Buongiorno!
Carica dalla lunga pausa che mi sono concessa, eccomi ad aggiornare.
Vi rinnovo ancora l'augurio che questo 2015 possa essere un buon anno
davvero e poi vi lascio subito alla lettura, rimandandovi al solito
spazio che mi riservo alla fine per qualche nota sul capitolo.
Buona lettura e alla prossima.
BF
Oh no,
what's this?
a spiderweb
and I'm caught in the middle
so I turned
to run
and thought
of all the stupid things I'd done
and I never
meant to cause you trouble
and I never
never meant to do your wrong
ah, well if
I ever caused you trouble
oh no I
never meant to do you harm
" Trouble -
Coldplay"
A differenza dei
miei fratelli, per cui niente poteva vincere la noia della vita
scolastica, io avevo trovato nelle gite almeno un pò di
sollievo
dalla grigia routine che vivevamo alla Forks High Schol.
Così,
anche quella mattina, nel dover accettare l'idea che il
tempo trascorso a scuola mi avrebbe inevitabilmente separato da Edward,
avevo perlomeno trovato una magra consolazione nel fatto che saremmo
andati in gita con il Prof. Molina. Probabilmente le ore sarebbero
passate più in fretta, rispetto allo rimanere in classe a
guardare le lancette dell'orologio girare con una lentezza esasperante.
-
Ciao, Bella. Posso disturbarti un attimo? Vorrei bè... ecco,
vorrei chiederti un favore.
La
voce di Angela mi aveva sorpreso mentre stavo aspettando che Rose si
decidesse ad uscire dalla classe della Prof.sa Crawford, dove era
entrata per consegnarle la bozza della tesina che avrebbe portato
all'esame finale.
-
Ciao, Angela. Se posso aiutarti in qualche maniera, volentieri...
L'incertezza
che le avevo visto in viso si era trasformata in una
specie di imbarazzo che mi aveva subito messo in allerta. L'idea che
potesse essere lì su richiesta di Mike, mi aveva appena
sfiorato
la mente.
Dopo
che me ne ero andata dalla riserva in quella maniera piuttosto
eclatante, ero stata volontoriamente alla larga da tutti loro, proprio
per evitare qualsiasi domanda al riguardo. Però, la ragazza
di
fronte a me, in qualche maniera era riuscita a prendermi in contropiede.
-
Ecco... mi chiedevo se ti andasse di fare coppia con me per gli
esperimenti pratici che faremo alla serra. Come sai ho da recuperare
una F con Molina, e il tuo aiuto oggi mi sarebbe veramente
prezioso.
Mi
ero sentita da una parte sollevata che il suo interesse per me fosse
stato per quel motivo, dall'altra indecisa perchè sapevo che
accettare di aiutarla mi avrebbe fatto discutere con Rose.
Non
era mai molto contenta di dover far coppia con qualche altro
"umano" che non fossi io, e di solito accadeva quando proprio ci veniva
imposto da qualche professore, senza lasciarci perciò altra
scelta.
-
Ecco... vedi...
- Come
non detto.
Probabilmente
il modo in cui avevo esordito le aveva già fatto
capire che sarebbe stato un no, ed aveva avuto ragione, ma la sua aria
abbattuta aveva di nuovo scatenato in me l'impulso di assecondarla,
facendomi pensare che davvero mi sentissi affine a quella ragazza come
era successo solo con Rebecca, la mia vecchia amica di infanzia.
-
No, aspetta. Hai frainteso... sarò contenta di aiutarti. Mi
chiedevo solo se a Eric... ecco... andasse bene il cambio.
Angela
era leggermente arrossita e avevo trovato un altro tratto comune con
lei.
-
Sì, certo. Bè... ehm... ho chiesto prima a lui se
fosse
d'accordo... ovviamente dovrà esserlo... ehm... anche tua
sorella.
Eravamo
entrambe imbarazzate a quel punto, dato che il "non detto"
riguardava appunto Rose e la sua palese ostilità verso
chiunque
non fossi io.
-
Oh, bè... con lei ci parlo io. Sono sicura che
sarà contenta di farmi... cioè, di farti questo
favore.
Anche
se avevo cercato di riprendermi, mezza gaffe ormai l'avevo fatta,
ma Angela aveva gentilmente fatto finta di nulla, inducendomi
così ad avere ancora più simpatia per lei.
-
Okay... allora... bè... a dopo.
-
Sì, certo. A dopo.
Silenziosa
come era arrivata, Angela se ne era anche andata. Non prima
di avermi riservato un sorriso sincero, che io avevo ricambiato senza
troppa
fatica.
Era
passato solo qualche minuto, prima che Rose sbucasse con una faccia
che mi aveva tolto un pò dell'ottimismo che avevo maturato
in
quel lasso di tempo sul fatto che sarei riuscita a farle digerire la
notizia dello scambio di "partner" durante la gita.
-
Andiamo via, Bella, prima che cambi idea e commetta davvero un omicidio.
Rose
mi aveva preso sottobraccio e mezzo trascinata lungo il corridoio,
strappandomi una risata che l'aveva portata a guardarmi male.
-
Non c'è niente da ridire! Quella vecchia megera rischia
davvero la testa!
-
Rose... lo dici ogni volta, non sei più credibile!
Aveva
emesso un basso ringhio, udibile a me soltanto, che mi aveva di nuovo
fatto ridere.
