HALLOWEEN DRACO&HERMIONE
HALLOWEEN ~ DRACO & HERMIONE
Scoccarono
le 21:00 e Draco, chiuso nella sua stanza, fece una smorfia. Il
discorso di Silente era stato
chiaro: per tutta la durata della festa gli studenti sarebbero stati
obbligati ad indossare una maschera, modificando anche la propria voce,
in modo da diventare irriconoscibili e poter parlare e ballare con
chiunque, senza sapere con chi lo stessero facendo. L'immagine
riflessa nello specchio si oscurò, mutando quella del ragazzo in
quella che lui aveva scelto. Il suo corpo fu avvolto da una lunga veste
nera e il capo nascosto da un cappuccio scuro. Draco rimase qualche
secondo a fissare il proprio riflesso. Era dannatamente simile a
ciò che presto sarebbe diventato.
Due piani più sopra, nel dormitorio femminile di Grifondoro, una
ragazza dai lunghi ricci castani e gli occhi dorati sospirò. Era
avvolta da un elegante vestito di nebbia, una maschera bianca a
nasconderle il viso. Quella sera non sarebbe stata Hermione Granger.
Bensì la Dama Fantasma. Provò ad immaginare i vantaggi
che le avrebbe portato quella situazione. Non ne trovò neanche
uno. Sospirando si costrinse a uscire dalla camera dove aveva passato
il pomeriggio. Trovò che i corridoi e le scale erano già
stati affollati da una miriade di maschere tutte diverse.
Assottigliò la vista, cercando di riconoscere qualcuno, ma fu
tutto inutile. Rassegnata all'idea di dover passare la serata da sola,
senza sapere dove fossero i propri amici, a dover parlare e ballare con
chi che fosse, si lasciò trascinare giù dalle proprie
gambe, sperando ardentemente che il tempo passasse il più veloce
possibile.
La Sala Grande era stata addobbata con effetti magici surreali. Le
pareti erano ammuffite, mentre ragnatele sfilacciate pendevano dal
soffitto e dai lampadari. Enormi zucche illuminate volteggiavano
nell'aria, sui tavoli e sulle teste degli studenti. Draco si
guardò attorno. Vide un ragazzo vestito da demone provarci con
una strega dai capelli verdi. Una mummia gigante spaventare i ragazzini
più piccoli, per la maggior parte vestiti da diavoli o fantasmi.
Si chiese se qualcuna di quelle persone fosse uno dei suoi amici.
Magari la mummia era Marcus Flitt, magari quel Frankestein un po'
impacciato era Goyle. E quel vampiro solitario Nott. All'improvviso una
melodia antica e tipicamente irlandese si diffuse per la Sala. Draco si
guardò attorno ma non riuscì a capire da dove provenisse.
Un altro incantesimo dello stramboide, pensò. Annoiato si
diresse verso il tavolo delle vivande e si servì un bicchiere di
Burrobirra. Silente aveva chiesto a Madama Rosmerta di inviargliene
qualche barile per l'occasione. Chissà dov'era lo Sfregiato, si
chiese fra se guardandosi attorno. Poteva essere quel fantasma? Oppure
quello stregone dal cappello a punta? A quella vista fece una smorfia.
Che mancanza di fantasia. Doveva essere sicuramente un babbano.
Continuò a vagare con lo sguardo fra le maschere che lo
circondavano, sentendosi stranamente a suo agio. In mezzo a tutta
quella confusione non poteva riconoscere nessuno. E nessuno poteva
riconoscere lui. Era come crearsi un'altra identità, poteva fare
di tutto.
-Scusa, dovrei prendere una fetta di torta, potresti spostarti?- gli
chiese una ragazzina travestita da strega guardandolo attraverso gli
strati e strati di trucco che le ricoprivano il viso.
-Oh sì- fece lui senza pensarci, e si spostò di lato.
Subito dopo si accorse di ciò che aveva appena fatto. Da quando
in qua si spostava per far passare qualcuno? Tanto meno una ragazzina
che sarà stata del terzo o quarto anno?! Aggrottò la
fronte. Poi si ricordò che quella sera non era Draco Malfoy, ma
una comunissima maschera. Nessuno lo avrebbe riconosciuto. Questa
consapevolezza gli fece crescere dentro una strana sensazione.
