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Autore: Sarakey    08/09/2008    10 recensioni
Le piccole ampolle di profumo, ormai completamente evaporato, che riempivano gli scaffali di un armadio a muro. Era l'unica cosa che le rimaneva di sua madre, quella, una piccola collezione di essenze profumate che sapevano di casa. "Non ti vedo particolarmente ansiosa di partire" una ragazza bionda si voltò verso la porta. Strinse le spalle magre abbozzando un sorriso forzato. "Mi dispiace lasciare qui tutte le mie vecchie cose!" ammise nostalgica. "Hero, sei grande ormai! Hai 16 anni e io sono troppo vecchio per stare dietro a una ragazzina!" disse l'uomo entrando nella stanza. "Lo so William, lo so!" lo vide avvicinarsi per poi avvolgerla in un caldo abbraccio. Lui era l'unica persona che le era stata sempre accanto fin da quando era nata. L'unico che in fondo era stato in gradi di capire le sue paure e i suoi disagi. "Ho promesso ai tuoi genitori che mi sarei preso cura di te, e in questi anni ho cercato di fare del mio meglio Hero ma, capisci anche tu che hai bisogno di un'istruzione come si deve, vero?" una domanda superflua. Certo che lo sapeva, conosceva alla perfezione il volere dei suoi genitori, morti ancor prima che lei riuscisse a parlare. Desideravano il meglio per la loro unica figlia, un'istruzione con i contro fiocchi in un College Inglese molto rinomato che offriva a tutti gli iscritti le credenziali necessarie per entrare a far parte in un mondo fatto per pochi, un mondo d'elite.
Genere: Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ragazze mi dispiace tantissimo per l'imperdonabile ritardo....spero mi possiate perdonare!
Vi lascio questo capitolo, spero che vi piaccia (almeno un pochetto)....
Non so quando potrò postare ancora....alla prossima!
Sara


Una gita culturale (prima parte)


Quella mattina Hero venne svegliata dalla luce fastidiosa del sole che filtrava dalle consumate ante di legno di quella vecchia scuola.
Scostò le coperte poco pesanti per scoprire due gambe bianche e magre, scese dal letto avvicinandosi piano a quello della sua compagna di stanza.
Sam dormiva profondamente, ancora vestita. I capelli erano arruffati e ancora bagnati sul cuscino e la signorina non aveva nemmeno avuto il buon senso di infilarsi sotto la trapunta.
"Sam, alzati" le disse passandole una mano sulla spalla. La  mora storse il naso infastidita voltandosi dall'altra parte.
"Lasciamo dormire, è domenica!"
"Ma almeno vai sotto le coperte..."
"NO!" ormai aveva capito che parlare con Sam a quell'ora del mattino era inutile.
Hero andò in bagno trascinando i piedi e una volta dentro vi ci si chiuse, le ci voleva una bella doccia.
Si spogliò in fretta per poi rifiugiarsi sotto al caldo getto d'acqua che inondava la cabina ripensando a casa.
Le mancava terribilmente la sua New York, William, tutto. 
Cercava di non pensarci troppo spesso, insomma prima o poi avrebbe dovuto cavarsela da sola ma ancora non si sentiva pronta e in quella scuola sembrava che nessuno volesse darle una mano.
Si, Sam era sua amica ma di una persona che conosci da due giorni di quanto ti puoi fidare?
Inoltre l'unico appuntamento che aveva ricevuto da quando era li si era risolto con un'enorme, colossale, buca!
Non che le fosse dispiaciuto lasciare Tom e Sam da soli...ma, nel profondo, il fatto che Bill avesse deciso di non andare le dava fastidio.
Lei aveva fatto uno sforzo, si era preparata ed era disposta ad andare anche se non ne aveva voglia, mentre lui aveva abilmente schivato l'uscita a quattro e tanti saluti.
Dopotutto cosa poteva aspettarsi da un ragazzo come lui, abituato ad avere 10 ragazzine che ti seguono bisbigliando per i corridoi? Niente!
Non riusciava a spiegarsi come tutta la scuola lo definisse un ragazzo sensibile e altruista, lei dietro a quella massa di capelli scuri non vedeva altro che un ragazzo che cerca di fare l'uomo.
