La festa stava giungendo al culmine.
Nel suo raffinato abbigliamento, una ragazza si pavoneggiava
al fianco di Jeriko con un completo scuro, tagliato
dal miglior sarto di Villahermosa. Il re della
cocaina assaporava la sua vittoria su quella sciocca ragazzetta che credeva di
poter rivaleggiare con lui.
Togliere Ibanez di torno non era
preventivato, ma si sa...non tutte le ciambelle
riescono col buco.
Bevendo una coppa di vino rosso, che faceva giungere appositamente da pregiate cantine italiane, si avvicinò ad
un gruppo d’affaristi cubani sfoderando il suo miglior sorriso. L’anello di
diamante scintillò alle luci intense del salone e strinse la donna che aveva
scelto appositamente per la serata dalla scuderia di Juanez, rivale in affari di Arlo. La cinese sorrise, ma sul
suo bel volto delicato e sottile si poteva leggere solo noia e indifferenza. Si
costrinse ad annuire ai discorsi spocchiosi dei cubani, desiderando solo di
tornarsene a casa e togliersi quegli scomodissimi tacchi che le stavano facendo
dolere la schiena una volta per tutte.
Il furgone nero di Rodas si fermò poco distante dalla villa.
L’uomo si girò verso Maret che preparava il fucile e le fece
un segno ““ci sono quattro telecamere e due guardie all’entrata,
più un paio di mastini che Jeriko lascia sciolti. Penso che stasera li abbiano
legati. Un mezzo a quella confusione vi sarà difficile centrare il bastardo!”
I due uomini gli schioccarono un’occhiata lunga, evitando di
rispondere.
“Questo non l’ha capito con chi ha a che fare!”sghignazzò Natt
caricando la pistola.
“Oh.. credimi…lo sanno!” mormorò
Jesus guardando Lucita che strinse le labbra rosse.
Jesus infilò i caricatori nelle tasche dei
jeans e sorrise a Maret “Allora, tesoro...da davanti o da dietro?” le chiese
sorridendo con un ‘vaghissimo’ doppio senso che fece
infuriare la ragazza e sogghignare il sicario.
“Fai poco lo stronzo! Si sfonda il cancello direttamente, lo
sai che mi piacciono le entrate ad effetto!” sbottò la ragazza rossa “poi te la
faccio pagare” gli sussurrò sottovoce.
Jesus sorrise schioccandole un bacio veloce “penso di averla scoperta…quella cosa”
“Massiccio!” commentò Freira sorridendo
“mi piace il tuo stile, mujer!”
Guardò Jesus che prendeva in giro
la ragazza “ tu sei svelto di mano...dove hai
imparato?”
L’uomo sollevò appena le spalle “qua e la..”
Mormorò vago.
“E ancora non c’hai visto lavorare
insieme!” Commentò Natt allegro: quando era così allegro era ancora più
pericoloso!
Freira sorrise all’ evidente
spacconata “ simpàtico, el nino”
“Simpatico..già!” mormorò il sicario togliendosi la giacca e mostrando una
fondina di pelle nera “li senti mai il telegiornale, bellezza? Tutto quello
strepito di alcuni anni fa…quella squadra di militari
inglesi massacrata a Londra…”
Rodas pronunciò qualcosa in spagnolo che non capirono “Siete
stati voi?” domandò incredulo “Che mi venga un colpo!”
“E quella volta andavamo di corsa. Adesso
abbiamo tutto il tempo!” esclamò Jesus riponendo
l’arma. “Vai” gli ordinò con voce secca.
Natt sospirò ripensando a Lyse...questa è l’ultima volta, te
lo prometto.
La macchina si fermò davanti al cancello e i suoi occupanti
scesero senza una parola. Le guardie all’entrata non fecero neanche in tempo ad
emettere un fiato che caddero a terra con una
pallottola in fronte ciascuno.
Rodas fece saltare le telecamere di sorveglianza con un
colpo di fucile e la stessa sorte toccò ai mastini che corsero rabbiosi verso di
loro.
Natt e Jesus procedevano tranquilli, con un sangue freddo da
far invidia all’ex marine. Neanche durante la missione Desert
Storm aveva visto due uomini più placidi di quei due!
Imboccarono nel salone centrale con le armi in pugno. Maret li
guardò tutti uno per uno...ma perché disturbarsi ad osservarli? Erano già tutti
morti, solo che non lo sapevano ancora.
Gli invitati alla festa li guardarono ammutoliti. “Continuate
non fate caso a noi” esclamò Natt sparando ad uno sgherro di Jeriko e
scatenando il panico.
