Un cammino privo di speranza, ovvero, come sopravvivere ad una pallottola vagante di Yumeji (/viewuser.php?uid=95601)
Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Capitolo XI
Ogni colore gli sparì dal viso, le sue spalle cominciarono a
tremare sotto a quel grottesco ghigno sghembo, che gli occupava solo
metà del volto, e il deforme occhio rosso la cui luce lo
investiva impietosa, pronta a studiare ogni centimetro della sua pelle
nuda con quella perversione che lo caratterizzava.
"Spogliati" gli aveva
detto Monokuma, ma come poteva lui obbedire ad un simile ordine!?
Si sentiva violato,
umiliato dalle parole dell'orso robot, perché avrebbe dovuto
prestarsi ad una tale oscenità, ma, sopratutto, quale
interesse poteva avere per il suo corpo il Burattinaio? Sapeva che
possedeva una mente malata, ma quanto in profondità
arrivavano i suoi stadi di perversione..? A Naegi venne il voltastomaco
e strinse convulsamente il lenzuolo che teneva ancora sulle spalle -
torturandolo con le unghie quasi a strapparlo -, lo avvolgeva
interamente simile ad un mantello e, per un momento, il ragazzo
sperò si rivelasse un'armatura indistruttibile o un tessuto
capace di renderlo invisibile ai sensori di Monokuma. Era nauseato, non
aveva alcuna intenzione di divenire il protagonista dei giochetti o dei
sogni erotici del proprio aguzzino.
- Allora..? Vuoi far
mattina? - insistette l'orso monocromatico impaziente, le braccia
incrociate al petto, il suo umore stava rapidamente peggiorando, Naegi
comprese quasi istantaneamente che, se non avesse provveduto da solo,
ci avrebbe pensato Monokuma a denudarlo, probabilmente senza troppi
complimenti e, quasi sicuramente, procurandogli qualche escoriazione o
ferita per nulla piacevole, e con la conseguente rottura dei suoi abiti
(con quegli artigli avrebbe stracciato la sua adorata felpa in un
secondo, riducendola in minuscoli brandelli). Lo voleva evitare, non
amava la violenza, sopratutto se era lui stesso a subirla, ma rimaneva
ancora titubante a spogliarsi. Sentiva il proprio viso avvampare come
se si fosse trovato davanti ad un falò, le sue guancie
accese di un rosso vivo, simile a colore di un segnale stradale,
- N-non voglio!-
piagnucolò con una vocina per nulla virile, cadendo in
ginocchio a terra con un urletto isterico mentre si copriva il viso con
entrambe le mani, per nascondere le lacrime di frustrazione che gli
salivano agli occhi, mostrando la pudicità tipica di una
ragazzina delle medie (se al suo posto ci fosse stata sua sorella
avrebbe fatto una figura meno penosa).
- Non far bollire il
tuo unico neurone, stupido Naegi - lo rimproverò Monokuma e,
il ragazzo in qualche modo riuscì ad intuirlo, lo stava
fissando con uno sguardo rassegnato, quasi si trattasse di un caso
perso, -... sei un uomo: spogliati con un po' d'orgoglio!
Dov'è la tua spina dorsale?!- lo incitò.
"E con questo doveva
rassicurarmi?" si senti ancor meno motivato, fissandolo con
un’espressione patetica, l'incarnato che ora tendeva al
bluastro, il disagio in lui aumentava, così come il rischio
che la nausea da cui era attanagliato trovasse un qualche
sboccò, lì nel corridoio.
- No! Non mi puoi
costringere! - ebbe un moto di totale rifiuto, mostrando
così un briciolo di carattere, non sapeva però se
Kirigiri avrebbe apprezzato una simile cocciutaggine.
Infondo, non era stata
proprio lei ad aver detto di evitare di opporsi (per il momento) a
Monokuma, così da non incorrere ad una fine prematura?
Oppure a Kyouko sarebbe piaciuto quel suo dimostrarsi "uomo" (almeno
nella punta del dito mignolo), insistendo nel difendere la propria
dignità?
Ma, sopratutto,
perché pensava a Kirigiri in un momento del genere?!
Forse sperava che
apparisse in galoppo al suo cavallo bianco(?) e lo salvasse da quella
situazione spinosa?.. Ovviamente no!
Non era una ragazzina,
il cavallo non doveva essere necessariamente bianco!
No, non si prendeva in
giro e non stava delirando, era solo consapevole di aver un disperato
bisogno d’aiuto, e la sola presenza Kirigiri gli aveva da
sempre instillato una profonda fiducia, abbastanza perché,
per quanto fosse consapevole che la ragazza non avrebbe potuto nulla
nell’affrontare direttamente quella super tecnologica arma di
distruzione di massa che era Monokuma, la voleva comunque al suo
fianco. "Ookay, da quando sono arrivato al punto di pensare che, se ho
vicino Kirigiri, posso anche affrontare una morte lenta e dolorosa?.."
si stupì di se stesso, prendendosi la tesa fra le mani,
più il tempo passava più si sentiva la
protagonista di un manga di Arina Tanemura* o l'interprete di qualche
tragedia in cui il 90% dei personaggi finiva ucciso (e, in questo caso,
non era poi tanto distante dalla realtà).
- Whaaaa!-
sbuffò a quel punto Monokuma, stanco delle continue
esitazioni del ragazzo, ma quanto poteva rivelarsi palloso alle volte?
- Se preferisci mettere a rischio la tua salute, bastardo, sono fatti
tuoi...- proruppe irritato, un’ombra maligna ad oscurargli il
volto,
- L-a mia salute? -
ripeté Naegi confuso, fissandolo stupito,
- Sì, mi
hai stancato con i tuoi modi da ragazzina! Mi chiedo cosa te ne fai
delle palle - continuò a parlare da solo l'orso, quasi non
lo avesse udito, o semplicemente decidendo di ignorarlo,
- Aspe- Cosa vuoi
fare?! - ebbe timore per la propria virilità il ragazzo,
parlando con una vocettina acuta e priva di fiato,
- Ma come, non l'hai
capito? - inclinò la testa di lato Monokuma, standolo
finalmente ad ascoltare, parlandogli con un tono falsamente serioso,
trattando come se fosse lui l'unico idiota a non afferrare una cosa
tanto ovvia: - Ti devo perquisire - spiegò, e a quel punto
Makoto si senti davvero un'idiota.
-...- si
vergognò talmente di se stesso, per il modo in cui la sua
mente era partita verso perverse fantasticherie, da non riuscir
più a trovare parole con cui rispondergli. Si chiedeva
perché non vi era arrivato prima che, la motivazione per cui
l'orso gli aveva impartito quell'ordine, fosse una semplice
perquisizione. Cominciò a domandarsi chi, tra loro due,
avesse la mente più perversa.