-
Stamattina sono molto vicina a smentirti, cara sorellina! Ha avuto il
coraggio di dirmi che dovrei pensare meno alla mia immagine e
più allo studio! Capisci?
Avevo
guardato i suoi occhi lanciare lampi minacciosi, ma sapevo che
non c'era un vero pericolo, dal momento che non avrebbe mai messo a
rischio la sicurezza di tutti noi per una sciocchezza del genere.
-
Mi sono sempre diplomata con il massimo dei voti! Sempre! E adesso
arriva a lei a dirmi che dovrei impegnarmi di più con lo
studio?
Quella davvero è invidiosa della mia bellezza, eccome!
Eravamo
arrivate ormai nel cortile, dove già si erano radunati
la maggior parte dei nostri compagni, in attesa di salire sui pulmini
che ci avrebbero portato alla serra.
A
quel punto ero stata costretta a frenare la falcata decisa di mia
sorella per poterle parlare liberamente.
-
Rose senti... devo chiederti un favore.
Mi
aveva stupito il modo in cui mi aveva subito lanciato un'occhiata
preoccupata, quasi forse agitata e per un attimo mi ero chiesta se non
dovessi preoccuparmi anch'io.
-
C'è qualcosa che non va, Bella? Sai che con me puoi
parlare...
Sì,
mi era parsa una reazione un pò strana la sua,
però dal momento che il Prof. Molina aveva appena iniziato a
fare l'appello per controllare che ci fossimo tutti, il tempo per
parlarle era diventato minimo, così avevo dovuto rimandare
l'idea di chiedere a lei se ci fosse qualcosa che non andava.
-
Niente di grave, stai tranquilla. Si tratta di Angela Weber... ecco,
mi ha chiesto se poteva fare coppia con me alla serra dove andremo, sai
per gli esperimenti che Molina ha intenzione di farci fare... deve
recuperare quella F che ha preso la volta scorsa...
-
Le hai detto di sì!
Avevo
immaginato che non sarebbe stata per niente contenta, così
avevo cercato di spiegarle la mia difficoltà nel respingere
Angela.
-
Ecco, vedi... non sono riuscita a dirle di no! La verità
è che lei mi piace... mi ricorda moltissimo Rebecca.
A
quella mia affermazione il cipiglio di Rose si era leggermente
dissipato, diventando più un'espressione seria che
arrabbiata.
-
Rebecca? La tua compagna alle elementari?
Avevo
annuito e sorriso, perchè avevo intuito dal modo in cui la
sua postura si era fatta meno rigida che avevo fatto breccia nella sua
corazza.
-
Ti rendi conto che così mi stai gettando tra le grinfie di
Yorkie?
-
Bè, io direi che è più lui che
finirà tra le tue di grinfie...
Mi
ero concessa quella frecciata perchè la risposta di Rose era
già stata l'equivalente di un sì alla mia
richiesta.
-
Sei davvero molto spiritosa oggi! Comunque, sappi che sarai tu
l'unica responsabile se i miei canini finiranno davvero nella giugulare
di quell'insopportabile umano!
Mi
aveva rivolto uno sguardo scocciato, ma sconfitto.
-
Bè, pensa che poteva andarti peggio... se ti fosse toccato
Newton? O la Stanley?
-
Muoviamoci, Molina ci sta aspettando!
Mi
aveva strattonato con una certa soddisfazione, forse per farmi
pagare lo scotto di quella vittoria concessami senza troppe battaglie.
-
E comunque, in quei due potrei davvero affondare i denti senza
pietà...
Lo
aveva borbottato mentre ormai eravamo giunte in prossimità
degli altri, per cui mi ero solo limitata a ridere di quelle vane
minacce.
-
Ridi, ridi... ma ricordati che adesso hai un grosso debito con me,
sorellina!
-
Swan, Hale... ecco i vostri test.
Molina
ci aveva allungato una cartelletta con dentro i test che avremmo
dovuto eseguire, ma anzichè prenderla lo avevo informato
della
mia decisione.
-
Professore, veramente ci sarebbe un cambio di programma.
-
Un cambio di programma?
Molina
si era giustamente mostrato sorpreso.
-
Sì, oggi vorrei fare coppia con Angela se per lei non
è un problema.
Lui
aveva spostato lo sguardo su Rose, non senza mostrare una certa
incertezza. D'altronde, lei insieme a Jasper, erano quelli che
più riuscivano a mettere a disagio l'intero corpo docente,
nonostante all'apparenza sembrassero dei ragazzi come gli altri.
-
Quindi lei farà coppia con il Sig. Yorkie?
-
Sì, certo, professore.
Indubbiamente
il tono di Rose era stato quello di chi aveva trovato che
venisse sottolineato l'ovvio, e questo aveva creato un certo imbarazzo
nell'uomo di fronte a noi.
-
Sì... bè... certo. Comunque, va bene, per me non
ci
sono problemi. Ecco, Hale, prenda lei allora questa. La Sig.na Weber ha
già ritirato i test.
Rose
era stata ben attenta a non sfiorare le dita del professore, che
era stato ben lieto di vederci salire subito dopo sul pulmino,
soprattutto perchè non si era più sentito preso
in esame
dal suo sguardo.
Dopo
esserci sedute, mentre già intorno a noi le chiacchiere
degli altri risuonavano allegre, un'ultima minaccia mi era giunta dalla
vampira al mio fianco.
