In punta di piedi nudi lungo il fiordo

di lunadelpassato
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Facile vendere tutto                                                                    (373 parole)


L’autrice si dissocia dalle affermazioni dei fratelli maggiori di Hans.
 
Hans recitava.
Era sempre stato bravo a interpretare i vari ruoli che lui stesso di attribuiva. Il suo sogno era quello di diventare un attore di teatro, di quelli che alla fine di uno spettacolo tornano a casa ricoperti di rose. Nessuno l’aveva mai preso sul serio.
I suoi dodici fratelli avevano sempre detto che recitare era una cosa da “ricchioni”. Hans non aveva mai scoperto cosa fossero, ma li immaginava comunque come uomini rigidi con strani baffetti all’insù e il riporto.
Il suo primo spettacolo? Quattro anni.
L’ultimo? Venti: pochi mesi prima.
Aveva smesso di recitare nel momento in cui si era ritrovato davanti ad Anna viva e vegeta con il cuore prima congelato sciolto dall’amore fraterno della sorella. L’unico suo sentimento vero fu stupore. Aveva sbagliato tutto, o forse…
Dopo aver recitato per tutta la vita il ruolo del buon principe azzurro aveva deciso di provare nella parte dell’antagonista, e di farlo lontano da casa, lontano dai suoi fratelli che lo canzonavano. Ad Arendelle.
Aveva confuso la vita reale con quella sul palcoscenico.
Il suo lavoro migliore era stato quando, davanti ad un Anna sempre più fredda, si era inventato sul momento (aveva improvvisato) quella storia assurda sul voler uccidere tutti e diventare il re di Arendelle.
Mai stato così realistico, pensava orgogliosamente ora dalla cella di isolamento in cui era richiuso. Se solo gli avessero insegnato a distinguere la realtà dalla finzione, se solo non avesse recitato per tutta la sua vita, sarebbe ormai diventato duca da tre mesi.
Invece aveva preso il caso di Anna come una sfida: fingere il vero amore. La cosa più difficile in assoluto da rappresentare così, orgoglioso, aveva dato sfogo a tutte le sue capacità.
Poi aveva scelto di diventare il cattivo. Amava la storia delle due sorelle, voleva lasciasse un segno nel tempo ma allo stesso tempo che finisse bene. In quella storia però mancava l’antagonista, così aveva deciso di sacrificarsi per trasformare una semplice storia in una fiaba.
Che fiaba sarebbe stata senza un malvagio?
Mentre veniva condotto alla corda si sentì orgoglioso. Per la prima volta aveva fatto la cosa giusta.
Anche lui si era sacrificato per amore.
Per amore dell’arte.













Ciao a tutti! Ecco Hans in tutta la sua "innocencza". Infatti ho voluto immaginare che la sua condotta derivi da un'educazione sbagliata, che lo porta a non riuscire a distinguere la realtà dalla sua immaginazione.




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