Buona sera a tutti!
Eccoci qua con il terzo episodio delle avventure di Capitan Riku e Mr.
Paopou, in cui verrà introdotto un nuovo personaggio, mi
direte voi se farlo ricomparire in futuro o meno
ù.ù Fate bene attenzione al titolo dell'episodio,
c'è una citazione importante!
Bene, non mi dilungo con
altre chiacchiere. Buona lettura!
Episodio 3: SOS - Una luce
irrompe da quella finestra!
-Non sto scherzando!- esclamò Sora a bassa voce, stando
attentissimo a non farsi sentire da anima viva.
Con un sospiro, la ragazza dai capelli rossi si sedette sul lettino
dell’infermeria, mettendo una mano sulla fronte
dell’amico per sentirne la temperatura.
-Non hai la febbre, eppure sembri stanco morto e ti sei beccato una
pallonata in faccia.- disse Kairi, incrociando le braccia sul petto. -E
dici che è colpa delle… ronde notturne che fai
con Riku.- riassunse.
-Esatto!- replicò il ragazzo. -Venerdì notte
s’è presentato a casa mia con dei costumi assurdi
e mi ha trascinato in una missione di salvataggio, peccato che non ci
sia nulla da salvare!-
-E perché parli a bassa voce?- chiese incuriosita. -Siamo
soli qui dentro.-
-Perché bisogna proteggere l’identità
segreta e perché se viene a sapere che te ne ho parlato mi
infilzerà con il keyblade!- spiegò lui, scattando
a sedere e stringendo le lenzuola nei pugni. -È impazzito,
l’Oscurità deve avergli fritto il cervello!-
-Non è che ti stai confondendo con un… incubo un
po’ troppo realistico?- domandò ancora,
correggendosi in tempo sul sostantivo da usare, perché
effettivamente non si sarebbe mai potuto parlare di un sogno in un caso
simile. -A me stamattina è sembrato il solito Riku: sguardo
gelido verso chiunque all’infuori di noi due, risposte a
monosillabi quando strettamente necessarie e consueto saluto silenzioso
quando ci siamo separati per entrare a lezione.- elencò
tranquilla, ricordandosi perfettamente l’espressione e i
comportamenti dell’amico nei confronti suoi e dei loro
compagni o di chiunque altro avessero incontrato lungo la strada per
andare a scuola.
L’idea dell’impassibile Riku vestito con uno
strambo completino blu la lasciava decisamente perplessa e ben poco
convinta. Guardò il ragazzo nel letto, soffermandosi sulle
profonde occhiaie e il viso sciupato evidenti segni di chi aveva
dormito molto poco, e cominciò a chiedersi se non ci fosse
un fondo di verità in tutto quello che aveva sentito negli
ultimi dieci minuti.
-È tutto vero!- affermò Sora. -Fa così
per mantenere il segreto, te l’ho detto!-
Dopo la terza, inutile, infruttuosa e imbarazzante ronda -purtroppo,
alla fine, Capitan Riku aveva costretto la sua fedele spalla a
nascondersi nella cuccia vuota di un cane per non farsi vedere da un
uomo che rientrava in compagnia della sua signora, mentre lui si era
cacciato senza troppi problemi in un bidone vuoto
dell’immondizia- Sora era giunto alla conclusione che da solo
non ce l’avrebbe mai fatta a sistemare quel catastrofico
pasticcio, quindi chi meglio dell’amica Kairi avrebbe potuto
dargli una mano? Ma la ragazza non gli aveva creduto e come darle
torto? Quella storia era assurda e a dir poco stramba
dall’inizio alla fine, dalle calzamaglie attillate alle
acrobazie fallite di Riku -perché dopo la pozzanghera era
voluto passare a tutti i costi in mezzo a una siepe, strisciando sul
terreno, e si era riempito di terriccio e foglie, gli mancavano solo i
segni neri sulle guance e avrebbe potuto far compagnia agli indiani.
Mentalmente e fisicamente stanco, il castano si passò una
mano sul viso. -Kairi, ti prego di credermi. Io non so proprio cosa
fare con lui… So che è assurdo, persino io mi
rendo conto di aver detto delle cose inverosimili, ma ti giuro che non
mi sto immaginando nulla.-
La principessa dal cuore puro trattenne un sospiro, dicendosi che
comunque qualcosa bisognava farla, che fosse uno o l’altro
quello matto. -Perché non mi fai vedere questo fantomatico
costume?-
-Perché alla fine della ronda se lo porta via lui,
altrimenti te l’avrei già detto…-
mormorò il ragazzo, prima di rialzare il capo, colto da
un’improvvisa illuminazione. -Ci sono! Puoi vederci durante
la ronda!-
-E come?- chiese Kairi, incuriosita.