Intanto
le luci si erano abbassate facendo cadere la Sala in una atmosfera
magica, rilassante. La musica cambiò per lasciare posto ad un
valzer. Molte coppie di maschere, che probabilmente si erano conosciute
durante la festa, si avvicinarono alla pista per ballare.
Hermione, in un angolo, osservava la scena da dietro la maschera bianca
che le nascondeva il volto. Si sentiva a disagio. Non conosceva
nessuno. O almeno, quelli che conosceva ora non li conosceva
più. Era circondata da maschere di ogni tipo, e nessuna che le
facesse indovinare chi si celasse dietro quei veli e quelle vesti. Un
ragazzo travestito da vampiro le si avvicinò.
-Mia bella madamigella, che ci fate qui tutta sola?-
Hermione alzò lo sguardo sul ragazzo che le stava davanti. Aveva
il volto coperto da una maschera bianca, gli occhi gialli sicuramente
frutto di un incantesimo e la bocca arricciata in un ghigno
spaventoso. La voce era irriconoscibile. Dopotutto, pensò, era
stata modificata anche quella.
-Potrei chiederle di concedermi questo ballo?- chiese il vampiro sorridendole con quel ghigno rosso sangue.
Hermione lo guardò a lungo e non poté impedirsi di
provare un brivido lungo la schiena, anche se sapeva che quella che
aveva davanti era solo una maschera.
-No, mi dispiace, io.. credo che andrò a prendermi qualcosa al
tavolo- rispose lei alzandosi. Si allontanò poi in fretta prima
che il vampiro avesse modo di fermarla.
Draco osservò le maschere ballare al centro della pista, che ora
si era riempita. Tutti sembravano divertirsi alla follia, tranne lui.
Come gli sembrava tutto così insulso, patetico e... inutile.
-Permesso- chiese una ragazza vestita di bianco passandogli davanti.
Lui fece un passo indietro. Ancora una volta se ne accorse troppo
tardi. Che gli succedeva? Perché non mandava a quel paese tutti
quelli che osavano chiedergli di spostarsi? Indossava una maschera,
diamine. Poteva fare tutto quello che voleva. Pure buttare
dell'aranciata in testa a quelli che passavano. Stranito, poggiò
il bicchiere che teneva in mano sul tavolo e si diresse alle porte del
castello, che erano state lasciate aperte per permettere a tutti quelli
esterni alla scuola che erano stati invitati di entrare. Uscì e
subito una brezza leggera accorse ad alzargli la veste, facendola
svolazzare lievemente. Draco si allontanò di qualche metro,
andandosi a sedere sull'erba un po' distante da una delle tante
finestre illuminate del castello. Sentì l'umidità del
terreno sotto di se, ma non ci fece caso. Alzando gli occhi al cielo
osservò le tante stelle che brillavano, le une vicine alle
altre, e sembrava lo stessero guardando di rimando. Nel silenzio della
notte, cullato dal solo fruscio del vento, si sentì subito
meglio. Probabilmente l'anno precedente non avrebbe sprecato
un'occasione del genere per divertirsi e fare dispetti agli altri
studenti, con il favore di quella maschera anonima.
Probabilmente avrebbe trovato il modo di scovare Potter tra la folla e
lo avrebbe umiliato come al solito, insieme a tutti gli altri suoi
amichetti. Probabilmente. Ma quell'anno no. Quell'anno era diverso.
Tutto. Lui, la sua vita. Non aveva tempo per sprecarsi in simili
congetture. Inconsapevolmente si portò una mano al braccio
destro, premendola sulla stoffa nera. Quell'anno avrebbe dovuto
fare qualcosa di molto più serio. Erano finiti i tempi in cui
ogni sua priorità si riversava nell'umiliare gli altri in
pubblico. Erano finiti i tempi in cui bastava sputare qualche insulto
per i corridoi, fra una lezione e l'altra, e andarsene con quel ghigno
stampato sulle labbra. Erano finiti. E ora Draco Malfoy avrebbe dovuto
dimostrare di essere realmente devoto al Signore. Avrebbe dovuto
provarglielo. Perfetto. Non era quello che aveva sempre desiderato?