- Sai, come quando un
poliziotto deve assicurarsi che un malvivente non abbia con
sé un’arma, quella si chiama perquisizione -
continuò a parlare Monokuma con fare saccente, probabilmente
convinto, vista la sua reazione, che il ragazzo non sapesse realmente
il significato di quella parola. - Se tu ti fossi spogliato subito,
avremmo risparmiato un mucchio di tempo, stupido Naegi, ora mi
toccherà usare i raggi - ovvero, l'ennesimo dispositivo di
cui era provvisto quel piccolo corpo monocromatico, impiantato nei suoi
occhi insieme al rivelatore di calore e la vista notturna, - Sei
davvero una scocciatura - sbuffo, - ... ero stato tanto magnanimo da
volerteli evitare, viste le tue precarie condizioni di salute, ma sei
davvero troppo ottuso - continuò a rimproverarlo, -
Probabilmente non sai neppure che la lunga esposizione è
cancerogena -
- Da quando tu ti
preoccuperesti per la mia salute!? - obbiettò il ragazzo
sconvolto, - E poi, perché devi perquisirmi, non ho nulla di
sospetto addos...- fu però interrotto da un semplice gesto
di Monokuma, il quale sporse la zampa in avanti, a pochi centimetri dal
suo viso,
- Non posso
permettermi che tu non sia in perfetta forma..- e in qualche modo la
sua suonò come una minaccia, - Non sarebbe divertente
infierire su un Naegi malaticcio e per nulla combattivo - un brivido di
terrore percorse per intero la spina dorsale del ragazzo, che cosa gli
stava riservando quel pazzo?
- In più,
bastar-Togami mi ha rubato un oggetto che potrebbe rivelarsi
estremamente seccante per il prossimo futuro, devo assicurarmi che non
l'abbia affidato a te -
- To-togami non mi ha
affidato nulla! - negò Makoto con un tremito nella voce,
sussultando facendo cadere il lenzuolo con cui si copriva a terra, a
quella distanza, se l'orso avesse sfoderato gli artigli, avrebbe reso
la sua faccia piena di buchi come un groviera.
- *Scannerizzazione
completata* ... sì, adesso lo so - per un momento la voce di
Monokuma suonò metallica e impersonale come quella che
s’immaginerebbe avere un vero robot, ma sembrò
subito riprendersi, tornando al tono giocoso e grottescamente scherzoso
che lo caratterizzava.
"Oh, è
stata una cosa veloce.." si stupì Naegi, trovandosi a
sbattere più volte le palpebre confuso, Monokuma aveva
veramente fatto qualcosa o la sua era solo scena?
- Bene, vai pure..- ma
siccome tutto sembrava essere andato per il meglio, era saggio non
obbiettare,
- Ce-certo -
affermò, del tutto intenzionato a fuggire il più
lontano possibile da lui, per quella sera aveva già avuto
abbastanza emozioni, le quali di certo non avrebbero contribuito a
ridurre la sua convalescenza, già avvertiva la febbre
alzarsi, nonostante il medicinale somministratogli da Sakura.
Il giorno dopo ne
avrebbe di certo pagato le conseguenze, ma ora poteva trarre finalmente
un sospiro di sollievo, era finita,
- ... adesso
vedrò di applicare la giusta punizione a quel ladruncolo di
uno stupido e acido ereditiere. Uppupupupupupupupu! - o forse no?
"Se daranno un premio
all'idea più stupida del secolo, sono certo che mi piazzerei
nella top ten..." si disse Togami pensieroso, la fronte imperlata di
sudore e il respiro pesante, cercava di soffocare in qualche modo il
nervosismo che gli faceva tremare i muscoli, ma nulla riusciva a
tranquillizzarlo. Il suo piano era un suicidio! In più,
rimanere nascosto dietro la porta della propria stanza, appoggiato con
la schiena contro la parete, gli dava un senso di claustrofobia che ne
aumentava il disagio. "Ugh..! Non credevo potesse pesare tanto"
avvertì un cedimento nelle braccia, costrette a sostenere il
peso di una bacinella colma d'acqua, tenuta sollevata sopra la testa
con estremo sforzo, pronto a dare il benvenuto a qualunque
malintenzionato monocromatico alto meno di un metro sarebbe entrato da
quella soglia. "Sto per affrontare un sofisticato orso robot killer -
il quale tiene piazzata nel petto una bomba - con sì e no
sei litri d'acqua!" altro che top ten, correva il rischio di finire
trai primi cinque posti, se non addirittura sul podio!
L'acqua ovviamente non
proveniva dalla doccia, essendo nel bel mezzo del periodo notturno non
era in funzione, l'ereditiere aveva dovuto dare fondo a tutta la sua
scorta segreta di bottiglie di acqua minerale per riempire la bacinella
(in caso di necessità aveva rifornito la propria stanza di
scorte alimentare a lunga scadenza).
Quale persona sana di
mente avrebbe escogitato un piano di simile? E come poteva essere stato
il suo cervello a partorire quella stupidaggine?!
Attaccare Monokuma in
maniera così strampalata, approfittando dell'effetto
sorpresa (dall'esterno i sensori dell'orso non potevano vedere
attraverso le pareti, troppo spesse a causa dell'insonorizzazione di
cui disponevano le camere), prima che fosse in grado di percepire la
sua presenza era ben più di un azzardo, era necessaria una
velocità incredibile e un calcolo millimetrale, se avesse
tardato di un solo istante per lui non ci sarebbe stato scampo. Senza
contare che non ne sapeva abbastanza di robotica per giudicare se
quella riproduzione in miniatura di un orso fosse impermeabile o meno.
Cominciava ad
avvertire una certa ansia, se quell'aggeggio con quattro zampe munite
di artigli d'acciaio si fosse rivelato immune all'acqua... sarebbe
stato fottuto.
"Merda! Ci deve essere
un modo per uscirne!” la frustrazione cresceva con il passare
dei secondi, se le sue mani non fossero state impegnate a reggere la
bacinella, Byakuya avrebbe ritrovato la sua brutta abitudine di giocare
con i bottoni dei polsini della propria camicia sino a strapparli. Gli
capitava di farlo ogni qual volta era sovrappensiero, intento a
riflettere su un qualche problema di difficile soluzione - Pennyworth
in passato lo aveva ripreso più volte su questo fatto,
essendo poi costretto a rammendargli l’intero guardaroba, ma
non gli era mai riuscito di farlo smettere.
"... ragiona Byakuya!"
si ordinò, "se sei arrivato a questo punto è
perché non hai trovato alternative!" Monokuma rivoleva
indietro passepartout universale che gli aveva sottratto e lui non
poteva assolutamente consegnarglielo. Quello era la loro chiave per
svelare i misteri del Burattinaio ed evadere da lì, l'unico
spiraglio di speranza a cui si potevano aggrappare dopo tanto cercare.
Sapeva di incorrere nella sua ira, se si fosse rifiutato di darglielo,
ma ad ogni modo dubita che, dopo averglielo rubato (anche
riconsegnandolo senza fare storie), l'orso fosse tanto propenso a
perdonarlo. Un pessimo presentimento gli suggeriva di scordarsi la
punizione toccatagli quel pomeriggio, ciò che Monokuma
avrebbe riservato a lui, e a lui solo, non sarebbe stato nulla di
così innocente, un simile peccato doveva essere pagato col
sangue. "E, comunque, anche se volessi..."