Era a dir poco fastidioso aver puntato addosso quello sguardo di chi la sa lunga, di chi si crede migliore degli altri. Era ufficiale, Bill non le piaceva!
Uscì dalla doccia, si mise un asciugamano addosso e passò una mano sullo specchio appannato fissando la sua immagine riflessa quando qualcuno bussò alla porta.
"Hero, apri devo fare pipì!" disse Sam dall'altra parte. Non appena aprì la porta Sam entrò senza tanti complimenti e si sedette sul water.
"Oh, grazie me la stavo facendo sotto".
"Allora" cominciò l'altra "Com'è andata ieri sera?" chiese.
"Bene, bene, come al solito" strano, Hero pensava che a quella domanda Sam sarebbe partita in quarta raccontandole ogni particolare della serata tanto agognata con Tom invece sembrava che quasi non ne volesse parlare.
"Strano!" commentò quindi dando voce ai suoi pensieri "C'è forse qualcosa che mi sono persa? Ieri pomeriggio non aspettavi altro che l'appuntamento con Tom..."
"Non so che dirti Hero" disse la mora tirando lo sciaquone "è stata una serata uguale alle altre. Ci siamo divertiti, come sempre, non c'è molto da dire"
"Ma non sembrai molto felice, o sbaglio?" assieme raggiunsero la loro camera e, mentre Hero era intanta a vestirsi, l'altra la osservava seduta a gambe incrociate sul letto.
"Mannò, sono felice solo che sono tanto stanca!" ammise portandosi una mano alla bocca per coprire lo sbadiglio che era nato su quelle labbra.
"Si vede, non ti sei nemmeno tolta il costume!" disse Hero insicando la striscia del costume rosa che faceva capolino sulla scapola che la maglietta troppo striminzita di Sam non copriva.
"Eh si, adesso mi faccio una bella doccia anche io. E poi oggi ti faccio fare un bel giro della scuola, così conosci un po' di gente".


"Allora" disse Sam alzando lo sguardo verso il cielo plumbeo di quella giornata d'autunno "Cosa ti va di fare?"
"Non lo so" rispose l'altra "L'altro giorno mi sono persa in biblioteca, fai tu. Non conosco niente qui!" vide Sam annuire.
"Direi di cominciare dalla sala comune, li ci si ritrova un po' tutti...ci sono divani, una macchinatta del caffè e l'unica televisione della scuola. Insomma è l'unica stanza dell'edificio che ti ricorda che siamo nel ventunesimo secolo!" sorrise a quell'affermazione. A Hero non dispiaceva affatto rinunciare a televisione e altre comodità, trovava il "clima" della scuola assolutamente appropiato e quasi affascinante.
Assieme si diressero alla sala comune sotto lo sguardo non molto amichevole di qualche ragazza che incrociavano per i corridoi.
"Oh, lasciale perdere" commentò Sam lanciando uno sguardo di sfida a un gruppetto di ragazzine che sghignazzavano indicandole "Sono solo invidiose di te!"
"Di me?" chiese stupida la bionda.
"Certo...a quest'ora anche i muri sapranno che Bill ti ha chiesto di uscire!" ah, molto bene!!! "Non te ne devi meravigliare, qui non c'è altro da fare, la gente adora spettagolare...soprattutto le persone che non hanno una vita loro!" cercò di rassicurarla.
Nel giro di una decina di minuti arrivarono. Hero pensò che quella era la stanza più grande che avesse mai visto in vita sua.
Le pareti erano di libri, degli scaffali di legno scuro a due piani ricoporivano le vecchie mura.
Al centro della stanza dei divani di pelle verde scura e lei aveva contato almeno quattro camini.
Era abbastanza affollata, la maggior parte degli studenti attorinava il grande schermo della televisione al plasma. Il fatto che stessero guardando il telegiornale la stupì non poco.
"Oh, cazzo!" la voce di Sam la riportò alla realtà.
"Che c'è?" chiese voltandosi verso la mora.
"C'è Tom!!!" disse indicando una figura che si stava avvicinando a loro.
"Qual'è il problema, scusa?"
"Oh, Hero non sai proprio niente allora...mai, e dico MAI, incontrare il tuo compagno di giochi il giorno dopo!"
"E perchè?" chiese la bionda sospirando, c'erano troppo regole per i suoi gusti!