-
Sul serio, Bella, ricordati che sei in debito con me.
Se
aveva sperato di farmi sentire in colpa, la mia ulteriore risata
doveva averle tolto ogni dubbio sul fatto che non era riuscita nemmeno
un pò a convincermi che me l'avrebbe fatta pagare davvero.
XXXXXXXXXXXXXXX
La
visita alla serra si era rivelata piuttosto impegnativa,
perchè i test che avremmo dovuto sperimentare erano stati
piuttosto difficili da eseguire.
Quindi
mi ero ritrovata anch'io ad accogliere con sollievo l'annuncio che
potevamo interromperci per consumare ciò che ognuno di noi
si
era portato per pranzo. Ci avevano messo a disposizione uno spazio che
aveva anche dei tavoli all'aperto e dato che con Angela avevamo passato
l'ultima ora a contatto con campioni di compostaggio maleodorante,
avevamo deciso di respirare un pò d'aria fresca.
Immaginavo
che Rose dovesse essere a quel punto veramente su di giri,
perchè ancora non li avevamo visti comparire, segno che Eric
la stava particolarmente rallentando nello svolgimento dei test.
-
Vuoi assaggiare, Bella? Polpettone fatto da mia madre... solo che me ne
ha dato per un reggimento come al solito!
Angela
probabilmente si era sentita in dovere di offrirmi qualcosa, dal
momento che lo zaino con il mio pranzo era rimasto a mia sorella.
-
No, ti ringrazio. Penso che ormai arriverrano anche Rose e Eric. Anche
mia madre mi ha dato un sacco di roba...
Nel
mio caso era perchè la parte di Rose non sarebbe stata
ovviamente consumata, raddoppiando così il cibo a mia
disposizione.
-
Mi sa che Eric sarà in difficoltà...
Nel
momento in cui lo aveva detto, Angela era anche arrossita
rendendosi conto che era risuonata un pò accusatoria la sua
frase nei confronti di mia sorella.
-
Sì, lo credo anch'io. Rose non è proprio una
compagna facile.
L'avevo
spiazzata con quell'ammissione, ma non mi ero sentita di negare
un'evidenza che era sotto gli occhi di tutti da ben tre anni.
-
Sì, bè... se è per questo non lo
è
nemmeno Eric. Il suo umorismo il più delle volte irrita
anche
me...
Ci
eravamo ritrovate a ridacchiare entrambe di quella battuta con cui
Angela era riuscita a toglierci dal reciproco imbarazzo di sapere che
in effetti noi Cullen sapevamo tenere a debita distanza le persone.
-
Davvero non ne vuoi un pezzo? Intanto che aspetti i tuoi di viveri...
Stavo
per cedere alla sua gentilezza quando avevo visto i suoi occhi
dilatarsi in uno stupore ancora più grande.
-
Ehi... ma quello non è il tuo... ehm... amico? Che cosa ci
fa qui?
Non
avevo fatto in tempo a domandarmi a chi si riferisse e nemmeno a
voltarmi
per scoprirlo, perchè una voce che conoscevo molto bene mi
aveva
gelato sul posto.
-
Bella! Ma che incredibile coincidenza trovarti qui!
L'alta
figura di Jacob aveva subito occupato tutta la mia visuale, dal
momento che si era parato dinnanzi a me, rivolgendo appena un saluto ad
Angela.
-
Jacob...
Non
avevo avuto davvero sufficiente tempo per aggiungere altro,
perchè una mano salda aveva afferrato la mia, invitandomi ad
alzarmi.
-
Bella, devo assolutamente parlarti. Non dirmi di no, ti prego.
Avevo
visto lo sguardo di Angela passare da lui a me, incerta su quello
che stesse avvenendo: Jacob mi stava pregando o mi stava obbligando a
seguirlo?
Perchè
se la sua presa mi aveva incitato appunto ad alzarmi per
seguirlo, la sua voce era stata davvero supplichevole, come anche lo
sguardo del resto.
-
Cinque minuti. Non ti chiedo di più...
Avevo
i pensieri in tilt! Una parte di me mi diceva che era pura follia
seguirlo dal momento che lì con me c'era Rose, ma un'altra
parte
si ricordava di come fosse stato disposto a rischiare anche lui la sua
vita per proteggermi dai vampiri che ci avevano inseguito l'altra notte.
-
Bella...
A
farmi decidere era stato lo sguardo che avevo incrociato con Angela,
in seria difficoltà nel capire se Jacob mi stesse
minacciando davvero o meno.
-
Okay... va bene. Ma cinque minuti, Jacob, non di più. Dico
sul serio.
Lo
avevo fissato con quella che speravo apparisse un'espressione
determinata, anche se dentro di me non ero affatto convinta di aver
preso la decisione giusta.
Rose
si sarebbe accorta comunque che lo avevo incontrato, anche se non fosse
arrivata nei successivi cinque minuti. Questo avrebbe voluto dire che
non solo me la sarei dovuta vedere con lei, ma anche con Edward.
Dio, dovevo essere davvero
impazzita!
Ma ormai Jacob mi
stava già portando in un luogo
più isolato, dove sicuramente nessuno avrebbe potuto sentire
i
nostri discorsi.
-
Jacob... c'è qui anche mia sorella...
-
Non ho paura, lo sai. E non devi averne nemmeno tu... ci sono io a
proteggerti.