"IO NON POSSO
ASSOLUTAMENTE AFFRONTARE MONOKUMA!" fu il pensiero con cui Makoto si
diede elegantemente alla fuga, correndo verso la mensa, era ormai in
atto il coprifuoco e l'avrebbe trovata chiusa, ma non gli era riuscito
di pensare a nessun altro luogo in cui rifugiarsi per allontanarsi al
più preso dall'orso, era semplicemente scappato in quella
direzione senza avere un'idea ben chiara su quali intenzioni avesse.
Voleva forse
abbandonare Togami? Per nulla!
Era pur sempre Makoto
Naegi, le sue uniche qualità erano gentilezza e ottimismo, e
poco importava se la prima lo portava a essere uno zerbino tuttofare e
la seconda non si rivelasse poi molto utile, non aveva altri pregi ed
era intenzionato a tenerseli ben stretti. Infondo, erano quelle stesse
cose che Maizono apprezzava di lui, non poteva voltare le spalle a
Togami o avrebbe perduto se stesso.
Certo, i suoi pensieri
non sembravano coincidere con le azioni, visto che se l'era data a
gambe, ma lo aveva fatto semplicemente perché era
consapevole di non disporre della forza necessaria per essere in
qualche modo utile all'ereditiere. L'unica soluzione rimastagli a
disposizione, la sola a venirgli in mente, fu di cercare aiuto.
Doveva chiamare i
rinforzi! Sì, ma a chi avrebbe dovuto rivolgersi? Esisteva
forse qualcuno in quell'accademia capace di vincere uno scontro con
quel robot super tecnologico e ultra micidiale?
"OOGAMIiiiii..!" senza
fermarsi superò di corsa l'entrata della sala mensa,
continuando per la parte della Kibougamine adibita a edificio
scolastico. Non avvertiva più neppure un grammo di fatica,
persino la nausea sembrava averlo abbandonato - nel suo sangue si era
versata una massiccia dose di adrenalina, la quale gli pompava il cuore
a mille. In uno stato febbricitante dava fondo alle ultime energie del
proprio corpo, tendendo il fisico provato al limite del sopportabile. A
breve sarebbe collassato.
"Ti prego fa che sia
ancora lì" cominciò a pregare, senza sapere
esattamente a chi si rivolgesse, mentre continuava a dirigersi verso
l'infermeria. Quando Monokuma gli aveva intimato di andarsene lui,
spaventato all'inverosimile e incredulo della propria fortuna,
istintivamente si era diretto verso la propria stanza, dimenticando di
averne perse le chiavi. Era stato portando lo sguardo a terra di fronte
alla soglia che aveva scorto un angolo bianco spuntare da sotto la
porta, e fu solo grazie alla presenza di quel bigliettino se si
ricordò di Sakura, la quale, non avendo letto il messaggio
lasciato dal biondo, stava probabilmente ancora cercando un modo per
farlo entrare nella camera senza causare alcun danno alla struttura
dell'accademia. Naegi non avrebbe potuto chiedere di meglio!
Se la lottatrice non
avesse mostrato una tale premura nei suoi confronti, e si fosse
già trovata nella propria stanza, lui non avrebbe potuto
chiamarla senza attirare l'attenzione di Monokuma, invece ora,
sapendola lontana dai dormitori, non doveva preoccuparsi di allarmare
l'orso.
L'unico inconveniente
era non sapere dove esattamente Oogami si trovasse, quando Makoto
raggiunse l'infermeria, le luci erano spente e non c'era alcuna traccia
della ragazza. Doveva affrettarsi a cercarla! Istintivamente non perse
tempo a vedere se si trovasse lì intorno, conosceva
abbastanza la propria abilità di super ultra da sapere di
non essere "così" fortunato. Salì le scale,
diretto al primo piano.
Ignorava cosa fosse
esattamente accaduto per portare Monokuma ad imbestialirsi in quel
modo, non che fosse poi tanto rara una simile reazione da parte sua
(era uno schizofrenico). Aveva compreso centrasse con un oggetto che
l’ereditiere aveva sottratto all’orso, ma niente di
più, - era comunque certo che niente giustificasse la
violenza con cui si sarebbe accanito su Togami, portandolo certamente
alla morte. Nulla, nel loro quotidiano orrore, possedeva più
una logica, solo una mente malata, o la somma di più di
esse, sarebbe riuscita a creare un universo tanto contorto, privo dei
naturali principi d’umanità.
In quanto tempo
Monokuma avrebbe fatto la pelle a Togami?
"Dipende da quanto si
vuole divertir-e.." rispose Naegi a quella domanda balzata nella sua
mente d'improvviso, la quale lo accostò tanto bruscamente
alla realtà da provocargli un capogiro che lo fece
aggrappare saldamente al corrimano, evitandogli una brutta caduta.
Si trovò
carponi sulle scale, era inciampato su uno scalino.
“Merda!..“ se ne era reso conto con un leggero
ritardo e la verità lo aveva colpito in pieno come il pugno
di Owada un paio di settimane prima: non aveva tempo! Non aveva tempo!
O trovava Sakura
immediatamente o per Byakuya sarebbe stato troppo tardi, sempre se
già non lo era. Quanto aveva impiegato per arrivare
lì? Non ne aveva idea. Dubitava di essersi mosso
rapidamente, almeno non come avrebbe voluto, ma non credeva
più di due, massimo tre minuti.
Poteva essere che
l'ereditiere fosse già..?
- Naegi? Cosa ci fai
qui?..- dall'alto gli giunse una voce, - Ti senti di nuovo male? - e
per la seconda volta in quella giornata, nonostante avesse un aspetto
tutt'altro che rassicurante e possedesse i muscoli di un gorilla,
Sakura gli apparve davanti agli occhi come un angelo, gli sembrava il
suo corpo brillasse - e ciò era a causa dell'angolazione da
cui Makoto la osservava, dietro la testa della lottatrice si nascondeva
la lampada da soffitto che, per effetto della luce, la faceva sembrare
avvolta da un'aureola.
- Sei sicura sta volta
di quello che dici? - domandò Mondo per l'ennesima volta,
rimarcando volutamente sulle parole nel rivolgersi a Kirigiri, alle sue
spalle, la quale in risposta lo fulminò con il suo sguardo
violetta, visibilmente rabbioso, che fu in grado di azzittire il
ragazzo. Erano entrambi di corsa, vinti dall'urgenza di trovare
l'ereditiere prima che fosse Monokuma a farlo e un leggero fiato corto
aveva preso le loro gole.
"Che permalosa"
pensò il motociclista, il quale continuava a pensare che la
ragazza gli nascondesse qualcosa. Insomma, non dubitava che, se davvero
avesse obbedito agli ordini del Burattinaio, l'avesse fatto contro la
propria volontà, spinta da una qualche complicazione
interiore che solo un bravo analista avrebbe potuto risolvergli, ma...
Davvero non c'era altro? Gli sembrava mancasse qualcosa, un punto con
cui terminare la frase.
- E' solo che non
capisco perché...- s’interruppe, avvertendo altri
passi lungo il corridoio che stavano percorrendo, qualcuno si
avvicinava dal fondo dei dormitori!
