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Autore: KodochaLife    01/09/2014    3 recensioni
E se Akito fosse un giovane assassino arabo ai tempi delle crociate e Sana una giovane dama in fuga verso la Terra Santa? Dalla storia:
-Tu non sai cosa significhi uccidere da quando si è nati, essere chiamati "Figlio del Diavolo" da tua sorella fin da piccolo. L'Accademia per me è stata come una famiglia arrivata in ritardo, e sono devoto a loro. Per me la mia vecchia famiglia non è mai esistita, e sai cosa è successo alla mia "sorella biologica"? L'ho uccisa con le mie mani, e sono stato soddisfatto nel vederla implorare, di supplicarmi come se fossi stato il suo dio...ma la pietà in questo mondo non esiste, e anche se mi hai aiutato, io ti dovrò uccidere.-
Sana lo guardò negli occhi, e notò che il ragazzo che aveva davanti a sè aveva uno sguardo gelido e vuoto allo stesso tempo, che le trapassava il petto e le entrava nelle membra. Provava pietà per lui: era un ragazzo diventato adulto troppo presto.
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Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Aya Sugita/Alissa, Fuka Matsui/Funny, Sana Kurata/Rossana Smith, Tsuyoshi Sasaki/Terence | Coppie: Sana/Akito
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Triangolo
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Capitolo 3 Sana si svegliò al buio, cosa molto strana, in un'atmosfera immobile, ancora più strano, e dopo aver aperto gli occhi scoprì di essere in una foresta. Si stropicciò gli occhi e si guardò intorno tranquilla nel buio della foresta...Aspettate un attimo: perchè si trovava in una foresta!?
Sana cercò di far memoria, e ricordò di tutto quello che era successo giorni prima, dalla proposta di matrimonio di Naozumi al sangue, dall'ubriaco che la inseguiva agli occhi color ambra. Si, Sana ricordava soprattutto quelli: l'avevano ipnotizzata, e le avevano trafitto il cuore, come tante lame aguzze e taglienti che le trapassavano quell'organo  che le faceva provare tanti sentimenti diversi. Quegli occhi tristi erano allo stesso tempo vuoti, e questo l'aveva impressionata molto.
Stanca, cercò di alzarsi, ma solo allora notò il corpo di un ragazzo steso sopra le sue gambe. Il primo impulso fu di scalciare come un bebè e urlare dalla paura, poi si calmò e fissò il ragazzo: aveva più o meno la sua età, e aveva un profondo taglio sul fianco che sanguinava. Molto probabilmente era svenuto dal dolore. Spaventata, perchè la ferita poteva fare infezione, ma anche sicura, dato che quel poco che ai suoi tempi si sapeva sulla medicina l'aveva studiato, prese il corpo del ragazzo in spalla e, sempre con le orecchie tese nel caso arrivasse un nemico, cercò un rifugio sicuro.
Dopo aver camminato per un' ora era uscita dalla foresta, e dopo altre due ore aveva trovato delle montagne, e tra queste una grotta riparata dal freddo e quasi invisibile dall'esterno (per trovarla aveva dovuto lasciare il corpo del ragazzo a terra, dato che era stanca morta, e aveva dovuto fare una scalata incredibile prima senza e poi con l'individuo sulle spalle, pensando ). Poggiò delicatamente il corpo sul pavimento della caverna, e, trovando due legnetti, prese a fare il fuoco come aveva imparato dagli amici poveri della sua città.
Poi, una volta entrata e coperta l'entrata, strappò un lembo del suo vestito, che era soltanto d'intralcio, e per di più era enorme e scomodo, e con quello fasciò il fianco del ragazzo. Dopo si tolse quell'abito che sembrava un macigno e rimase con la sottoveste, che era leggera, comoda e lunga fino alle caviglie: era perfetta.Ora si poteva muovere comodamente.
-Gmpfn...gnmmm-
pensò Sana, e corse a prendere delle foglie fuori dalla caverna per alimentare il fuoco.
Dopo essere tornata, notò che il ragazzo si era svegliato, e rimase come incantata alla sua vista: dai vestiti doveva essere arabo, ma aveva i capelli biondi e il viso pallido. Per non parlare di quegli occhi: erano quelli che aveva visto prima di svenire, color ambra, che la trapassavano e scrutavano la sua anima.
-Ehm...ciao...tu capire mia lingua?-chiese Sana gesticolando. Il ragazzo non rispose, continuava a guardarla.
-Ci sei?????...- chiese di nuovo.
-Guarda che ti capisco -disse il ragazzo
-Aaaaaaaa, meno male!!! Ma lo sai che avevi una ferita molto profonda nel fianco! Come te la sei procurata!?-
-Come ti chiami?- chiese il ragazzo
-Ehm...Sana, ma mi puoi rispondere?-
-Io sono Akito. Ieri ti ho salvata da quel bastardo pervertito, che oltretutto era un lurido cristiano, come te-
-Quindi tu devi essere arabo...come sai la mia lingua?- e pensò
-Non ti interessa-
-Ok...senti, ti ringrazio per ieri, anche se io ero svenuta, ma perchè mi hai aiutata?-
-...-
-Ooooo, stai bene?-
Sana vide che il bendaggio era tutto bagnato, perciò strappò un altro lembo del vestito e si diresse verso il ragazzo, ma quando cercò di togliergli il vecchio bendaggio, una mano la bloccò: il ragazzo l'aveva fermata e ora la guardava negli occhi.