“Non cominciare a sceglierteli...sono tutti uguali, tutti feccia!”borbottò Maret dura.
“Se lo dici tu..” commentò Natt sorridendo e freddandone un altro.
Un mare di sangue iniziò a scorrere, mentre le due ex
poliziotte e Rodas facilitavano il loro compito.
Maret individuò i tre uomini che l’avevano picchiata e sorrise divertita. Con una pistola per mano,
sparò al ginocchio di uno e tenne sotto tiro gli altri. “Ciao ragazzi, vi
ricordate di me?” gli chiese garbatamente facendo saltare la mano di uno dei
due, quando vide che stava cercando di prendere la pistola.
“No no no...non si fa. Via le mani dalle tasche.” Sussurrò
seducente ai due uomini mentre il terzo urlava per il dolore. “vi devo rendere
la pariglia...non si alzano le mani su una signora” disse in tono dolce,
guardandoli a turno.
Un colpo preciso e caddero a terra piegati,
tenendosi le gambe ferite.
“Perdonami...non volevo pestarti...ce l’ha
ordinato lui..” Singhiozzò uno terrorizzato con la
canna poggiata sulla fronte.
“Ma non me la sono presa!” esclamò sorpresa Maret “no...davvero
lo capisco, gli ordini sono ordini..” Sospirò
comprensiva, scuotendo la testa.
“Davvero non te la sei presa?” singhiozzò il poveraccio
piangendo mentre i pantaloni si bagnavano di urina
facendola gongolare.
“Certo che no! Ho riso tanto..” Mormorò
prima di freddarlo senza pietà. Stessa sorte toccò agli altri due. Soddisfatta
si alzò guardandosi attorno…c’era un vero e proprio lago di sangue in terra.
Natt e Jesus fischiettavano e fumavano, seduti sui gradini
della scalinata che saliva fino allo studio e alle stanze private di Jeriko.
L’uomo tremava in ginocchio davanti a loro, Natt allungò le gambe e gli poggiò
i piedi sulla schiena, costringendolo a chinarsi in avanti. La calma e la boria
erano spariti dai suoi occhi neri.
“Hai finito di gingillarti con quei tre? Il pezzo grosso sta
qui” le disse Jesus pacato.
“Chi cazzo siete voi due?” domandò duro a Jesus che lo
teneva sotto tiro.
Un dolore acuto esplose al fianco quando Natt ‘per sbaglio‘ gli diede un calcio.
Maret s’inchinò prendendolo per la catena d’oro che portava
avvolta due volte attorno al collo e lo tirò leggermente su. “ciao Jeriko, te
l’avevo detto che sarei venuta a prenderti prima o poi”
gli disse serafica e sorridente, con la canna della pistola premuta sotto il
mento.
“Brutta puttana bianca! Non puoi far incazzare
un portoricano e vivere tanto da raccontarlo!”
Un altro calcio gli arrivò sui reni
facendolo gemere “ehi…non rispondere in quel modo alla signora!” gli intimò
Jesus leggermente seccato.
Maret sorrise al nero “ non sei stato
carino a bruciarmi la casa, c’erano un sacco di bei vestiti dentro...e i
campi! Ma tanto ho un altro appezzamento di terreno e
ho deciso di prendermi i tuoi”
Rise della sua espressione sconvolta. “E
poi devo vendicare Arlo…eravamo amici e gli amici per
me sono sacri “ mormorò con una vocina dolce e stronza allo stesso tempo che
fece sogghignare Natt.
Lo trascinarono fino al furgone di Rodas e lo gettarono dietro
salendo con lui “dove mi state portando? E chi cazzo siete
voi?” urlò di nuovo in faccia a Natt che lo guardava annoiato “dio, quanto
chiacchiera sto cazzone!” sbottò prendendo uno straccio sporco, trovato sul fondo
del furgone e ficcandoglielo in bocca
Lo lasciarono mugolare finchè non
arrivarono ad un vecchio cantiere abbandonato ai margini del
deserto.
“Che volete fare? Mi volete ammazzare? Fatelo allora!” Piagnucolava
l’uomo quando lo tirarono già violentemente, trascinandolo sulla terra
polverosa. Si aggrappò con le mani ad uno spuntone di roccia cercando di
trattenersi. Uno sparo e Jeriko si ritrovò a guardare due moncherini
sanguinanti. “Tira giù quella cassa” mormorò Maret a Rodas guardando il nero
che si lamentava e urlava.