Per una questione di
sicurezza, per evitare di essere subito notati dai sensori dell'orso
robot giungendo dalla via principale, Owada e Kirigiri, una volta
usciti dal bagno maschile, avevano deciso di deviare per la stanza
dell'inceneritore, allungando così la strada con
l'intenzione di aggirare le camere. Giungevano quindi dalla parte
opposta alla mensa e al corridoio che conduceva all'edificio scolastico.
- Credo che a Celestia
verrebbe da piangere nel vedere come nessuno rispetta il suo coprifuoco
- fu il sarcastico commento di Kirigiri, fermatasi al fianco di Mondo,
a differenza del ragazzo sapeva che quei passi non erano compiuti da
chi lui credeva, a giudicare dalla sua espressione preoccupata,
Monokuma era silenzioso nel muoversi. Non lo si udiva arrivare, per
questo riusciva sempre ad apparire e a scomparire all'improvviso, quasi
fosse un illusionista.
- Kirigiri, Owada..?-
Mondo sospiro dal sollievo nel riconoscere la voce che li salutava, a
causa del buio (durante l'orario notturno le luci della scuola venivano
spente), era riuscito a vedere solo una sagoma indistinta venire verso
di loro e, automaticamente, influenzato dalla situazione, aveva creduto
di scorgere Monokuma. Quando Sakura gli si era avvicinata abbastanza da
scorgerne la stazza, notevolmente superiore a quella di meno di un
metro dell'orso robot, aveva compreso il proprio errore. Si
sentì sollevato dalla presenza della lottatrice, riconosceva
la sua forza e sapeva che, ipotizzando lo scenario peggiore, era assai
più probabile fosse lei, invece di lui, a vincere una
battaglia contro Monokuma. Ricordava ancora com’era stato
quasi fregato dalla bomba che quello strampalato aggeggio nascondeva
nel petto, di certo Oogami non avrebbe mostrato la stessa leggerezza
nell'affrontarlo.
- Oogami, che ci fai
qui? - subito lo stupore della sua apparizione venne scacciato dal
dubbio, era forse accaduto qualcosa? -... Ma quello è Naegi?
- notò tardi che la ragazza stava portando l'amico, privo di
sensi, in spalle, - Non ha una bella faccia - fu il commento superfluo
che aggiunse, essendo ben visibile a tutti.
Il ragazzo aveva
infatti il volto arrossato e un'espressione sofferente, un velo di
sudore gli ricopriva la fronte e respirava pesantemente, quasi per lui
fosse uno sforzo,
- Sì,
è collassato - fu la semplice ammissione che fece la
lottatrice, non credendo ci fosse bisogno di ulteriori spiegazioni.
Makoto stava male, si era sforzato troppo e ora era peggiorato.
- Non sarebbe meglio
lasciarlo in infermeria al momento? - quella richiesta, fatta da
Kirigiri, aveva qualcosa di incredibilmente umano, sembrava persino che
una certa ansia le avesse attraversato con una ruga la fronte,
- No, Monokuma ha
vietato di dormire al di fuori del dormitorio... poco fa è
venuto a ricordarcelo - negò,
- Poco fa?! - si
agitò Owada, ricordando per quale motivo si stavano
dirigendo lì - le condizioni penose di Makoto glielo avevano
fatto momentaneamente scordare -, se Monokuma era già nelle
vicinanze, poteva essere troppo tardi!
- Sì e,
prima di perdere i sensi, Naegi mi ha detto di correre qui,
perché Monokuma stava minacciando Togami, anche se non
è riuscito a dirmi il motivo - preferì non
dilungarsi. La ragione per cui aveva lasciato Makoto solo, la storia
della chiave smarrita, glielo avrebbe spiegato dopo.
- Però di
Monokuma, non c'è traccia - osservò Kirigiri
tornando impassibile, mantenendosi fredda nel proclamare
verità capaci di far scendere ancor più gelo su
una situazione già di per se disastrosa. Come al suo solito
aveva ragione, erano già nel corridoio su cui si
affacciavano le camere, quella dell'ereditiere era solo di due porte
più avanti, eppure, l'orso robot non si vedeva. Loro quattro
erano gli unici lì fuori.
- E le camere sono
completamente insonorizzate - aggiunse sempre Kyouko, e
all'inquietudine si mescolò un tocco di macabro
nell'immagine che si palesò nelle menti di tutti loro (meno
Makoto), ognuno si creò la propria personale teoria su come
Monokuma potesse liquidare Togami. Nessuna di esse era meno dolorosa
dell'altra.
- Almeno vediamone il
cadavere prima di seppellirlo - sbottò frustrato Mondo,
stanco della continua pressione che quella sera si ritrovava scaricato
addosso, come se già gli eventi di quel mattino, e del
successivo pomeriggio, non fossero stati abbastanza. Aveva dovuto
affrontare la crisi di Kirigiri e in più ora probabilmente
dovevano bruciare un altro cadavere. Non ce la faceva più!
Percorse a passo
pesante gli ultimi metri che lo separavano dalla camera di Togami. Al
diavolo tutto! Se si fosse trovato quell'orso bastardo davanti agli
occhi gli avrebbe spaccato il muso, poco importava se probabilmente
sarebbe saltato in aria. Aveva molta rabbia repressa da sfogare, era
stanco e doveva assolutamente menare qualcuno! Era un desiderio
impellente, impossibile da sopire. Aveva deciso, qualunque cosa gli si
fosse presentata di fronte (escluse donne e cadaveri), l'avrebbe
pestata a sangue. Trovò la porta socchiusa, strano e
sospetto, ormai ne era certo, non avevano possibilità.
Abbassò la
maniglia, irruppe nella stanza.
E si
ritrovò così investito da uno tsunami di sei
litri d'acqua.
- Ti spacco quel bel
faccino che ti ritrovi, damerino di merda, serpe viscida! - nell'udire
quegli improperi provenire dalla porta spalancata della stanza, sia
Kirigiri sia Oogami capirono non vi fosse nulla di cui preoccuparsi, a
quanto sembrava non c'erano vittime, per il momento.
- Taci scimmione
analfabeta! Eri un intruso, sei entrato nella mia stanza senza
permesso, mi sono solo difeso! - ribatté pronto Togami, la
fronte rossa dopo che il motociclista vi aveva sbattuto contro la
propria, lo tratteneva afferrandolo per il bavero dalla giacca e
furente, per lo scherzo della bacinella, gli impediva di allontanarsi
ad una distanza di sicurezza. A causa di ciò presto anche
Byakuya si trovò con parte dei propri vestiti bagnati.
- Avevi capito che ero
io! Non fare l'innocentino! Tra me e quell'orso c'è una
bella differenza!! - continuò ad accusarlo urlandogli in
faccia, in risposta l'ereditiere voltò il viso dall'altra
parte e, dalla sua espressione forzatamente seria, Mondo
capì che stava trattenendo a fatica le risate. - E non
ridere! - gli ordinò avvertendo, di contro, il viso
accendersi d'imbarazzo, cosa che lo fece innervosire ancora di
più.