Dimostrare chi era. Dimostrare al Signore chi era. Dimostrarlo a suo
padre, a sua madre. Dimostrarlo al mondo intero. Una brezza leggera
arrivò in quel momento a strappargli una lacrima invisibile. Dal
castello una dolce melodia si insinuò fino a lui, lontana eppure
vicina. Draco si voltò appena a guardare la finestra davanti
alla quale stava seduto. Attraverso i vetri decorati poté
scorgere di nuovo tutte quelle maschere ridere e divertirsi. Parlare e
mangiare. Un sorriso inconsapevole nacque a increspargli le labbra.
Halloween. Una notte dove poter scegliere di essere qualcun altro.
Qualcuno di completamente diverso. Una notte in cui avresti potuto
parlare col tuo peggior nemico e accapigliarti col tuo miglior amico.
Notte di maschere, volti e identità nascoste. E lui? Lui che una
maschera la indossava già, costantemente? Chi era?
Abbassò lo sguardo sulla sua divisa nera. La divisa di un
Mangiamorte. Quante maschere doveva indossare in una sola volta? Quante
maschere poteva indossare?
Hermione mandò giù un altro sorso della calda bevanda
rossa che aveva nel bicchiere. Intorno a lei era tutto un turbinio di
luci, maschere e note musicali. Scorse il vampiro che aveva cercato di
abbordarla accompagnare una strega nella pista da ballo, l'immutabile
ghigno rosso sangue stampato sulla faccia. Annoiata fece scorrere lo
sguardo per la Sala. Lo posò poi sul grande orologio appeso alla
parete. Non mancava molto alla fine, notò. E ne fu sollevata. Si
alzò, ma un Frankestein ubriaco andò a finirle addosso,
facendola cadere.
-S-scusa bellezza- biascicò quello senza smettere di ridere.
Hermione si rialzò e si spolverò il vestito indispettita.
Poi lanciò un'occhiataccia alla maschera che le era finita
addosso e se ne andò. Passando in mezzo alla confusione di
maschere e vestiti riuscì finalmente a raggiungere il portone
del castello. Fermandosi si voltò appena un attimo a guardarsi
indietro. Poi prese un lembo dell'abito bianco in mano e uscì.
La notte brillava come un manto costellato di polvere dorata. Il vento
le fece svolazzare la gonna del vestito che lei si apprestò ad
appiattire contro le gambe. Fece per andare a sedersi sull'erba quando
notò una figura incappucciata seduta davanti ad una delle
finestre illuminate del castello. Rimase per un po' in silenzio a
guardare, poi si avvicinò piano, gli occhi puntati sulla sua
schiena.
Draco avvertì la presenza di qualcuno alle sue spalle e si
voltò. Si ritrovò davanti una ragazza dal lungo abito
bianco, quasi fatto di nebbia, con una maschera bianca a coprirle il
viso. Restò in silenzio a guardarla, senza pensare a nulla. La
ragazza si fece di lato e si sedette a fianco della Maschera Nera, poco
distante. Aveva lo sguardo rivolto in avanti, forse alle stelle. Draco
la osservò, e si accorse che era la stessa ragazza che aveva
chiesto il permesso di passare, quando ancora stava al tavolo delle
vivande. Riportò gli occhi davanti a se, senza dire nulla.
-Ciao- disse a un certo punto la ragazza vestita di nebbia, senza girarsi a guardarlo.
-Ciao- rispose lui, nella medesima posizione.
-Come mai non sei dentro a divertirti come tutti gli altri?- gli chiese
-Potrei farti la stessa domanda- rispose lui, domandandosi perché
non provasse fastidio alla presenza di quella maschera, che aveva
interrotto il suo attimo di pace solitaria.
-Hai ragione- rispose quella, e Draco si chiese chi fosse.
-Io non ne potevo più di stare là dentro, con tutte
quelle maschere e quella confusione. Mi sento a disagio a non sapere
chi è che mi sta vicino, chi è che mi è venuto
addosso, chi è che mi ha invitata a ballare-
Draco rimase in silenzio per un po' di tempo, tant'è che Hermione non si aspettava che rispondesse. Ma poi lo fece.
-Io la trovo una cosa patetica e irritante. Non sopporto non sapere con
chi sto parlando. Non parlo nello stesso modo a uno che conosco e a uno
che non conosco-
La ragazza vestita di nebbia non rispose.
La Maschera Nera rimase in silenzio.
E il vento frusciò fra loro sussurrando le parole della notte.
