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Autore: Liberty89    05/01/2015    5 recensioni
Ciò che l’eroe dei mondi non credeva possibile era il declino mentale che potesse subire una persona, che per troppo tempo era rimasta in stretto -strettissimo in realtà- contatto con l’Oscurità, anche a distanza di mesi. Sapeva che la gente tendeva a impazzire e fare cose che normalmente non avrebbe fatto, quando si faceva corrompere dal potere oscuro, ma non pensava davvero che qualcuno potesse dare i numeri.
Piccola (credo) fan fiction nata dalla visione di un'immagine su facebook, che narrerà le avventure di Capitan Riku e Mr. Paopou.
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Riku, Sora, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Buona sera a tutti! Eccoci qua con il terzo episodio delle avventure di Capitan Riku e Mr. Paopou, in cui verrà introdotto un nuovo personaggio, mi direte voi se farlo ricomparire in futuro o meno ù.ù Fate bene attenzione al titolo dell'episodio, c'è una citazione importante!
Bene, non mi dilungo con altre chiacchiere. Buona lettura!



Episodio 3: SOS - Una luce irrompe da quella finestra!

-Non sto scherzando!- esclamò Sora a bassa voce, stando attentissimo a non farsi sentire da anima viva.
Con un sospiro, la ragazza dai capelli rossi si sedette sul lettino dell’infermeria, mettendo una mano sulla fronte dell’amico per sentirne la temperatura.
-Non hai la febbre, eppure sembri stanco morto e ti sei beccato una pallonata in faccia.- disse Kairi, incrociando le braccia sul petto. -E dici che è colpa delle… ronde notturne che fai con Riku.- riassunse.
-Esatto!- replicò il ragazzo. -Venerdì notte s’è presentato a casa mia con dei costumi assurdi e mi ha trascinato in una missione di salvataggio, peccato che non ci sia nulla da salvare!-
-E perché parli a bassa voce?- chiese incuriosita. -Siamo soli qui dentro.-
-Perché bisogna proteggere l’identità segreta e perché se viene a sapere che te ne ho parlato mi infilzerà con il keyblade!- spiegò lui, scattando a sedere e stringendo le lenzuola nei pugni. -È impazzito, l’Oscurità deve avergli fritto il cervello!-
-Non è che ti stai confondendo con un… incubo un po’ troppo realistico?- domandò ancora, correggendosi in tempo sul sostantivo da usare, perché effettivamente non si sarebbe mai potuto parlare di un sogno in un caso simile. -A me stamattina è sembrato il solito Riku: sguardo gelido verso chiunque all’infuori di noi due, risposte a monosillabi quando strettamente necessarie e consueto saluto silenzioso quando ci siamo separati per entrare a lezione.- elencò tranquilla, ricordandosi perfettamente l’espressione e i comportamenti dell’amico nei confronti suoi e dei loro compagni o di chiunque altro avessero incontrato lungo la strada per andare a scuola.
L’idea dell’impassibile Riku vestito con uno strambo completino blu la lasciava decisamente perplessa e ben poco convinta. Guardò il ragazzo nel letto, soffermandosi sulle profonde occhiaie e il viso sciupato evidenti segni di chi aveva dormito molto poco, e cominciò a chiedersi se non ci fosse un fondo di verità in tutto quello che aveva sentito negli ultimi dieci minuti.
-È tutto vero!- affermò Sora. -Fa così per mantenere il segreto, te l’ho detto!-
Dopo la terza, inutile, infruttuosa e imbarazzante ronda -purtroppo, alla fine, Capitan Riku aveva costretto la sua fedele spalla a nascondersi nella cuccia vuota di un cane per non farsi vedere da un uomo che rientrava in compagnia della sua signora, mentre lui si era cacciato senza troppi problemi in un bidone vuoto dell’immondizia- Sora era giunto alla conclusione che da solo non ce l’avrebbe mai fatta a sistemare quel catastrofico pasticcio, quindi chi meglio dell’amica Kairi avrebbe potuto dargli una mano? Ma la ragazza non gli aveva creduto e come darle torto? Quella storia era assurda e a dir poco stramba dall’inizio alla fine, dalle calzamaglie attillate alle acrobazie fallite di Riku -perché dopo la pozzanghera era voluto passare a tutti i costi in mezzo a una siepe, strisciando sul terreno, e si era riempito di terriccio e foglie, gli mancavano solo i segni neri sulle guance e avrebbe potuto far compagnia agli indiani.
Mentalmente e fisicamente stanco, il castano si passò una mano sul viso. -Kairi, ti prego di credermi. Io non so proprio cosa fare con lui… So che è assurdo, persino io mi rendo conto di aver detto delle cose inverosimili, ma ti giuro che non mi sto immaginando nulla.-
La principessa dal cuore puro trattenne un sospiro, dicendosi che comunque qualcosa bisognava farla, che fosse uno o l’altro quello matto. -Perché non mi fai vedere questo fantomatico costume?-
-Perché alla fine della ronda se lo porta via lui, altrimenti te l’avrei già detto…- mormorò il ragazzo, prima di rialzare il capo, colto da un’improvvisa illuminazione. -Ci sono! Puoi vederci durante la ronda!-
-E come?- chiese Kairi, incuriosita.
-Lo convincerò a passare nella zona di casa tua stanotte, dato che abbiamo finito il giro e dobbiamo ricominciare da capo. Tu affacciati alla finestra verso-
-Permesso.- esordì una profonda voce maschile da dietro la porta dell’infermeria, anticipando l’ingresso del tenebroso e imperturbabile Riku con la cartella sottobraccio. -Ciao Sora, ho sentito cos’è successo, stai bene?-
Il castano s’era zittito immediatamente e ci stava mettendo qualche momento di troppo a rispondere, quindi Kairi andò in suo soccorso. -Sì, per fortuna la pallonata non era forte, ma è caduto per terra e il professore ha preferito mandarlo qui in infermeria per farlo stare tranquillo.- spiegò, ottenendo un muto assenso.
L’argenteo si sedette sul lettino accanto con un piccolo sospiro. -Dovresti stare più attento.- osservò. -Comunque, quando te la senti andiamo a casa.-
Sora non poté far altro che annuire, gettando un rapido sguardo a Kairi, pregandola in silenzio di farsi trovare alla finestra quella notte, anche se non aveva fatto in tempo a dirle un orario preciso né altri dettagli.