- Non sto ridendo -
negò l'evidenza Byakuya, mordendosi l'interno delle guance
nel tentativo di trattenersi, ma era come una pentola a pressione
pronta allo scoppio.
- Che sta accadendo? -
entrò Kirigiri, la quale rimase qualche secondo ferma sulla
soglia ad osservarli, in quel momento quei due erano incredibilmente
vicini, - ... volete che vi lasci soli? - in più un Owada
senza pompadour, con il corpo e i vestiti zuppi d'acqua, aveva qualcosa
di oscenamente seducente.
- Non ti ci mettere
anche tu!!- la ammonì il motociclista voltandosi verso di
lei, mollando un poco la presa su Togami, il quale si sentì
libero di accennare un riso, coprendosi poi la bocca con la mano,
- Scusa, sembravate
così presi - lo rabbonì la ragazza alzando
indifferente le spalle,
- Ma hai notato come
mi ha conciato?! - replicò, e solo allora notò la
mancanza di Sakura, -Ohi, dov'è Oogami? -
- Ha deciso che per
questa notte Naegi dormirà nella sua stanza, lo vuole tenere
d'occhio, in più ha aggiunto che Makoto ha perso le chiavi
della sua e non ha un posto dove dormire -
- Capisco - non
poté darle torto Owada, visto il suo pessimo stato di salute
era meglio che vi fosse qualcuno ad assisterlo, nel caso peggiorasse.
- La vuoi finire di
ridere sotto i baffi?! - si rivolse di nuovo a Togami, mollando con un
gesto brusco la presa sul di lui, dandogli in compenso uno scappellotto
sulla nuca, il quale al momento, come sfogo, gli bastava, quell'acqua
gelida che grondava dai suoi abiti aveva avuto il pregio di spegnere i
suoi bollenti e collerici spiriti.
- E' un
automatismo...- fece Kirigiri,
- Eh?. -
- Significa che non
ride a causa tua, ma per l'improvviso calo della tensione -
spiegò,
- Ah... -
- Vuol dire che, anche
se sembra strano, è naturale - tentò con termini
ancor più semplici,
- Guarda che lo avevo
capito! - si sentì offeso Owada,
- La smettete di
parlare come se non ci fossi?.. Non sono certo la prima persona al
mondo che fatica a trattenere una risata - si schiarì la
voce Togami, ricomponendosi, fissando lo sguardo su Kyouko
così da evitarsi una ricaduta nel vedere la misera
condizione del motociclista, sembrava un grosso cane bagnato. -
Comunque, ripeto, non è stata un'azione voluta, ero convinto
vi fosse Monokuma alla porta... -
- E volevi affrontarlo
con una bacinella d'acqua? - gli chiese sarcastico Mondo,
- Quella o la radio
che mi ha dato Naegi, ho pensato di avere più
possibilità con la prima - il biondo si era trovato con le
spalle al muro e in camera propria non possedeva alcuna arma con cui
difendersi (non da Monokuma per lo meno),
- Ma allora Monokuma
non è entrato? - si stupì strizzandosi la canotta
che teneva sotto la giacca da capobanda, inzaccherando tutt'attorno a
se la moquette della stanza,
- No, altrimenti
dubito che avrei ancora la facoltà della parola -
- Però era
alla tua porta - si aggiunse Kirigiri,
- Di questo sono certo
- annuì Togami, le braccia incrociate al petto, - quando
stavo per uscire me lo sono trovato di fronte, mi chiedeva di
restituirgli ciò che gli avevo preso - ricordò,
sorvolando sul fatto di aver poi dato Makoto in pasto all'orso.
Certo, era convinto di
avergli fatto un favore, perché così Monokuma non
se la sarebbe presa con lui, ma dubitava che Kyouko l'avrebbe vista
allo stesso modo, giudicando vile e codardo il suo comportamento. -
Poco prima che arrivaste voi qualcuno ha aperto la porta, credevo fosse
quell'orso..- aggiunse, spiegando perché l'avessero trovata
socchiusa, sorvolando però sulla paura fottuta da cui era
stato colto sul momento e a causa della quale aveva finito con far fare
un bagno indesiderato al motociclista. - Ma alla fine è
stato testa a granoturco ad entrare, non capisco però come
abbiate fatto ad aprirla, visto che io l'avevo chiusa ed essendo una
porta antiscasso... Uhm, Naegi ve l'ha forse consegnato? -
domandò, causando una visibile confusione nei suoi
interlocutori,
- Consegnato
cosa..?- non fu abbastanza sveglio Owada, ma gli bastò
seguire l'indice della mano dell'ereditiere per vedere che indicava di
nascosto la telecamera presente nella sua stanza,
- Ho consegnato la
"chiave" a Naegi, ipotizzando il caso peggiore non volevo che il mio
cadavere rimanesse qui a marcire - non poteva essere più
chiaro senza rischiare di tradirsi, forse non era una premura
necessaria e Monokuma sapeva già tutto, ma era meglio essere
previdenti, piuttosto di rivelargli ogni cosa come un perfetto
imbecille.
- Naegi non ci ha dato
nulla, la porta era già aperta - gli rispose Kirigiri, lei
in realtà ancora non sapeva a quale "chiave" Togami si
riferisse, non avevano ancora discusso dopo l'incidente della
Presidenza e, quando aveva preso in disparte Owada, non gli aveva dato
il tempo di spiegargli cosa fosse accaduto in quei momenti, troppo
presa dai propri problemi aveva agito in maniera distorta, da brava
marionetta nelle mani del Burattinaio.
- Comunque, ne
riparleremo più tardi - decise la ragazza, la voce ferma che
non ammetteva obbiezioni e che pretendeva di essere ascoltata sino
all'ultima sillaba, - Owada, Togami siete bagnati fino alle ossa,
dovreste farvi un bagno prima di prendervi qualcosa - e tanta falsa
premura diceva molto su quanto la ragazza tenesse a loro.
Non avendo a
disposizione le docce, c'era ovviamente un unico posto in cui i ragazzi
potevano recarsi a darsi una ripulita: il bagno grande. Quel luogo che
avevano stabilito essere il loro punto di raccolta e dove avevano
già progettato di darsi appuntamento quella sera per
scambiarsi le informazioni raccolte nella giornata. L'orario
dell'incontro era purtroppo slittato a causa dei vari intoppi accaduti
nel mentre, ma finalmente, ora, erano tutti e tre presenti all'appello.
- E la tua scusa per
essere qui?..- domandò ironico Togami, osservando Kirigiri
seduta a gambe accavallate su una panca,
- Non lo sapevi?..
Sono una guardona e voglio accertarmi di che tipo di relazione ci sia
tra voi due - gli si ritorse contro il suo tentativo di punzecchiarla,
avendo sempre un tono piatto, privo di sfumature e
un’espressione facciale difficilmente leggibile, era
complicato comprendere quando Kyouko scherzasse o dicesse sul serio.
- Tu...- stava per
chiedergli allora quale differenza ci fosse tra lei e Fukawa, ma
l'intervento di Owada lo fermò in tempo,
- Serpe, deciditi a
parlar chiaro e dicci quale chiave hai consegnato al moccioso - gli
intimò mentre si asciugava i capelli con uno degli
asciugamani lasciati a disposizione negli armadietti, era deciso a
finirla presto, visibilmente irritato dopo essere stato costretto a
spogliarsi della sua giacca da capobanda, lasciata in lavanderia a
sgocciolare.
