Mia madre è un alieno

di Matih Bobek
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Arrivati al parcheggio di Porta di Roma, si presenta a noi uno spettacolo spaventoso: una marea di latta ambulante. Al che, il viso di mia madre si dipinge di rosso; le venuzze emergono prepotenti; dalle pupille si disperde un fiume vermiglio di rabbia; dall'antro orale, un voce profonda, oscura:" E' UNA GUERRA!" un po' inquietato, mi volto piano piano:
"Mamma... sei posseduta da Beppe Grillo?" 
" DOBBIAMO PARCHEGGIARE E LOTTEREMO!"  
"Sono d'accordo ma..."
 " NIENTE MA! E' UNA GUERRA! CI FAREMO STRADA A COLPI DI CLACSON!"  Se ti vedessero con la vestaglia e lo scopettone in mano, ti lascerebbero passare.
" Guarda che non è Hunger games!" La mia vita con te però sì.
" Smettila di parlare cinese!" Ma alla fine, perchè mi sono lasciato convincere?
Crudelia inizia a farsi strada tra le macchine, stritolando il volante con le sue dita ossute. Ma come fanno a non spezzarsi?
Imbocca la prima via, e subito adocchia un parcheggio.  Non ci vede, ma quando si tratta di shopping, fine ultime e divino, i suoi sensi vengono acuiti. Tranne l'udito, quello è irrecuperabile. Ecco che subito preme l'acceleratore, soffia sotto il naso il parcheggio a quella povera micra, alla quale lancio uno sguaro di amara comprensione, e spegne il motore. Siamo salvi. Sono salvo. Esco dalla Matiz, tocco terra e ringrazio il signore. Poi però penso che non è il caso di festeggiare: la giornata di shopping non è nemmeno iniziata.
" Dici che ci ricordiamo il parcheggio?"
" Certo. Mica sono rincoglionita!" No, infatti l'altro giorno non ti sei messa a cercare gli occhiali per tutta casa, per poi scoprire che li avevi addosso. Per niente.
Prendiamo di corsa le scale mobili. Almeno, lei di corsa. Io già arranco dietro. Il solo pensiero di ciò che mi aspetta mi blocca le articolazioni. 
Approdati al primo piano del colossale centro commerciale, mi accorgo della quantità incredibile di gente che, ammettiamolo, non ha nulla da fare. Perchè si sa, la gente non va lì per comprare, no, l'italiano che è in noi stringe le chiappe non appena sente la parola euro, e anche a ragione. Ci si va perchè non si ha nulla di meglio da fare. E chi dice il contrario, o mente o è in politica. O tutti e due.  La domenica poi... un tempo si andava in chiesa a pregare, ora si va a Porta di Roma pregando che il bancomat sia pieno, per ogni evenienza, non si sa mai. 
Ci guardiamo attorno, ad occhi sbarrati; sarà difficile anche camminare, pensiamo. Addirittura respirare. Mentre il mio io interiore si siede sul pancreas e si abbandona ad un pianto folle, osservo mia madre in posizione di attacco: borsa attaccata alla pelle; postura leggermente piegata, aerodinamica; occhiali ben posizionati: i prezzi non devono sfuggire ai suoi occhi. Piedi ben attaccati al terreno. Be', quello è per il suo equlibrio precario. 
Intanto, mi aggiro titubante, facendomi spazio tra la folla, sempre più scortese, cercando la libreria, che, sono sicuro, l'ultima volta era proprio lì! Ma perchè ho sempre l'impressione che i negozi in questo centro commerciale cambino di posto? Nel frattempo mia madre ha puntato qualcosa. O qualcuno. Accelera il passo, scuote la mano mentre urla a squarciagola un nome:
" IVA! IVA! Ciaooo bella, smack! Smack!" All'improvviso, sono in una puntata di Carramba che sorpresa! La carra' dov'e'? Ancora con Tiziano Ferro o sul palco dell'Ariston a fare la pacchianata del secolo?
" Come stai? Tutto bene?"
" Si, ci facciamo un giro a Porta di Roma, per passare la giornata" Appunto: non c'hanno niente da fare. 
" Eh anche noi, con la scusa mi compro un paio di pantaloni ah ah ah" Non ridere. Non fa ridere. Esistono per questo i centri commerciali.
" E questo bell'ometto chi e'?" Il figlio ventenne della matta truccata come Moira Orfei, genio!
" Mio figlio. Il piu piccolo, anche se e' grosso ah ah ah!" No. non fa ridere nemmeno questo. Ma poi dice sempre le stesse cose, un minimo d'inventiva!
" Ooooh ti ricordi di me?" Sono vent'anni che amiche - mai viste - di mia madre continuano a chiedermi se mi ricordo di loro. No. Non vi ho mai visto. Nemmeno nei miei peggiori incubi. 
" Eh, guardi, ora come ora non mi ricordo nemmeno perche' sto qui."
" Ma che mi dai del lei? Guarda che sono una pischella!" Ah scusa, i gran canyon che attraversano il tuo viso mi hanno tratto in inganno.
" Che fai? Studi?" Ora come ora, escogito il modo più veloce di togliermi la vita.
" Sì studia cinese all'universita'!" Ma non ho capito, rispondi tu alle domande fatte a me? Ma ti chiami Matteo?
" Sì esatto, cinese e giapponese." 
" Che bravo ragazzo, bravo." Mo' mi da la caramellina, guarda eh!
" Ma tu invece...." E si perdono in chiacchiere. E' sempre così. Non appena mia madre mette piede fuori di casa, incontra qualcuno. Sempre gente che io non ho mai visto in vita mia, ma che secondo lei dovrei conoscere come se ci avessi passato la vita insieme:
" Sai chi ho incontrato oggi? La maestra d'asilo di Emiliano" Considerando l'eta di mio fratello maggiore, dovrebbe essere già morta due volte.
" Sai chi ho incontrato oggi? Il prete che ci ha sposato" Anche lui, tenuto in vita da una forza superiore... be' dopotutto è un prete. " Ma forse era un fantasma ma'?"
" Sai chi ho incontrato oggi? La zia della cugina della ex di  Valerio"  Be' oh, fammelo aggiungere alla lista delle cose di cui non me ne frega nulla!
" Sai chi ho incontrato oggi? Beppe, il fratello di Gino, il marito di Mirella, la cugina di tuo padre" " E Ridge?"
 Poi, ovviamente, per il suo spirito di contraddizione, che sempre sia benedetto, se incontra qualcuno che invece conosco, ma conosco sul serio, lei si dimentica.
" Mamma, ma non mi hai detto che hai incontrato " nome a caso" al supermercato?"
" Eh perche' non avevo capito fosse lei..."  Però i mille nomi dei mille tizi che non vedi da diverse ere geologiche li ricordi tutti... bah!


(to be continued)




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