-Mi sembra un’ottima idea, Mr. Paopou!- esclamò Capitan Riku, sottolineando la sua approvazione con un cenno del capo. -Andare a controllare che la nostra principessa sia sana e salva è uno dei primi compiti degli eroi!- aggiunse per poi stringerlo in un abbraccio fraterno. -Sono contento di sentire che finalmente anche tu hai compreso l’importanza del nostro compito. Ora andiamo, la notte ci attende!-
Esclamata la sua frase di partenza, il maggiore era partito nella sua corsa controllata, saltando da un’ombra di un edificio all’altra, con il suo partner che lo seguiva a pochi passi.
Il castano si sentì di sperare in un miglioramento. Non era stato difficile convincere l’amico che era meglio fare la ronda nel quartiere in cui viveva Kairi, ora doveva solo sperare che la ragazza fosse affacciata alla finestra e che li vedesse mentre si muovevano di soppiatto tra le case. Ma era fiducioso, sapeva che l’amica non l’avrebbe abbandonato al suo triste destino legato con nodo scorsoio all’imbarazzante identità segreta di Mr. Paopou.
-Alt!- esclamò a voce bassissima l’eroe di blu vestito, appiattendosi contro il muro. -Guarda laggiù.- disse, indicandogli con un cenno l’abitazione successiva.
Incuriosito, Sora si sporse e ciò che vide lo gelò sul posto: la suddetta amica che avrebbe dovuto aiutarlo era sì affacciata al davanzale, ma con la lampada accesa che oltre a rendere ben visibile la sua figura, illuminava quasi a giorno l’intero giardino. Ripresosi dalla morte apparente, il castano avrebbe tanto voluto sbattere la testa contro la parete più vicina.
-Osserva Mr. Paopou, la luce del cuore puro della nostra principessa irrompe dalla finestra, illuminando tutto al pari del sole. Riesci a vederla?-
-Fin troppo bene, Capitano.- commentò Sora con tono neutro. -Possiamo passare a salutarla? Ovviamente non le diremo chi siamo, visto che dobbiamo nascondere la nostra vera identità.- tentò, cercando di raggiungere in qualche modo il suo obiettivo.
-Potremmo, ma non lo faremo.- disse Riku, facendo scempio delle sue ultime speranze. -È vero, dobbiamo proteggere la principessa, ma non è necessario che lei sappia della nostra esistenza. E ora che sappiamo che è al sicuro, possiamo proseguire con la ronda. Andiamo, presto!-
Così detto, Capitan Riku fece dietro front e attraversò la strada, prendendo la direzione opposta a quella in cui la sua spalla voleva condurlo per rendere pubblica la sua pazzia. Afflitto per l’ennesima sconfitta, l’eroe dei mondi lo seguì di nuovo, sentendo un altro cappio legarlo a quella follia che, ne era certo, lo avrebbe distrutto sotto ogni punto di vista.
  
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