Tutto è lecito in Guerra, Tutto è lecito in Amore di KodochaLife (/viewuser.php?uid=733930)
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Capitolo 3
Sana si svegliò
al buio, cosa molto strana, in un'atmosfera immobile, ancora più
strano, e dopo aver aperto gli occhi scoprì di essere in una
foresta. Si stropicciò gli occhi e si guardò intorno
tranquilla nel buio della foresta...Aspettate un attimo: perchè
si trovava in una foresta!?
Sana cercò di far memoria, e ricordò di tutto quello che
era successo giorni prima, dalla proposta di matrimonio di Naozumi al
sangue, dall'ubriaco che la inseguiva agli occhi color ambra. Si, Sana
ricordava soprattutto quelli: l'avevano ipnotizzata, e le avevano
trafitto il cuore, come tante lame aguzze e taglienti che le
trapassavano quell'organo che le faceva provare tanti
sentimenti diversi. Quegli occhi tristi erano allo stesso tempo vuoti, e
questo l'aveva impressionata molto.
Stanca, cercò di alzarsi, ma solo allora notò il corpo di
un
ragazzo steso sopra le sue gambe. Il primo impulso fu di scalciare come
un bebè e urlare dalla paura, poi si calmò e fissò
il ragazzo: aveva più o meno la sua età, e
aveva un profondo taglio sul fianco che sanguinava. Molto probabilmente era
svenuto dal dolore. Spaventata, perchè la ferita poteva fare
infezione, ma anche sicura, dato che quel poco che ai suoi tempi si
sapeva sulla medicina l'aveva studiato,
prese il corpo del ragazzo in spalla e, sempre con le orecchie tese nel
caso arrivasse un nemico, cercò un rifugio sicuro.
Dopo aver camminato per un' ora era uscita dalla foresta, e dopo altre
due ore aveva trovato delle montagne, e tra queste una grotta riparata
dal freddo e quasi invisibile dall'esterno (per trovarla aveva dovuto
lasciare il corpo del ragazzo a terra, dato che era stanca morta, e
aveva dovuto fare una scalata incredibile prima senza e poi con
l'individuo sulle spalle, pensando ). Poggiò delicatamente
il corpo sul pavimento della caverna, e, trovando due legnetti, prese a
fare il fuoco come aveva imparato dagli amici poveri della sua
città.
Poi, una volta entrata e coperta l'entrata, strappò un lembo del suo vestito, che era soltanto
d'intralcio, e per di più era enorme e scomodo, e con quello fasciò
il fianco del ragazzo. Dopo si tolse quell'abito che sembrava un
macigno e rimase con la sottoveste, che era leggera, comoda e lunga
fino alle caviglie: era perfetta.Ora si poteva muovere comodamente.
-Gmpfn...gnmmm-
pensò Sana, e corse a prendere delle foglie fuori dalla caverna per alimentare il fuoco.
Dopo essere tornata, notò che il ragazzo si era svegliato, e
rimase come incantata alla sua vista: dai vestiti doveva essere arabo,
ma aveva i capelli biondi e il viso pallido. Per non parlare di quegli
occhi: erano quelli che aveva visto prima di svenire, color ambra, che
la trapassavano e scrutavano la sua anima.
-Ehm...ciao...tu capire mia lingua?-chiese Sana gesticolando. Il ragazzo non rispose, continuava a guardarla.
-Ci sei?????...- chiese di nuovo.
-Guarda che ti capisco -disse il ragazzo
-Aaaaaaaa, meno male!!! Ma lo sai che avevi una ferita molto profonda nel fianco! Come te la sei procurata!?-
-Come ti chiami?- chiese il ragazzo
-Ehm...Sana, ma mi puoi rispondere?-
-Io sono Akito. Ieri ti ho salvata da quel bastardo pervertito, che oltretutto era un lurido cristiano, come te-
-Quindi tu devi essere arabo...come sai la mia lingua?- e pensò
-Non ti interessa-
-Ok...senti, ti ringrazio per ieri, anche se io ero svenuta, ma perchè mi hai aiutata?-
-...-
-Ooooo, stai bene?-
Sana vide che il bendaggio era tutto bagnato, perciò
strappò un altro lembo del vestito e si diresse verso il
ragazzo, ma quando cercò di togliergli il vecchio bendaggio, una
mano la bloccò: il ragazzo l'aveva fermata e ora la guardava
negli occhi.
******************************************
Akito aprì gli occhi. Si trovava in una caverna, vicino al
fuoco, e una ragazza stava all'entrata e lo fissava. Era quella che era
svenuta il giorno prima.