"Te lo spiego un'altra volta" riuscì a dire l'altra prima che Tom si avvicinasse troppo.
"Buongiorno!" disse sorridendo alle nuove venute.
"Ciao!" risposero assieme.
"Cosa ci fanno due belle ragazze qui a quest'ora?" si poteva essere più insulsi?
"Sto facendo fare un giro della scuola a Hero!" rispose Sam mentre salutava da lontano una ragazza dai capelli fastidiosamente rossi che, dal fondo della sala sventolava le braccia per attirare l'attenzione.
"Oh, bene!" si avvicinò alla mora passandole un braccio attorno alla vita "Perchè non lasciamo questo compito ingrato al mio adorato fratellino?" chiese.
Hero sbarrò gli occhi e, posizionandosi dietro a Tom, cominciò a fare di no con la testa -No, Sam NO!!!!- pensò.
"Ma veramente Tom, non so..." disse l'interpellata.
"Dai" le passò un indice sulla guancia liscia "Così noi due stiamo un po' soli, che ne dici?"
"Si, ma tuo fratello non è qui. Prima che  tu lo avverta sarà già l'ora di pranzo!" cercò una scusa.
"Dai, Bill è in camera...andiamo assieme a chiamarlo!" dire di no a quegli occhioni era troppo difficile.
"O,ok" disse Sam mentre da sopra la spalla del ragazzo aveva visto distintamente Hero passarsi entrambe le mani sul viso irritato.

C'era voluto poco tempo per raggiungere la camera dei gemelli, troppo poco perchè Hero riuscisse a trovare una scusa plausibile per svignarsela.
Tom stava già bussando alla porta da un po' quando un Bill abbastanza irritato mostrò il suo bel visino alla strana compagnia.
"Che cazzo vuoi TOM?" disse il moro appoggiandosi stancamente allo stipite della porta.
"Ohi, non vedi che ci sono due donzelle, modera i termini!" Bill sbuffò sonoramente indugiando lo sguardo sulle ragazze.
"Bene, quindi...dai non ho tempo da perdere"
"Io e Sam vogliamo farci un giro" disse Tom mettendo un braccio sulle spalle della ragazza "Ma non vogliamo lasciare Mary tutta sola. Te la affidiamo, mi raccomando fate i bravi bambini!" si stava già incamminando dalla parte opposta quando Bill lo prese per il polso costringendolo a voltarsi.
"Non se ne parla nemmeno, da quando in qua devo fare il baby sitter???" era incazzato nero.
"Dai Bill, ti chiedo solo questo favore..."
"Oh ma che palle, ok!"
"Lo sapevo che non potevi dirmi no!" disse il rasta sorridendo "Adesso noi andiamo" prese Sam a braccietto e si allontanarono assieme.
Hero era a disagio, con tutte le persone di quella scuola doveva trascorrere la giornata con l'unica che non sopportava?
"Senti, anche a me non va di passare la giornata con te quindi...se ti fa comodo dirò a Tom che sei stato una guida coi contro fiocchi...Ciao!" disse la ragazza che già stava per tornarsene nella sua camera.
"Non dire cazzate...entra dai!" Bill le fece segno di entrare nella sua stanza spostandosi dalla porta "Non voglio averti sulla coscienza ragazzina!"
Non commentò l'ultima frase, ne tanto meno quel "ragazzina" che tanto le aveva dato fastidio. Fece semplicemente quello che gli era stato detto di fare, entrò nella camera dei gemelli sezna fiatare.
Era un po' in disordine, i vestiti giacevano alla rinfusa per tutta la stanza  ma la scrivania era abbastanza ordinata, una fila di libri ne delineava il contorno.
"Stavo leggendo" disse Bill recuperando il libro aperto sul suo letto e risistemandolo assieme agli altri.
"A quanto pare lo fai spesso" commentò Hero.
"E tu come fai a saperlo?"
"L'unica volta che ci siamo incontrati è stato in biblioteca, stavi leggendo!" disse la bionda.
"Ah, giusto!" si sedette sul letto incrociando la gambe magre, mentre lei rimaneva ferma nel bel mezzo della stanza con le braccia incrociate al petto.
"Puoi anche sederti!" le disse allora attirando la sua attenzione "Mi metti ansia se rimani li impalata!"