La
sua risposta mi aveva fatto puntare i piedi, obbligandolo a fermarsi.
-
Ma che cavolo stai dicendo? Io sono al sicuro con Rose, stupido cane!
La
rabbia per quello che aveva sottinteso con quel "proteggerti" mi aveva
spinto ad apostrofarlo in quella maniera cattiva.
-
Non sono un cane, Bella! Sono un umano, proprio come te!
Mi
aveva afferrato per le braccia e strattonato talmente vicino a lui,
che i nostri visi si erano ritrovati a pochi centimetri di distanza. Un
lampo di rabbia era passato velocemente in quegli occhi scuri, subito
cancellato da un'espressione dispiaciuta.
-
Scusami... non era questo che avevo in mente di fare. E' solo...
Non
avevo avuto veramente paura di lui, perchè nonostante fosse
oggettivamente pericoloso, rimanevo dell'idea che non sarebbe stato
capace di farmi del male.
Infatti
mi aveva immediatamente lasciato andare, passandosi una mano
sul viso, come a voler cancellare del tutto quel momento di rabbia che
avevo intravisto.
-
La verità è che non sopporto l'idea di te che
vivi in
mezzo a loro! Questa cosa mi sta distruggendo e non posso fare finta
che non sia così! Non ci riesco.
Non
ero riuscita a reagire subito a quelle parole, perchè il
tormento che avevo scorto nel suo sguardo mi era sembrato realmente
sincero.
D'istinto
gli avevo appoggiato una mano sull'avambraccio, sentendo
anche nei suoi muscoli contratti la tensione che lo attraversava.
-
Jacob, io vivo con loro da quando avevo appena qualche mese. Sono
cresciuta chiamandoli papà, mamma, fratello, sorella... non
hai
la minima idea di quanto mi vogliano bene. Non potrebbero mai farmi del
male. In nessuna maniera.
Il
suo sguardo si era appuntato sulla mia mano ancora posata su di lui,
prima che lo risollevasse per fissarmi intensamente.
-
In nessuna maniera, dici? E allora l'altra notte, che cos'era quello a
cui ho assistito? Un gioco?
Lo
avevo sentito irrigidirsi ulteriormente, i pugni contratti e lo sguardo
più acceso.
-
Fammi indovinare! Era la versione succhiasangue di guardie e
ladri, per caso? Era questo Bella, quello che ho visto l'altra notte,
eh? O era invece una fuga da due cazzo di succhiasangue che volevano
farti del male? Perchè a me è parso tanto che
fosse
proprio così... e mi sembrava che fosse dello stesso parere
anche il succhiasangue che difendi dicendo che non ti metterebbe mai
in pericolo.
Davanti
a quell'ironia tagliente mi ero di nuovo inalberata ed ero
stata pronta a ribattere, ma lui aveva proseguito nella sua sfuriata.
-
Se davvero ti volessero bene come dici, ti lascerebbero andare e ti
permetterebbero di vivere al sicuro fuori dal loro fottuto mondo di
mostri!
-
Ma chi diavolo credi di essere, per potermi parlare così! Tu
non sei meno mostro di loro, in fondo, se proprio vuoi saperlo!
Ero
stata io, questa volta, ad avvicinarmi a lui e a puntargli un dito
contro, del tutto incurante che stessi inveendo contro un ragazzo che
si sarebbe potuto trasformare in un lupo gigantesco capace di farmi a
pezzi nel giro di un secondo.
Dopotutto, vivere in mezzo a dei
vampiri mi aveva resa in qualche maniera più incosciente nei
confronti del pericolo.
- Eppure di te
dovrei fidarmi ad occhi chiusi, senza nemmeno quasi conoscerti!
Non
lo avevo di certo impressionato, perchè non si era spostato
di un millimetro, ma anzi era tornato a chinarsi su di me per far
sì che i nostri occhi fossero alla stessa altezza.
-
Io sono carne e sangue proprio come te, Bella! E non potrei mai vederti
come
un mio eventuale pasto! Soprattutto con me non correresti il rischio di
ritrovarti inseguita da altri mostri che vorrebbero affondare i loro
artigli su di te! Lo capisci questo?
-
Visto che insisti tanto su quello che è accaduto l'altra
notte, sappi che era la prima volta che succedeva! Abbiamo incontrato
per caso quei due vampiri...
Gli
occhi di Jacob si erano assottigliati e mi avevano fulminato, prima di
interrompermi.
-
Mi credi davvero così stupido da potermi rifilare una bugia
e pretendere che io ci creda?
-
Ma che bugia? Cosa stai dicendo?
-
Non avete incontrato quei succhiasangue per caso e lo sai benissimo!
Mi
aveva rifilato ancora un'occhiata minacciosa, ma francamente i miei
pensieri si erano inceppati e non era per quello che mi ero azzitita.
Non avevamo incontrato quei due
vampiri per caso?
- Chi tace
acconsente, giusto? Quindi sei disposta ad ammettere anche che...
-
Come fai a sapere che non li abbiamo incontrati per caso?
Mi
aveva fissato forse accorgendosi che in me c'era stato un evidente
cambiamento di rotta: la mia rabbia si era sgonfiata di colpo,
trasformandosi in un'incertezza palese.
-
Il succhiasangue con cui eri l'altra notte e quello biondo, loro ce
l'hanno detto.
-
Edward e Jasper? E quando li hai incontrati? Dove?