Jesus si accese una sigaretta con calma e la passò al sicario
che se ne stava comodamente appoggiato al furgone intento a guardare le stelle
“bella luna stasera..”commentò disturbato dalle urla
del sofferente. Quando vide la scena storse la bocca “però così muore
dissanguato..”
“Male, eve soffrire il più a lungo
possibile” convenne Maret soprappensiero.
Con un gesto secco, strappò delle strisce di tessuto da una
specie di lenzuolo lercio con cui Rodas puliva il filtro dell’olio e lo legò
sui moncherini “è sporco quell’affare...gli verrà un’infezione..” borbottò Natt tirando un calcio
ad un sassolino.
Le due donne li guardavano allibite: mai visto gente più
spietata…e quel tipo ci scherzava pure!
Jesus guardò la cassa di legno e un tavolaccio lontano.
Lanciò un’occhiata a Natt che lo stava fissando “ci trovi un martello e qualche
chiodo?” chiese gentilmente a Lucita.
Se la presero comoda, mentre
gettavano Jeriko nella cassa e la sigillavano.
Potevano sentirlo ancora urlare. La fossa poco lontano era
l’ideale. Lo gettarono dentro con poca grazia spolverandosi le mani sui jeans.
“Quella ruspa è fantastica” commentò Jesus indicandola.
“Lasciami fare, ho sempre voluto giocare con quegli affari!”
esclamò Natt divertito.
“Fai fai..”gli concesse sedendosi
sul terreno scosceso accanto a Maret.
“Ci stiamo prendendo troppo disturbo per quel cazzone” gli
disse appoggiando la testa sulla sua spalla.
Jesus le sorrise “Maret, hai ancora i lividi addosso e
sinceramente non mi fa piacere vederli...secondo me
dovevamo andarci più pesanti.” Guardò Natt che entusiasta manovrava la ruspa “e
poi il bambino sta giocando felice!”
Sentivano l’uomo battere contro il tavolaccio e urlare
disperato, pregandolo di liberarlo e di pagarli il doppio di quanto gli aveva
dato ‘Valerie’
Maret si girò alle esclamazioni eccitate di Natt che si
stava divertendo un mondo sulla ruspa. Le urla del nero si spensero mentre un
mare di terra si rovesciava sulla fossa. Il sicario ci passò sopra più volte, schiacciando
per bene il terreno e per finire vi parcheggiò la ruspa con un ghigno
soddisfatto.
“E’ sempre divertente lavorare con te!”commentò dando una
pacca sulla spalla di Jesus.
“Guarda che non abbiamo finito” gli disse Maret con un
sorriso strano.
Tornarono alla villa e piazzarono abbondante plastico, fornito
in quantità industriali da Rodas.
“Tappatevi le orecchie, tra poco fa boom” commentò Jesus
sorridendo mentre si allontanavano e la casa detonava dalle fondamenta,
lasciando solo un cumulo di macerie fumanti.
“Finito?”domandò Natt depresso...si intristiva
sempre dopo un lavoro.
“Direi di si.” Mormorò Maret sedendosi
sul sedile posteriore del furgone.
In lontananza sentivano sopraggiungere le sirene della
polizia. Pepita e le sue ragazze avevano smesso di ‘intrattenerli.’
“Andiamocene” commentò la ragazza chiudendo il portello con
un tonfo secco.
Nel motel Maret sedeva depressa sul letto. Aveva fatto
quello che doveva fare…si era vendicata...ora?
La sua idea di diventare una narcotrafficante si era
affievolita del tutto. Non le importava più niente e si era stancata di sudare
tutto il giorno in quel posto polveroso. Le mancava la sua casa, il loft pieno di comodità e Lyse. Si fece una doccia
guardandosi allo specchio. Che pensava Jesus del suo
cambiamento? Forse...sono troppo
trascurata?
Si guardò a lungo…che
brutta faccia! Il livido era sparito, per fortuna…anche gli altri se ne
stavano andando. I suoi occhi vagavano sul viso senza trucco e sul corpo
rivestito di una maglietta informe di due taglie in più..
Si stava preoccupando di quello che ne pensava Jesus di lei?
Che avvenimento!
Sorrise divertita e gli occhi le si
illuminarono. Restò a squadrarsi a lungo, come non aveva mai fatto...per
la prima volta si guardava davvero.
La mattina dopo uscì senza avvertire nessuno. A Jesus prese un colpo quando non la vide.
Se n’è andata di nuovo?! Pensò cercandola
ovunque. Bussò alla porta dell’amico che gli aprì con una faccia da far paura.
“Che c’è? Mi sto disperando e non mi va di esser
interrotto” borbottò gettandosi sul letto di peso.