"Sto bene così" quella ragazza era davvero strana,così diversa dalle altre.
"Fai come vuoi Mary!" si sdraiò sul materasso mattendo le braccia dietro alla testa.
"Non mi chiamo Mary!!!"
"Ma è così che ti chiamerò!" aggiunse sicuro e strafottente.
"Sei così  maledettamente irritante che mi tratterrò dal dire cosa penso veramente di te!" si avvicinò alla porta e infine disse "E adesso se non hai altro da aggiungere me ne vado!" sul viso del ragazzo comparve un sorriso sghembo, sembrava quasi che gli piacesse sentire la verità sul suo conto, sapere quello che REALMENTE pensava di lui la gente.
"Oh Mary, lungi da me impedirti di esprimerti...sentiamo, voglio sapere tutto quello che pensi di me!" se fino ad allora dividere una piccola stanza con lui era stato difficile ora respirare la sua stessa aria era diventato impossibile per Hero.
All'apparenza era un ragazzo bellissimo, sembrava quasi dolce quando sorrideva perso nei suoi pensieri, invece quando apriva bocca si trasformava in uno stronzo di prima categoria. Fu proprio questa ultima riflessione che convinse Hero, non si voleva trattenere, ogni barlume di educazione era eclissato nello stesso momento in cui Bill le aveva rivolto uno sguardo di pura sfida.
Prese aria, incamerandola nei polmoni e vomitò un fiume di parole che da troppo tempo si ostinava a celare dentro di se.
"Sei una persona orribile, giochi con le persone, le fai soffrire solo per il puro piacere di farlo e il bello è che invece di essere punito tutti ti venerano idealizzandoti come ragazzo perfetto. Tu non sei la perfezione fatta a persona Bill, tu sei un mostro! Hai l'assurda capacità di mettere in soggezione le persone, invece di usare questa tua caratteristica in modo positivo ci giochi e basta e quelli che paghiamo siamo noi...non temere comunque, quando un giorno te ne starai tutto solo e tutti i tuoi amici ti avranno abbandonato allora sarò io a ridere di te!!!" spietata, crudele e terribilmente sincera. Tutto quello che aveva detto lo sentiva veramente, pensava veramente che Bill fosse un mostro e non si era risparimata nemmeno una sillaba per farglielo capire.
Lui, del resto era rimasto impassibile come se non gli desse minimamente fastidio sentirsi dire che era una persona orribile...come se fosse una rutine per lui.
Si alzò dal letto parandosi di fronte alla ragazza che lo fissava mentre il sangue gli si gelava nelle vene.
"Bene" disse lui fermandosi a pochi centimetri dal suo viso "Ti sei sfogata?" era tutto li? Cioè lei era stata terribilmente maleducata e a lui non interessava??? Ma come era possibile?
"S.si" rispose titubante sbattendo nervosamente le palpebre.
"Mi fa piacere" si voltò di nuovo verso il letto e prese la giacca nera che giaceva ai piedi del materasso infilandosela con un gesto fluido e unico "Adesso possiamo andare a fare questo benedetto giro" girò su se stesso finendo di allacciarsi i bottoni dell'uniforme "Sempre se vuoi farti vedere per i corridoi con un mostro mia cara Mary...."


Tom aveva portato Sam nel parco, anche se fuori minacciava di piovere a lui non importava, voleva stare solo con lei senza nessun elemento di disturbo nei paraggi.
Avevano percorso assieme il lungo viale alberato che portava a una collinetta proprio dietro alla scuola, lì, sapeva di una panchina ogni tanto andava li a pensare.
Quando arrivarono la mora si sedette senza dire una parola e Tom non potè fare a meno di guardarla mentre estendeva il suo sguardo sul paesaggio verde e rigoglioso.
"La smetti di fissarmi!" disse Sam scocciata voltandosi verso di lui "Mi da fastidio e lo sai!"
"Si!" ammise il rasta  abbassando lo sguardo colpevole.
"Tom, perchè mi hai portata qui? Pensavo che fosse un altro il tuo piano!"decisa, doveva essere così con lui ormai l'aveva capito da tempo.
"Volveo solo passare un po' di tempo con te...non ho altri scopi...." Sam si voltò stupita a guardarlo per l'ennesima volta, quello non era Tom.