Draco tornò a guardare le stelle brillare nel cielo. Hermione giocherellò con il bordo del suo abito.
-Sta per finire- disse ad un certo punto.
Draco si voltò a guardarla senza capire.
-La festa. E' quasi mezzanotte. Fra una mezz'oretta circa-
-Era ora-
-Già. Sarò curiosa di sapere chi erano molte persone-
disse, pensando al vampiro dal sorriso di sangue e al Frenkestein che
le era caduto addosso.
-Io no- rispose lui.
-Non vuoi sapere chi erano i tuoi amici?-
Draco ci pensò.
-No- rispose infine.
Hermione rimase in silenzio per un po'.
-Non hai amici?- chiese poi.
Draco non rispose subito. Pensò a Tiger, Goyle, a Nott e a Zabini.
-Conosco molte persone. Ma non tutte sono mie amiche-
Hermione annuì.
-Tu?- le chiese.
-Io ho due migliori amici. Tre con cui sono molto amica. E poi altre conoscenze, ma niente di importante-
Draco annuì.
-Alla fine sono poche le persone che puoi definire amiche. Quasi
nessuno lo è fino in fondo. Io per esempio di persone
così non ne ho trovate. Quelle che conosco sono più che
altro compagnie-
-L'amicizia è importante- disse lei.
Draco fece una smorfia.
-Non se ti stanno appresso solo per interesse-
-Quello no di certo-
-La maggior parte delle persone non ti conosce neanche veramente. Parla
con te per mettersi in mostra, per fingere di essere tuo amico, poi vai
a vedere e non sa un corno di te-
Hermione annuì, intuendo che il ragazzo stava parlando di se.
-Già, è una cosa che neanch'io sopporto. Per questo non
mi trovo a mio agio là dentro- disse poi, indicando la Sala
Grande con un gesto della testa.
-La gente ti parla senza nemmeno sapere chi sei. Io non ci riuscirei.
Cioè... andare come se niente fosse da uno e cominciare a
parlare. Lo trovo fuori luogo-
-Noi due stiamo parlando però- disse Draco continuando a tenere lo sguardo dritto davanti a se.
Hermione rimase sorpresa da quella affermazione, e ammutolì.
Draco si voltò a guardarla. La vide giocherellare con le dita
con il bordo del vestito, lo sguardo fisso sugli steli d'erba davanti a
se.
-Che cos'è?- chiese
Hermione alzò gli occhi su di lui, confusa. Lui indicò l'abito che essa indossava con un cenno.
-Oh sì. E' la Dama Fantasma- rispose
-Perché hai scelto proprio questo?-
Hermione rimase spiazzata da quella domanda. Già, perché l'aveva scelto? Forse perché avresti voluto essere come lei, in questa festa. Un fantasma.
-Mi piaceva- disse, vaga.
-Te invece?- chiese poi alludendo alla sua maschera.
-Non l'ho proprio scelta. Ho pensato ad una maschera ed è venuta questa-
Hai pensato alla tua maschera. A quella che porti sempre. A quella che porterai.
-E' carina- disse la ragazza.
Draco fece una smorfia.
-Sicura di quello che dici?-
-Sì. Cioè, è molto.. realistica-
Draco annuì.
-La tua anche è bella. Ti dona-
-Che ne sai?- chiese lei con un sopracciglio alzato.
-Lo vedo- rispose lui con un ghigno da presa in giro.
Ma lei non si scompose.
-Come puoi dire che mi dona se non sai chi sono?-
Draco non rispose. Già, come poteva dirlo? Improvvisamente si sentì molto sciocco per
quello che aveva detto. Insomma non faceva mai i complimenti a nessuno.
Adesso li faceva pure gratuiti. Ad una che nemmeno conosceva. Credeva di non conoscere.
-Hai ragione. Non posso dirlo- disse infine, forse un po' brusco, tornando a guardare davanti a se.
Hermione sorrise.
-Grazie lo stesso-
Draco non rispose.
Rimasero in silenzio, ognuno perso nei propri pensieri. Le stelle
dall'alto li guardavano, e ridevano, si sussurravano all'orecchio un
segreto, li guardavano ancora.
-Chissà se ci conosciamo..-
Il suo fu appena un sussurro ma Draco lo sentì.