******************************************

Akito aprì gli occhi. Si trovava in una caverna, vicino al fuoco, e una ragazza stava all'entrata e lo fissava. Era quella che era svenuta il giorno prima.
-Ehm...ciao...tu capire mia lingua?- chiese la ragazza, ma lui era troppo occupato nel guardarla per sentirla: era come l'aveva vista il giorno prima, ma i suoi occhi, si, i suoi occhi color cioccolato esprimevano la gioia di vivere, e questo l'aveva colpito in fondo al cuore, che aveva preso a battere più forte.
-Ci sei?????...-
-Guarda che ti capisco- disse Akito, senza staccarle gli occhi di dosso.
-Aaaaaaaa, meno male!!! Ma lo sai che avevi una ferita molto profonda nel fianco! Come te la sei procurata!?- quella domanda non gli piaceva.
-Come ti chiami?- era troppo curioso, quella ragazza era strana.
-Ehm...Sana, ma mi puoi rispondere?- che nome strano, Sana, non l'aveva mai sentito.
-Io sono Akito. Ieri ti ho salvata da quel bastardo pervertito, che oltretutto era un cristiano, come te- Akito disprezzava i cristiani perchè la sua vecchia famiglia lo era.
-Quindi tu devi essere arabo...come sai la mia lingua?- non voleva rispondere: quella domanda faceva riaffiorare ricordi dolorosi.
-Non ti interessa-rispose gelido.
-Ok...senti, ti ringrazio per ieri, anche se io ero svenuta, ma perchè mi hai aiutata?-un dolore immenso travolse Akito, e una fitta gli venne nel fianco.
.Ooooo, stai bene?- la ragazza corse a prendere un lembo di un bellissimo vestito e si avvicinò ad Akito. Cercò di togliergli il vecchio bendaggio, ma Akito la fermò, la guardò negli occhi e le disse con voce sprezzante:
-Non mi toccare-
-Ma...ma...stai sanguinando, ti voglio aiutare! Dai lasciami ripagare il debito, dopotutto mi hai salvata!-
-No!-
-Ti prego!- quegli occhi che lo supplicavano, come il giorno prima, scaldarono il cuore di Akito, che, freddo, acconsentì.
Sana gli cambiò il bendaggio e Akito si  sentì meglio.
-Dimmi, Akito, cosa è successo a quel soldato?-
-L'ho ucciso- quella risposta suonava naturale, ma Sana si irrigidì.
-Co..co..cosa? L'hai ucciso? Ma come hai fatto?-
-Io sono un assassino- era sicuro di averla spaventata, ma lei rimase lì a guardarlo.
. E la tua famiglia? Dove sono?-
-Sono tutti morti, e sono felice per questo-
-Come fai a essere felice per la loro morte?-
-Loro mi odiavano perchè mia madre è morta dandomi alla luce, e per questo anche io mi odio- Akito non avrebbe mai confessato queste cose a una sconosciuta, ma anche se disprezzava quella ragazza voleva vedere fino a che punto sarebbe arrivata.
-Ma non dovresti!-
-Tu non sai cosa significhi uccidere da quando si è nati, essere chiamati "Figlio del Diavolo" da tua sorella fin da piccolo. L'Accademia per me è stata come una famiglia arrivata in ritardo, e sono devoto a loro. Per me la mia vecchia famiglia non è mai esistita, e sai cosa è successo alla mia "sorella biologica"? L'ho uccisa con le mie mani, e sono stato soddisfatto nel vederla implorare, di supplicarmi come se fossi stato il suo dio...ma la pietà in questo mondo non esiste, e anche se mi hai aiutato, ora che te l'ho detto, io ti dovrò uccidere.-

Sana lo guardò negli occhi, e notò che il ragazzo che aveva davanti a sè aveva uno sguardo gelido e vuoto allo stesso tempo, che le trapassava il petto e le entrava nelle membra. Provava pietà per lui: era un ragazzo diventato adulto troppo presto.
-Cosa è l'Accademia?-
-Una società che addestra assassini-
-Ah, ma Akito, posso dirti una cosa?- cosa voleva adesso?
-Mmm, si-
-Io credo di volerti aiutare-
-Non credo proprio! Te...-
-Guarda che ti punzecchio il fianco! Girati e rispondimi!-
-Va bene- e si girò verso Sana.
-Allora uccidimi-
-Cosa!?-
-Uccidimi-
-Mai-
Akito spalancò gli occhi.



Ciaoooooooooo! Eccomi di nuovo qui!!!!!!!!! Questo capitolo è più lungo, e volevo dirvi che l'ultima frase di Sana non è come quella dell'anime, e dato che non la ricordavo...l'ho più o meno modificata! Spero che il capitolo vi sia piaciuto, bacioni!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Love<3
KodochaLife

   
 
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