-Lo convincerò a passare nella zona di casa tua stanotte,
dato che abbiamo finito il giro e dobbiamo ricominciare da capo. Tu
affacciati alla finestra verso-
-Permesso.- esordì una profonda voce maschile da dietro la
porta dell’infermeria, anticipando l’ingresso del
tenebroso e imperturbabile Riku con la cartella sottobraccio. -Ciao
Sora, ho sentito cos’è successo, stai bene?-
Il castano s’era zittito immediatamente e ci stava mettendo
qualche momento di troppo a rispondere, quindi Kairi andò in
suo soccorso. -Sì, per fortuna la pallonata non era forte,
ma è caduto per terra e il professore ha preferito mandarlo
qui in infermeria per farlo stare tranquillo.- spiegò,
ottenendo un muto assenso.
L’argenteo si sedette sul lettino accanto con un piccolo
sospiro. -Dovresti stare più attento.- osservò.
-Comunque, quando te la senti andiamo a casa.-
Sora non poté far altro che annuire, gettando un rapido
sguardo a Kairi, pregandola in silenzio di farsi trovare alla finestra
quella notte, anche se non aveva fatto in tempo a dirle un orario
preciso né altri dettagli.
-Mi sembra un’ottima idea, Mr. Paopou!- esclamò
Capitan Riku, sottolineando la sua approvazione con un cenno del capo.
-Andare a controllare che la nostra principessa sia sana e salva
è uno dei primi compiti degli eroi!- aggiunse per poi
stringerlo in un abbraccio fraterno. -Sono contento di sentire che
finalmente anche tu hai compreso l’importanza del nostro
compito. Ora andiamo, la notte ci attende!-
Esclamata la sua frase di partenza, il maggiore era partito nella sua
corsa controllata, saltando da un’ombra di un edificio
all’altra, con il suo partner che lo seguiva a pochi passi.
Il castano si sentì di sperare in un miglioramento. Non era
stato difficile convincere l’amico che era meglio fare la
ronda nel quartiere in cui viveva Kairi, ora doveva solo sperare che la
ragazza fosse affacciata alla finestra e che li vedesse mentre si
muovevano di soppiatto tra le case. Ma era fiducioso, sapeva che
l’amica non l’avrebbe abbandonato al suo triste
destino legato con nodo scorsoio all’imbarazzante
identità segreta di Mr. Paopou.
-Alt!- esclamò a voce bassissima l’eroe di blu
vestito, appiattendosi contro il muro. -Guarda laggiù.-
disse, indicandogli con un cenno l’abitazione successiva.
Incuriosito, Sora si sporse e ciò che vide lo
gelò sul posto: la suddetta amica che avrebbe dovuto
aiutarlo era sì affacciata al davanzale, ma con la lampada
accesa che oltre a rendere ben visibile la sua figura, illuminava quasi
a giorno l’intero giardino. Ripresosi dalla morte apparente,
il castano avrebbe tanto voluto sbattere la testa contro la parete
più vicina.
-Osserva Mr. Paopou, la luce del cuore puro della nostra principessa
irrompe dalla finestra, illuminando tutto al pari del sole. Riesci a
vederla?-
-Fin troppo bene, Capitano.- commentò Sora con tono neutro.
-Possiamo passare a salutarla? Ovviamente non le diremo chi siamo,
visto che dobbiamo nascondere la nostra vera identità.-
tentò, cercando di raggiungere in qualche modo il suo
obiettivo.
-Potremmo, ma non lo faremo.- disse Riku, facendo scempio delle sue
ultime speranze. -È vero, dobbiamo proteggere la
principessa, ma non è necessario che lei sappia della nostra
esistenza. E ora che sappiamo che è al sicuro, possiamo
proseguire con la ronda. Andiamo, presto!-
Così detto, Capitan Riku fece dietro front e
attraversò la strada, prendendo la direzione opposta a
quella in cui la sua spalla voleva condurlo per rendere pubblica la sua
pazzia. Afflitto per l’ennesima sconfitta, l’eroe
dei mondi lo seguì di nuovo, sentendo un altro cappio
legarlo a quella follia che, ne era certo, lo avrebbe distrutto sotto
ogni punto di vista.
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