-Ehm...ciao...tu capire mia lingua?- chiese la ragazza, ma lui era
troppo occupato nel guardarla per sentirla: era come l'aveva vista il
giorno prima, ma i suoi occhi, si, i suoi occhi color cioccolato
esprimevano la gioia di vivere, e questo l'aveva colpito in fondo al
cuore, che aveva preso a battere più forte.
-Ci sei?????...-
-Guarda che ti capisco- disse Akito, senza staccarle gli occhi di dosso.
-Aaaaaaaa, meno
male!!! Ma lo sai che avevi una ferita molto profonda nel fianco! Come
te la sei procurata!?- quella domanda non gli piaceva.
-Come ti chiami?- era troppo curioso, quella ragazza era strana.
-Ehm...Sana, ma mi puoi rispondere?- che nome strano, Sana, non l'aveva mai sentito.
-Io sono Akito.
Ieri ti ho salvata da quel bastardo pervertito, che oltretutto era un
cristiano, come te- Akito disprezzava i cristiani perchè la sua
vecchia famiglia lo era.
-Quindi tu devi essere arabo...come sai la mia lingua?- non voleva
rispondere: quella domanda faceva riaffiorare ricordi dolorosi.
-Non ti interessa-rispose gelido.
-Ok...senti, ti
ringrazio per ieri, anche se io ero svenuta, ma perchè mi hai
aiutata?-un dolore immenso travolse Akito, e una fitta gli venne nel
fianco.
.Ooooo, stai bene?- la ragazza corse a prendere un lembo di un
bellissimo vestito e si avvicinò ad Akito. Cercò di
togliergli il vecchio bendaggio, ma Akito la fermò, la
guardò negli occhi e le disse con voce sprezzante:
-Non mi toccare-
-Ma...ma...stai sanguinando, ti voglio aiutare! Dai lasciami ripagare il debito, dopotutto mi hai salvata!-
-No!-
-Ti prego!- quegli occhi che lo supplicavano, come il giorno prima,
scaldarono il cuore di Akito, che, freddo, acconsentì.
Sana gli cambiò il bendaggio e Akito si sentì meglio.
-Dimmi, Akito, cosa è successo a quel soldato?-
-L'ho ucciso- quella risposta suonava naturale, ma Sana si irrigidì.
-Co..co..cosa? L'hai ucciso? Ma come hai fatto?-
-Io sono un assassino- era sicuro di averla spaventata, ma lei rimase lì a guardarlo.
. E la tua famiglia? Dove sono?-
-Sono tutti morti, e sono felice per questo-
-Come fai a essere felice per la loro morte?-
-Loro mi odiavano perchè mia madre è morta dandomi alla
luce, e per questo anche io mi odio- Akito non avrebbe mai confessato
queste cose a una sconosciuta, ma anche se disprezzava quella ragazza
voleva vedere fino a che punto sarebbe arrivata.
-Ma non dovresti!-
-Tu non sai cosa significhi uccidere da quando si è nati, essere
chiamati "Figlio del Diavolo" da tua sorella fin da piccolo.
L'Accademia per me è stata come una famiglia arrivata in
ritardo, e sono devoto a loro. Per me la mia vecchia famiglia non
è mai esistita, e sai cosa è successo alla mia "sorella
biologica"? L'ho uccisa con le mie mani, e sono stato soddisfatto nel
vederla implorare, di supplicarmi come se fossi stato il suo dio...ma
la pietà in questo mondo non esiste, e anche se mi hai aiutato, ora che te l'ho detto, io ti dovrò uccidere.-
Sana lo guardò negli occhi, e notò che il ragazzo che
aveva davanti a sè aveva uno sguardo gelido e vuoto allo stesso
tempo, che le trapassava il petto e le entrava nelle membra. Provava
pietà per lui: era un ragazzo diventato adulto troppo presto.
-Cosa è l'Accademia?-
-Una società che addestra assassini-
-Ah, ma Akito, posso dirti una cosa?- cosa voleva adesso?
-Mmm, si-
-Io credo di volerti aiutare-
-Non credo proprio! Te...-
-Guarda che ti punzecchio il fianco! Girati e rispondimi!-
-Va bene- e si girò verso Sana.
-Allora uccidimi-
-Cosa!?-
-Uccidimi-
-Mai-
Akito spalancò gli occhi.
Ciaoooooooooo! Eccomi di
nuovo qui!!!!!!!!! Questo capitolo è più lungo, e volevo
dirvi che l'ultima frase di Sana non è come quella dell'anime, e
dato che non la ricordavo...l'ho più o meno modificata! Spero
che il capitolo vi sia piaciuto, bacioni!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Love<3
KodochaLife
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