- Prima
però è meglio informare Kirigiri di cosa
è accaduto...- proclamò l'ereditiere,
dedicandogli uno sguardo eloquente e un poco maligno, con cui gli
passò la seccatura di riassumere ogni evento accaduto da
quando si erano separati. Mondo, nell'intuirlo, ebbe l'ennesimo impulso
di prenderlo a pugni a fargli formicolare le mani, ma sapeva di non
poter ritrarsi da quel compito, infondo, era stata a causa sua se
Byakuya era stato assente per un largo lasso di tempo.
Il racconto
durò una decina di minuti in tutto.
- Quindi: hai chiuso
Togami in Presidenza, distrutto con il supporto di Hagakure l'aula
professori, assistito allo sdoppiamento di Monokuma e corso per tutta
la scuola con Togami sulle spalle come punizione per gli atti
precedenti... Ho scordato qualcosa? - ricapitolò Kirigiri
con uno straordinario dono della sintesi. Quel riassunto aveva acceso
il suo interesse, un'informazione in particolare punzecchiava la sua
mente, portandola a mandare a mille gli ingranaggi del proprio
cervello, sentiva di essere vicina ad una risposta.
- Sì, lo
scimmione qui ha dimenticato di dirti la cosa più importante
- si aggiunse Byakuya, chiedendosi quanto potesse essere imbecille il
motociclista, si era scordato del motivo per cui Monokuma voleva fargli
la pelle, - Mentre ero rinchiuso in presidenza, ho trovato il
passepartout universale del preside - affermò, concedendosi
un po' di sottile vanità, fiero di se stesso per aver
attirato a sua volta l'interesse della ragazza, la quale
alzò gli occhi verso di lui, sembrava si fosse
già persa a rimuginare sulle proprie congetture e pensieri,
ma quella rivelazione l'aveva riportata tra loro.
- Allora il
passepartout è ciò che Monokuma stava cercando -
comprese, capendo perché l'orso avesse osato minacciare di
aggredire uno studente pur di riaverlo, quell'oggetto poteva rovinare i
suoi piani prima che venissero a compimento. Perdendolo sarebbe forse
stato costretto a terminare quel suo grottesco gioco prima del tempo,
un divertimento cui non voleva certo far a meno e per il quale
sacrificare un partecipante non era un grosso impedimento. -
Però, non capisco cosa gli ha impedito di riprenderselo..-
comunicò il dubbio che ora la attanagliava,
- Bhé...
abbiamo visto che la porta della serpe era aperta quando siamo
arrivati, e se non è stato lui ad aprirla, allora
è stato Monokuma, quindi, forse... alla fine quel
passepartout non gli serve poi molto - osservò titubante
Owada, poco pratico a portare simili congetture, più
abituato ad ascoltare, in quei casi, le ipotesi degli altri.
- La questione non
è se può servire o no al Burattinaio - obbietto
Byakuya, - Il punto è quanto quell'oggetto possa essere
utile a noi, per questo se lo voleva riprendere - smontò
immediatamente quella teoria,
- Se era
tanto importante, perché se ne è andato a mani
vuote? - tornò al punto di partenza Kirigiri, il volto
pensieroso nell'afferrarsi il mento con la mano. "No, così
non andiamo da nessuna parte!" rifletté, comprendendo che
stavano girando in tondo senza riuscir a togliere un ragno dal buco, -
Tralasciamo per un momento il comportamento incomprensibile di Monokuma
- decise per tutti, la voce autoritaria, un vero e proprio ordine che
non necessitava di alcun consenso. Sin da subito si era autoproclamata
capo del gruppo, evento accaduto così naturalmente che
oramai per i ragazzi non valeva neppure più la pena di
protestare. Di nuovo l'ereditiere trovò che la metafora dei
cani obbedienti al padrone fosse fin troppo azzeccata, - Togami, tu hai
detto di aver affidato a Naegi la "chiave", gli hai dato il
passepartout?- "oh, era arrivata dritta al punto" si riscosse dai
propri pensieri alle sue parole,
- Non esattamente -
per un qualche motivo non riuscì più a sostenerne
lo sguardo,
- Allora ce l'hai
ancora tu? - insistette.
- Non proprio -
evitò ancora di dare una risposta eloquente, cercando di
rimediare un paio di secondi in più, avvertendo intanto un
sottile e gelido nervosismo insinuarsi nella gola, spezzandogli la
voce. Tossì un paio di volte per riprendersi, - Temevo per
l'appunto che Monokuma mi cercasse per prenderlo, quindi, l'ho affidato
a qualcun altro... - affermò, una notizia che
suonò nuova pure ad Owada, il quale strabuzzò gli
occhi confuso, "ma a chi può averla..?" - Prima ho detto di
aver affidato la "chiave" a Naegi, intendevo che gli ho dato un indizio
per trovare quella persona - il fatto che evitasse di proposito di
rivelarne il nome diveniva sempre più sospetto.
- Perché ho
la sensazione che stai per sparare una cazzata? - ebbe un pessimo
presentimento Mondo, un senso di gelo a percorrergli per intero la
colonna vertebrale,
- Forse
perché... l'ho consegnato ad Hagakure - ammise Togami,
sistemandosi gli occhiali sulla radice del naso con finta indifferenza,
nascondendo con quel movimento una certa agitazione. Era consapevole di
aver osato molto con quel gesto, forse troppo.
- Sei. Un. Imbecille -
strano a dirsi, ma fu Kirigiri la prima a sbottare, vi fu un istante in
cui il suo viso cambiò colore, passando da un rosa pallido
ad un vivido rosso porpora, sembrava sul punto d'esplodere dalla
collera (o forse era il tipo che quando s’infuriava scoppiava
a piangere?). Aveva l'aria di chi stesse per riversare tutta la propria
ira sull'artefice del suo malumore, Owada pensò che, se non
ci fosse stato lui da testimone, probabilmente la ragazza avrebbe
assalito l'ereditiere e, in quel caso, chi poteva darle torto?
Da quando avevano
iniziato a cercare una maniera per fuggire da quell'incubo era la prima
volta che si trovavano così vicini a scovare
un'opportunità per scappare. Tra le mani gli era capitato un
oggetto che poteva rivelarsi la loro salvezza, con il quale di sicuro
avrebbero rinvenuto una via di fuga, forse arrivando persino a mettere
il Burattinaio con le spalle al muro. Si riusciva già a
sperare, ad avvertire il profumo di libertà.
E a chi veniva
affidato questo "santo Graal", fonte di tutte le loro
opportunità? Ad Hagakure!
Yasuhiro Hagakure,
l'uomo cespuglio capace di accusare qualcuno di essere un fantasma pur
avendocelo davanti, convinto che agli alieni piaccia unicamente carne
100% bovina e che gli Skyfish presto domineranno il mondo. A questo
elemento era stato ceduto il passepartout universale con cui avrebbero
potuto salvare le proprie vite.