"E' successo qualcosa?" gli chiese mentre lui tornava a guardare i prati verdi davanti a loro.
"No, non volevo rimanere solo oggi..."
"Perchè?" chiese curiosa.
Tom abbassò la testa sorridendo "Se te lo dico dopo devo ucciderti!" una battutina smentita subito dall'espressione triste che aveva stampata in faccia.
Sam gli prese una mano intrecciando le lunghe dita di lui con le sue, Tom alzò lo sguardo verso di lei all'istante rispecchiando gli iridi castani in quelli scuri e sinceri di Samantha.
"Se c'è qualcosa di cui vuoi parlare io ci sono, se vuoi rimanere così in silenzio va bene lo stesso...."dov'era finita la ragazza decisa a non lasciarsi andare?
Era scomparsa nello stesso momento in cui aveva visto scorrere lungo la guancia destra di Tom una lacrima amara...








Quella mattina Hero venne svegliata dalla luce fastidiosa del sole che filtrava dalle consumate ante di legno di quella vecchia scuola.
Scostò le coperte poco pesanti per scoprire due gambe bianche e magre, scese dal letto avvicinandosi piano a quello della sua compagna di stanza.
Sam dormiva profondamente, ancora vestita. I capelli erano arruffati e ancora bagnati sul cuscino e la signorina non aveva nemmeno avuto il buon senso di infilarsi sotto la trapunta.
"Sam, alzati" le disse passandole una mano sulla spalla. La  mora storse il naso infastidita voltandosi dall'altra parte.
"Lasciamo dormire, è domenica!"
"Ma almeno vai sotto le coperte..."
"NO!" ormai aveva capito che parlare con Sam a quell'ora del mattino era inutile.
Hero andò in bagno trascinando i piedi e una volta dentro vi ci si chiuse, le ci voleva una bella doccia.
Si spogliò in fretta per poi rifiugiarsi sotto al caldo getto d'acqua che inondava la cabina ripensando a casa.
Le mancava terribilmente la sua New York, William, tutto. 
Cercava di non pensarci troppo spesso, insomma prima o poi avrebbe dovuto cavarsela da sola ma ancora non si sentiva pronta e in quella scuola sembrava che nessuno volesse darle una mano.
Si, Sam era sua amica ma di una persona che conosci da due giorni di quanto ti puoi fidare?
Inoltre l'unico appuntamento che aveva ricevuto da quando era li si era risolto con un'enorme, colossale, buca!
Non che le fosse dispiaciuto lasciare Tom e Sam da soli...ma, nel profondo, il fatto che Bill avesse deciso di non andare le dava fastidio.
Lei aveva fatto uno sforzo, si era preparata ed era disposta ad andare anche se non ne aveva voglia, mentre lui aveva abilmente schivato l'uscita a quattro e tanti saluti.
Dopotutto cosa poteva aspettarsi da un ragazzo come lui, abituato ad avere 10 ragazzine che ti seguono bisbigliando per i corridoi? Niente!
Non riusciava a spiegarsi come tutta la scuola lo definisse un ragazzo sensibile e altruista, lei dietro a quella massa di capelli scuri non vedeva altro che un ragazzo che cerca di fare l'uomo.
Era a dir poco fastidioso aver puntato addosso quello sguardo di chi la sa lunga, di chi si crede migliore degli altri. Era ufficiale, Bill non le piaceva!
Uscì dalla doccia, si mise un asciugamano addosso e passò una mano sullo specchio appannato fissando la sua immagine riflessa quando qualcuno bussò alla porta.
"Hero, apri devo fare pipì!" disse Sam dall'altra parte. Non appena aprì la porta Sam entrò senza tanti complimenti e si sedette sul water.
"Oh, grazie me la stavo facendo sotto".
"Allora" cominciò l'altra "Com'è andata ieri sera?" chiese.
"Bene, bene, come al solito" strano, Hero pensava che a quella domanda Sam sarebbe partita in quarta raccontandole ogni particolare della serata tanto agognata con Tom invece sembrava che quasi non ne volesse parlare.
"Strano!" commentò quindi dando voce ai suoi pensieri "C'è forse qualcosa che mi sono persa? Ieri pomeriggio non aspettavi altro che l'appuntamento con Tom..."