-Chi può dirlo..-
-Noi-
Lui la guardò stranito.
-Fra poco. Quando scoccherà la mezzanotte-
Non ci aveva pensato. Presto sarebbe tornato Draco Malfoy. E lei
lo avrebbe visto. Che problema c'era? si chiese. C'era che si stava
abituando a quest'esistenza senza se stesso. Senza il peso della sua
maschera addosso. Si stava abituando a parlare con lei. E quando
avrebbe scoperto chi era lui, che cosa avrebbe detto? Gli sarebbe
piaciuto lo stesso? Se ne sarebbe andata? Da
quando ti interessa quello che può pensare la gente di te? Da
quando ti interessa se resterà o no? Da quando non ti piace
più stare da solo? Da quando non sono più io.
-Non vuoi che ti veda?- chiese Hermione dopo il suo lungo silenzio.
Draco non seppe che rispondere. Quindi non lo fece.
-A quale casa appartieni?- chiese invece -Magari indovino chi sei-
-Non te lo dirò- rispose lei
-Perché?-
-Non sarebbe valido, e poi...-
-E poi?- chiese lui con un sopracciglio alzato- che lei non poté vedere.
-C'è gente che giudica le persone in base alla casa di appartenenza-
Certo. Io sono uno di questi.
-Tranquilla- le disse -Quello è quando uno ancora non si conosce. Adesso che abbiamo parlato puoi dirmelo-
Hermione sollevò lo sguardo su di lui con espressione indecifrabile.
-Se abbiamo parlato non vuol dire che già ci conosciamo- disse infine.
-E' vero. Ma già so se mi stai simpatica o no-
Hermione rimase colpita da quella parole.
-Potresti sbagliarti. Potrei non piacerti-
-Questo posso dirlo solo io-
Hermione tacque. Voltò la testa di lato, osservando il prato distendersi davanti a loro.
-Allora?-
-Se ti piaccio così non ha importanza sapere di che casa sono-
disse lei -E poi non sarebbe valido. Il gioco è fatto apposta
per non rilevare la propria identità-
-Tu segui sempre le regole?-
Hermione ci pensò su.
-Quasi sempre- rispose.
Draco la osservò. Il volto quasi interamente nascosto dalla
maschera lasciava appena scoperta un po' di pelle candida. La ragazza
aveva i capelli nascosti da un velo, ma dalla trasparenza di esso, si
poteva capire che erano castani. Il corpo, interamente avvolto
dall'abito di nebbia era snello e aggraziato. Draco poteva intravedere
le forme femminili della ragazza attraverso la stoffa. Pur non
vedendola interamente Draco pensò che doveva essere una bella
ragazza.
Dal castello partì un'altra musica lenta. Hermione cominciò a dondolare sul posto, seguendo quella dolce melodia.
-Perché non vai dentro? Sono sicuro che qualcuno ti chiederà di ballare-
-L'hanno già fatto- rispose lei continuando a ondeggiare
-Se devo ballare con uno sconosciuto, allora preferisco farlo da sola-
aggiunse poi alzandosi. Draco la seguì con gli occhi e la vide
cominciare a volteggiare un po', tenendosi il vestito con le mani
guantate di bianco. Niente di troppo impegnativo, giusto qualche
passetto qua e la.
-A te non piace ballare?- gli chiese guardandolo dall'alto.
-Se mi piace la ragazza con cui devo farlo- rispose lui ricambiando lo sguardo.
Hermione non disse nulla. Draco si alzò. Le si parò
davanti, guardandola negli occhi, unica parte lasciata scoperta del
volto, insieme al naso e alle labbra. Hermione ricambiò lo
sguardo. Gli occhi del ragazzo erano l'unica cosa visibile di tutto il
viso, mezzo coperto dal cappuccio e avvolto per il resto da
un'oscurità irreale. Erano chiari. Molto chiari. Di un grigio
azzurro che le ricordava il cielo in tempesta. Una scossa elettrica le
attraversò la schiena, facendola rabbrividire. Senza che se ne
rendesse conto trovò la mano di lui poggiata sul suo fianco.
Chinò la testa per guardare, e quando la rialzò
trovò che le si era avvicinato. Trattenne il fiato. Draco le
sorrise- lei non poté vederlo, ma poté sentirlo.