Fu quasi udibile anche
all'esterno il rumore dello sciacquone di un water che si
creò nell'immaginario collettivo dei tre ragazzi presenti
nello spogliatoio del bagno comune.
- Hai buttato nel
cesso la nostra unica possibilità..- commentò
Mondo, palesando a parole l'immagine appena passata nella mente di
tutti loro,
- Ammetto che
è stato un azzardo...- cercò di giustificarsi
Byakuya, ben consapevole dell'errore compiuto, - ma quali scelte avevo?
- obbiettò, tenendosi sulla difensiva, - Alla fine ho visto
giusto e Monokuma è venuto a cercarmi -
- Potevi darlo a me,
tanto per cominciare - si propose il motociclista, iniziando ad
innervosirsi, di certo lui era un’alternativa preferibile a
quello sciamano da strapazzo,
- Una scelta
meno ovvia no, eh?- replicò in tono sarcastico e acido.
- Calmatevi entrambi -
intervenne Kirigiri prima che la discussione potesse degenerare, il suo
colorito era tornato nella norma, aveva recuperato completamente la sua
capacità di controllarsi, per quanto fosse ovvio che neppure
lei gioisse alla notizia datagli da Togami. Era come se qualcuno avesse
posizionato una scatola aperta di sardine sul pulsante di
autodistruzione di una centrale nucleare, per poi lasciarvi davanti un
gatto affamato. Non era questione se la centrale sarebbe esplosa, ma
"quando" lo avrebbe fatto.
- Ormai il danno
è fatto e non ci si può fare più nulla
- continuò Kyouko, - Solo una cosa Togami - e lo
fulminò con quello sguardo che, se la ragazza fosse stata
una creatura mitologia, avrebbe tramutato l'ereditiere in pietra, -
davvero non c'era nessuno, ma proprio NESSUN'altro a cui rivolgerti? -
il primo istinto del biondo fu di voltarsi dall'altra parte ed ignorare
la domanda, ma sarebbe stata un’azione troppo infantile da
parte sua.
- Come ho
già detto, voi due eravate una scelta troppo ovvia. Insomma,
se Monokuma, dopo essere venuto da me, non avesse trovato il
passepartout, sarebbe di certo andato da voi. Non potevo contare su
Naegi perché sta male, né su Sakura
perché impegnata ad occuparsi di Naegi. Di Celestia manco a
parlarne (di lei non mi fido) e Yamada è l'animaletto da
compagnia di Celes, quindi nemmeno. Noi compresi, siamo rimasti in
otto, tolto me stesso e quelli citati, chi rimane? - espose il suo
ragionamento tenendosi freddo e serio, l'espressione dura, di quando
voleva stabilire la propria superiorità.
- Balle, te lo se
inventato adesso - lo smascherò istantaneamente Owada, - Con
il passepartout tra le mani ti sentivi un bersaglio mobile, quindi hai
passato la patata bollente al primo beota che ti passava davanti -
l'ereditiere ignorò quel commento, mettendo su un broncio
offeso, non voleva passare per un codardo, ma non aveva modo di
replicare, il motociclista aveva dimostrato un incredibile intuito,
forse un pochino ci aveva preso.
- Non ricominciate -
li interruppe nuovamente Kirigiri, - Togami, dopo averti ascoltato, non
dubito del tuo ragionamento, se hai affidato qualcosa di
così importante ad Hagakure dovevi essere con le spalle al
muro - ricevette l'assoluzione dalle proprie colpe, cosa che
irritò il biondo dipingendogli una smorfia sul viso, quella
testa color lavanda non si stava montando un po' troppo? Chi si credeva
di essere per trattarlo così? "Come se avessi bisogno dalla
tua approvazione" pensò facendo schioccare la lingua,
mostrando tutta la sua indignazione.
- Adesso..- riprese, -
supponendo che Hagakure non abbia perso il passepartout, dobbiamo
escogitare un piano per sfruttare al meglio questa
possibilità - affermò e i due si trovarono
d'accordo con lei.
Solo allora Owada si
ricordò che, per quanto in quel momento si stesse affidando
a Kirigiri, avrebbe dovuto diffidare della ragazza. Infondo non era
stato lui stesso a smascherarla come la Talpa (per quanto l'avesse
accusata senza uno straccio di prova e, alla fine, fosse stata lei a
confessare spontaneamente)? Non era forse probabile che il burattinaio
tentasse di approfittare di nuovo delle sue debolezze? Ma, sopratutto,
avrebbe dovuto raccontare a Togami l'accaduto?.. No, era meglio tacere.
Conoscendo l'ereditiere era probabile che avrebbe fatto una scenata o
qualcosa di simile nel saperlo, e di certo non sarebbe mai rimasto
alleato con colei per la quale aveva rischiato, ancora una volta, la
vita. Se avesse parlato, ne era sicuro, quella improbabile e mal
assortita squadra si sarebbe disfatta, e ciò avrebbe giovato
solo il loro aguzzino. Divisi non potevano nulla contro Monokuma, ma
forse se agivano insieme, per quanto minima, una possibilità
c'era.
Sì, aveva
preso la sua decisione, avrebbe taciuto sulla questione della "Talpa"
con Byakuya e gli altri, ma allo stesso tempo si sarebbe assicurato che
Kirigiri non si facesse più plagiare dal Burattinaio. Per
quanto difficile, sarebbe diventato la sua ombra, come aveva fatto
Kyouko, qualche tempo prima, ora toccava a lui sorvegliarla,
"speriamo che non mi accusi di stalking" fu la sua prima preoccupazione.
- COME CAZZO E'
SUCCESSO!?- sbraitò Owada furioso, seduto sul bordo del
proprio letto digrignando i denti, tenendosi la testa, con i capelli
ancora scompigliati, stretta tra le mani. Ma non aveva deciso di tenere
Kirigiri sotto controllo? Non doveva essere la sua ombra, ridursi ad
una specie di stalker?.. Per quale motivo allora adesso si trovava
lì, nella propria camera, mentre la ragazza probabilmente
era già chissà dove per l'accademia?..
Perché
quella tipetta l'aveva fregato, ecco perché!
Kyouko doveva aver
intuito le sue intenzioni prima ancora che fosse lui stesso a
concepirle, ed aveva preparato una controffensiva per impedirgli di
portarle a termine. A quanto sembrava non ci teneva proprio a essere
pedinata.
"Giuro che questa me
la ricorderò" si fece un promemoria mentale con una malsana
idea nata dalla stanchezza, non sarebbe mai riuscito a vendicarsi su
una donna, ma qualche dispetto infantile, come aggiungergli un
lassativo nel bicchiere, poteva concederselo. In qualche modo avrebbe
dovuto far comprendere a Kyouko tutto il risentimento che gli stava
facendo provare, per quanto desiderasse tenerselo lontano dai piedi,
perché sottoporlo ad un simile strazio? Già
sopportava Togami con una certa difficoltà, ma ospitarlo per
il resto della nottata nella propria stanza? Aveva qualche dubbio sul
fatto che il mattino dopo sarebbero stati entrambi vivi o, per lo meno,
integri. Sul momento però, non era riuscito a dare una buona
ragione a Kirigiri per rifiutare la sua proposta, non era sicuro per
l'ereditiere rimanere da solo (c'era il rischio che Monokuma si
ripresentasse), questo lo sapeva e non aveva trovato modo per ribattere.