A
quel punto lo avevo abbastanza insospettito perchè mi
sondasse con uno sguardo attento.
-
Tu non lo sapevi.
Più
che una domanda, mi era parsa un'affermazione quella di Jacob e mi
aveva fatto arretrare di qualche passo tanto aveva colto nel segno.
-
Tu non sai che quei due avevano a che fare con la vampira che abbiamo
seguito fino nei dintorni di casa vostra.
Il
cuore aveva preso a battermi con forza, mentre la mia mente aveva
iniziato ad elaborare troppi pensieri tutti insieme.
-
E' proprio così, allora, non lo sapevi.
Non
avevo avuto più tempo per lui, ora. Non dopo quello che mi
aveva
appena rivelato. Non dopo che la mia mente aveva iniziato a collegare
una serie di particolari che adesso vedevo più chiaramente.
-
Mi dispiace, Jacob, ma i cinque minuti sono scaduti. Devo andare.
Dopo
avergli rivolto uno sguardo che speravo fosse stato deciso, avevo fatto
dietrofont pronta ad andare in cerca di Rose.
Il
fatto che non fosse piombata lì, poteva solo significare che
fosse stata ancora impegnata con Eric. Ma non avevo fatto che qualche
passo, prima che una mano bollente mi trattenesse per un polso.
-
Bella, non puoi andartene così! Non senza avermi spiegato...
Mi
ero voltata guardandolo dritto negli occhi.
-
Non ti devo nessuna spiegazione, Jacob Black. Ti ringrazio ancora per
il tuo aiuto dell'altra notte, e mi dispiace che un tuo amico sia
rimasto
ferito a causa mia, ma questo non ti da nessun diritto su di me.
Mi
ero sforzata di aggiungere anche dell'altro, sebbene mi avesse fatto
sentire a disagio parlarne.
-
E mi dispiace anche di averti fatto credere che... che quel bacio tra
noi potesse significare qualcosa.
Non
avevo distolto gli occhi dai suoi, anche se avrei tanto voluto farlo.
-
E' stato un errore e... e mi scuso di averlo commesso. Ti chiedo
davvero scusa.
Lo
avevo decisamente ferito, e se una parte di me si sentiva
meschina, un'altra si era sentita sollevata di averglielo detto
chiaramente, così che non avesse più dubbi sul
fatto che
io potessi provare dell'interesse per lui.
Ero innamorata di Edward, non ci
sarebbe mai potuto essere spazio per nessun'altro.
- Non è
vero, Bella. Stai cercando di negare qualcosa che è successo
perchè lo volevamo tutti e due.
Non
avevo più tempo per lui, davvero.
-
Invece è così, Jacob. E non cercarmi
più,
perchè io so per certo che il mio posto è al
fianco della mia
famiglia e di... di Edward.
Non
avrei potuto essere più chiara di così e lo aveva
compreso anche lui, sebbene avessi intuito dalla sua espressione
che non si sarebbe comunque arreso, non ancora perlomeno.
-
Non posso accettarlo, Bella.
A
quel punto non avevo più niente da dirgli se non quello che
realmente pensavo.
-
Mi dispiace per te, allora, Jacob. Perchè le cose tra di noi
non cambieranno nè ora nè mai.
Mi
ero liberata dalla sua presa e questa volta mi aveva lasciato davvero
andare per la mia strada. Ma non avevo dovuto
chiedermi il perchè, dal momento che avevo visto sbucare
come
una furia da dietro l'angolo dell'edificio dove ci eravamo appartati la
figura slanciata di mia sorella.
-
Bella! Tu devi...
-
Rose, non provare a dirmi niente!
Non
avevo avuto nessuna difficoltà nel mettere a tacere le
proteste di mia sorella in quella maniera brusca, perchè
questa
volta ero io quella davvero arrabbiata.
-
Jacob Black in questo momento è davvero l'ultimo dei vostri
problemi!
Se
l'avevo presa in contropiede, era stata molto brava a mascherarlo.
Ma del resto, che altro mi dovevo aspettare? Ero io la fragile e
trasparente umana, quella che non sapeva nascondere le emozioni e i
sentimenti in nessuna situazione. Tantomeno in quel momento che mi
sentivo sul punto di esplodere.
-
Problema? Jacob Black è un grandissimo problema, Bella! Lo
vuoi capire o no che è pericoloso? Che cavolo ti dice il
cervello? Se proprio non riesci a pensare a te stessa, prova a pensare
a tutti noi! A come ci fa preoccupare sapere che tu potresti finire...
cazzo, Bella, non ci voglio nemmeno pensare!
Stavolta
sul suo visa era comparsa una smorfia di inequivocabile
sofferenza, tanto che per un attimo mi aveva fatto sentire davvero in
colpa.
Poi,
però, i miei pensieri erano tornati a ciò che
avevo appena scoperto, spazzando via tutto il resto.
-
E prova tu, invece, a immaginarti come mi senta io nell'aver scoperto
che mi avete mentito ancora!
Il
mio sguardo doveva essere stato davvero accusatorio, perchè
si era irrigidita e richiusa in un'espressione impenetrabile.
-
Mentirti?
-
Oh, cazzo, Rose, sei davvero incredibile!
L'avevo
scansata e mi ero diretta come un fulmine verso l'aerea dove
pensavo che gli altri nostri compagni stessero ancora pranzando. Non
era quello il luogo e il tempo adatto per lasciarmi andare alla rabbia
che mi ribolliva dentro.