"Non so che dirti Hero" disse la mora tirando lo sciaquone "è stata una serata uguale alle altre. Ci siamo divertiti, come sempre, non c'è molto da dire"
"Ma non sembrai molto felice, o sbaglio?" assieme raggiunsero la loro camera e, mentre Hero era intanta a vestirsi, l'altra la osservava seduta a gambe incrociate sul letto.
"Mannò, sono felice solo che sono tanto stanca!" ammise portandosi una mano alla bocca per coprire lo sbadiglio che era nato su quelle labbra.
"Si vede, non ti sei nemmeno tolta il costume!" disse Hero insicando la striscia del costume rosa che faceva capolino sulla scapola che la maglietta troppo striminzita di Sam non copriva.
"Eh si, adesso mi faccio una bella doccia anche io. E poi oggi ti faccio fare un bel giro della scuola, così conosci un po' di gente".


"Allora" disse Sam alzando lo sguardo verso il cielo plumbeo di quella giornata d'autunno "Cosa ti va di fare?"
"Non lo so" rispose l'altra "L'altro giorno mi sono persa in biblioteca, fai tu. Non conosco niente qui!" vide Sam annuire.
"Direi di cominciare dalla sala comune, li ci si ritrova un po' tutti...ci sono divani, una macchinatta del caffè e l'unica televisione della scuola. Insomma è l'unica stanza dell'edificio che ti ricorda che siamo nel ventunesimo secolo!" sorrise a quell'affermazione. A Hero non dispiaceva affatto rinunciare a televisione e altre comodità, trovava il "clima" della scuola assolutamente appropiato e quasi affascinante.
Assieme si diressero alla sala comune sotto lo sguardo non molto amichevole di qualche ragazza che incrociavano per i corridoi.
"Oh, lasciale perdere" commentò Sam lanciando uno sguardo di sfida a un gruppetto di ragazzine che sghignazzavano indicandole "Sono solo invidiose di te!"
"Di me?" chiese stupida la bionda.
"Certo...a quest'ora anche i muri sapranno che Bill ti ha chiesto di uscire!" ah, molto bene!!! "Non te ne devi meravigliare, qui non c'è altro da fare, la gente adora spettagolare...soprattutto le persone che non hanno una vita loro!" cercò di rassicurarla.
Nel giro di una decina di minuti arrivarono. Hero pensò che quella era la stanza più grande che avesse mai visto in vita sua.
Le pareti erano di libri, degli scaffali di legno scuro a due piani ricoporivano le vecchie mura.
Al centro della stanza dei divani di pelle verde scura e lei aveva contato almeno quattro camini.
Era abbastanza affollata, la maggior parte degli studenti attorinava il grande schermo della televisione al plasma. Il fatto che stessero guardando il telegiornale la stupì non poco.
"Oh, cazzo!" la voce di Sam la riportò alla realtà.
"Che c'è?" chiese voltandosi verso la mora.
"C'è Tom!!!" disse indicando una figura che si stava avvicinando a loro.
"Qual'è il problema, scusa?"
"Oh, Hero non sai proprio niente allora...mai, e dico MAI, incontrare il tuo compagno di giochi il giorno dopo!"
"E perchè?" chiese la bionda sospirando, c'erano troppo regole per i suoi gusti!
"Te lo spiego un'altra volta" riuscì a dire l'altra prima che Tom si avvicinasse troppo.
"Buongiorno!" disse sorridendo alle nuove venute.
"Ciao!" risposero assieme.
"Cosa ci fanno due belle ragazze qui a quest'ora?" si poteva essere più insulsi?
"Sto facendo fare un giro della scuola a Hero!" rispose Sam mentre salutava da lontano una ragazza dai capelli fastidiosamente rossi che, dal fondo della sala sventolava le braccia per attirare l'attenzione.
"Oh, bene!" si avvicinò alla mora passandole un braccio attorno alla vita "Perchè non lasciamo questo compito ingrato al mio adorato fratellino?" chiese.
Hero sbarrò gli occhi e, posizionandosi dietro a Tom, cominciò a fare di no con la testa -No, Sam NO!!!!- pensò.
"Ma veramente Tom, non so..." disse l'interpellata.