Subito dopo aver
concluso il "piano d'ispezione", ovvero, la mappa delle stanze a cui
avrebbero dovuto accedere come prima cosa l'indomani, una volta tornati
in possesso del passepartout, avevano deciso fosse meglio concludere la
giornata. Affaticarsi ancora si sarebbe rivelato solo un inutile
dispendio di energie, dovevano riposarsi per le investigazioni che li
attendevano.
A quell'idea si erano
detti tutti e tre d'accordo, ma i ragazzi sapevano delle vere
intenzioni di Kirigiri, la quale voleva separarsi da loro per poter
agire da sola, facendo indisturbata le proprie ricerche. Probabilmente
li considerava due palle al piede e preferiva non averli attorno.
Questa volta Owada era
però intenzionato a seguirla, senza farsi notare, voleva
sorvegliarla poiché, per quanto si trattasse di Kirigiri,
dopo che si era rivelata la Talpa, non poteva più fidarsi
completamente di lei.
Invece, cogliendolo
completamente di sorpresa, Kyouko se ne era uscita: "- Togami, la tua
stanza non è sicura, è meglio se ti trovi un
altro posto dove passare la notte -"; non aveva aggiunto altro, ma il
suo sguardo si era automaticamente posato sul motociclista.
- Guarda che nemmeno
io apprezzo questa situazione! - ribadì l'ereditiere mentre
stendeva il futon, recuperato dal magazzino, sul pavimento, Owada si
chiese se un damerino colmo di soldi da far schifo come lui avesse mai
dormito per terra o se tutte le notti della sua vita le avesse passate
riposandosi su materassi di seta e piume. Una sottile invidia gli
causò un sadico piacere nel pensarlo in quel futon
striminzito, sperava gli venisse un atroce mal di schiena o che la
polvere sul pavimento lo facesse starnutire tutta la notte impedendogli
di chiudere occhio.
La stanchezza lo
incattiviva un po'.
- Però ci
tengo a vivere il più allungo possibile, e stando qui ho
più probabilità che rimanendo solo... - aggiunse
brontolando, due leggere occhiaie avevano preso a segnargli gli occhi,
ora più evidenti poiché si era tolto gli
occhiali, la fatica si faceva sentire per tutti. Dal magazzino aveva
recuperato anche un pigiama nero (erano davvero forniti!), ma mancava
la sua taglia e aveva dovuto optare per una più grande, il
risultato era un Togami al quanto ridicolo ed assonnato, nonostante non
avesse ancora appoggiato la testa sul cuscino, i suoi capelli avevano
già preso una piega strana, in un complesso disordine di
ciuffi ribelli.
- Credo che Kirigiri
stia progettando qualcosa - tralasciò l'argomento della
convivenza forzata Owada, rivelando ciò che lo assillava e
lo irritava al momento,
- Quella ha sempre
qualche progetto in mente... - ribatté Byakuya, finendo i
suoi preparativi per la notte, - Prima non ti è parsa
"strana"? - riprese dopo qualche secondo, approfittando del silenzio
dell'altro, fortunatamente non notò come l'uso di
quell'aggettivo avesse fatto sussultare il motociclista (senza occhiali
era proprio cieco), facendogli strabuzzare gli occhi. Che avesse capito
qualcosa? Si chiese subito Owada, ansioso. "Ma no", si disse, "non
è possibile".
Kirigiri si era
comportata al solito modo di fronte al biondo e, a meno che non avesse
posseduto una qualche capacità ESP segreta, era improbabile
avesse notato qualcosa.
- Cosa intendi? - ma
forse l'occhio dell'ereditiere aveva comunque colto dei segnali che a
lui erano fuggiti,
- Mentre ascoltava il
tuo racconto mi sembrava si fosse "persa" - spiegò,
l'espressione di chi è convinto di non aver esposto al
meglio il proprio pensiero. Una pesante sonnolenza gli si era caricata
sulle spalle e ciò gli rendeva difficile parlare,
sopratutto, gli era divenuto complicato trovare aggettivi
più azzeccati di quelli che esponeva.
- Intendi quando le ho
fatto il riassunto di quel che è successo oggi? - chiese,
cercando di fare mente locare, ricordando come gli era parsa la ragazza
mentre gli parlava, ma nulla. Gli sembrava lo stesse
ascoltando, niente di più.
- Sì, ha
fatto quel sorriso da "ah, adesso si spiega tutto" e deve essere
partita con i suoi ragionamenti - ricordò, per Togami era
facile notare quell'espressione, era l'unico movimento facciale che
Kirigiri si concedesse e lo irritava terribilmente tanto, anche se a
torto, se ne sentiva sempre in qualche modo deriso.
- Dici che ha capito
qualcosa d'importante? -
- Non ne sono sicuro -
ammise, -... ma stanne certo, importante o meno, adesso è
andata a verificare la sua supposizione - nel parlare aveva quel suo
solito sorriso velenoso con cui amava sopraelevarsi a tutti gli altri,
- Vedrai, se si rivelerà esatta, domani ci
esporrà le sue scoperte - proclamò convinto.
- E se invece non
scopre nulla?- chiese Owada, sentendosi divertito
dall’atteggiamento del biondo, “Ceeerto, superiore
a ogni cosa ma a lei ci stai attento, eh?” quella sera si era
scoperto abbastanza intuitivo da intravedere qualcosa che, normalmente,
gli sarebbe passata davanti inosservata.
- Se ne
starà zitta e farà finta di nulla - rispose
mentre lo osserva cercando di metterlo a fuoco, gli occhi ridotti per
questo a due sottili fessure, ma presto vi rinunciò, forse
perché consapevole di quanto diventasse ridicola la sua
espressione quando lo faceva. - Solitamente è troppo
orgogliosa per ammettere di aver sbagliato, per questo preferisce
verificare da sola le proprie teorie, così se non ci azzecca
salva la faccia - incrociò le braccia al petto con aria
saccente e antipatica, la quale per una volta non infastidì
il motociclista, era deciso a mettersi a dormire, basta con le grane,
- Mi sa che hai
ragione - convenne, chiudendo lì il discorso.
Meno di quindici
minuti più tardi ed entrambi si erano già
addormentati, vinti dalle estenuanti prove che avevano dovuto vincere
quel giorno.
Nessuno dei due
avrebbe potuto minimamente immaginare a quali conclusioni, l'indomani,
le intuizioni di Kirigiri li avrebbero portati. Il sonno non li avrebbe
mai colti se ne fossero stati a conoscenza.
Una volta aperta
quella porta, le loro domande sarebbero aumentate a dismisura.
Uppupupupupupupu!
DISPERATEVI!
---
*:
Autrice “tragica” (ne accadono peggio di una
telenovela) di shoujo manga
Sii, il cadavere
è nel prossimo capitolo, lo giuro ^^
|
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=2991465 |