Ero
sicura che Jacob mi avesse detto la verità su quegli
incontri con gli altri vampiri, a differenza della mia famiglia e anche
di Edward, ragione per cui mi sentivo doppiamente tradita.
-
Bella, aspetta...
Aveva
tentato di fermarmi, ma avevo reagito liberandomi bruscamente dalla sua
presa gentile.
-
Non ho intenzione di parlarne adesso! Quando saremo a casa, allora
sì che mi dovrete tutte le spiegazioni necessarie. E me le
darete, Rose, oh se me le darete!
Non
avevo aggiunto altro, riprendendo a camminare velocemente per poter
essere in vista degli altri il prima possibile, di modo che non le
avrei lasciato altra scelta se non quella di assecondare la mia
richiesta.
XXXXXXXXXXXXXXX
Quando
era suonata la campanella di fine lezioni, ero schizzata fuori
dall'aula, ignorando Rose e dirigendomi subito verso l'uscita.
Sapevo
che avevo poco margine prima di essere intercettata dagli altri e
volevo, invece, essere la prima a raggiungere Edward.
Immaginavo
che fosse già stato a conoscenza del fatto che Jacob
mi aveva avvicinato alla serra, figurarsi se mia sorella non lo aveva
avvisato, ma forse non immaginava quello che lo
aspettava davvero.
Più ci avevo pensato,
più mi ero sentita tradita soprattutto da lui.
Tutti quanti
avrebbero dovuto darmi delle spiegazioni, lui
più di tutti, visto come si era evoluto il nostro rapporto.
Perchè continuavano a
trattarmi così? Come avrei mai potuto fargli capire quanto
mi
sentissi ferita nell'essere tenuta all'oscuro da tutto ciò
che
ci riguardava?
Mi sentivo ancora
una volta come se non fossi davvero parte della loro vita... di quella
di Edward in particolar modo.
E
proprio lui mi era piombato addosso non appena avevo messo piede fuori
dalla scuola.
-
Bella! Dimmi che stai davvero bene!
Mi
aveva preso il viso tra le mani e mi aveva guardato in una maniera
che mi aveva provocato un nodo allo stomaco senza che potessi impedirlo.
Preoccupazione, ansia, paura...
ma anche gelosia e rabbia.
Ecco
cosa mi avevano
detto i suoi occhi mentre fissavano i miei. Poi avevo avvertito anche
gli sguardi degli altri studenti che avevano iniziato a passarci
accanto, spingendomi ad afferargli i polsi per fargli allontanare le mani dal mio viso.
-
Lo vedi da te che sto bene, no?
Ero
stata brusca, perchè passato il primo momento, la rabbia
verso di lui aveva ripreso il sopravvento.
-
Come se Rose avesse potuto mentirti... quella è un'opzione
che riservate soltanto a me, la sfigata della famiglia!
Sapevo
che quel battibecco stava attirando parecchia attenzione, specie
perchè la comparsa di Edward aveva dato nuovo impulso ai
pettegolezzi su di noi Cullen.
Il
fatto che si fosse limitato a seguirmi senza osare ribattere nulla,
mentre ci eravamo diretti verso la Volvo parcheggiata poco lontano, non
mi aveva ingannato sul fatto che lui più di me doveva aver
captato la curiosità che ci aveva subito circondato.
Non
mi ero nemmena stupita del fatto che i nostri fratelli non ci
avessero raggiunto, perchè immaginavo che Rose li stesse
aggiornando per filo e per segno su come erano andate le cose, compresa
la minaccia che avevo rivolto a tutti loro di esigere delle spiegazione
esaurienti.
La
tensione che si era subito creata nell'abitacolo della macchina, non
appena eravamo saliti, mi aveva riportato indietro di qualche giorno,
quando mi aveva trascinato via da scuola il pomeriggio che Jacob
mi aveva avvicinato dopo il nostro primo incontro.
Non
volevo sentirmi di nuovo così, non dopo che finalmente il
mio
rapporto con lui si era trasformato in ciò che avevo sempre
desiderato.
Avevo
appena formulato quel pensiero, quando Edward aveva
fatto qualcosa di assolutamente inaspettato. La sua mano era stata
troppo veloce nello scivolare dietro la mia nuca e così mi
ero
sentita attirare verso di lui senza che me ne potessi rendere ben conto.
Le
sue labbra erano state dolci, ma nello stesso tempo ferme
nell'impossessarsi delle mie, esigendo così una risposta che
non
ero stata capace di negargli.
Mi
aveva baciato con un'intensità che mi aveva fatto battere il
cuore più forte, aprendosi un varco nella rabbia che ancora
provavo, ma che non poteva essere in grado di annullare i miei
sentimenti verso
di lui.
Quando
aveva smesso, l'aveva fatto per l'unico motivo di cui mi aveva
già informato scherzosamente nei giorni scorsi: lasciarmi
respirare per non morire soffocata.
Mi
aveva fatto ridere mentre me lo confessava, ma anche gioire,
perchè gli avevo letto nello sguardo che altrimenti mi
avrebbe
davvero baciato per delle ore intere, senza mai fermarsi.
-
Non importa quanto tu sia arrabbiata con me, o io con te, resta il
fatto che... che non voglio stare lontano da te, Bella.