"Dai" le passò un indice sulla guancia liscia "Così noi due stiamo un po' soli, che ne dici?"
"Si, ma tuo fratello non è qui. Prima che  tu lo avverta sarà già l'ora di pranzo!" cercò una scusa.
"Dai, Bill è in camera...andiamo assieme a chiamarlo!" dire di no a quegli occhioni era troppo difficile.
"O,ok" disse Sam mentre da sopra la spalla del ragazzo aveva visto distintamente Hero passarsi entrambe le mani sul viso irritato.

C'era voluto poco tempo per raggiungere la camera dei gemelli, troppo poco perchè Hero riuscisse a trovare una scusa plausibile per svignarsela.
Tom stava già bussando alla porta da un po' quando un Bill abbastanza irritato mostrò il suo bel visino alla strana compagnia.
"Che cazzo vuoi TOM?" disse il moro appoggiandosi stancamente allo stipite della porta.
"Ohi, non vedi che ci sono due donzelle, modera i termini!" Bill sbuffò sonoramente indugiando lo sguardo sulle ragazze.
"Bene, quindi...dai non ho tempo da perdere"
"Io e Sam vogliamo farci un giro" disse Tom mettendo un braccio sulle spalle della ragazza "Ma non vogliamo lasciare Mary tutta sola. Te la affidiamo, mi raccomando fate i bravi bambini!" si stava già incamminando dalla parte opposta quando Bill lo prese per il polso costringendolo a voltarsi.
"Non se ne parla nemmeno, da quando in qua devo fare il baby sitter???" era incazzato nero.
"Dai Bill, ti chiedo solo questo favore..."
"Oh ma che palle, ok!"
"Lo sapevo che non potevi dirmi no!" disse il rasta sorridendo "Adesso noi andiamo" prese Sam a braccietto e si allontanarono assieme.
Hero era a disagio, con tutte le persone di quella scuola doveva trascorrere la giornata con l'unica che non sopportava?
"Senti, anche a me non va di passare la giornata con te quindi...se ti fa comodo dirò a Tom che sei stato una guida coi contro fiocchi...Ciao!" disse la ragazza che già stava per tornarsene nella sua camera.
"Non dire cazzate...entra dai!" Bill le fece segno di entrare nella sua stanza spostandosi dalla porta "Non voglio averti sulla coscienza ragazzina!"
Non commentò l'ultima frase, ne tanto meno quel "ragazzina" che tanto le aveva dato fastidio. Fece semplicemente quello che gli era stato detto di fare, entrò nella camera dei gemelli sezna fiatare.
Era un po' in disordine, i vestiti giacevano alla rinfusa per tutta la stanza  ma la scrivania era abbastanza ordinata, una fila di libri ne delineava il contorno.
"Stavo leggendo" disse Bill recuperando il libro aperto sul suo letto e risistemandolo assieme agli altri.
"A quanto pare lo fai spesso" commentò Hero.
"E tu come fai a saperlo?"
"L'unica volta che ci siamo incontrati è stato in biblioteca, stavi leggendo!" disse la bionda.
"Ah, giusto!" si sedette sul letto incrociando la gambe magre, mentre lei rimaneva ferma nel bel mezzo della stanza con le braccia incrociate al petto.
"Puoi anche sederti!" le disse allora attirando la sua attenzione "Mi metti ansia se rimani li impalata!"
"Sto bene così" quella ragazza era davvero strana,così diversa dalle altre.
"Fai come vuoi Mary!" si sdraiò sul materasso mattendo le braccia dietro alla testa.
"Non mi chiamo Mary!!!"
"Ma è così che ti chiamerò!" aggiunse sicuro e strafottente.
"Sei così  maledettamente irritante che mi tratterrò dal dire cosa penso veramente di te!" si avvicinò alla porta e infine disse "E adesso se non hai altro da aggiungere me ne vado!" sul viso del ragazzo comparve un sorriso sghembo, sembrava quasi che gli piacesse sentire la verità sul suo conto, sapere quello che REALMENTE pensava di lui la gente.
"Oh Mary, lungi da me impedirti di esprimerti...sentiamo, voglio sapere tutto quello che pensi di me!" se fino ad allora dividere una piccola stanza con lui era stato difficile ora respirare la sua stessa aria era diventato impossibile per Hero.