“Cercavo Maret ma penso sia inutile chiederti se l’hai
vista” gli disse alzando gli occhi al cielo.
L’uomo non si spostò di un millimetro “non l’ho vista”
mormorò in voce atona “ mettile il guinzaglio, lo sai che è pericolosa
lasciarla sciolta.”
Signore, dammi la
forza con questi due psicopatici!
Jesus si sedette accanto a lui e sbuffò esasperato “Natt…hai
cinque giorni di tempo per farle cambiare idea..”
Il sicario si girò a guardarlo “no...ha scelto, fine della storia.”
Si alzò afferrando i vestiti con aria nervosa. ”penso che mi
prenderò una vacanza, me ne vado per un po’ di tempo a Hong Kong “ borbottò
facendo le valige “voi due divertitevi, scopate come ricci ed evitate di
litigare” gli disse in tono fiacco chiudendo i ganci metallici.
Jesus lo guardò serio “fai su serio? E
se ti sbagliassi? Se si sposasse solo per dimenticarti? ”
Natt sorrise appena “nessuna dimentica Nathaniel Kluge sposando il primo babbeo che incontra”
“Addio fratello, stammi bene..” Gli
disse Jesus abbracciandolo rudemente.
L’uomo ricambiò con forza “in gamba chico.”
La parrucchiera la guardò scettica mentre Maret le spiegava
cosa voleva "ci vorrà un miracolo" commentò sollevando le treccine rasta una per una e
guardandole con occhio dubbioso. Fortuna che non aveva fatto quelle originali o
sarebbe stata costretta a rasarsi a zero!
"Ma perchè questo
cambiamento?" le chiese la donna rivolgendosi a lei come se fosse una
vecchia amica
"Stavolta non è per me, ma per un uomo" le disse
sorridendo mentre si accomodava sulla poltroncina chiara.
"Dolcezza, è sempre per un uomo…centrano sempre in
qualche modo" sospirò la ragazza mentre cercava di sciogliere quella roba.
"Può darsi... "
Quando ebbe finito, Maret quasi non si riconobbe: i capelli
erano cresciuti tantissimo, portandoli per mesi in quel modo e ora le
ricadevano in morbidi boccoli corvini sulle spalle "con la sua
abbronzatura sta un incanto" le disse la parrucchiera soddisfatta del
proprio lavoro.
Gli occhi nocciola risaltavano come stelle...forse perché sono
innamorata, pensò lasciando una generosa mancia alla donna.
Uscì dal salone di bellezza e si spostò in un negozio di
vestiti. Ma perchè sto facendo questa cavolata? Si
domandava osservando dei semplici abitini a fiori dai colori tenui.
Si cambiò direttamente nel negozio indossando un nuovo
acquisto. In effetti, non aveva più niente da mettersi. I suoi costosi vestiti
erano bruciati insieme alla casa...però…si sentiva più libera, più leggera,
come se avesse detto addio alla vecchia Maret.
Caricò i pacchi sulla macchina, inforcando gli occhiali da
sole e guidando piano verso il motel.
Quando arrivò e bussò alla camera
di Jesus si preparò alla sua faccia. L’uomo la guardò perplesso “Desidera?”
“Non mi riconosci?” mormorò incredula.
Jesus sobbalzò sgranando gli occhi “Maret?! Ma che hai fatto?" domandò toccandole i capelli neri
“Un’idea della parrucchiera...non ti piacciono?" gli
chiese leggermente sconsolata...e da quando in qua?
"No...no, anzi!" le disse guadandola da capo a
piedi "sei bellissima…dico davvero"
"Non sembro una strega, vero?" domandò allargando
la gonnellina sottile del vestitino a fiori.
"No..” rispose facendola entrare nella stanza.
"Mi metti a disagio così " commentò la ragazza
sentendosi sotto esame.
Jesus guardò le sottili spalline che tenevano su il vestito
pensando a quanto sarebbe stato facile, farle saltare via.
“Mi mancavano un po’ i tuoi capelli..”
Sussurrò accarezzandoli con piacere “sei favolosa”
“Dove sta Natt? Voglio
il suo parere, tu sei di parte ormai!” esclamò aprendo la porta. L’uomo
la trattenne “se n’è andato…” le disse scuro in volto.
Maret restò immobile con la mano sulla manopola d’ottone.”Come…e
Lyse?”
Jesus si grattò la testa pensoso
“ha detto che andava ad Hong Kong”
Maret restò a fissare il muro sospirando “vuole sentire la
città ai suoi piedi..”