Non
poteva guardarmi così, e l'avevo ritenuta una mossa sleale
farlo proprio in quel momento, perchè mi era sembrato un
buon
modo per infliggere un altro duro colpo alla mia volontà.
Il
fatto poi che non mi avesse ancora lasciato andare, ma mi
trattenesse a pochi centimetri da lui, mi aveva permesso di perdermi in
quello sguardo dorato che sapeva dirmi così tante cose senza
bisogno di ulteriori parole.
-
Nemmeno io, Edward.
Non
mi era stato poi così difficile ammetterlo,
perchè era
ciò che provavo veramente. Per quante volte ancora avrebbe
potuto ferirmi, sapevo con certezza che non avrei mai smesso di amarlo.
-
Però resta il fatto che mi sento tradita... specialmente da
te.
Si
era irrigidito, lo avevo sentito, anche se i suoi occhi non avevano
smesso di guardarmi con quel calore che ora mi riscaldava il cuore in
maniera più completa.
Non era forse ancora l'amore
totale
che avrei voluto da lui, ma non era nemmeno più solo quello
fraterno che avevo preso ad odiare.
- Anch'io mi sento
tradito, Bella. Sei rimasta da sola con lui
quando ti avevo pregato di non farlo. Tu non sai davvero come mi sento
nel sapere che ti è vicino, altrimenti mi ascolteresti.
-
Io... io dovevo parlargli, Edward. Volevo che non avesse dubbi sul
fatto che non potrà mai avere nessun tipo di speranza con me.
Era
stato sul punto di dire qualcosa, ma lo avevo preceduto.
-
Non l'ho fatto per farti stare male, ma solo perchè mi
sembrava giusto.
Ero
stata io a baciarlo questa volta, perchè mi era sembrato un
buon modo di sottolineare il fatto che era solo lui quello che avrei
sempre voluto baciare, senza nessuna ombra di dubbio.
-
Immagino che ti abbia detto qualcosa a proposito di quei due vampiri
che ci hanno inseguito l'altra notte...
Quando
mi ero staccata dalle sue labbra, era andato dritto al punto,
facendomi perlomeno apprezzare il fatto che non avesse finto di non
sapere cosa avevo potuto scoprire parlando con Jacob.
-
Sì, esatto.
A
quel punto mi era venuto spontaneo mettere una certa distanza tra lui
e me, perchè se non c'era stata più la rabbia
iniziale,
rimaneva però la cocente delusione, che in un certo senso
era
anche peggio.
-
E a questo punto credo che mi stiate nascondendo qualcosa che riguarda
anche me, dal momento che faccio parte della famiglia.
Mi
era tremata la voce, era stato più forte di me. Odiavo
l'idea
che non fossi come loro, perchè mi avrebbe sempre relegata
in
una condizione di inferiorità.
-
Mi avevate promesso che non sarebbe più accaduto, te lo
ricordi? E invece...
Non
avevo evitato il suo sguardo, anzi avevo dovuto io cercare il suo,
perchè era stato lui quello restio a fissarmi.
-
Forse non volevamo farti preoccupare più del dovuto...
-
Edward, ti prego, non farmi questo. Non tu, non ora.
Lo
avevo costretto a non abbassare lo sguardo, forse esprimendo il bisogno
di sentirmi parte della sua vita più che mai.
-
Bella...
Lo
avevo capito che in lui doveva essersi scatenata una guerra furiosa,
perchè non era riuscito a dissimulare un tormento che mi
aveva
spinto a prendergli una mano, stringendola forte tra le mie.
-
Io capisco il tuo bisogno di proteggermi, perchè io sono la
piccola e fragile umana, ma tu devi capire che niente mi ferisce di
più dell'essere esclusa da ogni aspetto della tua vita, e
anche
da quella di tutti gli altri.
Avevo
rafforzato la mia stretta, nel bisogno di sentirlo vicino.
-
Se siamo in pericolo, ho il diritto di saperlo anch'io.
Non
avevamo smesso di fissarci, così avevo visto quella
battaglia dentro di lui farsi più accesa.
-
Ti chiedo soltanto di avere fiducia in me e di dirmi cosa sta
succedendo.
Era
passato ancora un attimo, prima che lo vedessi scuotere la testa e
riacquistare un certo controllo sulle sue emozioni. Lo avevo
addirittura visto aprirsi in un accenno di sorriso, o forse era stata
più una smorfia ironica, perciò non avevo saputo
come
interpretarlo.
-
Non avevo immaginato di parlartene così... in macchina, nel
parcheggio ormai deserto di una scuola... però credo tu
abbia
ragione sul fatto che sia arrivato il momento di dirti tutto.
La
situazione delle nostre mani si era ribaltata, perchè ora
era
lui a stringere le mie in quella maniera delicata che mi faceva pensare
a come sapesse controllare perfettamente la sua incredibile forza.
-
Esiste una sorta di famiglia reale, cioè i Volturi, che da
secoli amministra la legge tra noi vampiri. Risiedono da sempre in
Italia, ma senza che si siano mai "mischiati" agli umani,
perchè
diversamente da noi non hanno mai preso in considerazione l'idea di
non... cibarsene.
Avevo
capito subito che mi stesse parlando di qualcosa di molto
importante, perciò non lo avrei interrotto, riservando a
dopo
tutte le domande che si erano affacciate subito nella mia mente.
