"Ma è così che ti chiamerò!" aggiunse
sicuro e strafottente.
"Sei così maledettamente irritante che mi
tratterrò dal dire cosa penso veramente di te!" si
avvicinò alla porta e infine disse "E adesso se non hai
altro da aggiungere me ne vado!" sul viso del ragazzo comparve un
sorriso sghembo, sembrava quasi che gli piacesse sentire la
verità sul suo conto, sapere quello che REALMENTE pensava di
lui la gente.
"Oh Mary, lungi da me impedirti di esprimerti...sentiamo, voglio sapere
tutto quello che pensi di me!" se fino ad allora dividere una piccola
stanza con lui era stato difficile ora respirare la sua stessa aria era
diventato impossibile per Hero.
All'apparenza era un ragazzo bellissimo, sembrava quasi dolce quando
sorrideva perso nei suoi pensieri, invece quando apriva bocca si
trasformava in uno stronzo di prima categoria. Fu proprio questa ultima
riflessione che convinse Hero, non si voleva trattenere, ogni barlume
di educazione era eclissato nello stesso momento in cui Bill le aveva
rivolto uno sguardo di pura sfida.
Prese aria, incamerandola nei polmoni e vomitò un fiume di
parole che da troppo tempo si ostinava a celare dentro di se.
"Sei una persona orribile, giochi con le persone, le fai soffrire solo
per il puro piacere di farlo e il bello è che invece di
essere punito tutti ti venerano idealizzandoti come ragazzo perfetto.
Tu non sei la perfezione fatta a persona Bill, tu sei un mostro! Hai
l'assurda capacità di mettere in soggezione le persone,
invece di usare questa tua caratteristica in modo positivo ci giochi e
basta e quelli che paghiamo siamo noi...non temere comunque, quando un
giorno te ne starai tutto solo e tutti i tuoi amici ti avranno
abbandonato allora sarò io a ridere di te!!!" spietata,
crudele e terribilmente sincera. Tutto quello che aveva detto lo
sentiva veramente, pensava veramente che Bill fosse un mostro e non si
era risparimata nemmeno una sillaba per farglielo capire.
Lui, del resto era rimasto impassibile come se non gli desse
minimamente fastidio sentirsi dire che era una persona orribile...come
se fosse una rutine per lui.
Si alzò dal letto parandosi di fronte alla ragazza che lo
fissava mentre il sangue gli si gelava nelle vene.
"Bene" disse lui fermandosi a pochi centimetri dal suo viso "Ti sei
sfogata?" era tutto li? Cioè lei era stata terribilmente
maleducata e a lui non interessava??? Ma come era possibile?
"S.si" rispose titubante sbattendo nervosamente le palpebre.
"Mi fa piacere" si voltò di nuovo verso il letto e prese la
giacca nera che giaceva ai piedi del materasso infilandosela con un
gesto fluido e unico "Adesso possiamo andare a fare questo benedetto
giro" girò su se stesso finendo di allacciarsi i bottoni
dell'uniforme "Sempre se vuoi farti vedere per i corridoi con un mostro
mia cara Mary...."
Tom aveva portato Sam nel parco, anche se fuori minacciava di piovere a
lui non importava, voleva stare solo con lei senza nessun elemento di
disturbo nei paraggi.
Avevano percorso assieme il lungo viale alberato che portava a una
collinetta proprio dietro alla scuola, lì, sapeva di una
panchina ogni tanto andava li a pensare.
Quando arrivarono la mora si sedette senza dire una parola e Tom non
potè fare a meno di guardarla mentre estendeva il suo
sguardo sul paesaggio verde e rigoglioso.
"La smetti di fissarmi!" disse Sam scocciata voltandosi verso di lui
"Mi da fastidio e lo sai!"
"Si!" ammise il rasta abbassando lo sguardo colpevole.
"Tom, perchè mi hai portata qui? Pensavo che fosse un altro
il tuo piano!"decisa, doveva essere così con lui ormai
l'aveva capito da tempo.
"Volveo solo passare un po' di tempo con te...non ho altri scopi...."
Sam si voltò stupita a guardarlo per l'ennesima volta,
quello non era Tom.
"E' successo qualcosa?" gli chiese mentre lui tornava a guardare i
prati verdi davanti a loro.
"No, non volevo rimanere solo oggi..."
"Perchè?" chiese curiosa.
Tom abbassò la testa sorridendo "Se te lo dico dopo devo
ucciderti!" una battutina smentita subito dall'espressione triste che
aveva stampata in faccia.
Sam gli prese una mano intrecciando le lunghe dita di lui con le sue,
Tom alzò lo sguardo verso di lei all'istante rispecchiando
gli iridi castani in quelli scuri e sinceri di Samantha.
"Se c'è qualcosa di cui vuoi parlare io ci sono, se vuoi
rimanere così in silenzio va bene lo stesso...."dov'era
finita la ragazza decisa a non lasciarsi andare?
Era scomparsa nello stesso momento in cui aveva visto scorrere lungo la
guancia destra di Tom una lacrima amara...
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