All'apparenza era un ragazzo bellissimo, sembrava quasi dolce quando sorrideva perso nei suoi pensieri, invece quando apriva bocca si trasformava in uno stronzo di prima categoria. Fu proprio questa ultima riflessione che convinse Hero, non si voleva trattenere, ogni barlume di educazione era eclissato nello stesso momento in cui Bill le aveva rivolto uno sguardo di pura sfida.
Prese aria, incamerandola nei polmoni e vomitò un fiume di parole che da troppo tempo si ostinava a celare dentro di se.
"Sei una persona orribile, giochi con le persone, le fai soffrire solo per il puro piacere di farlo e il bello è che invece di essere punito tutti ti venerano idealizzandoti come ragazzo perfetto. Tu non sei la perfezione fatta a persona Bill, tu sei un mostro! Hai l'assurda capacità di mettere in soggezione le persone, invece di usare questa tua caratteristica in modo positivo ci giochi e basta e quelli che paghiamo siamo noi...non temere comunque, quando un giorno te ne starai tutto solo e tutti i tuoi amici ti avranno abbandonato allora sarò io a ridere di te!!!" spietata, crudele e terribilmente sincera. Tutto quello che aveva detto lo sentiva veramente, pensava veramente che Bill fosse un mostro e non si era risparimata nemmeno una sillaba per farglielo capire.
Lui, del resto era rimasto impassibile come se non gli desse minimamente fastidio sentirsi dire che era una persona orribile...come se fosse una rutine per lui.
Si alzò dal letto parandosi di fronte alla ragazza che lo fissava mentre il sangue gli si gelava nelle vene.
"Bene" disse lui fermandosi a pochi centimetri dal suo viso "Ti sei sfogata?" era tutto li? Cioè lei era stata terribilmente maleducata e a lui non interessava??? Ma come era possibile?
"S.si" rispose titubante sbattendo nervosamente le palpebre.
"Mi fa piacere" si voltò di nuovo verso il letto e prese la giacca nera che giaceva ai piedi del materasso infilandosela con un gesto fluido e unico "Adesso possiamo andare a fare questo benedetto giro" girò su se stesso finendo di allacciarsi i bottoni dell'uniforme "Sempre se vuoi farti vedere per i corridoi con un mostro mia cara Mary...."


Tom aveva portato Sam nel parco, anche se fuori minacciava di piovere a lui non importava, voleva stare solo con lei senza nessun elemento di disturbo nei paraggi.
Avevano percorso assieme il lungo viale alberato che portava a una collinetta proprio dietro alla scuola, lì, sapeva di una panchina ogni tanto andava li a pensare.
Quando arrivarono la mora si sedette senza dire una parola e Tom non potè fare a meno di guardarla mentre estendeva il suo sguardo sul paesaggio verde e rigoglioso.
"La smetti di fissarmi!" disse Sam scocciata voltandosi verso di lui "Mi da fastidio e lo sai!"
"Si!" ammise il rasta  abbassando lo sguardo colpevole.
"Tom, perchè mi hai portata qui? Pensavo che fosse un altro il tuo piano!"decisa, doveva essere così con lui ormai l'aveva capito da tempo.
"Volveo solo passare un po' di tempo con te...non ho altri scopi...." Sam si voltò stupita a guardarlo per l'ennesima volta, quello non era Tom.
"E' successo qualcosa?" gli chiese mentre lui tornava a guardare i prati verdi davanti a loro.
"No, non volevo rimanere solo oggi..."
"Perchè?" chiese curiosa.
Tom abbassò la testa sorridendo "Se te lo dico dopo devo ucciderti!" una battutina smentita subito dall'espressione triste che aveva stampata in faccia.
Sam gli prese una mano intrecciando le lunghe dita di lui con le sue, Tom alzò lo sguardo verso di lei all'istante rispecchiando gli iridi castani in quelli scuri e sinceri di Samantha.
"Se c'è qualcosa di cui vuoi parlare io ci sono, se vuoi rimanere così in silenzio va bene lo stesso...."dov'era finita la ragazza decisa a non lasciarsi andare?
Era scomparsa nello stesso momento in cui aveva visto scorrere lungo la guancia destra di Tom una lacrima amara...



  
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