-
Noi Cullen gli abbiamo sempre mostrato il giusto rispetto, senza
però per questo essere mai diventati loro succubi, come
invece
è capitato ad altri.
Nel
vederlo fissarmi intensamente, avevo intuito che si stesse
avvicinando rapidamente a qualcosa che riguardava me personalmente.
-
Quando sei entrata nella nostra vita, cioè quando Carlisle
ed
Esme hanno deciso di adottarti... hanno ritenuto giusto informare i
Volturi che tu saresti entrata a far parte della nostra famiglia,
sebbene fossi stata un'umana. Loro ne sono stati in un certo senso...
contenti ed
hanno espresso il desiderio di ricevere costanti
informazioni su come procedesse la tua chiamiamola "integrazione" con
noi.
Ovviamente
mi sembrava tutto un'enormità, specie perchè
ne ero stata all'oscuro sinora, facendomi nuovamente provare la rabbia
di essere stata messa da parte.
-
Però non avevano mai espresso il desiderio di conoscerti
personalmente... almeno non sino ad ora.
Si
era interrotto, dandomi l'impressione che stesse cercando le parole
giuste per continuare.
-
Perchè proprio ora, Edward? E cosa c'entra tutto questo con
quei vampiri che ci hanno aggredito?
Mi
era stato impossibile non incalzarlo, perchè qualcosa mi
diceva che ne sarei rimasta sconvolta.
-
Devi sapere che Aro Volturi, uno dei tre vampiri regnanti, possiede il
dono
di leggere nella mente delle persone toccandole. Questa sua
capacità ha comportato
che durante l'ultima visita che Carlisle gli ha fatto, lo abbia
involontariamente informato di una decisione che avevo preso poco tempo
prima.
-
Che decisione, Edward?
Ma
il suo sguardo aveva assunto così tante sfumature diverse,
che non era stato in grado di anticiparmi nulla.
-
Che decisone, Edward?
Lo
avevo ripetuto, perchè l'urgenza che provavo si era fatta
incontenibile.
-
Quella di arrendermi ai sentimenti che provavo e che mi avevano spinto
a tornare da te
con la speranza di poter realizzare un mio desiderio ben preciso.
-
Un... un desiderio?
Era stato come se
all'improvviso avesse calato ogni maschera,
mostrandomi davvero ciò che aveva custodito gelosamente
dentro di
lui.
-
Sì, il desiderio di sposarti nel giorno del tuo diciottesimo
compleanno e passare il resto della tua vita ad amarti
incondizionatamente.
Edward mi amava.
- Perciò
ora i Volturi sono curiosi di conoscere l'umana che è
stata in grado di farmi innamorare di lei... e per essere sicuri che la
cosa
avvenga anche se non ne sono entusiasta, hanno mandato qualcuno a
ricordami che è meglio non opporsi al loro volere.
Edward mi amava e il suo sogno
era quello di sposarmi.
Francamente io ero stata in grado di pensare solo a
quello, dimenticando per un momento tutto quello che mi aveva
rovesciato addosso riguardo ai Volturi e alla loro esistenza.
Ci sarebbe stato tempo per discutere di quello e di molto altro ancora,
ma ora volevo solo godermi le emozioni che quella confessione di Edward
mi aveva provocato.
Mi amava e il suo sogno era
quello di sposarmi.
*L'autrice chiede di far partire un rullo di tamburi*
Sorpresa!
Edward ha finalmente pronunciato la parola matrimonio associandola ai
Volturi... peccato che abbia deciso di farlo rivelando a Bella una
verità abbastanza lontana da come stanno in
realtà le cose.
Questo perchè ha ancora in testa un'idea ben precisa, ossia
quella di amare sì Bella, ma per il tempo che la sua vita
umana gli concederà! (faccio la pseudo autrice seria e cito
dal testo "Sì, il desiderio di
sposarti nel giorno del tuo diciottesimo compleanno e passare il resto
della tua
vita ad amarti incondizionatamente", quindi
non della sua da immortale! Una differenza fondamentale, direi! XD).
Credo che quando Bella focalizzerà la sua attenzione su
questo, sarà un brutto momento per Edward... eh eh eh.
E poi c'è Jacob, che sembra ragionare più con la
sua parte "lupesca", dal momento che non è disposto a
mollare l'osso... ossia Bella! D'altronde, per l'idea che mi sono fatta
di lui, proprio non può accettare l'idea che lei viva in
mezzo a dei vampiri (appartengo a quella corrente di pensiero che
ritiene che la Meyer abbia liquidato la faccenda troppo semplicemente
facendogli avere l'imprinting con Reneesme). Ovviamente questo lo rende
peggio dell'erba cattiva, nel senso che come lei, riesce a comparire
dove meno te lo aspetti! eh eh eh
D'altronde è un lupo... stanare la preda è nella
sua natura!
Concludo dicendo che nella prima parte di capitolo mi sono tolta la
soddisfazione di immaginare un pezzo di vita scolastica che
inevitabilmente i Cullen avranno dovuto vivere e di cui mi sarebbe
piaciuto averne un assaggio anche nella saga originale (voi ci avete
mai pensato a come sarebbe potuto essere? va bene la riservatezza, ma
un minimo di interazione con gli altri sarà stata pur
inevitabile per loro no?).
Come sempre mi farebbe piacere leggere anche il vostro parere.
Ciao e alla prossima.
BF
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