La Maschera Nera fece un passo in avanti e la Dama Fantasma uno
indietro, tenendosi alle spalle di lui. Draco continuò a condurla
fino a che anche lei non si abituò all'andatura. Staccandosi un
po' da lei le fece fare una giravolta, per poi ristringerla di nuovo a
se. Hermione sentì il profumo del ragazzo che la teneva stretta.
Era buono. Chiuse gli occhi, sfiorando appena il collo del ragazzo con
il viso, e si lasciò trasportare da lui, e inebriare dal suo
profumo. Dopo un po' si accorse che si erano fermati. Riaprì gli
occhi di scatto, alzando la testa per guardarlo in faccia. Lui sorrise.
-Ti eri addormentata?- chiese ghignando.
Hermione arrossì, ma per fortuna il ragazzo non poteva notarlo, grazie alla maschera.
-Io... stavo ascoltando la musica- mentì.
Draco sorrise ed Hermione si morse la lingua, sapendo che non le aveva
creduto. Rimasero così ancora stretti in quell'abbraccio
casuale, a pochi centimetri l'una dall'altro, a guardarsi.
Hermione sentì chiaramente i battiti del proprio cuore
accelerare, e si diede della stupida. Emozionarsi così per uno
che neanche conosceva!
-Balli bene- disse Draco continuando a fissarla.
-Anche tu- rispose lei.
-Hai preferito ballare con me invece che da sola- disse poi.
Hermione tacque, sapendo di essere arrossita ancora. Draco le sorrise e
spostò leggermente la mano posata sul suo fianco più
giù. In quel momento la musica proveniente dalla Sala del
castello cessò. Hermione tossì imbarazzata e si
staccò da lui.
-Fine del ballo- disse, non sapendo perché stava evitando il suo
sguardo. Forse per via di quella mano. Draco non disse nulla,
continuando a fissarla in silenzio. Hermione si risedette a terra,
aggiustandosi poi la gonna dell'abito con le dita. Draco le si sedette
accanto, come aveva fatto lei quando era arrivata, solo un po'
più vicino.
-Di che anno sei?- le chiese.
-Sesto. Tu?-
-Sesto. Dovremmo conoscerci per forza, almeno di vista-
-Già-
Hermione tornò a guardare gli occhi grigio azzurro del ragazzo.
Le erano così familiari... eppure non riusciva a capire dove li
avesse già visti. Draco poté dire la stessa cosa di lei.
C'era un qualcosa... nella maniera in cui parlava, nel suo modo di
fare... che gli ricordava qualcuno. Improvvisamente non gli importava
più cosa avrebbe detto lei a sapere chi lui fosse. Lui voleva
sapere chi era lei. Doveva saperlo.
-Chi sei?- le chiese.
Hermione spalancò leggermente gli occhi, presa alla sprovvista.
-Io.. non posso dirtelo- disse.
-Dai, tanto manca poco- insistette lui.
-Allora aspetta-
-Non ce la faccio-
Lei sorrise, divertita.
-Anch'io muoio dalla curiosità di sapere chi tu sia, che credi-
-Allora dimmi il tuo nome ed io ti dirò il mio-
Hermione fece per aprire bocca, ma le parole non uscirono. In quel
momento dalla Sala Grande del castello dodici scanditi rintocchi
risuonarono fino alle loro orecchie. Hermione trattenne il respiro,
Draco pure. Uno. Due. Pian piano, la nebbia intorno all'abito della
ragazza cominciò a dissolversi. Tre. Quattro. Hermione
alzò gli occhi su quelli del ragazzo, che la fissava, e si perse
nella loro luminosità, mentre il nero che li contornava pian
piano si affievoliva. Cinque. Sei. Sette. Il vestito della Dama
Fantasma cominciò a svanire, lasciandosi dietro un vago ricordo
di regale antichità. Otto. Nove. La Maschera Nera
sparì, rivelando il corpo di un ragazzo comune, alto, magro,
muscoloso al punto giusto. Dieci. Undici. La nebbia e il suo ricordo
sparirono per sempre, rivelando il corpo esile e aggraziato di una
ragazza. E dodici. Per ultime, le maschere. Quella sul volto della
ragazza si staccò, spostandosi a qualche centimetro dal suo
viso, sparendo poi in una nuvoletta di fumo. Così come il
cappuccio della Maschera Nera, e gli ultimi residui di oscurità
sul suo viso. L'orologio si fermò. L'incanto era finito. I due
ragazzi si ritrovarono a fissarsi in silenzio, sorpresi e increduli.
-Tu??- riuscì a dire Hermione, spalancando i suoi meravigliosi
occhi dorati. Ora il suo viso era incorniciato dagli abituali ricci
castani, che le ricadevano compostamente sulle spalle, formando dei
boccoli aggraziati ai lati del viso.
-Già, proprio io, Granger- rispose Draco con un ghigno, dopo
essersi ripreso dallo stupore. I chiarissimi capelli biondi gli
ricadevano scompostamente sulla fronte e sugli occhi, liberi dal gel.
-Ma, ma...-
Hermione non poteva credere ai propri occhi.
-Non puoi essere tu!- esclamò infine, smettendo di balbettare.
-Ah no, non posso?- chiese lui divertito dalla reazione della ragazza.
-Tu hai detto.. tu hai fatto..-
-Io ho detto e fatto cosa?- chiese lui alzando un sopracciglio.
-Tu non eri tu quando avevi la maschera! Hai recitato!- esclamò lei puntandogli il dito contro.
-Io non ho fatto niente del genere, Granger-
-Sì invece. Non eri Malfoy, eri... eri...-
-Ero cosa, Granger?-
Hermione chiuse la bocca. La riaprì, ma le parole non uscirono.
-Vorrei poterti dire che mi conosci davvero poco, Granger. Ma purtroppo
non posso farlo, non più- disse allora lui guardandola coi suoi
bellissimi occhi grigi.
-Che vuoi dire?- chiese lei aggrottando la fronte.
-Che 'sta notte l'hai fatto, mi hai conosciuto. Sai, è strano.
Tutti hanno pensato ad essere diversi. Io invece credo di essere stato
per la prima volta uguale a me stesso-
Hermione non disse nulla, continuando a fissarlo.
-E' stato facile, con una maschera di stoffa addosso, togliersi quella
immateriale. Quella che mi accompagna sempre, dal giorno in cui il mio
destino è stato segnato-
-Di cosa parli?- disse lei senza capire.
Draco scosse la testa.
-Non ha importanza adesso. Quello che importa è che ora sappiamo
chi siamo. Tu sei Hermione Granger ed io sono Draco Malfoy-
-E..?-
Hermione non riuscì a trattenersi dal sussurrare quella piccola
parolina, sfuggitale prima che potesse fermarla dalle labbra tenute
strette.
Draco sorrise.
-E...-
Hermione lo vide avvicinarsi, guardarla intensamente con i suoi
bellissimi occhi grigio azzurri e chinarsi su di lei. Sentì il
palmo della sua mano sfiorarle la guancia, mentre le prendeva il viso e
lo teneva, impedendogli di fuggire. Sentì il proprio cuore
compiere un balzo e mettersi poi a correre velocemente, togliendole il
respiro. Infine, sentì le labbra del ragazzo posarsi sulle sue e
allora non vide più niente. Chiuse gli occhi, lasciandosi
cullare dalla dolce danza che le labbra di lui la stavano invitando a
ballare. Un po' come prima, quando volteggiavano abbracciati sull'erba.
Con un'unica differenza. Ora sapevano chi erano.
Halloween. Una notte dove poter scegliere di diventare qualcun altro. O semplicemente essere se stessi.
Salve a tutti! Innanzituto, buon
Halloween! Anke se non è una festa italiana... spero ke vi
divertirete, fra zukke maskere e dolcetti o skerzetti. Ho voluto
scrivere questa breve ff a tema, senza alcuna pretesa, anke
perchè mi è venuta assolutamente di getto, senza alcuna
premeditazione. Ho voluto parlare di un Halloween un po' diverso dagli
altri, dove il personaggio principale (per me Draco) si toglieva
la maschera, anzichè mettersela. Ho pensato che per uno come
lui, costretto sempre a seguire un copione, scrittogli dal padre,
questa poteva essere un'occasione per essere finalmente se stesso,
quando nessuno avrebbe potuto saperlo. Spero vi sia piaciuta, e
gradirei se mi lasciaste un commentino, giusto per farmi sapere cosa ne
pensate... 1 bacione a tutti e divertitevi!! ciau la vostra Vale
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